Plagiati dalle sette

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Plagiati dalle sette

(dal corriere.it)

L’ALLARME RIGUARDA UN MILIONE E MEZZO DI PERSONE. L’AIUTO
DALLE ASSOCIAZIONI DI FAMILIARI

– L’Italia delle sette. Ora rischiano gli adulti
Gli adepti: laureati, disposti a spendere –

A me gli occhi, la mente, il cuore, il portafoglio. E, a volte, la
coscienza. Sono un milione e mezzo (circa il 3% della popolazione), più
donne (64%) che uomini, più adulti (64%) che adolescenti ma senza
distinzione di reddito, livello d’istruzione e classe sociale, gli
italiani a rischio setta. In un’Italia di anime perse, la setta – di
qualsiasi oscurità essa si nutra (il 49% sono psicosette, il 15% pseudo-
religiose, il 18% magiche e il 18% predicano spiritismo e satanismo)-
esercita un fascino che era giudicato molto pericoloso già nel 1998,
alla vigilia del Giubileo e del nuovo millennio: dopo due anni di
indagini, il Dipartimento di Pubblica sicurezza consegnò al ministero
dell’Interno un dossier di 100 pagine (il 10% delle quali dedicato a
Scientology) che conteneva la descrizione di 34 nuovi movimenti
religiosi e 36 movimenti magici capaci di «provocare una completa
destrutturazione mentale negli adepti, conducendoli spesso alla follia e
alla rovina».

Quel rapporto, oggi, è superato sia nei numeri che nei contenuti. Ne è
sintomo la creazione, nel dicembre 2006, della Squadra antisette (Sas).
Ma è soprattutto attraverso le voci dei protagonisti che il fenomeno
delle sette in Italia assume aspetti inquietanti. Maurizio Alessandrini,
presidente dell’Associazione nazionale famigliari delle vittime (Favis),
viene da un’esperienza personale durissima, un figlio oggi 32enne
sparito da otto anni nel vischio velenoso di un gruppo di preghiera
capeggiato da una pranoterapeuta che avrebbe dovuto aiutare la madre a
trovare sollievo da una grave malattia. «La setta non si presenta mai
per quello che è -racconta -, si manifesta per risolvere i tuoi problemi
e poi approfitta delle tue difficoltà».

Il Favis è nato a Rimini nel
2000 quando Alessandrini ha capito che il problema non era solo suo:
«Ora siamo dodici persone che lavorano a tempo pieno, incontriamo
istituzioni e politici, rispondiamo a coloro che ci chiamano parlando la
stessa lingua di chi ci segnala un caso. Abbiamo riempito un vuoto,
perché quando cadi nel baratro non sai a chi rivolgerti ».
I due cellulari sul sito Internet, spesso, sono il primo passo per
arrivare a Roma, negli uffici della Sas: «La collaborazione è totale».
Sessanta contatti nel 2007. Già 6-7 al mese quest’anno (+25%). «Chiamano
i genitori per il figlio, il fidanzato per la fidanzata, i nonni per il
nipote.

L’attenzione sul fenomeno è cresciuta». E l’identikit del
soggetto-tipo, radicalmente cambiato. Tutto, spesso, comincia
nell’illusoria innocenza di un corso. Tipo: sviluppa le tue potenzialità
nascoste.

«Il minimo comune denominatore tra le vittime – spiega don
Aldo Bonaiuto dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, l’unica
che ha un numero verde antisette occulte attivo sul territorio
(800228866) – è un certo livello di disagio provocato da un lutto, una
malattia, un abbandono, una crisi personale o economica». C’è chi pensa
di non arrivare a fine mese, chi ha perso fiducia nella medicina
tradizionale e si avvicina a santoni e guaritori, ci sono minori
abbandonati a se stessi e adulti che, semplicemente, non reggono la
solitudine. «Ma è sbagliato pensare che sia soprattutto la gente
semplice a cadere nella rete dei criminali. Ormai le sette colpiscono in
modo trasversale: il 70% dei nostri casi (1.290 nel 2007, ndr) riguarda
persone istruite e laureate, disposte a spendere soldi per migliorare la
propria condizione psichica o fisica».

Don Aldo è un’autorità in materia: sovente viene chiamato per decifrare
simboli, ed è capace di cogliere un segnale di rischio anche da un
dettaglio.

Gli adolescenti, per esempio, che a scuola si tagliano
braccia e gambe con il temperamatite: un autolesionismo dietro il quale
si può nascondere un rito d’iniziazione. «Siamo di fronte a una società
sempre più fragile, le relazioni non durano, ai ragazzi si regala il
motorino ma non si trasmettono valori, la gente cerca risposte
ovunque…».

E le sette rispondono. Con strumenti fasulli. L’illusione
del potere, dell’autostima, della conquista. A quale prezzo? Rinunciando
a se stessi e al proprio potere. Pensare che la setta sia irresistibile
è profondamente sbagliato. Se si decide di entrare, si può scegliere di
uscirne. «Sono entrata in Scientology per tirar fuori mia figlia e sono
rimasta intrappolata. In otto anni ho dato alla setta 1.840.000 dollari.
Ci ho messo tre anni per liberarmene».

Maria Pia Gardini, cugina di Raul, sul suo viaggio di andata e ritorno
negli inferi della coscienza ha scritto un libro (I miei anni in
Scientology, edizioni Paoline) che è costretta a presentare scortata
dalla polizia. «L’informazione è fondamentale, anche se a rischio non
sono solo i giovani: Scientology è piena di manager, industriali e
celebrità».

La religione, se non hai il dono della fede, è una
conquista. La setta un doping con effetto immediato. «In Italia c’è una
forte tradizione devozionistica- aggiunge don Aldo -. Si va a caccia del
personaggio, dei simboli, delle foto, degli oggetti…». I mesi più
fertili sono gennaio, febbraio, marzo («Perché il calendario satanico
prevede molti riti») e ottobre, quando si avvicina Halloween e i
cimiteri si popolano di esaltati. «Banalizzare, attribuendo questi
episodi al folklore di qualche scalmanato, è sbagliato-dice don Aldo -.

L’umanità è confusa, bombardata da messaggi che depistano. I turbamenti
dell’anima e dello spirito sono sempre più frequenti. E in Italia ci
sono ancora molta ignoranza e zero informazione: tutti sanno cosa sono
droga e prostituzione. Pochi sanno cosa sono le sette».

A mettere ordine nel magma incandescente ha provato il Gruppo di ricerca
e informazione socio-religiosa (Gris), associazione privata di cattolici
che si è costituita nel 1987, puntando i riflettori sul satanismo e
contando in Italia circa 500 sette con 3 mila seguaci, in rapida
crescita soprattutto tra i giovanissimi. Al telefono antiplagio del
Gris, dal ’94 a oggi, sono arrivate oltre 1.500 segnalazioni.

Impossibile, invece, un monitoraggio esauriente sul satanismo virtuale
su Internet: si sarebbe passati dai 114 gruppi nel ’99 ai 322 nel 2000,
ai 500

L’allarme Riguarda un milione e mezzo di persone L’aiuto Arriva
dalle associazioni di familiari odiern i . L a scomparsa del reato di
plagio, abolito nell’81 dalla Corte Costituzionale, di certo non ha
favorito l’individuazione delle sette sataniche, che inseguono il
reclutamento attraverso tecniche di lavaggio del cervello. Secondo
Giuseppe Ferraris, segretario nazionale del Gris, è appropriato parlare
di «impegni di fede di bassa qualità che vengono offerti scontati,
all’interno di un mercato in cui si tende a trattare la religione come
un qualunque altro prodotto, che se non soddisfa più può essere
facilmente sostituito».

Lorita Tinelli, presidente del Centro ricerche abusi psicologici
(Cesap), è la psicologa che l’anno scorso ha aiutato la Digos di Bari a
sgominare Arkeon, psicosetta con oltre 10 mila adepti in tutta Italia.
«Ho visto persone annullare il proprio sé mettendosi nelle mani di un
guru. Le sette, ormai, soddisfano i bisogni di ogni età ed estrazione
sociale: scordiamoci lo stereotipo dell’adolescente imbambolato ». Nel
2007 al numero fisso del Cesap sono arrivate seimila richieste di aiuto.
Seimila anime che hanno sussultato al richiamo della coscienza. Venderle
in saldo alle sette al discount delle fedi è il compromesso più basso al
quale si possa scendere.

Gaia Piccardi

23 maggio 2008

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