Perche’ il rumore degli altri che masticano puo’ risultare irritante

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Perche’ il rumore degli altri che masticano puo’ risultare irritante

All’origine della misofonia, una forma di intolleranza al rumore, potrebbe esserci un’anomala
connettività tra due diverse aree cerebrali.

1 giugno 2021 – Elisabetta Intini

Per chi è affetto da misofonia, la scarsa tolleranza ad alcuni rumori, l’innocuo lavorìo delle
mascelle nei pasti altrui può trasformarsi in uno stimolo disgustoso, persino nel pretesto ideale
per una sfuriata. In base a una ricerca della Newcastle University (Regno Unito) pubblicata sul
Journal of Neuroscience, questo fastidio potrebbe nascere da una ragione neurologica. Le persone che
soffrono di misofonia sembrano avere più fitte connessioni cerebrali tra un’area che analizza i
suoni e una parte della corteccia premotoria del cervello che si occupa di processare i movimenti
(propri) di bocca e gola.

UN ECCESSO DI IMMEDESIMAZIONE. Quando alle persone con misofonia è stato fatto ascoltare il rumore
ritenuto da ciascuno più fastidioso, dalle scansioni cerebrali è parsa evidente un’iperattivazione
dell’area cerebrale implicata nel controllo del movimento di bocca e gola, rispetto alle persone non
affette da questa condizione – come se il semplice ascolto di quel rumore potesse sollecitare a tal
punto le aree motorie da risultare intrusivo.

Gli esperti attribuiscono quel che accade al sistema dei cosiddetti neuroni specchio, neuroni motori
che “scaricano” sia quando una persona compie un’azione finalizzata, sia quando quella persona vede
qualcun altro compiere quella stessa azione. In chi soffre di misofonia, l’attivazione dei neuroni
specchio sembrerebbe produrre un senso di urgenza, una sorta di eccessivo rispecchiamento, tanto che
alcune persone con questa condizione trovano un po’ di sollievo nell’imitare a loro volta quei suoni
sgradevoli – quasi per riprendere il controllo della sensazione involontariamente percepita.

Poiché i neuroni specchio possono essere allenati, se la ricerca fosse confermata si potrebbero
forse cercare dei modi per rompere questa associazione e alleviare parte della sgradevole
esperienza.

www.jneurosci.org/content/early/2021/05/20/JNEUROSCI.0261-21.2021

da focus.it

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