PLATONE, GANDHI, BHAKTIVINODA E PRABHUPADA
Uomini di pensiero appartenenti o no alla cultura vedica
riconoscono i principi naturali su cui è fondato
il sistema sociale vedico
di Satyaraja Dasa
(da Ritorno a Krishna di Luglio-Agosto 2003)
In una recente conversazione a New York City con un signore indù benestante, mi capitò di dire che
ero stato iniziato due volte – un sacerdote brahmana che cantava regolarmente il confidenziale
Gayatri mantra e talvolta officiava cerimonie vediche. Egli ne fu molto sorpreso.
“Com’è possibile?” chiese. “Non sei nato in India o da genitori brahmana.”
Il mio amico indù – il cui nome, come seppi poco dopo, era Amarnath – ovviamente credeva che essere
brahmana dipendesse dalla nascita, in base ad un preconcetto comunemente diffuso in India. Per
chiarire le cose, decisi di esporgli l’antico sistema del varnasrama com’era presentato
originariamente nei testi vedici antichi di millenni. Questo sistema è descritto nelle parti più
antiche della letteratura vedica (Rig Veda 10.90.12), dove le varie classi sociali sono paragonate
al corpo umano. Una parte può avere una posizione più importante dell’altra, ma tutte le parti sono
necessarie al buon funzionamento del corpo umano. Il varnasrama è ulteriormente delineato anche nel
Visnu Purana (3.8.9) e nella Bhagavad-gita (4.13), dove viene descritto come una componente naturale
di qualsiasi società organizzata.
In breve, il sistema del varnasrama comprende quattro occupazioni fondamentali o doveri materiali
(varna) e quattro livelli spirituali (asrama). I varna sono: (1) i brahmana (intellettuali e
sacerdoti), (2) gli ksatriya (guerrieri e amministratori), (3) i vaisya (contadini e uomini
d’affari) e (4) i sudra (operai e assistenti generici). La maggior parte delle persone mostrano
qualità che riflettono una sovrapposizione di queste categorie, ma poi una specifica inclinazione
occupazionale finisce per predominare.
I quattro livelli spirituali (asrama) sono: (1) brahmacarya (vita da studenti celibi), (2) grihastha
(vita matrimoniale), (3) vanaprastha (vita ritirata) e (4) sannyasa (rinuncia e completa dedizione
all’Assoluto). Comunque in questo breve articolo non ci soffermeremo su questi livelli della vita
spirituale sia per lo spazio limitato e sia perché questo non era l’argomento della discussione tra
Amarnath e me.
DIRITTO DI NASCITA O NO?
Feci notare ad Amarnath che la cultura vedica prende in considerazione la natura psico-fisica delle
persone prima di assegnar loro un posto nel sistema del varnasrama. Purtroppo questo sistema si è
degradato in quello moderno delle caste, in cui le persone vengono classificate in base alla
nascita. Se una persona nasce in una famiglia di brahmana, per esempio, viene automaticamente
considerata un brahmana, senza tener conto delle sue qualifiche. Questa lettura superficiale del
varna ha portato al sistema jati con le sue innumerevoli sottocaste e variazioni rispetto ai quattro
varna originali. Questo sistema ha provocato una notevole confusione, lotte civili e fermenti nella
società indiana.
All’inizio degli anni settanta, a Mosca, Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada,
fondatore e guida spirituale dell’Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna, trattò
questo argomento con un eminente studioso di indologia:
Prof. Kotovsky: Secondo le scritture – i Purana, ecc. ogni componente di queste quattro categorie di
varna deve essere nato all’interno di una di queste.
Srila Prabhupada: No, no, no, no.
Prof. Kotovsky: Questo è il fondamento di tutti i varna.
Srila Prahhupada: Lei si è espresso in modo non corretto. Con grande rispetto mi permetto di farle
notare che lei non sta parlando in modo corretto. La Bhagavad-gita (4.13) afferma: catur-varnyam
maya sristham guna-karma-vibhagasah. “lo ho creato le quattro divisioni dei brahmana, ksatriya,
vaisya e sudra sulla base delle qualità e delle attività.” Non c’è alcun riferimento alla nascita.
Prof. Kotovsky: Concordo con lei sul fatto che si tratta di un’aggiunta successiva ad opera dei
brahmana che cercavano di perpetuare queste qualità.
Srila Prabhupada: Questo ha ucciso la cultura indiana.
IL SISTEMA DEI VARNA SECONDO GANDHI
Il sistema varnasrama enfatizza “qualità e occupazione”, non la nascita. Le persone sono adatte ad
una particolare categoria in base alle loro qualifiche e non secondo la famiglia in cui sono nate.
Mentre la nascita può indirizzare una persona verso una particolare direzione o aiutarla in altri
modi, non costituisce mai l’unico fattore che determina l’occupazione definitiva che avrà nella
vita. Per esempio, nascere nella famiglia di un giudice può offrire una buona educazione e
permettere di conoscere presto la propria inclinazione, ma non garantisce la carica di giudice.
Anche la Gita stessa chiarisce questo criterio di “qualità e occupazione” in relazione al varna, ma
pochi sono gli Indiani moderni che ne sono a conoscenza.
Amarnath, per esempio, insisteva a dire che mentre gli antichi testi vedici e anche Prabhupada, come
moderno rappresentante di questi, sostengono l’idea che il varna dipende dalla qualità e
dall’occupazione, “l’induismo moderno”, come lui lo chiamava, sostiene un’altra teoria. Egli faceva
rilevare che la maggior parte degli Indiani di oggi dicono che il varna fa riferimento al diritto di
nascita. Ambedue ci chiedemmo ad alta voce: “Ma, su cosa mai si basano?” Perfino Gandhi, considerato
da molti il padre “dell’induismo moderno” sostiene il concetto di “qualità e occupazione”:
Il varna è determinato generalmente dalla nascita, ma può essere conservato solo osservandone gli
obblighi. Una persona nata da genitori brahmana sarà chiamato brahmana, ma, se una volta adulto, non
rivela gli attributi di brahmana, non può essere chiamato brahmana e decadrà da questa posizione.
Invece, una persona che non è nata come brahmana, ma che nella sua condotta ne rivela gli attributi,
verrà considerato un brahmana.
ALCUNE PAROLE DI BHAKTIVINODA THAKURA
La classificazione sociale avviene naturalmente e non può essere imposta in base alla nascita.
Bhaktivinoda Thakura (1838-1914), grande saggio e santo della tradizione della coscienza di Krishna,
osserva come il sistema dei varna si realizzi in modo naturale in tutte le società:
Se consideriamo le società moderne europee, tutto quello che di buono c’è in questo tipo di società
dipende dal varnasrama naturale che esiste al loro interno. In Europa, coloro che hanno la natura di
commerciante si dedicano al commercio e in questo modo si affermano. Coloro che hanno la natura di
ksatriya seguono la vita i militare e coloro che hanno la natura di sudra sono portati a svolgere
lavori umili.
Bhaktivinoda però è critico sul predominio del sistema delle caste, soprattutto perché si basa sulla
nascita come criterio selettivo del varna. Egli scrive che il sistema originale dei varna era puro e
basato su princìpi scientifici (vaijnanika). Egli scrive inoltre che dal tempo del Mahabharata
(all’incirca cinquemila anni fa), il sistema si è corrotto ed è stato deviato dal suo scopo
originale che era quello di aiutare le persone a sviluppare gradualmente amore per Dio. Bhaktivinoda
chiamava questo sistema originale, che era basato sui principi spirituali: daivi-varnasrama
(varnasrama divino) – molto distante, egli dice, dal sistema odierno delle caste.
Per quanto riguarda le società del mondo occidentale, Bhaktivinoda riconosce all’interno di esse un
sistema naturale di varna, ma non lo definisce affatto come varnasrama scientifico (vaijnanika):
“Sebbene le nazioni europee seguano in un certo modo il sistema del varna, non si tratta però di un
metodo scientifico… L’Europa e parimenti tutti i paesi, ad eccezione dell’India, sono guidati da
un sistema di varna non-scientifico. Bhaktivinoda esprime qui il suo apprezzamento per il sistema
come è stato illustrato nei testi vedici; esso elabora princìpi specifici per determinare la
collocazione sociale di appartenenza di un particolare individuo.
Bhaktivinoda riassume brevemente il modello vedico:
Il varna deve essere scelto osservando la natura del bambino dopo aver studiato le sue associazioni
e la sua disposizione ad imparare durante l’infanzia.
Al momento della scelta del varna si devono tener presenti anche i varna della madre e del padre.
Il varna deve essere scelto durante il processo educativo dal sacerdote di famiglia, dal padre,
dagli anziani degni di rispetto e dalla guida spirituale.
Se c’è disaccordo è previsto un periodo di due anni di prova ed una commissione di appello che
riesamina il caso dopo questo tempo.
Bhaktivinoda prosegue parlando di una classe di brahmana e di ksatriya privi di scrupoli che, allo
scopo di imporre la propria autorità sugli altri, hanno scritto di nuovo libri come la Manu-samhita
ed altri dharma-sastra in modo tale che questi autorevoli testi sembrano sostenere la tesi che il
diritto di nascita sia la qualifica preminente per essere brahmana. Questo, egli scrive, ha
contribuito alla decadenza della società, una volta gloriosa, del mondo indiano.
IL SISTEMA DEI VARNA SECONDO PLATONE
Il filosofo greco Platone, apparentemente all’oscuro dei testi vedici, individuò parti sociali che
sono notevolmente simili a quelle del sistema dei varna. Nella sua Repubblica sostiene che le classi
sociali corrispondono ad una gerarchia di tipi di personalità. La classe dominata dall’intelligenza
filosofica, dice, è la più elevata, dopo la quale vengono le classi dominate dalle emozioni ed in
ultimo troviamo quelle in cui predominano “gli appetiti” (desideri sensuali). Inoltre, dice Platone,
si può vedere che la società è naturalmente divisa nello stesso modo. Al più alto livello ci sono i
filosofi-re che governano; sotto di loro ci sono i guerrieri, che egli chiama “ausiliari”, perché
assistono il re; infine abbiamo i commercianti ed i lavoratori che Platone riunisce in un’unica
categoria specifica.*
Egli paragona i governanti all’oro, gli ausiliari all’argento e quelli della terza categoria
all’ottone e al ferro. Secondo Platone i genitori della categoria dell’oro tendono ad avere bambini
con le stesse caratteristiche, mentre i genitori della categoria dell’argento avranno naturalmente
bambini analoghi e così via; ma, a volte, egli ammette, genitori della categoria dell’oro possono
avere figli delle categorie dell’argento, dell’ottone o del ferro. Ed anche il processo inverso può
verificarsi.
Quando questo accade, dice Platone, si deve essere abbastanza flessibili da comprendere che, per
esempio, un bambino “oro” nato da genitore “ferro” è in realtà “oro” – il suo diritto di nascita
dovrà essere messo in disparte rispetto alle sue qualità naturali.
Gli insegnamenti di Prabhupada a questo proposito concordano con quelli di Platone. Entrambi
affermano che il tipo di nascita non è l’unico criterio, ma può offrire ad una persona un’occasione
più favorevole in particolari condizioni d’impegno. Prabhupada dice: “Non è detto che una persona
nata in una famiglia di brahmana diventi automaticamente un brahmana. Piuttosto egli ha migliori
possibilità di essere educato come un brahmana, se suo padre è un brahmana, proprio come il figlio
di un musicista o di un ciabattino ha maggiori probabilità di essere educato come tale. Comunque non
è vero che un ciabattino non possa diventare un brahmana. Se egli ne acquista le qualifiche, deve
essere considerato un brahmana. “
TUTTI I VARNA PER KRISHNA
Amarnath concordò su questo punto: i testi vedici ed i loro moderni rappresentanti come Bhaktivinoda
Thakura e Srila Prabhupada sostengono che il sistema dei varna è naturale e benefico ed è utile per
sviluppare amore per Dio. Inoltre Gandhi e Platone accettano le premesse che sono alla base del
sistema dei varna ed in particolare il fatto che esso deve essere basato sulle qualità personali e
sulle naturali inclinazioni anziché sulla posizione della famiglia e sul diritto di nascita. Inoltre
fummo concordi sul fatto che il nascere in una particolare famiglia può essere d’aiuto perché, se
una persona viene educata fin dalla nascita ai doveri di una specifica occupazione, allora potrà più
facilmente diventare esperto in quel campo.
Ripercorrendo un altro punto centrale della nostra discussione Amarnath apparve disturbato, ma
dovette ammettere che era vero. In quest’epoca, della storia del mondo (Kali, l’età della discordia
e dell’ipocrisia) l’attuale sistema dei varna si è degradato in quello oggi noto come il sistema
delle caste, che costituiscono gran parte dell’India moderna. Come già notato, questo è dovuto al
fatto che i brahmana e gli ksatriya hanno voluto mantenere il loro status senza dover sviluppare
l’educazione necessaria e le qualifiche per farlo in modo legittimo. Essi hanno falsamente
enfatizzato il diritto di nascita per rafforzare grandemente la loro posizione tra le persone
comuni, creando quell’atmosfera oppressiva ormai strettamente associata con il sistema sociale
indiano.
“Cosa possiamo fare?” chiese Amarnath.
In risposta gli presentai il messaggio fondamentale del movimento per la coscienza di Krishna: con
un’opportuna attività secondo la propria inclinazione si può gradualmente avanzare nel proprio
percorso verso Dio. Chiunque s’impegni in modo giusto può raggiungere il livello di brahmana ed
inoltre quello di vaisnava o di puro devoto di Krishna. I vaisnava comprendono e trascendono allo
stesso tempo il sistema dei varna. Essi impegnano le qualità che Dio ha dato loro nel servizio a
Krishna questa è l’essenza del sistema dei varna – ma rispettano tutte le categorie nello stesso
modo, perché tutte stanno dirigendo i loro sforzi nel servizio di Krishna. Questo, come Bhaktivinoda
ci ha detto, costituisce il daivi il divino sistema dei varna.
Prabhupada ha fatto riferimento ad un racconto del Mahabharata noto come “la fonte incantata”. Una
volta al re Yudhisthira fu chiesto di rispondere ad alcune domande prima che potesse bere ad una
fonte di acqua chiarissima. Una domanda fu: “Qual è la vera caratteristica del brahmana? È la
nascita, il sapere od il buon comportamento?” Yudhisthira rispose: “La nascita ed un elevato sapere
non fanno di una persona un brahmana. Solo un retto comportamento lo rende tale.”
Quindi, tutti possono raggiungere i livelli spirituali più elevati. In questo contesto il diritto di
nascita non viene mai citato ed appare semplicemente una considerazione secondaria.
Amarnath si persuase.
“Ma come si fa a convincere gli altri?” chiese.
“Facendo leggere loro i libri di Prabhupada”, risposi “in essi si trova l’essenza di tutta la
conoscenza vedica ed anche le riflessioni più valide di filosofi come Gandhi e Platone.”
Satyaraja Dasa, discepolo di Srila Prabhupada, collabora regolarmente a Back to Godhead. Ha scritto
venti libri sulla coscienza di Krishna ed è l’editore di un’opera pubblicata recentemente Holy War:
Violence and the Bhagavad-gita. Vive con la moglie e una figlia vicino a New York City.
*In realtà il Rig Veda cita solo le tre classi seguenti: i brahmana, gli ksatriya (conosciuti anche
come rajanya) ed i visa che sostanzialmente comprendono tutti gli altri. Comunque, testi vedici
successivi, indicano chiaramente che i visa possono essere divisi in vaisya e sudra.
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