da: “Prânayâma: la dynamique du souffle”
di André Lysebeth – Flammarion
Il Prâna obbedisce al pensiero.
Una delle scoperte piú notevoli degli Yogi, che da sola giustificherebbe la
pratica e lo studio dello yoga, é che il Prâna obbedisce al pensiero. In
altre parole il pensiero concentrato consente d’assorbire una quantitá
accresciuta di prâna.
Prendere aria.
Proprio come i detti e i proverbi, le locuzioni piú banali celano sovente
una saggezza insospettata da quelli che se ne servono. Cosí, dicendo che si
va a prendere aria, si indica che si va fuori a respirare aria pura, in
contrasto con l’aria chiusa dei locali abitati. Ora, questa espressione
dovrebbe essere intesa alla lettera, poiché noi dovremmo veramente PRENDERE
aria invece di contentarci di inspirarla quasi passivamente, come é
generalmente il caso dell'”homo domesticus” (non ditemi che per caso voi
conoscete esemplari di homo sapiens!).
Noi, civilizzati sedentari, persino quando ci troviamo all’aria pura della
campagna e respiriamo, o ci sforziamo di respirare, alla maniera degli
yogi, (cioé durante respirazioni complete) inspiriamo sí l’aria, ma non la
prendiamo.
Qual é la differenza?
Per l’animale selvatico che vive nella natura, come per l’uomo primitivo,
l’aria ambientale é come per noi un elemento indispensabile alla vita, ma
inoltre veicola un’infinitá di informazioni e di messaggi provenienti dal
mondo esterno. In realtá, il nostro senso olfattivo, confrontato con quello
degli animali, é atrofizzato. Per quanto riguarda gli animali, senza citare
il cane poliziotto, il cui fiuto non cessa di meravigliarci, l’aria
racchiude un mondo di sensazioni e di messaggi.
É tutta vibrante di effluvi: l’odore della preda nascosta nell’erba alta
della savana, o quella del nemico in agguato. Quelli che vanno a caccia
grossa in Asia o in Africa sanno perfettamente che il vento porta il loro
odore alla selvaggina e gli dá l’allarme; cosí, per avvicinarsi alla loro
vittima, devono tener conto della direzione del vento.
Quanto a noi, il nostro senso olfattivo ci serve solo ad annusare gli odori
di cucina o i profumi artificiali, raramente i fiori.
Certo, nella metropolitana é preferibile che il senso olfattivo non sia ben
sviluppato…
Ma torniamo al nostro “prendere aria”. Inspirando, l’animale prende
possesso dell’aria tramite le narici, che, spesso, sono mobilissime.
Osservate le narici del rinoceronte allo zoo o dell’umile coniglio
domestico: esse captano attivamente l’aria. Certe popolazioni rimaste
vicine alla natura (per esempio in Africa) mostrano che l’uomo “naturale”
anch’esso, CAPTA e PALPA l’aria con le sue narici, e lo fa molto
attivamente.
Le ali del naso hanno piccoli muscoli che, in noi, rimangono inattivi, ma
che possiedono una gran mobilitá in quegli uomini che vengono definiti
selvaggi. A ciascuna inspirazione, le loro narici si dilatano per
realizzare una vera prensione d’aria.
Facciamo dunque la prova di questa respirazione. Cominciamo a respirare
normalmente, che ció avvenga in respirazione ordinaria o nella respirazione
yoghica completa.
Le narici rimangono praticamente immobili. Poi,
inspiriamo profondamente ed energicamente, rilasciando le ali del
naso. Constateremo che la suzione dell’inspirazione tende ad avvicinare le
ali del naso e a ridurre cosí il passaggio offerto dalle narici all’entrata
dell’aria. Succede persino che una narice si blocchi completamente sotto
l’effetto di questa suzione..
Proviamo ora a “prendere” aria.
Inspiriamo allargando le ali del naso mediante una trazione dei muscoli
destinati a questo scopo (nell’espirazione occorre rilasciarli).
Poche inspirazioni effettuate in questa maniera ci permetteranno di
constatare che l’aria entra assai piú facilmente, in piú grande quantitá e
in maniera piú equilibrata (quindi attraverso le due narici, cosa che dal
punto di vista dell’assorbimento del prâna é estremamente importante).
Prendere aria allargando le narici del naso facilita non soltanto l’entrata
di una accresciuta quantitá di aria, ma dirige anche attivamente la
corrente d’aria, che penetra nelle conche turbinate del naso, verso le zone
tappezzate da terminazioni nervose tra le piú sensibili.
Le terminazioni nervose delle conche turbinate del naso, incaricate di
analizzare e di identificare gli odori, sebbene atrofizzate rispetto a
quelle dell’animale che vive in un mondo di sensazioni olfattive diverse,
rimangono nonostante tutto di una sbalorditiva sensibilitá.
Il nostro naso é una vera antenna prânica. L’allargamento delle narici
modifica la forma di imbuto costituita dalla parte inferiore della nostra
appendice nasale e guida l’aria inspirata verso le zone delle fosse nasali
ove queste terminazioni nervose sono piú numerose, lá dove gli yogi situano
il nostro piú importante captatore di prâna.
Sembrerebbe che questa particolare disposizione delle narici scateni, per
via riflessa, una modificazione per gradi di tutto l’apparato respiratorio
a cominciare dalle narici, forse persino dei bronchi, senza escludere che
la sua influenza si estenda addirittura agli alveoli polmonari. L’apparato
respiratorio, connesso intimamente al sistema nervoso, costituisce sotto
parecchi aspetti un TUTTO organico.
Esattamente come il fatto di mordere un frutto provoca nella bocca un getto
di saliva e scatena progressivamente reazioni in tutto il tubo digerente,
persino lá dove il nutrimento non é ancora direttamente penetrato (lo
studio dei riflessi condizionati della scuola di Pavlov ha dimostrato che i
succhi gastrici vengono secreti contemporaneamente alla saliva), cosí
l’ammissione attiva dell’aria scatena meccanismi nervosi che influenzano
l’assorbimento d’aria in tutti i livelli dell’apparato respiratorio: in
questo modo, un odore nauseabondo blocca immediatamente tutti i processi
respiratori.
In mancanza di dati scientifici recenti e precisi nel campo particolare di
queste reazioni a cascata, a cominciare dalle fosse nasali, disponiamo, per
sostenere questa affermazione, di un esempio assai noto: lo starnuto.
Una irritazione di fondo minima delle terminazioni nervose delle fosse
nasali (polvere, pepe, gas irritante) provoca per via riflessa una
risposta globale di tutto l’apparato respiratorio. Il meccanismo, una volta
messo in moto, non puó piú essere fermato da nulla. Questa reazione (dello
starnuto) implica una brusca contrazione del diaframma e una partecipazione
di certi muscoli del volto. Ció prova che una debole stimolazione locale puó
provocare una reazione globale di tutto l’apparato respiratorio, questa
reazione essendo sproporzionata allo stimolo.
Nella prensione attiva dell’aria attraverso le narici non si tratta di una
reazione brutale, ma al contrario di una sensazione euforica di apertura
sul mondo esterno.
Tutto ció avviene come se l’allargamento delle narici condizionasse la
ricettivitá di tutto il sistema respiratorio durante l’inspirazione.
Allenatevi quindi durante i vostri esercizi respiratori a respirare
attivamente allargando le ali del naso.
La percezione del passaggio di aria fresca nelle narici diviene cosí assai
migliore e favorisce incontestabilmente l’indispensabile processo di
assorbimento d’ aria e di prâna.
Va da sé che é impossibile respirare in questo modo durante tutta la
giornata, ma esercitandosi regolarmente a prendere aria in questo modo,
con l’aiuto dell’addestramento, le ali del naso ritroveranno la loro
mobilitá.
Col tempo, l’abitudine ancestrale, persa nel processo di domesticazione che
noi chiamiamo pomposamente “civilizzazione”, si ristabilirá almeno
parzialmente in un qualsiasi momento della giornata e persino della notte.
Anche se la modificazione é impercepibile, essa puó comportare – senza
voler essere troppo ottimisti – un accrescimento del 10% della quantitá
d’aria inspirata. Ora, al ritmo di 18 espirazioni al minuto, alla fine
dell’anno ció rappresenterebbe 500.000 litri d’aria supplementari che
sarebbero penetrati nei polmoni per vivificarne le cellule.
Fate delle prove contraddittorie, alternando la maniera normale di
respirare e la respirazione con prensione attiva d’aria: prestissimo vi
convincerete dell’efficacia di questo tipo di respirazione.
Vi accorgerete anche che soltanto questa prensione attiva d’aria rende la
respirazione agevole, armoniosa ed equilibrata: ció é augurabile in
qualsiasi circostanza, ma particolarmente durante gli esercizi di prânyâma.
Se la natura ha dotato il nostro corpo di muscoli, questo é certo perché ce
ne serviamo.
Ed é cosí che praticando lo yoga… si puó rendere muscoloso il naso e
addirittura dire: ” ho troppo respirato, mi sono stancato il naso! “.
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