Prendersi cura dell’uccellino

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Prendersi cura dell’uccellino

adattamento di Tattvavit dasa di alcuni insegnamenti di Srila Prabhupada basati sull’analogia di un
uccellino in gabbia

Dopo la distruzione del corpo, l’anima non viene distrutta. La Gita dice che l’anima è sempre nuova
e fresca, indistruttibile, eterna. Le persone stupidamente trascurano questo vero sé ed erroneamente
s’identificano con il proprio corpo e la propria mente, che sono come una gabbia. Concentrando le
proprie energie a mantenere la propria gabbia, le persone dimenticano l’anima che ne è prigioniera.
Naturalmente l’uccellino non è fatto per il benessere della gabbia, ma la maggior parte delle
attività umane invece sono rivolte al mantenimento del corpo e della mente. Raramente le persone
cercano di dare cibo all’uccellino, l’anima, che è distinta dalla gabbia. Perciò tutti commettono un
suicidio. Il messaggio del guru è cessare queste attività sbagliate. Alcuni non credono nelle
Scritture, coloro invece che hanno fede nella saggezza e nell’autorità di Dio devono prepararsi per
ottenere la libertà nella prossima vita. Perciò nella società umana deve esserci un equilibrio tra
materia e spirito.

In realtà noi siamo anime spirituali, ma in qualche modo veniamo imprigionati nel corpo e dobbiamo
mangiare, dormire, accoppiarci e difenderci. L’anima di per sé non ha bisogno di fare queste cose.
Una civiltà che considera solo le necessità del corpo e non si prende cura dell’anima non è
equilibrata. Supponete che qualcuno abbia un uccellino in una bella gabbia, ma pulisca solo la
gabbia ignorando l’uccellino. Che sciocco! L’uccellino richiede a gran voce il cibo. Come può
l’uccellino essere felice se viene pulita solo la gabbia? Le persone sono infelici e insoddisfatte
perché non hanno equilibrio. Tutti si curano solo del proprio corpo senza avere alcuna informazione
sull’anima e sui suoi bisogni. L’anima è la vera essenza; il corpo è solo una copertura. Il nostro
dovere costituzionale è la cura dell’anima. Dovremmo conoscere i bisogni dell’anima e non essere
impegnati solo a fornire tutte le comodità al corpo.

Il benessere materiale non permette a nessuno di esistere per l’eternità. La vera necessità della
vita è dare benessere all’anima e l’anima non può essere soddisfatta da aggiustamenti fisici o
mentali. Poiché l’anima è di natura diversa, deve ricevere nutrimento spirituale. Questa è la
coscienza di Krishna. Proprio come ad una persona ammalata viene data una dieta adatta e medicine
appropriate, così le anime imprigionate nei corpi hanno bisogno della coscienza di Krishna, che
offre loro la giusta dieta e la medicina appropriata. La dieta consiste nel cibo offerto a Krishna,
che contrasta il karma, causa della malattia. E la medicina è rappresentata dal mantra Hare Krishna
che porta la mente a livello spirituale. L’anima è felice solo quando può esprimere la sua vera
natura. L’essenza dello zucchero è essere dolce. Qual è l’essenza o il dharma dell’anima? Il
servizio. Nessuno può dire: “Io non servo nessuno,” perché noi dobbiamo servire. Questo è il nostro
dharma.

Se una persona non ha nessuno da servire, tiene un gatto o un cane e lo serve. Servire qualcun’altro
è la nostra vera natura, ma sbagliamo l’oggetto. Intrappolata in questo mondo, l’anima adotta un
dharma artificiale basato su un’errata identificazione col corpo. Quando però l’anima agisce al
livello della comprensione spirituale, il suo dharma diventa chiaro. Dallo Srimad-Bhagavatam
apprendiamo che il dharma dell’anima è la bhakti, il servizio è devozione d’amore al Signore
Supremo. Ognuno è già un devoto: devoto del proprio paese, della società, della famiglia, dei figli
o dei sensi, ma non amiamo Dio. Perciò non siamo veramente felici. Se offriamo amore all’oggetto
giusto, Krishna, diventiamo felici. L’essere vivente è parte dell’essere vivente supremo, Krishna, e
Krishna è sempre pieno di gioia. Essendo parti di Krishna, anche noi desideriamo una vita di
esaltante felicità. Perciò dobbiamo andare da Krishna, dove tutto esiste in una grande varietà
spirituale. Possiamo giocare con Krishna, parlare con Krishna, lottare con Krishna e amare Krishna.
Ogni attività insieme con Krishna nel mondo spirituale è fonte di gioia.

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