PNL e Dinamiche Relazionali

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PNL e Dinamiche Relazionali

di Carlo Dorofatti

Erica Holland, italo-britannica, è coordinatrice di progetti internazionali nel settore delle
energie rinnovabili e Counselor in Programmazione Neuro-Linguistica ad indirizzo sistemico.
Collabora con il gruppo di formazione METAmorfosi Group (www.metamorfosigroup.it) presso aziende ed
enti su temi quali Leadership, Public Speaking, Pensiero laterale e creatività, PNL e comunicazione
efficace. È co-autrice del manuale Percorsi di Alchimia Personale insieme a Giovanni Gnecchi e
Carlo Dorofatti, in pubblicazione nel 2012 con Anima Edizioni. Socia fondatrice di A.Co.S.-
Accademia per lApplicazione Consapevole dei Saperi (www.accademiaacos.it), svolge per lAccademia il ruolo di PR per lestero, docente e libera ricercatrice.
Tiene corsi, seminari e laboratori su temi quali dinamiche relazionali, PNL, comunicazione e
crescita personale. Sta attualmente sviluppando un proprio programma di crescita consapevole dedicato agli adolescenti delle scuole medie e superiori.

Ti va di iniziare spiegando cosè il Counselor PNL sistemico? Come svolgi il tuo lavoro?

Certo. Il Counselor è la figura professionale che aiuta a trovare soluzioni a specifici problemi di
natura non patologica, che possono avere a che fare col prendere decisioni, gestire momenti di
crisi, migliorare relazioni, sviluppare risorse, sciogliere blocchi, promuovere e sviluppare la
consapevolezza personale su specifici temi. La cornice a cui io faccio riferimento è quella della
PNL (Programmazione Neuro Linguistica) e della Sistemica. La PNL – Programmazione Neuro Linguistica
– è un modello di sviluppo personale che aiuta a capire come funziona la nostra mente in relazione
ai comportamenti nostri e altrui. La cornice PNL ci permette di scoprire come creiamo il nostro
mondo interiore, specchio di quello che percepiamo allesterno, per poterlo eventualmente ampliare e
rendere più funzionale al nostro ben-essere. Ragionare secondo un approccio sistemico significa
applicare una mentalità che tiene conto delle relazioni che ciascun soggetto intesse con gli altri
membri appartenenti ai sistemi di cui fa parte (famiglia, ambiente lavorativo, gruppo dei pari,
etc.) seguendo il principio per cui il sistema è qualcosa di vivo, con qualità proprie, molto più
della semplice somma delle singole parti. La mentalità sistemica apre alla complessità: non esiste
una sola causa per un effetto indesiderato; esiste una molteplicità di fattori che concorrono a
creare e mantenere i problemi, e i nostri schemi di pensiero, le nostre modalità comportamentali,
sono tra questi. Lapproccio tradizionale ai problemi umani al quale siamo culturalmente abituati,
invece, è di tipo meccanicistico: i problemi del singolo individuo sono visti come leffetto di una
causa altra da sé e tendenzialmente univoca, invece che come il risultato di un intersecarsi
complesso tra lesperienza soggettiva della persona (la sua personalissima percezione di ciò che
vive), e le relazioni che la persona sulla base di questa crea e mantiene con sé stessa, gli altri ed il mondo.

Puoi spiegare quali sono le principali differenze con la psicoterapia?

Non mi ritengo assolutamente una terapeuta, anzi, evito di lavorare con chi ha patologie
particolari, assume psicofarmaci o è in cura da medici, psicologi e psichiatri. La persona che
affianco fa parte di quella maggioranza di persone comuni che sentono di avere unarea che
desiderano migliorare, oppure un problema che sembra non riescano a risolvere. Io non mi occupo di
curare malati, bensì di migliorare la qualità della vita delle persone sane. Applico la cornice
teorico-epistemologica della PNL e della sistemica come forma efficace di problem solving: la
utilizzo per recuperare dallesperienza delle persone le risorse latenti di cui hanno bisogno per
sbloccare una data situazione, o sviluppare quella tale capacità che serve loro per avvicinarsi a
ciò che desiderano. Proprio per questo, a differenza dello psicologo, non indago nel passato ma
piuttosto mi occupo di come il problema funziona nel presente, per capire come fare a cambiare la
situazione da adesso in poi. Una cosa bella del passato, secondo me, è proprio che è passato! Questo
approccio fa sì che i percorsi di affiancamento siano brevi (generalmente da uno a dieci incontri) e
mirati (orientati ad un obiettivo specifico concordato con la persona allinizio del percorso). E
deve essere così: lobiettivo globale di ciò che faccio, infatti, è quello di ampliare la sfera di
autonomia della persona, e questo significa indipendenza il prima possibile anche da me. Questo è ciò che naturalmente avviene quando laffiancamento è di tipo generativo.

Cosa intendi per generativo?

Quando dico che il Counseling, come io ed il mio gruppo di lavoro lo applichiamo, mira ad avere un
effetto generativo, intendo dire che è qualcosa che non serve solo per il motivo contingente per cui
laffiancamento era stato richiesto, ma i suoi effetti tendenzialmente si propagano ad altri ambiti
della vita della persona, con dei benefici effetti domino che alcuni non si aspettano. In molti casi
infatti, oltre a registrare una netta riduzione sintomatica nellarco dei primi incontri, si assiste
ad unemancipazione del cliente e ad un suo maggiore stato di risorsa anche in ambiti non
direttamente collegati a quello per cui era stato richiesto lintervento. Una persona per esempio si
rivolge a noi per migliorare le sue relazioni con i colleghi dufficio, e a distanza di qualche mese
ci fa sapere che, oltre ad aver recuperato il rapporto coi colleghi, ha cambiato in meglio anche la comunicazione con suo marito perché ora ha più strumenti per capirlo.

E in che modo questo è possibile?

Vedi, questo accade proprio perché una volta che la persona ha messo a fuoco come tendenzialmente la
nostra mente funziona e in che modo scoprire altri modi di vedere le cose, può applicare in
autonomia questi strumenti ad altre aree della propria vita, ottenendo nuovi risultati. Alla base di
questo cè il presupposto (sostenuto dalle moderne scoperte delle neuroscienze) che ciascuno di noi
punteggia la propria esperienza secondo criteri puramente soggettivi. Questo ha diverse
implicazioni. Il più immediato ha a che fare con la gestione dei problemi: spesso, quando abbiamo un
problema, riteniamo di aver fatto tutto il possibile per risolverlo, e probabilmente è vero. Il
punto è che avremo fatto tutto, dove tutto significa tutto ciò che noi conoscevamo. Altrimenti
perché per qualcun altro quella stessa condizione non rappresenta un problema? Se la nostra
rappresentazione del mondo comprendesse anche le esperienze (in primis i modelli di pensiero e le
modalità comportamentali) di coloro per i quali quel problema non esiste, avremmo la soluzione, ed
il problema in quanto tale sparirebbe. Attenzione, non intendo dire che dovremmo vivere facendo
finta che i problemi non esistano e che vada tutto bene, anzi. Ma credo che ciò che ci capita ci
offre sempre almeno due possibilità: cambiarlo (ad esempio un lavoro che non ci piace), o gestirlo
(ad esempio una paralisi alle gambe). In ogni caso abbiamo bisogno di recuperare le risorse
interiori ed esteriori per poterlo rendere possibile. Ma possiamo pensare che se esiste qualcuno che
è stato in grado di cambiare lavoro, allora anche noi abbiamo dei margini di miglioramento. E se
esiste invece qualcuno che pur non avendo le gambe è riuscito a correre alle olimpiadi (come ha
fatto Oscar Pistorius) o molto più semplicemente a godersi la vita, allora anche noi possiamo avere
accesso, se scopriamo come fare, a queste possibilità. Fin dove non vi è un limite fisico (ed alcuni
casi nemmeno laddove ci sono), ci sono aree di miglioramento, di crescita, di evoluzione, ma per
scoprirli a volte abbiamo bisogno di qualcuno che dallesterno ci faccia percepire gli schemi ed i
presupposti di cui non siamo consapevoli e che ci portano al risultato che non desideriamo.

Mi stai dicendo che non esiste una realtà oggettiva?

Sto dicendo che, anche se non mi piacciono le categorizzazioni nette, tendenzialmente noi umani
abbiamo due ordini di problemi: il primo lo hai nel momento in cui ti trovi davanti unenorme tigre
affamata, che ti guarda con un lampo negli occhi mentre si lecca i lunghi denti aguzzi. Il secondo,
solitamente, è un prodotto della nostra mente, ovvero di come ci siamo costruiti la nostra realtà
sino ad ora. In natura non esiste un non mi sento riconosciuta dal mio capo; non possiamo
incontrare per strada un il mio amico non mi capisce. Possiamo invece incontrare per strada una
tigre, o può caderci addosso un masso: se proprio esiste una realtà oggettiva, questi ne potrebbero
eventualmente essere due esempi. Il resto ce lo creiamo noi, come prodotto delle nostre dinamiche
mentali, la cui espressione concreta sono i nostri comportamenti, che a loro volta innescano le
relazioni e le situazioni che quotidianamente ci troviamo ad affrontare. Allora se è un problema a
cui non troviamo soluzione allinterno della nostra realtà, significa che dobbiamo allargare la
nostra percezione della realtà fino ad includervi la soluzione (solitamente con nuovi pensieri o modalità comportamentali).

Mi fai un altro esempio delle implicazioni che può avere considerare ciò che viviamo come qualcosa
che anche noi contribuiamo a produrre attraverso i nostri schemi di pensiero e i nostri comportamenti?

Certo. Unaltra importante implicazione, oltre a quella di avere a disposizione un modo nuovo e
diverso con cui affrontare i problemi, ha a che fare con le relazioni. Se ciò che viviamo è qualcosa
di unico e personale, questo significa che ciascuno di noi ha esperienza solo del suo mondo, e
parla una sua lingua, nel senso che si esprime, percepisce, si emoziona, si inalbera, si motiva,
gioisce e soffre seguendo un codice che è soltanto suo. Se noi vogliamo avere più chance di
comunicare in maniera armonica con gli altri, di creare relazioni sintoniche e soprattutto di farci
capire, dobbiamo fare i conti con questo. È come se andassimo in Giappone e ci ostinassimo a parlare
italiano, pretendendo che gli altri ci capiscano. Ma il codice con cui si esprimerà un giapponese è
diverso dal nostro (litaliano), dunque hai voglia a evitare incomprensioni e disaccordi. Con
qualcuno potrà andarci bene, nel senso che potrebbe capire che ci tocchiamo la pancia perché abbiamo
fame, ma se vogliamo portare la qualità della nostra comunicazione (e relazione) con gli altri ad
livello diverso, dobbiamo imparare il giapponese. E se proprio non desideriamo fare lo sforzo,
perlomeno dobbiamo smettere di continuare ad arrabbiarci perché ci offrono dei rimedi contro il mal
di pancia quando invece noi stiamo cercando di comunicare che vogliamo mangiare.

In che modo trasferisci le competenze a cui hai accennato durante i tuoi seminari dedicati a PNL e Dinamiche relazionali?

Ciò che faccio nei seminari A.Co.S. è spostare lattenzione delle persone su aspetti che
tendenzialmente stanno ai margini della nostra consapevolezza, ma che giocano un ruolo fondamentale
nel farci raggiungere i risultati che otteniamo (come, tra le altre cose, i pensieri automatici,
ovvero quei passaggi mentali che senza accorgercene ci conducono ad un certo effetto, magari non
funzionale per noi). Quante volte ci capita che qualcosa non funzioni come vorremmo ma non riusciamo a venire a capo del perché?
Il fatto che gran parte della nostra esperienza (e dellesperienza che condividiamo con gli altri)
avvenga al di sotto della nostra consapevolezza, spesso ci rende impotenti: se non so che cosa sto
facendo che non sta funzionando, non so nemmeno che cosa fare perché le cose vadano meglio. Imparare
a fare distinzioni più sottili sulla nostra esperienza arricchisce notevolmente la realtà che
viviamo, dandoci strumenti nuovi per affrontarla. Se devo rifare una casa e nel mio cassetto degli
attrezzi ho solo dei cacciaviti, probabilmente non riuscirò a fare quei lavori per cui mi sarebbe
servita la chiave inglese. I seminari di gruppo condensano alcuni temi importanti come apprendere,
relazionarsi e cambiare, allo scopo di arricchire con nuovi punti di vista la nostra cassetta degli
attrezzi per la vita. PNL e sistemica sono la cornice dellapproccio che propongo, non il contenuto
dei seminari: voglio risparmiare alle persone la teoria ed i fronzoli, che non sono necessari a meno
che non vogliano diventare dei professionisti del settore; preferisco passare al succo dei concetti
per favorirne lapplicazione pratica su di sé. La mia aspirazione è che le persone possano aprire per sé nuove strade già dal giorno successivo.

In che modo la PNL sistemica può essere applicata come chiave di lavoro quotidiano su se stessi?

Come dicevo in merito ai seminari, ciò di cui stiamo parlando non è un vuoto virtuosismo teorico, ma
lapplicazione quotidiana di una mentalità: uno tra i tanti criteri esistenti per viaggiare in
questa vita, è quello di scegliere di assumere il punto di vista più generativo per noi, ovvero
quello che ci offre maggiori possibilità di scelta, dotandoci di più risorse. Pensare che il nostro
passato condizionerà per sempre il nostro futuro non è generativo, perché ci toglie lopportunità di
poter un giorno decidere di comportarci in maniera diversa. Pensare che lesito delle nostre
relazioni con gli altri dipenda da loro, non è generativo, perché ci spoglia del potere di poter
fare qualcosa per cambiarle. Pensare che i nostri limiti siano fissati dal nostro carattere o
determinati dalle condizioni esterne, e dunque immutabili, non è generativo, perché ci priva di
qualunque margine di miglioramento. Lalchimia quotidiana si accende nellallenarsi a ribaltare il
paradigma a cui siamo abituati, ovvero quello in cui io sono leffetto di ciò che mi sta attorno,
spostandoci dallaltro lato dellequazione: quello in cui il domani dipende da ciò che potrò fare da
adesso in poi; quello in cui ogni persona è come un caveau pieno doro che può essere aperto, a
patto che io trovi la chiave adatta alla sua serratura; quello in cui ho dei margini di
miglioramento rispetto ai miei limiti, a patto che io sia disposto a fare qualcosa di nuovo per
poterli spostare un po più in là; insomma, quello in cui io sono la causa (o perlomeno la
con-causa) dei risultati che ottengo. Questo non ci serve per stabilire se nella vita abbiamo fatto
bene o male, ma per riappropriarci della facoltà di essere noi la principale leva di cambiamento della nostra vita.
Come quando si impara ad andare in bicicletta, allinizio applicare questa mentalità con costanza
non è semplice, ma con lesercizio può divenire unabitudine. Il che è piuttosto rilevante, se
pensiamo a ciò dice un proverbio orientale: Semina pensieri e mieterai azioni, semina azioni e mieterai abitudini, semina abitudini e mieterai un destino.

Come mai per te è importante diffondere questo approccio?

Nonostante la nostra condizione naturale sia il cambiamento (ce lo dimostra la natura: in natura ciò
che non sta cambiando, sta morendo), sembra che al giorno doggi manchi una vera cultura del
cambiamento. Voglio dire, siamo così abituati a certi tipi di cambiamento che ci vengono proposti
dai media, e quando invece si tratta di cambiare qualcosa di noi ci sembra aleatorio o impossibile.
È assurdo che per la maggioranza delle persone sia diventato quasi ovvio cambiare guardaroba ogni
stagione, mentre pensiamo non sia possibile migliorare la nostra vita e le nostre relazioni
semplicemente modificando qualcosa di quello che siamo abituati a fare. La maggior parte di noi
investe tempo e denaro in oggetti che durano una stagione e poi vengono buttati. A pochi ancora
viene in mente di investire le proprie energie nello sviluppare delle risorse che durano tutta la
vita. Il nostro cervello è come un pezzo di gomma: una volta che lo hai allargato con una nuova
idea, non tornerà mai più come prima. Una volta che scopri che anche tu puoi essere in grado, se
scopri come fare, di mettere in pratica quellabilità che è così importante per te, non ti
percepisci più limitato come pensavi di essere: i tuoi limiti si spostano di un pezzettino, e scopri
di avere tutta unarea (o anche molteplici aree) che se coltivate possono avvicinarti a ciò che
desideri, e regalarti grandi soddisfazioni. Penso che ciascuno meriti di potersi rendere un po migliore, per sé e per gli altri, se lo desidera.

Cosa ritieni importante oggi dire al ricercatori esistenziale? Che progetti hai per il futuro?

Assumere il punto di vista che io propongo, è, come tante altre cose, una scelta. Il mio
suggerimento è di raccogliere da ogni approccio che incontriamo sulla nostra strada ciò che troviamo
di utile, e lasciar andare il resto, per andare oltre, fino a dove vogliamo arrivare. Mi piacerebbe
che le persone scegliessero di aggiungere questo approccio alla loro cassetta degli attrezzi, per
utilizzarlo quando gli è utile. Sentirsi dotati di risorse non significa essere perfetti, né
multimiliardari, né famosi, ma semplicemente più in grado di affrontare ciò che la vita ci porta da
un lato, ed avere sempre unarea di miglioramento verso cui tendere, dallaltro. Significa
trasformarci da individui affamati a cui ogni tanto il destino getta un pesce, a persone in grado
di pescare. Le tempeste e gli imprevisti ci saranno sempre, ma è certamente un altro vivere.
Se tutti venissero a conoscenza di questo modello di pensiero fin da bambini, vivremmo in un mondo
in cui sarebbe normale crearsi le opportunità, dedicare l80% delle proprie energie a ciò che si può
costruire invece che a rammaricarsi per ciò che non cè, e considerare gli errori che costellano
fisiologicamente le varie fasi dellimparare come una parte di ciò che ci serve per farci arrivare
dove desideriamo, invece che come motivo di vergogna. Per questo voglio entrare nelle scuole, far
sapere a ragazzi e ragazze che esiste anche questo modo di affrontare la realtà, in aggiunta a
quello che hanno appreso inconsapevolmente e che tante volte li rende particolarmente disarmati e
fragili. Capire che noi siamo i primi a contribuire al mantenimento (o al cambiamento) della
relazione che abbiamo con noi stessi, con gli altri, e con il mondo, può evitarci già da piccoli
molto stress e frustrazioni, oltre che renderci più responsabili e in grado di guidarci e di guidare.

Riferimenti
erica.holland@accademiaacos.it
erica.holland@metamorfosigroup.it
www.accademiaacos.it
www.metamorfosigroup.it
http://ericaholland.bloog.it

Robert B. Dilts
Cambiare le Convinzioni con la PNL
Alessio Roberti Editore – Nlp Italy
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__cambiare-le-convinzioni-con-la-pnl.php?pn=1567

Robert B. Dilts, Robert McDonald
PNL per lo spirito
Alessio Roberti Editore – Nlp Italy
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__pnl_per_lo_spirito.php?pn=1567

Michael Grinder
Appunti di PNL per gli Insegnanti
Alessio Roberti Editore – Nlp Italy
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__appunti_di_pnl_per_gli_insegnanti.php?pn=1567

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