PERCHÉ LA PIÙ GRANDE MAPPA DELL’UNIVERSO SPAVENTA GLI SCIENZIATI

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PERCHÉ LA PIÙ GRANDE MAPPA DELL’UNIVERSO SPAVENTA GLI SCIENZIATI

Di Salvo Privitera – 17/04/2024

Grazie all’uso dello strumento spettroscopico per l’energia oscura, noto come DESI, gli scienziati
hanno presentato la mappa tridimensionale più vasta dell’universo mai realizzata fino ad oggi,
ponendo la Terra al centro di questa incredibile rappresentazione spaziale.

Attraverso un’analisi dettagliata, emergono indizi che l’energia oscura, quella forza misteriosa che
sembra allontanare galassie e stelle, potrebbe non essere costante come si pensava, ma evolversi nel
tempo.

Questa potenziale variabilità dell’energia oscura, che rappresenta circa il 70% dell’universo, sfida
il modello standard della cosmologia, che finora ha considerato questa energia come una costante
universale.

Per oltre due decenni, l’energia oscura è rimasta uno degli enigmi più grandi per gli astronomi, che
ora potrebbero dover riconsiderare le teorie prevalenti sull’espansione dell’universo. I dati
raccolti dal DESI, insieme ad altri rilievi cosmologici, indicano che un modello di energia oscura
variabile nel tempo si accorda meglio con le osservazioni rispetto al modello standard.

Tali risultati preliminari, sebbene non ancora definitivi, suggeriscono che potremmo trovarci di
fronte a un cambiamento paradigmatico nella nostra comprensione del cosmo. La mappa del DESI non
solo evidenzia la posizione di milioni di galassie ma cattura anche le oscillazioni acustiche
barioniche, sottili pieghe tridimensionali nell’universo primordiale, che aiutano a misurare
l’espansione dell’universo in vari punti temporali.

Queste galassie lontane e i quasar intensamente luminosi, che illuminano la materia interstellare
come lampioni cosmici, sono fondamentali per mappare le zone dense dell’universo e per esplorare le
proprietà dell’energia oscura. Queste osservazioni rivoluzionarie aprono la strada a nuove indagini
e modelli cosmologici, portando gli scienziati in territori inesplorati.

FONTE: LIVESCIENCE.com

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