L’ignoranza intenzionale con la quale decidiamo di non conoscere le conseguenze spiacevoli delle
nostre azioni, è in realtà una scusa per agire egoisticamente.
22 novembre 2023 – Massimo Manzo
A chi non è capitato, ogni tanto, di pronunciare frasi come “preferisco non sapere” o “non mi dire
nulla”, per evitare di cambiare idea su alcune nostre decisioni? Questo meccanismo psicologico viene
definito “ignoranza intenzionale” (willful ignorance) ed è spesso utilizzato come pretesto per
compiere azioni egoiste o autoassolversi di fronte a scelte che altrimenti ci farebbero sorgere
qualche scrupolo, come quando non vogliamo conoscere in che modo vengono prodotti dei beni che
intendiamo acquistare, ad esempio le origini problematiche della moda fast fashion o del cibo
spazzatura. Ma perché scegliamo di fare la cosiddetta “mossa dello struzzo”?
IGNORANTI PER SCELTA. A rispondere a questa domanda è stato un articolo pubblicato sulla rivista
Psychological Bulletin, che ha indagato nel dettaglio le implicazioni dell’ignoranza intenzionale e
i motivi della sua diffusione. Per lo studio, un team di ricercatori di diversi atenei, tra cui la
University of Amsterdam e il Max Planck Institut di Berlino, ha condotto una meta-analisi su ben 22
ricerche scientifiche correlate al tema. Gli studi esaminati hanno coinvolto oltre 6.500 persone e
si sono avvalsi, tra le altre cose, di test e sondaggi effettuati anche attraverso piattaforme
virtuali. L’analisi dei risultati ha svelato che, in determinate situazioni, molte persone
preferiscono restare ignoranti per non conoscere le conseguenze spiacevoli delle proprie azioni
quotidiane.
In uno dei casi citati dalla ricerca, ai partecipanti è stato chiesto di scegliere tra una
ricompensa di 5 dollari e una di 6 dollari. I soggetti sono stati inoltre divisi in due gruppi: il
primo poteva conoscere o meno le conseguenze della propria scelta, mentre al secondo venivano
comunicate subito, prima di scegliere: chi optava per la ricompensa più bassa di 5 dollari, avrebbe
dato la possibilità ad un’altra persona sconosciuta (o un ente di beneficienza) di ricevere un
uguale ammontare di denaro. Chi invece sceglieva di prendere i 6 dollari, avrebbe donato solo 1
dollaro. Ebbene, i ricercatori hanno scoperto che ben il 40% delle persone preferiva non conoscere
quale sarebbe stato l’esito della propria scelta pur di poter intascare la cifra maggiore.
ALTRUISTI O VANESI? Il fatto che la percentuale di “ignoranti intenzionali” fosse così consistente è
stato dunque correlato a un loro minore altruismo. Infatti, quando i partecipanti sceglievano di non
rimanere “ignoranti”, sapendo quindi subito l’effetto della loro decisione, c’era il 15,6% in più di
probabilità che risultassero maggiormente generosi.
Secondo gli scienziati, questa circostanza sarebbe dettata dalla volontà di conservare una buona
immagine agli occhi degli altri.
In altri termini, la willful ignorance sarebbe una comoda scorciatoia per apparire “buoni” senza
dover necessariamente compiere azioni che richiedono un piccolo sacrificio. Al contrario, i
partecipanti che volevano avere le informazioni complete rispetto alla scelta tra 5 e 6 dollari,
avevano il 7% in più di possibilità di risultare generosi, a riprova di come gli individui veramente
altruisti preferiscano apprendere le conseguenze delle loro azioni.
www.apa.org/pubs/journals/releases/bul-bul0000398.pdf
da focus.it
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