Pompage, tecnica per incanalare le emozioni

pubblicato in: AltroBlog 0
Pompage, tecnica per incanalare le emozioni

A volte abbiamo la sensazione di essere sul punto di esplodere, come un palloncino che si gonfia a
ogni delusione, paura, angoscia o preoccupazione. La tecnica del pompage può aiutarci in questi
casi.

La tecnica del pompage, o decompressione emotiva, viene impiegata in caso di stress intenso e
sostenuto nel tempo.

Le persone sono come fragili palloncini che si gonfiano mentre accumulano preoccupazioni, tristezza
e disagio che il rumore della vita quotidiana e il capriccio avverso della vita causano. Alla fine
il carico è così immenso che finiamo per scoppiare, non sapendo come altro reagire.

Esopo diceva che è meglio mangiare un tozzo di pane raffermo in pace rispetto a un banchetto
circondato dall’ansia. È vero, tuttavia siamo costretti a muoverci in ambienti in cui l’agitazione è
massima, le pressioni una costante e le dissonanze esistenziali un eterno leitmotiv.

Si raggiunge un momento in cui incertezza, nervosismo e confusione si accumulano sempre di più.
Siamo “gonfi” di sofferenze silenziose che ci impediscono di reagire e persino di essere noi stessi.

Abbiamo bisogno di strumenti, nuovi approcci per affrontare quel fardello emotivo. Questa tecnica
può aiutarci a tal fine.

Molte delle emozioni inespresse si accumulano dentro di noi, aumentando il disagio generale e la
sofferenza. La tecnica di pompaggio o decompressione consente di incanalare e comprendere queste
realtà interne.

La tecnica del pompage o decompressione emotiva: in cosa consiste?

Ariel Leve è una giornalista americana famosa per aver scritto il libro An Abbreviated Life. In
questo testo riporta i suoi ricordi, e soprattutto la sua infanzia.

Negli anni ’70 viveva in un appartamento a Manhattan, dove Andy Warhol e altre celebrità dell’epoca
organizzavano spesso le loro feste notturne sfrenate. Trascorse quelle notti chiusa nella sua
stanza, spaventata e incapace di dormire.

A questo si aggiungeva il dover convivere con una madre (artista di fama) dal carattere
narcisistico, volubile, spensierato e anche violento. La sofferenza di quegli anni le fece
accumulare una serie di emozioni che agirono a scapito della sua salute fisica e psichica.

Era anche consapevole di come questo stato d’animo negativo e irregolare “infettasse” anche la sua
cerchia sociale. Tutto quell’accumulo di esperienze avverse, emozioni complesse e ricordi costituiva
il segno di un trauma.

Lo stesso che migliaia di persone trascinano in giro per il mondo a causa di esperienze simili. La
tecnica del pompage, o decompressione emotiva, può essere utile in questi casi.

Canale da rilasciare

Si dice spesso che la legge fondamentale dell’universo risponde a un principio: l’energia non si
crea né si distrugge, si trasforma. Questa frase è stata in realtà formulata da Antoine Lavoisier e,
sebbene si applichi al campo della termodinamica, è utile anche nel mondo delle emozioni.

Il pompage risulta dunque una risorsa molto utile nel contesto dello stress post-traumatico. Lavori
come quello svolto dal Dr. Stephen Regel, esperto di traumi, avalla l’efficacia di questa risorsa in
psicoterapia.

Consiste nel lavorare sulle emozioni, prestare attenzione agli schemi mentali, rilasciare ciò che
non ci è utile e poi lasciare spazio al benessere.

L’energia emotiva repressa che accumuliamo negli anni è sepolta nel seminterrato della nostra mente.
Quella polvere emotiva finisce per farci ammalare senza che ce ne accorgiamo.

Visualizzazione e associazione: nominare ciò che fa male

La tecnica del pompage richiede di eseguire un esercizio di visualizzazione. La complessità della
pressione interna generata dal dolore emotivo risiede nella paura di guardarsi dentro.

Tuttavia, può essere più facile svolgendo un semplice esercizio mediato da un profondo rilassamento.
Questo consiste nei seguenti passaggi:

Chiudere gli occhi e rilassarsi. Respirare profondamente e, quando si è rilassati, visualizzare un
labirinto in cui entrare gradualmente, con calma.

Si troverà in esso tutto quello che è fonte di preoccupazione e dolore. Lasciar fluire la mente
affinché conduca verso quelle dimensioni complesse e anche dolorose. Entrare in contatto con esse.

Descriverle e dire quali sensazioni provocano. Tradurre in parole le prime che vengono in mente
anche se non hanno alcun senso speciale (dolore, paura, oscurità, ecc.). Inoltre, non esitare a
sfogare quelle emozioni in lacrime se necessario.

La tecnica del pompage prevede il rilascio di sentimenti ed emozioni nascosti all’esterno per
guarirli e trasformarli in stati più sani.

La chiave per la decompressione emotiva non è combattere la resistenza e accettare le emozioni così
come sono, come ci arrivano.

Tecnica del pompage: comprendere e trasformare per lasciar andare

Quando si rilasciano le emozioni, è comune soffrire di un crollo emotivo. Tutta l’energia accumulata
viene liberata e ci sentiamo sopraffatti. Si verifica un eccesso di tristezza e persino di rabbia.

La tecnica del pompaggio ci richiede di eliminare ancora e lavorare su quelle emozioni. Non basta
rimuoverle, bisogna capirle e trasformarle nel seguente modo:

Trovare le cause di dolore, angoscia e preoccupazione. Annotarli se può essere d’aiuto.

Ora è il momento di trasformare quelle emozioni. Quello che proviamo non può semplicemente
scomparire. Ricordiamo la legge della termodinamica già citata: nessuno può magicamente far
volatilizzare la propria angoscia o colpa. Bisogna ricostruire i pensieri e trasformare le emozioni,
portandoli a stati più rilassati e armoniosi.

Il modo giusto per farlo è riformulare le idee, parlarsi in modo compassionevole e applicare un
approccio più razionale e meno emotivo.

Riformulare schemi di pensiero e atteggiamenti dannosi, far andar via il senso di colpa, spegnere il
risentimento, perdonare gli altri e se stessi se necessario. Alcune situazioni non possono essere
cambiate o controllate, ma possiamo controllare le nostre reazioni.

Conclusioni

La tecnica del pompage, o decompressione emotiva, è una risorsa utile ed efficace a cui tutti
possiamo ricorrere. È quasi come un fuoco capace di estinguere tutte le sensazioni spiacevoli
associate alle emozioni represse.

Tuttavia, non è priva di una certa complessità e quindi è sempre opportuno avvalersi del supporto di
un professionista specializzato.

Bibliografia

Stephen Regel (2009) A guide to psychological debriefing – managing emotional decompression and post
traumatic stress disorder, Counselling and Psychotherapy Research, 9:2, 129-130, DOI:
10.1080/14733140902750982

Seligman, M.E.P. and Maier, S.F. (1967). Failure to escape traumatic shock. Journal of Experimental
Psychology, 74, 1-9.

Overmier, J. B. and Seligman, M.E.P. (1967). Effects of inescapable shock upon subsequent escape and
avoidance responding. Journal of Comparative and Physiological Psychology, 63, 28-33.

eastmid.openrepository.com/handle/20.500.12904/12023

da lista mente gg

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *