PRINCIPI OLISTICI NELLA SPIRITUALITA’ 2

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PRINCIPI OLISTICI NELLA SPIRITUALITA’ 2

da “Enciclopedia olistica”

di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

Matthew Fox – Un mistico domenicano oggi
Rinascita spirituale cristiana nell’opera di padre Matthew Fox coerente alle scritture e al
messaggio di Gesù

Matthew Fox è un padre domenicano americano, ammonito dal Vaticano per aver proposto una rinnovata
visione mistica, una nuova spiritualità della creazione divina, che riconosce la perdita del senso
di gratitudine verso la vita, come la caratteristica distruttiva del mondo industrializzato, il
Primo Mondo, nei cui confronti operare per invertirne gli effetti letali per la specie e il pianeta.
Di sé Fox dice: “Se non avessi continuato a lavorate con scienziati, artisti e nativi mi sarei
inaridito e non sarei stato in grado di espandere la mia comprensione del mondo”. Criticando
aspramente la Chiesa Cattolica per la posizione contraria al controllo delle nascite, Fox riscopre
la spiritualità dell’atto sessuale, secolarizzato e ridotto a mera funzione procreativa dalla Chiesa
stessa. Secondo Fox occorre un’inversione di tendenza indispensabile anche per i problemi di
sovrappopolazione, occorre cioè fare esperienza della spiritualità del sesso e controllarne
l’aspetto procreativo, a favore dell’umanità e del pianeta.

Fox si è recentemente recato in Inghilterra dove ha parlato alla City United Reform Church di
Cardiff, in quell’occasione la rivista inglese “Kindred Spirit” lo ha intervistato. Ne riportiamo
alcuni stralci significativi.

La gioia di vivere e l’avarizia ecologica

Domanda: Parli del sovrasviluppo del Primo Mondo e della mancanza di recettività e sensibilità che
lo caratterizza. In che modo queste caratteristiche contribuiscono alla differenza fra chi vive nel
mondo industrializzato e i popoli indigeni di cultura tribale?

Matthew Fox: Ho raccontato in un mio libro la storia di un giovane che lavorando con gli indiani
amazzonici mi chiedeva che cosa dovesse insegnare loro. La mia risposta è stata un’altra domanda: “
Che cosa insegnano loro a te?”. Mi rispose: “Gioia. Questa gente vive più gioia in un giorno di
quanta la nostra gente ne viva in un anno”. Non si tratta di fare del romanticismo, ognuno ha le
proprie difficoltà, ma la gioia è qualcosa di più della felicità, è come tornare a casa, vivere in
modo recettivo, sensibile, aperto, in una parola sentire il lato mistico della vita. Quel senso di
tornare a quella gratitudine dell’esistere che è l’essenza del misticismo. Noi l’abbiamo persa e da
questa perdita è nata la nostra avarizia ecologica. Se non si prova gratitudine si viene
coercitivamente coinvolti in una vana ricerca di felicità, perché l’anima non conosce più la gioia.
E siamo qui per la gioia. La felicità è buona, ma non è la stessa cosa. Tutte le tradizioni mistiche
sane promettono la luce, la gioia e la meraviglia del nostro essere qui. E la gioia dovrebbe essere
presente in ogni aspetto della nostra vita, nel lavoro, nel sesso, nelle relazioni, nell’educazione:
dovremmo sempre chiederci ” C’è abbastanza gioco nella nostra educazione, nel nostro lavoro …?” La
preghiera dovrebbe essere un’oasi di gioco. Quando gli uomini possono giocare, allora possiamo
creare con la nostra immaginazione e emergere dalla strada senza uscita in cui ci siamo ficcati.
Senza gioco la creatività è morta.

L’oscura notte dell’anima della specie

Domanda: Dici che occorre risvegliare 1′ “indignazione morale” nei cittadini del Primo Mondo? Come?

Fox: La domanda diventa: come entrare in contatto con il dolore invece di mascherarlo? Come ridare
forza alla gente? Molti sembrano vivere in una condizione che si manifesta come apatia, la quale in
realtà non è altro che la copertura della disperazione. La gente sente che se esprime la
disperazione non ne verrà niente di costruttivo ma sarà ancora più arrabbiata e più frustrata.

Abbiamo bisogno di strade che orientino sapientemente il nostro dolore e la nostra rabbia
convertendole in creatività e trasformazione. Ancora una volta, ecco che il rituale potrebbe venirci
in aiuto. Nella Bibbia c’è il Libro delle Lamentazioni, che sta lì spento nelle pagine scritte. Ma
noi sappiamo lamentarci? Ci sono persone che ci chiamano per esprimere il nostro dolore per le
ferite del pianeta, per le nostre ferite, per il bambino ferito che è in ogni adulto? Senza
l’espressione del dolore molto spesso il bambino ferito cresce e diventa un adulto assassino.
Parliamo di finire l’era dell’abuso, l’abuso dei popoli indigeni, delle donne, delle foreste e delle
acque, dobbiamo svegliarci e mettere fine a questa catena distruttiva.

Io credo che i segni della speranza del nostro tempo stanno nella grande disperazione presente in
tutti. Può sembrare paradossale ma Bede Griffiths, il monaco inglese che è vissuto per 50 anni in
India scrive in uno dei suoi libri che la disperazione è uno yoga, una strada verso il divino. Dice
che molta gente non sperimenta Dio nella propria vita sino a che non arriva al fondo della
disperazione, come è stato anche sperimentato nell’esperienza dell’Anonima Alcolisti con gli
alcolisti stessi.

In un certo senso siamo tutti, come specie, collettivamente coinvolti nell’oscura notte dell’anima.
La sola differenza è se lo ammettiamo o no, se ne siamo consapevoli o no. L’oscura notte dell’anima
è un momento molto creativo. E’ un momento decisivo. E’ come essere in una prigione in cui prendi la
decisione o di diventare più violento o di lasciarti andare e accettare. In prigione non ci sono
maschere, non c’è alcuna classe media con i suoi riti in maschera e lo stesso è per l’esperienza
dell’oscura notte dell’anima. Nella tradizione della Creazione parliamo della Via Negativa,
l’oscurità, che precede l’apertura alla Via Creativa.

Allora la chiave cessa di essere la maschera. Eckhart dice che Dio è la negazione della negazione!
Se possiamo negare la negazione in atto, allora qualcosa di meraviglioso appare con la promessa e la
speranza e la forza di una nuova vita. Io penso che in questo processo noi siamo coinvolti come
specie e non come individui, o comunità o gruppi. Questo è un momento molto speciale per la specie,
un momento direi sacro.

Domanda: Che cosa può generare il concetto di Via Negativa rispetto all’eccessivo rilievo alla
positività del movimento New Age?

Fox: Il movimento New Age tende a celebrare il Cristo Cosmico esclusivamente come luce, e non il
Cristo Cosmico che è presente nelle ferite del mondo, della storia. Il Cristianesimo è portatore
proprio delle ferite: Cristo è tutto, sia luce che ferite. Anche la divinità è ferita in questo
Universo: questo è il messaggio. Tutti noi abbiamo il diritto e il bisogno di entrare in contatto
con le nostre ferite.

Il consumismo è una malattia spirituale

Domanda: La mercificazione della nostra cultura impone che abbiamo sempre più bisogni materiali,
sempre di più. In che modo la spiritualità della creazione dimostra che meno è più?

Fox: Tommaso d’Aquino dice che il bisogno di guadagno tende all’infinito e non conosce limiti. Io
credo che la nostra cultura consumistica è costruita su questa istanza infinita orientata ad avere
sempre di più, e riguarda non solo chi vende ma anche chi compra. Siamo tutti coinvolti in questa
ricerca perversa che va all’infinito. Nella brillante analisi di Key sull’avarizia egli dice che
l’avarizia è un peccato spirituale e non riguarda il materialismo. La ricerca dell’infinito è una
cosa stupenda ma ci vengono offerte fonti fasulle dell’infinito. Non soddisfano, perciò abbiamo
sempre bisogno di un nuovo modello, ecco cosa è il consumismo, non se ne ha mai abbastanza.
Presupposto è che la mente umana può conoscere tutto… così la mente ha un desiderio infinito di
conoscere un numero illimitato di cose…

Carl Gustav Jung dice che la domanda più importante per l’essere umano è: Siamo o no partecipi
dell’infinito? Ecco che possiamo vedere allora che il consumismo, elevato a ideologia, quasi a
religione, tocca qualcosa di molto profondo ed è per questa ragione che ci controlla con così tanta
forza.

Direi che, per il fatto di essere così addormentate rispetto alle loro tradizioni mistiche, le
Chiese non sono state in grado di fare altro che gridare contro il materialismo, mancando però il
punto essenziale: nella misura in cui le nostre tradizioni mistiche sono moribonde, siamo presi in
pseudo-ricerche dell’infinito.

L’arte come meditazione

Domanda: In un mondo che concepisce l’arte come un prodotto, come si concilia il tuo insegnamento
dell’arte come meditazione come chiave per invertire l’impoverimento spirituale del mondo
industrializzato?

Fox: L’arte come meditazione è una basilare forma di preghiera della tradizione spirituale: è molto
antica ed è la ragione per cui non esisteva disoccupazione fra i nativi. Un’aborigena una volta mi
diceva: “Nella nostra cultura, tutti lavoravano quattro ore al giorno e facevano delle cose”. L’idea
complessiva è che ognuno ha qualcosa da dare creativamente alla comunità. E questo è il lavoro
veramente soddisfacente ed è da esso che nasce la saggezza e la gioia, che sono ancora una volta
materiali di cui la attuale civilizzazione scarseggia moltissimo.

La chiave è spostarsi dall’arte come prodotto alla comprensione che, entrando nel processo
artistico, ascoltando le proprie immagini interiori e dando loro vita attraverso il corpo e la
danza, attraverso la poesia o la musica, attraverso il colore o la creta, si è coinvolti in un atto
sacro di connessione e creazione comune del divino e della natura stessa.

L’arte sveglia la gratitudine, il rispetto e il gioco, perché è senza “perché”, senza scopo. Ecco
quale è il gioco: riportare tutto ciò all’anima umana, alla coscienza umana e alla nostra società e
ricreare un nuovo equilibrio umano. Ovviamente le nostre vite sono prese da obbiettivi, da perché e
pagamenti di conti e spostamenti di luogo, ma quello che si cerca è l’equilibrio. Se fossimo
equilibrati, avremmo uno stile di vita completamente diverso e non avremmo bisogno di andare alle
Bahamas in vacanza. Come mi diceva un giorno un nativo americano che un giorno alla settimana aveva
l’abitudine di andare a sedersi ai bordi di una freeway in California a guardare. Mi diceva: ” voi
bianchi state sempre andando da qualche parte, non siete mai qua”. L’arte riporta nel presente. Devi
essere nel qui e ora con la creta. E’ divertente, arricchente!

Il giardino di Dio

Domanda: In una recente intervista Jonathan Perritt riaffermava la sua fede nel “custodire”, gli
esseri umani come custodi del pianeta. Come rispondi a questa istanza, visto l’evidente bisogno di
motivare la gente a porre fine all’effetto devastante che la specie umana ha sull’ambiente?

Fox: Io penso che il concetto del custode non va molto lontano nel dare una motivazione alla gente
per cambiare. Essere un custode è lavoro prezzolato e teologicamente (certo Perritt ha un approccio
più politico) mi crea qualche problema. Implica che Dio è una sorta di proprietario terriero e gli
uomini sono qui per fare i lavori di fatica per conto del padrone, di Dio. Mi sembra molto stupido e
troppo orientato al dovere. E’ un altro comandamento, ecco che “dobbiamo” diventare i custodi della
Terra. Preferisco il modello del misticismo, I1 Cantico dei Cantici in cui Dio è il giardino. Dio
non ci ha ingaggiato per curare il giardino, perché è lui il giardino che risplende quando è sano e
soffre quando è danneggiato. Trovo queste immagini molto più motivanti. Sono più sensuali, più
erotiche e sono piene di desiderio. Dio è anche in noi, noi siamo il giardino. Mangiamo giardini,
beviamo giardini, siamo un giardino che sta su due piedi. Il divino è anche in noi. Io penso che
quello di cui abbiamo più bisogno è una tradizione mistica più che di una tradizione di dover
essere, una tradizione meramente etica. La gente si motiva attraverso il piacere e quando ne viene
presa allora nasce l’etica. Iniziare con l’etica è troppo calvinista, troppo orientato al dover
essere e non funziona. Dobbiamo pensare in termini di gioia, di gioco, come dicevamo prima.

La scienza e la religione

Domanda: Per secoli scienza e religioni sono state separate. Vedi negli sviluppi della nuova fisica
un ritorno ad una comprensione più unitaria del mondo?

Fox: Certamente, penso che non c’è dubbio che questo sia uno dei segni più positivi del nostro
tempo: la nuova storia della creazione che ne scaturisce, la nuova fisica che riporta alla luce il
mistero, il piacere, la meraviglia come parte della storia della specie! Gli scienziati della
generazione più giovane come Rupert Sheldrake non sfuggono più e non pensano affatto che la
spiritualità sia estranea al loro lavoro. Affrontiamo il problema: negli ultimi tre secoli la
scienza ha venduto l’anima agli apparati militari, politici, all’imperialismo, alle ambizioni ecc.
Tommaso d’Aquino nel 13 secolo diceva che la rivelazione arriva in due volumi, la Natura e la
Bibbia. Gli scienziati studiano la natura ed è inconcepibile che la gran parte dei teologi, siano
essi rabbinici, protestanti, anglicani o cattolici non conoscano nulla della natura e cioè la nuova
scienza. Mi sarei inaridito da tanto tempo se non mi fossi messo a lavorare con gli scienziati, gli
artisti e i nativi nel tentativo di costruire la cosmogonia del nostro tempo.

Il peccato della Chiesa e la spiritualità del sesso

Domanda: C’è un argomento della tua cosmogonia che non hai affrontato e cioè il problema enorme
della sovrappopolazione: Cosa ne pensi?

Fox: Io penso che la storia registrerà il fatto che nel XX secolo la Chiesa ha nascosto la testa
nella sabbia sul controllo delle nascite. E’ un grande peccato di omissione. E Tommaso d’Aquino dice
che i nostri peccati di omissione sono spesso più grandi di peccati di commissione.

Penso ci siano due soluzioni all’esplosione delle nascite. Innanzitutto parametri di vita sani, in
cui gli esseri umani, specialmente le donne, abbiano più controllo sul loro destino naturale. E’
provato che così le nascite diminuiscono sensibilmente.

I1 secondo aspetto è proprio il misticismo. Mi spiego. Che cosa si intende per spiritualità? La
sessualità è una delle esperienze mistiche disponibili nella vita della gente ma poiché le chiese
non solo sono state contrarie al misticismo ma sono state per lungo tempo avversarie del corpo, noi
siamo totalmente disconnessi dalle pratiche sessuali e dall’insegnamento di pratiche sessuali che
limitino la popolazione umana. Altre tradizioni spirituali, come il taoismo e lo yoga tantrico hanno
pratiche sessuali che qualsiasi essere umano può vivere e che non limitano il piacere dell’atto
sessuale ma escludono la procreazione. Certe pratiche taoiste di eiaculazione non sarebbero perfette
per quest’era di AIDS e sovrappopolazione. Ma la chiesa occidentale si cincischia ancora con la
moralità della sessualità senza aver mai affrontato la spiritualità insita in essa, anche se nella
Bibbia vi è un intero libro. I1 Cantico dei Cantici tratta evidentemente di manifestazione divina,
di esperienza di Dio nell’amore sessuale. Abbiamo bisogno di aprire questo territorio. Abbiamo
secolarizzato la sessualità per non averci a che fare, abbandonandola ai pornografi. Riprendersi la
sessualità come rivelazione divina rafforzerà la nostra immaginazione per riscoprire modi antichi e
trovarne di nuovi in cui possiamo fare l’esperienza dell’intimità fisica senza sovraccaricare il
pianeta di altri esseri umani.

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