PRINCIPI DELLA SALUTE GLOBALE 9
da “Enciclopedia olistica”
di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli
Il modello astrologico olistico: una sfera vuota
di Anna Mosca
La Sfera Celeste, il cielo, è come un teatro di operazioni in cui da sempre l’uomo ha proiettato
forme, fenomeni e immagini archetipiche, che sono lo specchio e il continuum del suo vissuto
terrestre. La volta stellata, cioè la sfera dal raggio infinito che circonda la terra, accende
l’immaginazione umana e attiva l’emisfero intuitivo del cervello: è un modello perfetto e degno di
essere imitato. L’astrologia si awale di una di queste “imitazioni”, si avvale dell’oroscopo, cioè
della proiezione piana di quella porzione della sfera celeste detta Zodiaco. Un frammento di
Universo proiettato in cerchio con al centro la Terra, che è il punto di osservazione di questa
parte di Cosmo, è l’uomo stesso, cioè colui che osserva. L’astrologia attribuisce, quindi, una
posizione centrale alla Terra, in opposizione alla periferia cosmica. In questa polarità
periferia/centro si inserisce il mondo planetario centrato sul Sole, il cui simbolo è, appunto un
cerchio con un centro:
Il Sole funziona da tramite fra il centro Terra e la periferia-Zodiaco-Universo. Da lui infatti, dal
Sole, proviene il richiamo e le potenti energie che ci spingono a reincarnarci: dallo
Spazio-periferia verso la Terra-centro. L’oroscopo riproduce il momento della nascita alla vita
terrena, I’istante magico in cui “veniamo alla luce” e suo simbolo principale è proprio un cerchio
con un centro, in cui i pianeti del sistema solare sono gli intermediari, gli attori-suggeritori
delle parti che ognuno di noi recita: una rappresentazione della realtà a più livelli e dimensioni.
Il nostro oroscopo, il modello olografico astrologico, contiene informazioni preziose e dettagliate
su noi stessi: chi siamo, da dove veniamo, dove stiamo andando, quali giochi o trucchi mettiamo in
atto ecc. Per decifrare il linguaggio simbolico astrologico, I’interprete-astrologo è stato fin qui
indispensabile, anzi da lui è sempre dipeso una corretta e illuminata lettura del messaggio
contenuto. L’astrologia esperienziale rivoluziona questo tipo di rapporto perché nasce da un bisogno
di sperimentare direttamente il proprio “cielo natale”, di viverlo, stabilendo così un contatto
attivo-creativo con il momento della nascita, quando tutto ha avuto inizio… Invece che sul solito
foglio bianco, quindi, la ricostruzione dell’oroscopo avviene “per terra”, in formato gigante e a
colori, per mezzo di cartoncini o compensato che simulano i vari simboli zodiacali. La riproduzione
è fedele, completa di segni, pianeti e case, ma grande a sufficienza da consentire all’individuo di
andare “dentro” al proprio cerchio zodiacale e sentire e a sentirsi. Per l’intervento umano attivo,
I’oroscopo diventa, dunque, vivo e l’astrologo perde la prerogativa di “interprete” per diventare
colui che facilita e guida, intanto che il “consultante” diviene protagonista della rappresentazione
astrologica dell’istante della nascita.
Tutto comincia al Centro, in posizione grounding, occhi chiusi, respiri profondi, per contattare il
proprio corpo e il proprio centro…
Ciò che accade di solito è che si produce una trance spontanea che consente all’inconscio di
dialogare con i simboli astrologici: è a questo punto che dal Centro si passa alla periferia, cioè
ai pianeti e ai segni zodiacali.
Visto dall’alto questa è la rappresentazione grafica del modello olistico astrologico e della sua
pluridimensionalità:
A chiarire quello che in pratica accade, valga la storia di Inge, una tedesca molto attraente e
dall’aria di chi sa quello che vuole. Appena entrata nel cerchio, il contatto interno/esterno si
accese rapidamente, consentendole di entrare in fretta nel problema che le impediva una vita piena e
felice. Messa davanti al suo Sole in Pesci, che è in rapporto di tensione con Urano, ha avuto subito
urla e lacrime di rabbia, dolori fisici e senso di frustrazione. Inge è una donna che ha dato largo
spazio alla sua creatività, ha un lavoro che le piace e ha scoperto il potere guaritore delle erbe e
dei minerali, ma riesce ad instaurare sempre e solo rapporti competitivi con l’uomo. Le rievocazione
fece emergere il gigantesco NO che aveva dentro e che le procurava tanta sofferenza. Pian piano si
calmò ma le rimase addosso gran parte di quel dolore “così inutile” e nei confronti del quale si
sentiva tanto impotente (lei cura gli altri con tutti i mezzi che conosce). Le guidai davanti a
Nettuno, che è uno dei pianeti che più fa da ponte verso l’esterno-Universo; si rasserenò
completamente, rilassò le spalle, si allungò: fisicamente sembrava tutta protesa verso l’alto. Disse
infatti che il suo corpo era diventato leggero e che non sentiva più dolori; disse anche che aveva
l’impressione di volare assieme ad altra gente che chiamò “Fratelli”, in una città che sembrava
avveniristica e le cui costruzioni erano sfere trasparenti e luminose.
Nettuno, ancora una volta, aveva evocato immagini collettive comuni a tutti noi, che sembrano
appartenere a civiltà diverse dalla nostra: il tutto in carattere con le simbologie di questo
pianeta, Signore dell’Universo e ispiratore del nostro eterno vagabondare da un capo all’altro dello
spazio infinito.
Non so bene cosa siano in realtà le immagini ricorrenti che Nettuno ispira, certo è che questo
“altro mondo” sembra appartenere a una dimensione in cui leggerezza e benessere sono di casa, in
netto contrasto con la pesantezza e la difficoltà della vita sulla Terra.
Inge disse anche che le sembrava di essere arrivata a casa, che quello era il suo mondo, il mondo da
cui proveniva e che ci stava talmente bene, da aver voglia di rimanerci per sempre. Le chiesi allora
perché aveva deciso di venire su questo mondo, sulla Terra e la vidi ritornare ad agitarsi, il suo
corpo aveva ‘ricordato’. Rispose che era venuto perché doveva imparare qualcosa… “… qualcosa
riguardo la sofferenza: come curarla, come guarirla…”. Ci fu una lunga pausa e poi riprese: “Ma
certo! attraverso la gioia e il piacere”, il suo corpo prese a muoversi in maniera sensuale.
Concluse, infine: “Il corpo non è solo peso, dolore e bisogno: il corpo è anche piacere!”
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