“Leccessivo bombardamento di informazioni ci impedisce di avere il tempo necessario per dare il
giusto valore a ogni informazione ricevuta e, di conseguenza, associarla a una carica emotiva
sufficiente per generare una reazione effettiva e reale.”
da voxinsana
GIUGNO 15, 2014
Ti sei mai chiesto perché nessuno reagisce difronte allinfame ondata di oppressione e abuso di ogni
tipo che stiamo subendo? Non rimani perplesso del fatto che non succede assolutamente nulla, viste
le tante rivelazioni di casi di corruzione, ingiustizia, ruberie e prese in giro della legge e della
popolazione in genere, alla quale si è rubato letteralmente il presente e il futuro? Ti sei mai
chiesto perché non scoppia una rivoluzione di massa e perché tutti sembrano essere addormentati e
ipnotizzati?
In questi ultimi anni ogni tipo di informazione resa “pubblica” di politici corrotti, mazzette e
quant’altro – che avrebbe dovuto danneggiare la “struttura del Sistema” fino alle sue fondamenta –
continua a essere intatta senza neppure un graffio superficiale. Questo rende palese un fatto
veramente preoccupante che sta sotto gli occhi di tutti e al quale nessuno presta attenzione.
Il fatto è che CONOSCERE LA VERITA – oggi – non importa più a nessuno. Sembra incredibile, ma i
fatti lo confermano giorno dopo giorno.
Linformazione non è rilevante.
Rivelare i più oscuri segreti e renderli di dominio pubblico non produce nessun effetto, nessuna
risposta da parte della popolazione per quanto i segreti siano terribili e scioccanti.
Per decenni abbiamo creduto che chi lottava per la verità, gli informatori capaci di svelare fatti
nascosti o mettere in piazza i panni sporchi potevano cambiare le cose, potevano alterare il
divenire della storia.
Siamo cresciuti in realtà, con la convinzione che conoscere la verità era cruciale per creare un
mondo migliore e più giusto e di chi lottava per rivelare il nemico più grande dei potenti tiranni.
E forse per un periodo è stato così.
Oggi, però, “levoluzione” della società e soprattutto della psicologia di massa ci ha portato a un
nuovo stato di cose: uno stato mentale della popolazione che non avrebbe osato immaginare il più
alienato dei dittatori. Il sogno di ogni tiranno della faccia della terra: non dover nascondere né
occultare niente al suo popolo.
Poter mostrare pubblicamente tutta la sua corruzione, malvagità e prepotenza senza doversi
preoccuparsi di alcuna risposta da parte di quelli che opprime. Questa è la realtà del mondo in cui
viviamo. E se credete che questa sia unesagerazione, osservate voi stessi ciò che vi circonda.
Il caso della Spagna è lampante. Un paese immerso in uno stato di putrefazione generalizzato,
divorato fino allosso dai vermi della corruzione in tutti gli ambiti:
giuridico
industriale
sindacale
politico (soprattutto)
Uno stato di decomposizione che ha ecceduto tutti i limiti immaginabili, fino a infettare con la sua
pestilenza tutti i partiti politici in maniera irreparabile.
Eppure, nonostante siano resi pubblici continuamente tutti questi scandali di corruzione politica,
gli spagnoli continuano a votare per la maggior parte gli stessi partiti politici, dando tuttalpiù
alcuni dei loro voti a partiti più piccoli che non rappresentano in nessun modo una possibilità
reale.
Ecco lallucinante caso della Comunità Valenciana, la regione più rappresentativa del saccheggio
vergognoso perpetrato dal Partito Popolare e dove, nonostante tutto, questo partito di autentici
fuorilegge e banditi continua a vincere le elezioni con maggioranza assoluta.
E sfortunatamente il caso di Valencia è solo un esempio in più dello stato generale del paese: lì
abbiamo il caso indegno dellAndalusia dominata da decadi dallaltra grande mafia dello stato, lo
PSOE, che con i suoi soci del Sindacato e lappoggio puntuale della Sinistra Unita hanno rubato a
piene mani per anni e anni.
O il caso della Catalogna con “Convergència i Unió”, un partito di baroni ladri délite, tanto per
dare un altro esempio. E potremmo continuare così per tutte le comunità autonome o il governo
proprio centrale dove le due grandi famiglie politico-criminali del paese, PP e PSOE, si sono
dedicate a saccheggiare senza alcuna moderazione.
E nonostante siano stati resi pubblici tutti questi casi di corruzione generalizzata, siano state
rivelate le implicazioni delle alte sfere finanziarie e industriali con il tacito consenso del
potere giuridico, la dimostrazione che in forma attiva o passiva riguarda il Sistema in tutti gli
ambiti e si rende impossibile la creazione di un futuro sano per il paese, nonostante tutto ciò, la
risposta della popolazione è stata… non fare niente.
La cittadinanza ha risposto al massimo con “l’esercitare il legittimo diritto di manifestazione”,
unattività molto simile a quella che fa la massa quando la sua squadra di calcio vince una
competizione ed esce per strada a celebrarla. Nessuno ha fatto niente di effettivo per cambiare le
cose, salvo un piccolo spuntino.
Nel caso della corruzione venuta alla luce in Spagna e linesistente reazione della popolazione, è
un solo esempio tra i tanti nel mondo. Adesso riportiamo il caso dello sport di massa, sotto
pressione per il sospetto di corruzione, di manipolazione di dopaggio e per la molto probabile
adulterazione di tutte le competizioni sotto il controllo commerciale delle grandi marche
nonostante
questo, continuano ad apparire in televisione con un seguito sempre più numeroso.
Tutto ciò si impoverisce davanti alla gravità delle rivelazioni di Edward Snowden e confermate dai
governi in causa che ci hanno detto in faccia alla luce di riflettori che tutte le nostre
telefonate, le attività sui social networks, il nostro navigare in Internet è controllato e che ci
stiamo dirigendo inesorabilmente verso lincubo del Grande Fratello vaticinato da George Orwell nel
“1984”.
E la cosa più allucinante è che “una volta filtrate” queste informazioni, nessuno si è preoccupato
di ribatterle. Tutti i mezzi di comunicazione, i poteri politici e le grandi imprese di Internet
implicate nello scandalo, hanno confermato pubblicamente come un qualcosa di reale e indiscutibile
questo stato di sorveglianza. Lunica cosa che hanno promesso, in maniera poco convincente e a mezza
bocca che non continueranno a farlo
e si sono permessi anche di darci alcuni dettagli tecnici!
E quale è stata la risposta della popolazione mondiale quando è stata rivelata questa verità? Quale
è stata la reazione generale di fronte a queste rivelazioni?
Nessuna.
Tutti continuano ad essere assorbiti dal loro smartphone, continuano a rotolarsi nel dolce fango dei
social network e continuano a navigare nelle acque infestate di Internet senza muovere nemmeno una
falange di un dito
A cosa serve, allora, dire la verità?
Nel caso ipotetico che Edward Snowden o Julian Assange siano personaggi reali e non creazioni
mediatiche con una missione segreta, a cosa sarebbe servito il loro sacrificio?
Che utilità ha accedere allinformazione e rivelare la verità se non provoca nessun cambiamento,
alterazione, trasformazione?
A che serve conoscere in forma esplicita e documentata il fatto che lenergia nucleare può solo
portare disgrazie come dimostrato dai terribili incidenti di Chernobyl e Fukushima, se queste
rivelazioni non provocano nessun effetto?
A cosa serve sapere che le banche sono enti criminali dediti al saccheggio di massa, se continuiamo
a utilizzarle?
A cosa serve sapere che il mangiare è adulterato e contaminato da ogni tipo di prodotti tossici,
cancerogeni o transgenici, se continuiamo a mangiarli?
A cosa serve sapere la verità su qualsiasi fatto importante se non reagiamo per quanto gravi siano
le sue implicazioni.
Non inganniamoci da soli per quanto sia duro accettare tutto questo. Affrontiamo la realtà così
comè
Nella società attuale, conoscere la verità non significa nulla.
Informare sui fatti che veramente succedono, non ha nessuna reale utilità; anzi la maggior parte
della popolazione è arrivata a un livello tale di degradazione psicologica che come dimostreremo, la
rivelazione della verità e accedere allinformazione, rafforzano ancora di più la loro incapacità di
risposta e linerzia mentale.
La grande domanda è: perchè? Che cosa ha portato tutti noi a questapatia generale?
E la risposta, come succede sempre quando ci rivolgiamo domande di questo tipo, è tra le più
inquietanti. Ed è in relazione con il condizionamento psicologico cui è sottoposto lindividuo della
società attuale. I meccanismi che disattivano la nostra risposta quando accediamo alla verità per
quanto scandalosa possa essere, sono semplici ed effettivi. E sono nella nostra vita quotidiana.
Tutto si basa su un eccesso dinformazione.
E un bombardamento degli stimoli così esagerato che provoca una catena di avvenimenti logici che
finiscono con lo sfociare in uneffettiva mancanza di risposta: in pura apatia.
E per lottare contro questo fenomeno è bene conoscere come si sviluppa il processo
Per prima cosa dobbiamo capire che questo stimolo sensoriale che riceviamo è carico dinformazioni.
Il nostro corpo è predisposto alla percezione e alla lavorazione di stimoli sensoriali, ma la chiave
del tema sta nella percezione di carattere linguistico dellinformazione; per linguistico sta a
indicare ogni sistema organizzato con il fine di codificare e trasmettere informazione di ogni tipo.
Per esempio: ascoltare una frase o leggerla comporta la sua entrata nel nostro cervello a livello
linguistico. Ma lo stesso avviene quando guardiamo il logo di unimpresa, lascolto delle note
musicali di una canzone, guardare un segnale del traffico o udire la sirena dellambulanza, tanto
per fare alcuni esempi.
Oggi, una persona è sottoposta ogni giorno a migliaia di stimoli linguistici di questo tipo; molti
li percepiscono in forma cosciente, ma la grande maggioranza in forma non cosciente che deve essere
elaborata dal nostro cervello.
Potremmo dividere il processo di captare ed elaborare questa informazione in tre fasi:
percezione
valorizzazione
risposta
Percezione.
Indubbiamente, in tutta la storia dellumanità, apparteniamo alla generazione che ha la capacità più
grande di elaborare informazioni a livello celebrale, con potere di differenziare soprattutto a
livello visivo e auditivo.
Man mano che nascono e crescono nuove generazioni acquisiscono una maggiore velocità di percezione
dellinformazione. Una dimostrazione di quanto affermato la ritroviamo nel cinema.
Guardate un vecchio film western di John Wayne, una scena qualsiasi di azione per esempio una
sparatoria. E poi guardate una scena di sparatoria o di inseguimento di macchine di un film odierno.
Una qualsiasi scena dazione di un film attuale è piena di successioni rapidissime di primi piani di
breve durata.
Solo per 3 o 4 secondi si vedranno diverse figure:
il volto del protagonista che guida, quella del compagno che grida, la mano sul cambio della
macchina, il piede che spinge il pedale, la macchina che schiva un pedone, linseguitore che slitta,
il cattivo che afferra la pistola, che spara dal finestrino, ecc… e ogni primo piano sarà durato
al massimo una decina di secondi.
Le immagini si succedono a tutta velocità come gli spari di una mitragliatrice. Eppure siete in
grado di vederle tutte e di elaborare il messaggio che contengono.
Adesso rivedete il film di John Wayne. Non troverete successioni di scene a ritmo di mitragliatrice,
ma successioni di scene dalla durata più lunga e con un campo visivo più ampio. Probabilmente uno
spettatore dellepoca di John Wayne si sarebbe sentito male vedendo un film attuale poiché non era
abituato a elaborare tanta informazione visiva a tale velocità. Questo è un semplice esempio del
bombardamento di informazioni cui è sottoposto il cervello di ognuno di noi oggi rispetto a quello
di una persona di cinquantanni fa.
Aggiungeteci tutte le fonti di informazioni che ci circondano, come la televisione, la radio, la
musica, lonnipresente pubblicità, i segnali del traffico, i diversi tipi di abbigliamento che
indossano le persone che incrociamo per la strada e che rappresentano ognuna di loro, un codice
linguistico per il tuo cervello, linformazione che vedete sul cellulare, sul tablet, in internet e
inoltre i vostri impegni sociali, le fatture, le bollette da pagare, l’assicurazione dell’auto, le
preoccupazioni e i desideri che hanno programmato tu avessi, ecc. ecc.
Si tratta di unautentica inondazione di informazione che il vostro cervello deve elaborare
continuamente. Tutto questo con un cervello della stessa misura e capacità di quello spettatore dei
western di John Wayne di cinquantanni fa. Per quanto ne sappiamo, sembra che il nostro cervello
abbia la capacità sufficiente per percepire tali volumi di informazione e comprendere il messaggio
associato a questi stimoli.
Il problema quindi non sta lì. Sembra – infatti – che il nostro cervello ne goda poiché ci siamo
trasformati in tossicodipendenti degli stimoli.
Il problema reale risiede nella fase che segue.
Valutazione.
Noi ci scontriamo con i nostri limiti quando dobbiamo valutare linformazione ricevuta, cioè quando
arriva lora di giudicare e analizzare le implicazioni che comporta.
Questo succede perché non abbiamo il tempo materiale per fare una valutazione profonda di
quellinformazione.
Prima che la nostra mente, da sola e con i criteri che le sono propri, possa giudicare in maniera
più o meno profonda linformazione che riceviamo, siamo bombardati da unondata di stimoli che la
distraggono in continuazione.
E per questa ragione che non arriviamo a valutare nella giusta misura linformazione che riceviamo
per quanto importanti siano le implicazioni che comporta.
Per capire meglio tutto questo, utilizzeremo unanalogia sotto forma di una piccola storia.
Immaginiamo una persona molto introversa che passa la maggior parte del suo tempo rinchiusa in casa.
Praticamente non ha amici e non intavola relazioni sociali di nessun tipo.
Supponiamo adesso che questa persona vada al supermercato a comprare una bottiglia di latte e quando
va a pagare gli cade per terra e la rompe causando grande scompiglio e macchiandosi i vestiti sotto
gli occhi di tutti e della cassiera.
Quando questa persona torna a casa, isolata comè e senza uno stimolo sociale, darà probabilmente un
gran valore a quanto avvenuto al supermercato.
Si domanderà perché gli è caduto il latte e quale movimento falso abbia fatto perché questo
avvenisse; si domanderà se la colpa fosse sua, o della bottiglia che era troppo spigolosa; nella sua
testa analizzerà lo sguardo della cassiera e i gesti e i commenti di ogni cliente; osserverà anche
le macchie sui vestiti e tenterà di carpire ciò che hanno pensato gli altri.
Si sentirà ridicola e giudicherà quel fatto meramente aneddotico molto più importante di quanto lo
sia stato in realtà. Solo perché quella situazione ridicola al supermercato sarà il grande
avvenimento del giorno o della settimana. E forse non lo dimenticherà mai.
Adesso sostituiamo la persona introversa e senza relazioni con un modello opposto.
Una persona estroversa che passa tutto il giorno circondata da una gran quantità di persone e di
fatti, interagendo freneticamente con clienti e compagni di lavoro, che parla al telefono, organizza
incontri, compra, vende, fa riunioni, ride, si arrabbia e termina la giornata bevendo un bicchiere
con gli amici.
Supponiamo che questa persona vada a comprare del latte e anche a lei cade la bottiglia causando un
gran scompiglio e macchiandosi i vestiti.
La sua valutazione dellaccaduto sarà realivamente imbarazzante poiché rappresenta un evento in più
tra tutti quelli a carattere sociale che sperimenta durante la giornata. E in poche ore se ne sarà
dimenticata.
Una persona della società attuale, assomiglia molto al secondo modello, sottoposta a una grande
quantità di stimoli sensoriali, sociali e linguistici.
Per noi ogni informazione ricevuta è rapidamente digerita e dimenticata, portata via dalla corrente
incessante di informazioni che entrano nel nostro cervello come un fiume in piena.
Perché viviamo immersi nella cultura del “tweet”, un mondo dove ogni riflessione su un evento dura
140 caratteri. E questa è la profondità massima cui arriva la nostra capacità di analisi.
E per questa ragione, per la nostra impotenza di valutare e giudicare da soli il volume di
informazione al quale siamo sottoposti, che linformazione che ci è trasmessa, porta incorporata
lopinione che dobbiamo averne, cioè quello che dovremmo pensare dopo aver realizzato una
valutazione approfondita dei fatti, cioè chi emette linformazione risparmia al ricevente lo sforzo
di dover pensare.
Questo è il procedimento che utilizzano i grandi mezzi di comunicazione e in un mondo di individui
autenticamente pensanti sarebbe tacciato di manipolazione e lavaggio del cervello.
La televisione è un esempio lampante. Lesempio degli onnipresenti incontri politici dove gli ospiti
sono presentati come “opinionisti”. La loro funzione è generare lopinione che noi dovremmo
costruire da soli.
Così il bombardamento di informazione continuo e incessante nel nostro cervello ci impedisce di
giudicare adeguatamente il valore dei fatti, con un criterio nostro. Ci toglie il tempo che dovremmo
avere per soppesare le conseguenze di un avvenimento; lo frammenta in pezzettini da 140 caratteri e
lo trasforma in un giudizio breve e superficiale.
Risposta.
Una volta che la valorizzazione personale dei fatti è ridotta alla minima espressione, entriamo
nella fase decisiva del processo, quella che è priva della nostra risposta.
Qui entrano in gioco le emozioni e i sentimenti, il motore di ogni risposta e azione. Frammentando e
riducendo il nostro tempo, riduciamo la carica emotiva che associamo allinformazione.
Osserviamo le nostre reazioni: possiamo indignarci molto nel vedere una notizia in un tg, per
esempio lo sgombero forzato di una famiglia, ma dopo pochi secondi siamo bombardati da
uninformazione diversa che ci porta verso unaltra emozione più superficiale e diversa che ci farà
dimenticare la precedente.
Per esprimere questo in forma grafica e chiara: la nostra capacità di giudizio e di analisi è pari a
un “tweet”, la nostra risposta emotiva è pari a un emoticon.
E qui sta la chiave.
Qui rimane disattivata la nostra possibile risposta. Per capire meglio, torniamo allanalogia della
persona introversa ed estroversa che rompeva la bottiglia di latte al supermercato.
La persona introversa chiusa nel suo mondo che ha dato un valore più profondo ai fatti avvenuti al
supermercato continuerà a rimuginarci sopra più volte. Non dimenticherà facilmente le emozioni
legate al ridicolo che ha provato in quel momento e con molta probabilità esporre continuamente le
proprie emozioni finirà con provare un certo imbarazzo solo a ripensarci.
E possibile che non torni per un certo periodo a fare spesa in quel supermercato, anche se implica
il fatto di dover andare più lontano a comprare il latte; arriverà anche a provare repulsione per il
luogo e le persone che lhanno reso ridicola. Lenergia emotiva che ha emesso su questo accadimento
diventerà una reazione effettiva.
La persona estroversa – invece – tornerà al supermercato senza nessun problema poiché mentalmente –
quanto accaduto – non ha rilevanza emotiva; tuttalpiù arrossirà al vedere la cassiera o qualche
cliente. La persona estroversa non intraprenderà azioni effettive e tangibili che possano derivare
da una bottiglia di latte rotta..
Oltre le valutazioni fatte su questi personaggi inventati, questi esempi ci servono per dimostrare
che il bombardamento incessante dellinformazione cui siamo sottoposti finisce con lo sfociare in
una frammentazione della nostra energia emotiva e perciò finiamo col dare una risposta superficiale
o nulla.
E una risposta che per il momento in cui viviamo intuiamo che dovrebbe essere molto più contundente
eppure non arriviamo a darla perché ci manca lenergia sufficiente per farlo. E tutti guardiamo
disperati gli altri e ci domandiamo: “Perché non reagiscono? Perché non reagisco?”
E questa impotenza alla fine diventa una sensazione di frustrazione e di apatia generale. Questa
sembra essere la ragione per cui non avviene una Rivoluzione quando per la logica dei fatti dovrebbe
essere già scoppiata. Si tratta quindi di un fenomeno psicologico. Questo è il meccanismo di base
che interrompe ogni risposta della popolazione davanti ai continui abusi che riceve.
E la base sulla quale si poggiano tutte le manipolazioni mentali cui ci sottopongono oggi. E il
meccanismo psicologico che rende la popolazione docile e sottomessa.
Potremo riassumere il tutto così:
Leccessivo bombardamento di informazioni ci impedisce di avere il tempo necessario per dare il
giusto valore a ogni informazione ricevuta e, di conseguenza, associarla a una carica emotiva
sufficiente per generare una reazione effettiva e reale.
COSPIRAZIONE O FENOMENO SOCIALE?
Non ha importanza se tutto questo fa parte di una grande cospirazione atta a controllarci o se siamo
arrivati a questo punto per via dellevoluzione della società, perché le conseguenze sono
esattamente le stesse: i più potenti faranno il possibile per mantenere attivi questi meccanismi e
fomenteranno anche il loro sviluppo secondo le loro potenzialità solo perché ne ricevono benefici.
Rivelare la verità, in effetti, favorisce questi meccanismi.
Ai più potenti non importa mostrarsi come sono o svelare i propri segreti per quanto sporchi e
oscuri siano. Rivelare queste verità occulte contribuisce in gran parte allaumento del volume di
informazione con il quale siamo bombardati.
Ogni segreto portato alla luce produce nuove ondate di informazioni che possono essere manipolate e
rese tossiche con laggiunta di dati falsi, contribuendo così alla confusione e al caos
dellinformazione e da qui arrivano nuove ondate secondarie di informazioni che ci stordiscono
ancora di più e ci fanno sprofondare di più nellapatia.
Se combattiamo questapatia, frutto della poca energia emotiva con cui cerchiamo di rispondere, con
le tremende difficoltà che il sistema ci mette davanti quando è il momento di punire i responsabili,
si generano nuove ondate di frustrazione sempre più forti che ci portano passo dopo passo alla resa
definitiva e alla totale sottomissione.
Non ponetevi nessun dubbio: alle persone che ostentano il potere interessa bombardarvi con enormi
volumi di informazioni il più superficiali possibili, perché una volta instaurata questa forma di
interagire con linformazione ricevuta, tutti noi ci trasformeremo in persone dipendenti da questo
incessante scambio di dati. ll bombardamento di stimoli è una droga per il nostro cervello che ha
bisogno di sempre più velocità per lo scambio di informazioni ed esige meno tempo per poterle
vagliare.
Succede a tutti noi: ci costa sempre più fatica leggere un lungo articolo pieno di informazioni
strutturate e ragionate. Abbiamo lesigenza che sia stringato, più veloce, che si legga in una sola
riga e che si possa ingerire come una pasticca e non come un lauto pranzo.
Anche il prof a scuola: “oggi mi sforzerò di essere più breve e conciso”.
Il nostro cervello si è trasformato in un tossicodipendente da informazione rapida, in un drogato
avido di continui dati da ingerire pensati e analizzati da un altro cervello in modo che noi non
dobbiamo fare lo sforzo di fabbricare una nostra opinione complessa e contraddittoria.
Il fatto è che noi odiamo il dubbio perché ci obbliga a pensare. Non vogliamo farci domande.
Vogliamo solo risposte rapide e facili. Siamo e vogliamo essere antenne riceventi e replicanti di
informazioni come meri specchi che riflettono immagini esterne. Gli specchi però sono piani e non
hanno vita propria, tutto quello che riflettono viene da fuori.
Lessere umano a gran velocità si sta dirigendo verso questo stato di fatto. Lo permetteremo?
CONCLUSIONE
Tutto quanto è stato scritto, forse non lo avreste voluto leggerlo. E poco stimolante ed è qualcosa
di complicato e farraginoso, ma le complesse realtà non possono essere ridotte in un titolo
ingegnoso di Twitter.
Per intraprendere una profonda trasformazione del mondo, per iniziare unautentica Rivoluzione che
cambi tutto e ci porti verso una migliore realtà, dovremmo discendere nelle profondità della nostra
psiche, fino alla sala macchine, dove si muovono tutti i meccanismi che determinano le nostre azioni
e i nostri movimenti.
E lì che si risolve lautentica guerra per il futuro dellumanità.
Nessuno ci salverà facendo da un pulpito dei proclami brillanti e delle promesse per una società più
giusta ed equa. Nessuno ci salverà raccontandoci una verità presunta o rivelandoci i segreti più
oscuri dei poteri occulti.
Come abbiamo visto, linformazione e la verità non sono importanti perché i nostri meccanismi di
risposta sono invariati. Dobbiamo scendere fino a loro e ripararli e per fare ciò dobbiamo sapere
come funzionano. E non sarà necessario fare un complesso corso di psicologia; osserviamo con
attenzione e ragioniamo da soli e potremo raggiungere il risultato.
Non si tratta di qualcosa di esoterico o basato su strane credenze dal carattere Mistico, Religioso
o New Age. E pura logica: non cè rivoluzione possibile senza una profonda trasformazione della
nostra psiche a livello individuale perché la nostra Mente è programmata dal Sistema.
Per cambiare quindi il Sistema che ci imprigiona, prima lo dobbiamo disinstallare dalla nostra
mente.
Lo faremo?
da voxinsana.blogspot.it
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