Pratica della mente saggezza 2

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Pratica della mente saggezza 2

autore sconosciuto

Disidentificazione

Un importante precetto del modello di psicoterapia formulato da Assagioli
era di aiutare i pazienti a separare se stessi e la propria identità dalle
modalità distruttive di pensiero e comportamento che impedivano loro di
congiungersi con la spiritualità innata. La pratica da lui elaborata ha
questo scopo.

1. Mettetevi in contatto con i pensieri che vi pervadono nello stato di
avidità. Lasciatevi andare a questi pensieri.

2. Mettetevi in contatto con i pensieri che vi pervadono nello stato di
avidità. Lasciatevi andare a questi pensieri.

3. Stando in piedi, mettetevi nella posizione fisica che assumete quando
siete dominati dall’avidità. Tentate di cogliere l’espressione che prende
il vostro volto. Quando siete in questo stato dove si concentra la
tensione? Dove vi sentite stressati fisicamente? Com’è la vostra voce?

4. Indietreggiate – in senso letterale – di un passo e guardate il sé
avido. Che cosa vedete?

Questo semplice processo di identificazione e disidentificazione da una
definita modalità di pensiero e comportamento ci permette di intuire come
appariamo a noi stessi e agli altri nei momenti dell’avidità. Potremmo
vedere una persona sgradevole, in preda a un’ossessione, insicura e
timorosa, che si aggrappa all’avidità come a un’ancora di salvezza. La
disidentificazione è efficace perché noi non siamo solo cupida bramosia, e
siamo quindi in grado di fare un passo indietro ed esaminarla in modo più
oggettivo. Esiste una parte di voi – la parte della mente/cervello preposta
all’osservazione – che è “testimone” delle esperienze interiori senza
perdersi in esse. Le pratiche di osservazione rafforzano la capacità di
“testimonianza”. La disidentificazione fa assegnamento sul beneficio che
trae dall’osservazione e lo potenzia tramite il gesto fisico di
indietreggiare di un passo, che evidenzia la creazione di una distanza dal
modello negativo. Se vi trovate bene con questa pratica, potrete applicarla
anche alle altre modalità di comportamento che volete trasformare.

Parole evocative

Sappiamo che bastano poche parole, positive o negative, per condizionare
l’intera giornata. Le parole hanno un grande potere sulla nostra mente e
sul nostro corpo; la pratica della parola evocativa è un modo per
utilizzare a fin di bene tale potere.

Usando parole evocative, il primo passo è di scegliere quelle che meglio
esprimono la qualità specifica che volete rinforzare nella mente. Ancora
una volta utilizzate il principio di trasformazione che vi consente di
superare le difficoltà rafforzando la risposta.

Gli Alcolisti Anonimi, per esempio, ricorrono, a tal fine, a brevi frasi,
del tipo “Piano, piano”, oppure “Lascia andare, affidati al divino”. Potete
applicare le parole evocative a qualsiasi modalità di dipendenza o
compulsione, al fine di sostituire con un pensiero sano e pacifico uno
ossessivamente bisognoso ed esigente. Un nostro paziente, in fase di
recupero, usa l’espressione di Dante “E ‘n la sua volontate la nostra
pace”, da lui abbreviata in “Sua Volontà”, tutte le volte che si accorge
dell’insorgenza di vecchi pensieri e modalità di dipendenze. È un modo per
evocare la consapevolezza che la pace non viene dalla dipendenza ma dal
dare uno scopo alla vita. Le abitudini persistono nella mente, soprattutto
nei periodi di grande tensione, a lungo dopo che si è smesso il
comportamento, ma le parole evocative aiutano a creare un nuovo clima
mentale.

Una volta scelte le parole evocative, che possono essere anche una sola,
scrivetele su dei fogli di carta e distribuiteli intorno a voi – sulla
scrivania, sullo specchio, sulla porta del frigorifero – per tenerle sempre
a mente.

Assagioli parlò di “ossessione benefica” che sostituisce l’ossessione
mentale distruttiva della dipendenza. Nel suo studio privato aveva
attaccato le parole “serenità” e “pazienza”, che lo fissavano dalle pareti.

Quando avete deciso quali parole evocative usare, sottoponetevi a questo
esperimento:

1. Sedetevi su una comoda poltrona e rilassate i muscoli, come se
voleste sprofondare.

2. Concentratevi sulla parola evocativa quanto meglio potete… Non
scoraggiatevi se altri pensieri interferiscono – è normale… continuate a
ritornare alla parola che avete scelto.

3. Se alla mente vi arrivano idee e immagini collegate con la parola
scelta, osservatele per qualche tempo e ritornate alla parola evocatica.

Mettendo in atto questa pratica, “nutrite” la parola su cui vi state
concentrando, che a sua volta genererà nuove sensazioni nella mente e nel
corpo. Quando avete un minuto di tempo, chiudete gli occhi ripetendo più
volte la parola, dentro di voi, silenziosamente e intimamente.

Preghiera

La preghiera è probabilmente la tecnica più antica per aiutare sé stessi.
Ci chiede di entrare in uno stato di quiete mentale e fisica e di volgere
l’attenzione a una lotta o a una speranza della nostra vita. Dalla
preghiera possiamo attingere la forza per affrontare una situazione
difficile, essere liberati dalla paura o abbandonare certi comportamenti.
Il mistero della preghiera sta nell’interazione, che talvolta si instaura,
tra essa e una certa sequenza di avvenimenti. Ciò pone la domanda se
l’interazione sia una semplice coincidenza, o se davvero la preghiera metta
qualcosa in moto.

Quello che la differenzia dalle altre pratiche che vi abbiamo illustrato è
il suo presupposto: noi interagiamo con una potenza superiore, con una
forza nell’universo più grande del nostro piccolo sé, e da tale potenza
superiore la preghiera prende forza. Riferendoci alla lussuria, possiamo
pregare perché quell’ossessione ci esca dalla mente, e che ci sia possibile
considerare gli altri con rispetto, non come oggetto di eccitazione ma come
figli di Dio.

La preghiera è un momento molto intimo, e quindi non possiamo suggerirvi
parole specifiche. Vi assicuriamo, tuttavia, che la preghiera, al pari
delle altre pratiche, infonde energia alla risposta nel cuore e nella
mente. Contribuisce alla nascita di un clima interiore costruttivo e di
graduale liberazione della coscienza dalle modalità di comportamento
tormentose. Non aspettate un momento specifico per pregare. Potete pregare
per trenta secondi a diverse ore della giornata e comincerete a constatarne
i risultati positivi.

Variazioni sulla pratica della mente saggezza

1. Appoggiate le mani sulla pancia e concentrate l’attenzione su di esse.

2. È naturale che l’attenzione divaghi – riportatela semplicemente sulle
sensazioni delle mani.

3. Notate il respiro attraverso il lieve levarsi e abbassarsi della
pancia… (fatelo per un minuto).

4. Portate l’attenzione al naso, registrando le sensazioni della
respirazione… (per un minuto).

5. Immaginatevi in un ambiente naturale nel quale vi sentite al sicuro e
in pace… Può essere un luogo nel quale siete stati o uno che create
nell’immaginazione… Dedicate qualche minuto alla percezione delle
sensazioni di sicurezza che provate in questo luogo…

6. Adesso percepite una figura che si avvicina, una figura saggia
corrispondente alla parte saggia in voi… Quando sarà vicina, comunicate con
questa figura.

7. Siate aperti a tutto ciò che accade.

La parte di questa pratica dedicata al “luogo sicuro” aiuta a raggiungere
uno stato di rilassamento profondo e di concentrazione interiore.
L’inserimento nel quadro di una figura di saggezza serve a portare
l’attenzione verso la parte superiore della mente. Ricordate che la
mente-saggezza esiste già in voi. È con voi lì in questo momento. Se vi
impegnate in questa pratica, vi sarà più facile captarla. Siate paziente.
State costruendo uno strumento interiore che vi servirà tutta la vita. È
normale che ci voglia tempo.

Lascia andare

C’è un esercizio ingannevolmente semplice per aiutarvi a rilassare la
personalità e il corpo e rendere più visibile e accessibile la saggezza. Si
basa sul tranquillo potere delle parole – di cui abbiamo già parlato a
proposito delle parole evocative e delle affermazioni in funzione di
esercizi di trasformazione. Lo insegniamo a tutti i nostri pazienti e
allievi perché, semplice ed efficace, è utilizzabile in qualsiasi luogo e
in qualsiasi momento.

Tra i tanti benefici l’esercizio può essere utilizzato per ridurre l’ansia,
prepararvi per concentrarvi meglio, predisporvi alla meditazione, cambiare
umore o modo di sentire se siete nel mezzo di una discussione o vi state
sovraccaricando di preoccupazioni. Noi lo usiamo abitualmente con quanti
sono distratti preoccupati per aiutarli nell’immaginazione o meditazione.
Vi raccomandiamo di farlo e averne i benefici.

1. Chiudete gli occhi… lasciatevi andare in una poltrona…

2. Nel mondo intimo della mente ripetete questa frase di tre parole:

3. dite prima il vostro nome e poi “lascia andare”.

4. Ripetete questa frase mentalmente più volte, per circa tre minuti,
piuttosto lentamente.

5. Lasciate poi andare la frase e riposate nel silenzio della vostra
mente. Quando il silenzio cessa, aprite gli occhi.

Una domanda frequente che si presenta nel corso di questa pratica è che
cosa si lascia andare. Non occorre che lasciate andare niente in
particolare – la frase stessa opererà dentro di voi. Se nel corso
dell’esercizio vi si affollano domande nella mente o se vi sentite confusi,
ripetete semplicemente la frase. Se riuscite a concentrarvi su di essa, la
frase sparirà da sola e ci sarà quiete nella vostra mente. In modo naturale
sarete arrivati alla fase 5 – riposate nel silenzio. Quando leggete le
istruzioni, la pratica potrà sembrare troppo facile e semplice per
funzionare. Noi “Vi” raccomandiamo di provarlo lo stesso; e di portare i
suoi benefici nella vita quotidiana.

Riflessione sull’arte

1. Scegliete un’immagine che vi piaccia – un dipinto o una fotografia.

2. Mettetevi comodi e collocate l’immagine all’altezza degli occhi.

3. Osservate tutti i particolari dell’immagine.

4. Notate le vostre sensazioni mentre osservate l’immagine.

5. Chiudete gli occhi e figuratevi l’immagine dentro di voi. Notate i
sentimenti che evoca.

6. Aprite gli occhi e contemplate l’immagine con animo pronto a recepire
le informazioni che ha in serbo per voi.

7. Prendete qualche appunto sull’esperienza appena fatta e disegnate le
immagini che vi vengono durante la riflessione.

Così facendo, acquisirete la consapevolezza di ciò che vi attrae in
quell’opera d’arte.

Potete notare a un livello intimo il significato e l’effetto emotivo che vi
ispira.

La compassione

È una modalità di impegno che potete praticare anche quando siete su un
autobus, vi trovate in un luogo pubblico, o aspettate in fila. Il vostro
“impegno” non si traduce in un’azione specifica ma si esprime attraverso
certe modalità comportamentali nei confronti del prossimo. Alcuni nostri
allievi lo eseguivano mentre camminavano intorno all’isolato, e
successivamente riferivano di avere provato un più forte senso di unità con
persone del tutto sconosciute, e di averne ricevuto reazione positive.

1. Chiudete gli occhi per un momento. Preparatevi, quando li aprirete, a
guardare le persone che vi stanno di fronte del modo in cui le guardate
solitamente – confrontandole a voi, notandone le imperfezioni,
catalogandole come pericolose/innocue, migliori/peggiori di voi,
identificandole etnicamente, economicamente – tutti quei commenti
istantanei che noi formuliamo.

2. Aprite gli occhi e guardate in questo modo chi vi sta di fronte…

3. Chiudete gli occhi e osservate le vostre sensazioni…

4. Tenendo ancora chiusi gli occhi, preparatevi a guardare chi vi sta di
fronte come un’anima qui presente temporaneamente, proprio come voi.

5. Aprite gli occhi e guardatelo da questa prospettiva…

6. Chiudete gli occhi e osservate le vostre sensazioni…

Sappiamo che, sotto le diverse sembianze, siamo tutti nella stessa
situazione umana, e che il cambiamento di atteggiamento nel corso
dell’esercizio ci rende consapevoli di ciò. All’improvviso vedete il
prossimo come un fratello, non come uno sconosciuto. Vi sentite animati da
una maggiore benevolenza, e questa traspare sul viso, negli occhi, nel modo
in cui guardate il prossimo. E il prossimo lo percepisce e – talvolta
perlomeno – si sente rassicurato e reagisce nello stesso modo. Un tale
atteggiamento consapevole sospende le consuete divagazioni e i conflitti
della mente, e pacifica l’animo e il corpo.

La visualizzazione simbolica

Quando per la prima volta vi accingete a questa pratica, cercate un luogo
dove sarete relativamente liberi da interferenze. Vi potrà essere di aiuto
lavorare con una persona amica, o ricorrere a una registrazione delle
istruzioni. È importante seguire le istruzioni lentamente, dandovi il tempo
di cogliere le nuove sensazioni, immagini, emozioni. Potete praticare più
volte, a piacimento, le due meditazioni che seguono. Sarebbe una buona idea
tenere degli appunti e verificare il progresso delle esperienze. Non
sorprendetevi se durante questa meditazione vi distraete: è normale, e lo è
anche nel corso di ogni tipo di meditazione. Basta riportarsi alla
meditazione, una volta che vi siete accorti di essere distratti.

La rosa

Tra le tante possibilità Assagioli elaborò una meditazione sullo schiudersi
di una rosa, un’immagine di crescita e sviluppo che gli piaceva. Sia nella
tradizione orientale sia in quella occidentale i fiori sono spesso usati
per rappresentare l’anima o il sé spirituale. E Dante stesso ricorse alla
rosa come simbolo di illuminazione. Leggete attentamente le istruzioni e
provate l’esercizio.

1. Chiudete gli occhi e mettetevi in contatto con il respiro.

2. Lasciate che la mente si concentri pienamente sulla sensazione del
respiro che esce dal naso… Non appena avete la consapevolezza di altri
pensieri o sensazioni, riportate l’attenzione sul respiro.

3. Visualizzate mentalmente un cespuglio di rose… Osservatelo in tutti i
particolari possibili.

4. Portate l’attenzione a un bocciolo chiuso su uno stelo… Concentratevi
sul bocciolo… Immaginate la forza vitale che delicatamente lo investe e lo
schiude.

5. Adesso identificatevi con qualcosa che simultaneamente si apre dentro
di voi… Continuate con questa esperienza per tutta la sua durata…

La meditazione tramite visualizzazione

Per questa meditazione scegliete un’immagine che vi piace. Può essere un
personaggio religioso, dichiaratamente spirituale, o un vostro eroe
personale, o altra figura che vi ispira e suggerisce un livello di
profondità e bellezza che volete esplorare. Collocate l’immagine scelta
all’altezza degli occhi davanti a voi.

1. Mettetevi comodi…
2. Abbandonatevi sulla poltrona…
3. Seguite la respirazione…
4. Lasciate che la respirazione prosegua e osservatela…
5. Guardate l’immagine. Cercate di capire quello che significa per voi.
6. Chiudete gli occhi e seguite la respirazione.
7. Non appena percepite il vostro centro, aprite gli occhi e guardate
delicatamente l’immagine… Notate la parte di voi che vi è attratta… e poi
chiudendo gli occhi portate questa parte dentro di voi, nella vostra
immaginazione.
8. Seguite l’effetto interiore dell’immagine, visiva, emotiva, mentale
che sia.
9. Nella vostra immaginazione diventate quell’immagine… Identificatevi
con essa e guardate il mondo dalla sua prospettiva… Qual è vostra
esperienza? Che cosa provate? Quale visuale avete della vita?

Non è necessario per questi esercizi che abbiate davanti un quadro preciso.
In alcuni di noi l’immaginazione visiva è molto sviluppata, mentre per
altri è più facile impegnare l’immaginazione con le parole, i sentimenti o
una combinazione di esperienze sensoriali. Nell’immaginazione sulla rosa,
per esempio, potete figurarvela che si dischiude, immaginare di percepirla
mentre di apre, oppure pensarla sbocciata, e raggiungere il livello di
concentrazione interiore di chi ha un’immaginazione visiva più forte. Noi
abbiamo studiato e insegnato questo tipo di meditazione a lungo, ne abbiamo
tratto grande beneficio personale, eppure nessuno dei due ha una vivace
immaginazione visiva. Imparerete qual è il vostro stile di immaginazione
con la pratica.

Meditazione sull’energia

Ecco due pratiche di meditazione sull’energia che potete sperimentare su
voi stessi per vedere quale è il più adatto a voi.

Meditazione sull’energia con le mani

1. Sedetevi comodamente su una sedia dallo schienale rigido.

2. Scuotete delicatamente le mani per un minuto…

3. Mettete le mani davanti a voi come se teneste tra loro un palloncino,
i gomiti sui fianchi, le spalle rilassate, i palmi, l’uno di fronte
all’altro, a trenta centimetri di distanza… Mani e dita morbide e rilassate.

4. Concentratevi sullo spazio tra le mani…

5. Molto lentamente cominciate ad avvicinare o allontanare le mani,
tenendo i palmi l’uno di fronte…

6. Continuate a concentrarvi su questo spazio, registrando le sensazioni
tra le mani…

Potreste avere la sensazione che lo spazio delimitato dalle mani sia
percorso da forse magnetiche di poli opposti e provare una leggera
resistenza nell’avvicinarli. Alcuni descrivono questo spazio come una forma
di attrazione e vitalità. Forse sentirete un formicolio e una lieve carica,
forse percepirete lievi pulsazioni sulla punta delle dita e sui palmi. Va
detto in ogni caso che queste sensazioni non sono necessarie perché la
meditazione sia efficace. In tali momenti siete concentrati su un livello
di energia sottile che può portare all’illuminazione.

Meditazione sull’energia in posizione seduta

1. Prendete una sedia diritta con un comodo schienale.

2. Sedetevi sull’orlo tenendo dritta la schiena ma senza assumere una
posizione rigida… Abbassate leggermente il mento, raddrizzando il collo e
la nuca… Tenete le ginocchia discoste, in linea con le spalle… la lingua
appoggia lievemente sul palato… appoggiate le mani sulle gambe. Rilassatevi
in questa posizione, senza rigidità…

3. Lasciate andare la mente alla meditazione, portando consapevolezza al
corpo… (per due minuti.)

4. Adesso appoggiatevi allo schienale, rilassatevi e notate quello che
sentite… (per un minuto)

5. Tornate a sedervi sull’orlo della sedia e ripercorrete le diverse
fasi della meditazione.

Forse all’inizio vi sembrerà che la posizione non sia comoda. Dopo due o
tre tentativi forse concluderete che è la forma di meditazione a voi più
congeniale perché vi percepite alla stregua di un campo energetico vivo e
dinamico. Una volta che la consapevolezza entra nel campo energetico,
scoprirete di essere molto di più di un sé fisico, di un corpo con
scheletro e muscoli. Siete anche un sé di energia in contatto diretto con
l’energia dell’universo. Non è una metafora. È un fatto.

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