( di Louise Hay)
Chiudi gli occhi e respira profondamente molte volte. Pensa a tutte le persone che ti hanno fatto
del male nella tua vita. Falle scorrere nella tua mente.
Ora, apri gli occhi e inizia a parlare con una di loro. Dì qualcosa, tipo:
“Tu mi hai fatto molto male. Comunque, io non voglio stare ancora legato al passato. Io sono pronto
a perdonarti.”
Respira e di’:
“Io ti perdono e ti libero.”
Respira di nuovo e di’:
“Tu sei libero e io sono libero.”
Osserva come ti senti. Forse percepisci della resistenza, oppure ti senti sollevato. Se provi della
resistenza, respira e di’:
“Io sono pronto a superare ogni resistenza.”
Questa può essere un’occasione per te per perdonare parecchie persone. Oppure ne perdonerai soltanto
una; non importa. In qualsiasi caso, questo esercizio è perfetto per te.
Perdonare è un po’ come tagliare i diversi strati di una cipolla. Potrai sempre ricominciare
un’altra volta ed eliminare un nuovo strato. Apprezzati per il solo fatto che sei disposto a
iniziare questo esercizio.
Soprattutto, perdona te stesso. Smettila di essere così duro con te stesso. Non è necessario che ti
punisca. Hai fatto del tuo meglio.
Mentre continui l’esercizio, sentirai che i pesi ti cadono dalle spalle. Ti sorprenderà notare
quanti bagagli ti portavi dietro! Sii buono con te stesso mentre affronti questo processo
purificatore.
* FAI UN ELENCO *
Metti una musica dolce, qualcosa che ti faccia sentire rilassato e tranquillo. Poi, prendi un notes
e una penna, e lascia vagare la mente. Ritorna indietro al passato, e pensa a tutte le cose per cui
sei arrabbiato con te stesso. Scrivile tutte.
Scoprirai forse che non ti sei mai potuto perdonare quella volta che ti sei fatto la pipì addosso
davanti a tutta la classe. E’ un bel pezzo che ti porti dietro questo peso!
Talvolta è più facile perdonare gli altri che se stessi. Spesso siamo duri con noi stessi, da noi
pretendiamo la perfezione. Ogni errore che facciamo deve essere severamente punito.
E’ giunto il momento che superiamo questo vecchio atteggiamento.
E’ attraverso gli errori che possiamo imparare. Se fossimo perfetti, non avremmo nulla da imparare.
Non avremmo bisogno di stare sulla terra. Inoltre, essere “perfetto” non ti guadagnerà neppure
l’amore e l’approvazione della societa’, ti farà solo sentire “in torto” e non abbastanza bravo.
Lascia questo peso e smettila di trattarti così.
Perdonati. Lascia perdere. Datti lo spazio per essere spontaneo e libero. Non hai bisogno di provare
vergogna e sensi di colpa.
Ricordati quanto era meraviglioso correre libero, da bambino!
Esci, vai sulla spiaggia, o in un parco, o anche in un parcheggio vuoto, e mettiti a correre
liberamente: non una corsetta composta, ma una corsa libera e selvaggia; fai le capriole, salta, e
mentre lo fai, ridi! Porta con te il tuo bambino interiore e divertitevi. Che importi se qualcuno ti
vede? Questa è la tua libertà!
EMOZIONI
Dal momento che la nostra cultura ammira l’approccio più maschile e razionale verso la vita, e
disprezza il lato femminile, più portato ai sentimenti, tutti hanno imparato, in qualche misura, a
nascondere i propri sentimenti, persino a se stessi.
Abbiamo imparato a seppellire la maggior parte delle nostre sensazioni nel profondo di noi stessi, e
a mostrare al mondo soltanto quello che sembra sicuro, e generalmente non è molto.
La maggior parte di noi si sente particolarmente a disagio con i sentimenti comunemente considerati
“negativi”, come la paura, la tristezza, il dolore, la collera e la sensazione di essere feriti. In
realtà non esistono sentimenti negativi.
Noi definiamo negativi le cose perché non le capiamo e quindi ne abbiamo paura. Tutti questi
sentimenti sono naturali e importanti; ognuno ha una funzione significativa nell’esperienza umana.
Invece di respingerli ed evitarli, abbiamo bisogno di esplorare e scoprire il dono che ogni
sentimento ci offre.
I pensieri sono molto più collegati alla mente cosciente e alla volontà, mentre i sentimenti vengono
da un luogo più profondo e meno razionale. In una certa misura possiamo scegliere coscientemente i
nostri pensieri, ma l’unica scelta che abbiamo riguardo ai nostri sentimenti è il modo in cui
affrontarli.
Per esempio, la persona che è stata licenziata potrebbe scegliere di crogiolarsi in pensieri critici
o vendicativi sul suo capoufficio, oppure concentrarsi su pensieri che riguardano la ricerca di un
altro lavoro. Ma, le emozioni sottostanti di rabbia e di paura rimangono lì, immutate. La persona
può scegliere se affrontare queste sensazioni rimanendo seduto in casa in preda alla depressione,
oppure andando in ufficio a gridare contro il capo; oppure, sfogandosi con un amico o un terapista,
per poi andare in cerca di un nuovo lavoro. In altre parole, può reprimere i suoi sentimenti,
sfogarli, oppure esplorarli, esprimerli, accettarli, e infine trovare un modo di agire appropriato
per prendersi cura di se stesso.
Permettendoci di riconoscere e di vivere i nostri sentimenti, quando si presentano, sviluppiamo gli
strumenti per rimanere in contatto con essi. È importante entrare in contatto con i bisogni che si
trovano sotto le nostre emozioni e imparare a comunicarli con efficacia. Al di sotto della maggior
parte delle nostre emozioni si trovano le nostre esigenze basilari di amore, accettazione, sicurezza
e autoconsiderazione. Abbiamo bisogno di conoscere il bambino vulnerabile che vive ancora nel
profondo di noi, e di diventare il genitore affettuoso di cui il nostro bambino interiore ha
bisogno.
I nostri sentimenti sono una parte importante della forza vitale che si muove costantemente
attraverso di noi. Impedendo a se stessi di vivere appieno le proprie emozioni, si interrompe il
flusso naturale della forza vitale. L’energia viene bloccata nel corpo fisico e può rimanere così
per anni o addirittura per tutta la vita, finché non viene liberata. Questo stato genera dolore
emozionale e fisico, e malattie.
Sentimenti repressi = energia bloccata = malattie emozionali e fisiche.
Accettare le nostre emozioni, concederci di viverle e imparare a comunicarle in modo costruttivo e
equilibrato, fa sì che scorrano facilmente e naturalmente attraverso di noi. Così la forza vitale
fluisce, senza impedimenti, attraverso il corpo fisico, e produce la guarigione emozionale e fisica.
Vivere i sentimenti = fluire libero dell’energia = salute e benessere emozionale e fisico.
Mi piace usare l’analogia che paragona le nostre emozioni alle condizioni meteorologiche, in
costante trasformazione; a volte buie, a volte luminose, a volte violente e intense, altre volte
calme e tranquille. Cercare di resistere, o di controllare le esperienze emotive, è come cercare di
controllare le condizioni atmosferiche: il massimo della futilità e della frustrazione!
Inoltre, se vivessimo solo giornate di sole, alla temperatura esatta di 20 gradi, la vita sarebbe
piuttosto noiosa. Quando siamo in grado di apprezzare la bellezza della pioggia, del vento e della
neve, come quella del sole, siamo liberi di godere della vita in tutta la sua pienezza.
SENSAZIONI
Dopo aver represso e bloccato le nostre sensazioni non possiamo metterci in contatto con l’universo
insito in noi, non possiamo prestare ascolto alla nostra voce intuitiva e non possiamo certo godere
di essere vivi.
Quando sorvegliamo le nostre sensazioni, impediamo all’energia vitale di fluire attraverso il nostro
corpo. L’energia di queste sensazioni represse e inespresse rimane bloccata nel nostro corpo e ciò
causa sconforto emotivo e fisico e, a lungo andare, malattie e disturbi fisici.
Diventiamo apatici, quasi fossimo morti.
Dopo aver sperimentato e liberato emozioni del passato, prima represse, un maggiore flusso di
energia e di vitalità arricchirà la vostra vita. E’ importante che impariate a essere in contatto
con le vostre sensazioni non appena esse compaiono: in questo modo possono continuare a muoversi
attraverso voi e il vostro canale rimarrà libero.
Le emozioni hanno una natura ciclica e, come il tempo meteorologico, cambiano costantemente. Nel
corso di un’ora, di un giorno o di una settimana possiamo provare sensazioni diverse.
Se capiamo ciò, possiamo imparare ad apprezzare tutte le nostre sensazioni e permettere loro di
continuare a cambiare.
Ma, quando temiamo alcune sensazioni, quali la tristezza o la paura, inizieremo a usare i nostri
freni emotivi non appena ne avremo la percezione. Non vogliamo percepirle completamente, così ci
fermiamo a metà strada, senza completare l’esperienza.
Tendiamo a considerare dolorose alcune sensazione e, quindi, vorremmo evitarle.
Ho scoperto, tuttavia, che il dolore deriva realmente dalla resistenza a una sensazione.
A livello emotivo, quel che ci provoca dolore è la nostra resistenza a una sensazione “negativa”.
Mentre, se permettiamo a noi stessi di percepirla e di accettarla totalmente, essa diventa una
sensazione intensa, non una sensazione dolorosa.
Non vi sono molte sensazioni “negative” o “positive”: noi le rendiamo tali, a seconda che le
rifiutiamo o le accettiamo. Per me, tutte le sensazioni sono parte dell’indicibile e mutevole
sensazione di essere viva. Se amiamo tutte le differenti sensazioni, esse ci appaiono come i colori
dell’arcobaleno della vita.
Lascia un commento