PRINCIPI DELLA SALUTE GLOBALE 2

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PRINCIPI DELLA SALUTE GLOBALE 2

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

Salute come consapevolezza dello stato fluido

Tutto scorre – Eraclito

La salute è una comunicazione psicosomatica libera e unitaria, che genera un naturale piacere di
esistere e può essere rappresentata dal modello Cyber in termini di ottimizzazione dell’unità e
della coerenza del sistema, mentre lo stato energetico può essere schematicamente rappresentato dal
modello Cyber7 in termini di equilibriata e ritmica circolazione del flusso di energia-informazione
tra tutte le sue parti o livelli, che ritorna ciclicamente su se stessa (vedi fig.*). Molte medicine
tradizionali e moderne, in accordo con questo modello, considerano la salute come uno stato fluido
di circolazione delle energie.informazioni in cui l’essere umano, e il vivente in genere, può
comunicare con libertà e armonia all’interno del suo sistema e manifestare se stesso con pienezza in
tutte le sue dimensioni. Questo modello circolare autoreferente è un tipico esempio della struttura
di tutti i più importanti cicli metabolici biologici come il ciclo di Krebs, o dei più complessi
circuiti cerebrali e nervosi. Se immaginiamo questo flusso energetico-informatico che sale e scende
lungo i tre principali centri neuropsichici umani e nella colonna in modo armonico e fluido, ossia
senza ostacoli, blocchi o interferenze, abbiamo la prima schematica rappresentazione del modello di
essere vivente in stato di salute secondo la medicina olistica. Portiamo alcuni esempi classici.

Come primo esempio citiamo la medicina tradizionale cinese che considera la salute come un armonico
fluire dell’energia C’i lungo i ventiquattro canali di agopuntura, partendo dal primo punto del
meridiano di polmone, specularmente a destra e a sinistra, e ritornando ciclicamente allo stesso
punto dopo ventiquattro ore. Lo stato di malattia è un accumulo o un’interruzione dell’energia sui
meridiani, che deve essere rimessa in circolazione con l’utilizzo degli aghi, della digitopressione,
dell’alimentazione, delle erbe, degli esercizi di Tai C’i e Ki Gong o delle meditazioni. La medicina
cinese è basata sul modello unitario taoista che considera la coscienza al centro del sistema
vivente e che innanzitutto si differenzia in due poli, Yin-Yang, femminile-maschile, per poi
differenziarsi in tre strutture psicosomatiche (testa, torace e addome), simbolicamente associate al
Cielo, all’Uomo e alla Terra, e che vengono “nutrite” da ventiquattro canali che circolano al suo
interno.

Secondo esempio, nelle moderne medicine biocibernetiche o bioenergetiche, che utilizzano tecnologie
come la Mora, il Riodoraku, il Vega o il Bicom, si inizia con un test elettromagnetico del corpo
umano, su alcuni punti tradizionali di agopuntura e su altri scoperti recentemente in Germania e in
Giappone, si crea una mappa dei canali o delle funzioni in eccesso e in difetto di
energia.informazione e si provvede a stimolare i punti specifici per ritrovare la circolazione più
equilibrata e ribilanciare le energie in un’ottica sistemica.

Terzo esempio, tutta la moderna terapia psicosomatica deriva dalle concezioni psico-energetiche di
Wilhelm Reich. Secondo Reich, lo stato di salute era principalmente connesso con il corretto fluire
delle energie primarie sessuali, che dalle aree genitali, nella parte più bassa del bacino, dovevano
poter essere espresse e quindi muoversi liberamente verso l’alto. Da questa concezione Reich aveva
scoperto che l’essere umano era di fatto suddiviso in sette diaframmi, in parte sovrapponibili a
quelli della concezione tantrica dei chakra, che erano appunto le zone dove l’energia, le
sensazioni, il respiro e la muscolatura tendevano a bloccarsi più comunemente. La concezione
reichiana, sviluppata negli anni Quaranta-Cinquanta, ha stimolato una vasta serie di tecniche
terapeutiche psicosomatiche, dalla vegetoterapia analitico-caratteriale, alla bioenergetica, alle
più recenti tecniche di respirazione, massaggio profondo ed emotional release.

L’approccio reichiano insiste sulla presa di coscienza della propria integrità psicologica,
emozionale, istintiva e somatica e nel riconoscere e liberarsi delle reali cause che hanno portato
alla genesi della malattia e, successivamente, a liberarsi delle inibizioni sociali e culturali
energeticamente negative.

La consapevolezza dell’unità perduta

Diventare coscienti della propria totalità, nel bene e nel male, significa accettare una nuova
consapevolezza sul senso di una malattia, sui significati profondi che essa rappresenta per noi.
Questa consapevolezza costituisce un momento di fondamentale importanza per la guarigione e
l’evoluzione globale che coincide con la riapertura di un circuito interrotto in cui le informazioni
positive o negative, coscienti o inconscie, ritornano al centro della coscienza e vengono
ri-conosciute, generando un feed-back neurocibernetico non più frammentato ma integro, armonico, che
abbraccia la totalità dell’essere, nella sua parte di luce e di “ombra”. Ritengo che il processo
neurofisiologico dell’esperienza di Sé sia concentrato nella zona centrale del cervello
(probabilmente mediato dalle aree prefrontali, dal talamo-ipotalamo e dall’ipofisi) dove
maggiormente riverbera il senso di identità e si manifesta con la sincronizzazione delle diverse
aree del cervello tra loro. Guarire significa quindi diventare più coscienti e armonici, significa
cambiare ed evolvere. Per questo la medicina olistica si pone come strumento centrale, non solo di
cura, ma anche di evoluzione e di sviluppo del proprio potenziale inutilizzato, come ha sostenuto
recentemente anche il Dalai Lama.

Il caduceo può essere reinterpretato alla luce di queste considerazioni in modo neuropsicologico.
L’asse e le due ali diventano allora simboli dell’asse spinale verticale e dei due emisferi del
cervello (vedi fig.*); la spirale dei serpenti diventa simbolo dell’energia evolutiva che si muove
salendo e scendendo lungo l’asse, e si esprime nelle differenti dimensioni umane: da quella fisica
in basso, a quelle affettive, emozionali, mentali, su, fino alle sfere psichiche più evolute. Questa
interpretazione riprende l’antico significato originario di questo simbolo indoariano da sempre
riferito sia all’evoluzione psicofisica che alla salute.

La tavola dei blocchi psicosomatici

Sulla base del modello psicosomatico generale si può ritenere in linea di massima che ogni blocco o
alterazione rilevata nelle energie.informazioni del corpo si riflette in un’analoga alterazione
nelle energie.informazioni del cervello. Per specificare possiamo ritenere che ogniqualvolta
troviamo un blocco somatico nella funzione di un apparato o di una funzione possiamo presupporre di
ritrovare un’analoga alterazione nel funzionamento psicologico della nostra mente ed eventualmente
riuscire a rilevarla nell’EEG. È opportuno sottolineare che analogia non significa uguaglianza.
Queste due tavole sono state studiate per creare delle relazioni tra differenti aree di ricerca e
differenti schemi. Le onde alfa non sono il cuore e non sono il prodotto del sistema limbico: ma tra
di essi esiste – a volte – un’evidente correlazione che può aiutare il medico olistico o lo
psicosomatista a comprendere meglio la natura del dolore. Siamo nel reame della psiche, la natura
immateriale della coscienza sfugge ad una quantificazione diretta e deterministica; qui opera il
principio di sincronicità e tutto diventa relativo. Il senso o significato è la nostra unica guida
in questo dedalo psicosomatico.

Tuttavia, consci di questa incertezza e della possibilità di incappare in enormi errori di
interpretazione, continuiamo a verificare il nostro modello di base attraverso una serie di ricerche
sperimentali sulla natura della coscienza e sul suo sviluppo.

Le malattie come errori di informazione

Proviamo ad applicare questi modelli ad esempi reali. Ogni forma patologica può essere interpretata
come un problema di comunicazione. Una ferita è un’interruzione di comunicazione tra cellule di una
stessa rete con perdita di energie e materia, l’informazione dell’avvenuta interruzione viene
inviata ai centri superiori, all’unità centrale di coscienza che provvederà a mettere in atto
comportamenti utili per riconnettere le parti. La mancanza di un elemento chimico essenziale
interrompe il circuito energetico.informatico di un ciclo metabolico e la coscienza dell’organismo
cercherà di procurarsi quell’elemento attraverso l’alimentazione o di mettere in attività altri
cicli metabolici secondari per compensare l’interruzione. Se l’unità nella sua globalità riesce a
trovare soluzioni, sopravvive, se non vi sono soluzioni l’unità “muore”, la rete si scioglie. I
codici errati di un DNA mutato, come l’introduzione di sostanze chimiche che alterano le
comunicazioni, bloccandole o accelerandole, sono esempi già utilizzati di come le malattie possono
essere ricodificate in termini cibernetici, anche se il più importante campo di applicazioni della
visione olistica è sicuramente quello psichico.

Analisi del blocco psicosomatico

Seguendo l’ipotesi di partenza, il tipico blocco psicosomatico si manifesta principalmente come
difficoltà nella trasmissione delle energie.informazioni sui tre livelli principali: funzionale,
emotivo e psichico. Il blocco appare somaticamente come uno specifico eccesso di tensione o di
rilassamento della muscolatura e della respirazione della zona (informazioni del sistema
rettile.endodermico), un parallelo blocco della sanguificazione e delle emozioni (informazioni del
sistema mammifero.mesodermico) e da un blocco psichico che dipende da fattori di
apprendimento-condizionamento familiare, sociale, storico, etico e religioso (informazioni del
sistema neocorticale.ectodermico). Un tipico blocco femminile come una dismenorrea si manifesta
normalmente ad una attenta analisi con una generale tensione della muscolatura lombare e inguinale
(difficoltà di muovere fluidamente il bacino), con una difficoltosa o quasi inesistente pulsazione e
respirazione addominale bassa, con un tipico senso di difesa o di insensibilità sul quadrante
inferiore dell’addome e con una serie di sensazioni ed emozioni negative connesse alle specifiche
attività funzionali. L’analisi psicologica profonda rivelerà probabilmente episodi o convinzioni
negative relative a passate esperienze sessuali o affettive. Ogni blocco, su qualsivoglia livello si
presenti, tenderà a manifestarsi nella zona specifica e sull’intero essere come mancanza di piacere,
tensione, dolore psicofisico o alterazione della normale bellezza e integrità della parte.

La malattia può nascere quindi da ogni livello: se il corpo fisico, ad esempio, non assume iodio con
il sale, come a volte è accaduto in passato, si crea un blocco del ciclo metabolico che si
ripercuote nel tempo sulla tiroide e sull’intero sistema sensoriale, emotivo ed intellettuale
dell’essere umano, portando nello specifico caso a forme di ritardo psicofisico. Malattie che
nascono dal livello energetico (energia vitale o elettromagnetica) – comuni nella società
industriale – compaiono quando l’uomo si isola dai ritmi della natura, si ciba di alimenti troppo
conservati, non respira aria fresca, non beve acqua sorgiva, indebolendo così la sua vitalità.
Quando, ad esempio, non rispettiamo il ciclo circadiano di luce e buio, perché stiamo svegli di
notte fino a tarda ora e dormiamo poi la mattina o quando non prendiamo sufficientemente il sole,
alteriamo i delicati cicli interni che dipendono dall’epifisi e regolano molti altri ritmi ormonali,
creando squilibri che possono riflettersi in stati di depressione generale.

Blocchi emotivi

La grande maggioranza dei blocchi psicosomatici nasce da una stimolazione o da una inibizione a
livello emozionale. Consideriamo un generico blocco emozionale (schematizzato dal blocco dalla terza
spira del modello Cyber7), come ad esempio uno shock dovuto ad incidente automobilistico.
Normalmente la persona vive un eccesso di paura e, nella grande maggioranza dei casi, non riesce a
esprimerlo e a scioglierlo del tutto con la voce e il pianto. In tale persona potremo osservare
un’alterata fluidità dell’energia-informazione: la memoria inconscia la spingerà a non rivivere
quell’emozione associata alla macchina, e a rifiutarsi così di guidare o ricreare situazioni simili.
Potremo a volte osservare che questo blocco ha influenzato la mente creando fantasie, timori
immaginari o fobie o che si è allargato ai corpi inferiori creando, ad esempio, una rigidità dei
muscoli della schiena o una difficoltà alla respirazione diaframmatica. Se questi blocchi somatici
secondari non vengono riconosciuti e sciolti, col tempo possono creare ulteriori disfunzioni, ad
esempio nausea da blocco diaframmatico o rigidità nucale. In presenza di questi ultimi sintomi, un
medico dovrebbe essere in grado di ricostruire l’intero percorso attraverso un’attenta analisi, di
agire sulla parte tesa con massaggi profondi o altre tecniche corporee, e infine di sciogliere il
nodo psicoemotivo che vi è alla base.

Blocchi psichici e genesi dei condizionamenti

Nella nostra società i blocchi emozionali sono quasi sempre collegati a condizionamenti culturali
negativi. Abbiamo vissuto millenni di cultura basata sull’aggressività, il potere, il patriarcato e
la divisione, e tutto questo è profondamente inscritto nella nostra struttura psicofisica. La
strategia dell’educazione e della legge è basata sulla paura del giudizio e della punizione e sul
senso di colpa: spesso questo si riflette anche sul modo di fare medicina e di imporre terapie.

Quando un piccolo rettile nasce non ha praticamente bisogno di alcun apprendimento: il suo
comportamento è semplice e stereotipato (basso indice di libertà del sistema), tanto da permettere
al suo DNA di contenere tutte le informazioni necessarie. Quando nasce un piccolo di lupo o di altre
specie animali evolute, ha bisogno di una certa cura materna e un periodo di mesi di apprendimento,
per imparare dai genitori i comportamenti più utili e le strategie più articolate per sopravvivere.
Maggiore è l’ordine di un sistema vivente, maggiore è il numero delle informazioni necessarie per
definirlo.

Quando l’essere umano viene alla luce, si trova in una situazione molto peculiare, in quanto la sua
mente (l’attività della neocorteccia che lo distingue dagli altri animali) è praticamente una tabula
rasa. Il suo cervello istintivo.metabolico funziona perfettamente, ma necessita di un periodo di
anni di cure e di apprendimento. In questo periodo il piccolo si alimenta avidamente di ogni tipo di
informazione comportamentale, emozionale e intellettuale che prende in particolare dai genitori.
Biologicamente questo apprendimento familiare dovrebbe assicurargli la migliore sopravvivenza futura
e non vi è traccia di dubbio, nel sistema di credenza del piccolo, che i suoi genitori siano fidati.
Avendo inventato culture, leggi e fedi rigide e, per lo più, non sperimentali, l’uomo si è esposto
al rischio di accettare dei codici di comportamento e di pensiero errati o anacronistici: così è
stato fino ad ora.

I figli imparano i vecchi codici della divisione e la malattia di non essere se stessi

Lo stato di disgregazione, di divisione e di inquinamento dell’intero pianeta prova l’inadeguatezza
dei codici etici, sociali, politici e religiosi. Da millenni, le diverse culture hanno accettato e
insegnato ai loro figli dei codici basati su principi non scientifici e contro ogni logica di unità
globale. Le religioni che credono ad un Dio unico sono numerose e per lo più ancora una contro
l’altra. Le divisioni razziali, politiche, culturali manifestano sul piano sociale le divisioni
interiori dell’uomo che separa la mente dal corpo, che considera la sessualità un tabù, che
privilegia la componente psicologica razionale-materiale a quella intuitiva-artistica, che preclude
la libertà di espressione delle emozioni.

Al bambino vengono insegnati codici medioevali. E quando i condizionamenti diventano operanti, il
giovane uomo, se sufficientemente sensibile e intelligente, sente di essere stato tradito, di avere
dei comportamenti contro se stesso o contro la vita, realizza di non saper manifestare nella vita
quello che sente profondamente di essere, di non potere esprimere la propria esuberanza, la propria
sessualità, capisce che il suo corpo è come staccato da lui, che l’angoscia, la depressione o la
tristezza albergano nel suo cuore e non sa spiegarsi il perché. Eppure ha ricevuto e accettato tutto
questo dai suoi genitori, le due persone più care che ha. Questa è la matrice del crollo dei valori
che contraddistingue la nostra presente cultura a livello internazionale: l’uomo non capisce più che
cosa realmente vuole, né chi è, né quale sia la verità delle cose.

Spesso i dogmi, le credenze, le false assunzioni sono proprio ciò in cui ci si identifica: “sono un
credente”, “sono mussulmano”, “sono fascista” o “sono comunista” sono affermazioni che sentiamo con
la stessa frequenza con cui ci hanno detto da bambini quello che saremmo dovuti essere e diventare.
Da qui nascono tutte le patologie, le separazioni, le aberrazioni psicologiche, le necessità di
possedere, di conquistare o di rinchiudersi in se stessi e rassegnarsi. Di qui nascono la rabbia
della rivolta, la schizofrenia, l’impotenza, la necessità di evadere nella droga o quella di
accettare l’imposizione di un modo di vita vecchio e stereotipato come quello dei genitori.

Decondizionarsi, meditare e restare liberi

Se informazione è vita, un condizionamento errato può compromettere la possibilità di evoluzione
verso un sistema in cui l’uomo sia libero di essere quello che è veramente, e di crearsi intorno un
mondo pulito in cui ogni forma di vita abbia il suo diritto di esistere. Le varie culture politiche,
religiose e scientifiche sono state come dei programmi per computer, dei software psichici. Tutti i
codici culturali sono da considerarsi come delle sperimentazioni che l’umanità ha fatto nei millenni
per arrivare fino al momento presente in cui si giunge ad una consapevolezza globale, preludio per
una cultura planetaria.

Per accelerare i tempi di unificazione, è necessario prendere un certo distacco dai condizionamenti
ricevuti, imparare ad osservarli con una metodologia più scientifica, e testimoniare gli errori
della storia anche su noi stessi. Siamo imbevuti della nostra cultura, in quanto ci siamo
identificati con i suoi contenuti e valori. L’identificazione è il processo psichico inverso a
quello del distacco. La certezza di aver subíto dei condizionamenti impropri deve trasformarsi in
consapevolezza della necessità di decondizionarci in modo intelligente per raggiungere il livello di
libertà, di naturalezza e di rispetto interiore ed esteriore che caratterizza l’uomo nuovo. Un salto
in alto a livello evolutivo.

Dopo questa presa di coscienza, entrano in gioco i differenti sistemi di terapia psicosomatica che
aiutano a liberarsi dalle paure, a sciogliere i condizionamenti, a ritrovare se stessi. Vi sono oggi
numerosissimi differenti approcci energetici, emozionali, psicologici e spirituali di differenti
scuole e tendenze, che possono sostenere l’essere umano in questa necessaria opera di
“disinquinamento culturale”. Anche in questo caso la meditazione è di grande aiuto, in quanto ci
permette di vedere con distacco la nostra mente e i nostri condizionamenti, di fermare il giudizio
sociale presente dentro di noi e di ritrovare lo spazio di integrità dove diventiamo realmente
consapevoli e responsabili di noi stessi.

Una medicina per l’uomo e per la Terra

L’approccio olistico garantisce la visione globale della salute umana e della “malattia”, in cui
convergono cause ambientali, alimentari, comportamentali, relazionali, energetiche, emozionali,
psicologiche, simboliche e spirituali. Il medico olistico deve poter comprendere questa
multidimensionalità dell’essere e gli ostacoli al benessere globale sui vari livelli di esperienza.
Solo una visione organica che unisca differenti campi di conoscenza umana e un modello unitario che
centralizzi le varie informazioni multidisciplinari possono infatti permettere di comprendere in
modo completo l’essere umano, le cause dei suoi malesseri umani e le loro cure.

La medicina olistica offre così alla medicina ufficiale l’opportunità di superare il suo attuale
modello materialista-meccanicista che porta a considerare l’essere umano sul suo livello più basso
dimenticandosi delle inseparabili relazioni che connettono ogni singola cellula del corpo alla
psiche e alle emozioni. La medicina deve ritrovare il concetto stesso di anima, di identità, di Sé
non più in termini fideistici legati ad una particolare tradizione religiosa, ma in modo laico e
scientifico, e aiutare il processo di trasformazione da un uomo malato che vive in un mondo malato
ad un uomo nuovo che vive con coscienza e piacere la vasta bellezza e armonia della propria Terra.

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