Progetto H.R.M.© (Harmonic Resonance Modulation)
Metodo, Tecnica e Protocollo Harmonic Resonance Modulation (HRM),
Risonanza Armonica Modulata (RAM) o Modulazione Armonica Risonante (MAR) ©
by Marco Stefanelli, Dr. Ph.D. Indovedic Psychology
Il progetto della tecnica denominata “HRM” è un nostro metodo sperimentale di generazione e parametrizzazione del suono integrato con un protocollo evolutivo ed un mix di metodologie consolidate che permettono di realizzare, configurare, modulare e miscelare varie sonorità e pulsazioni sonore in base a modelli, proporzioni e rapporti armonici relativi ai parametri fondamentali della Natura e dell’Antica Saggezza umana in sinergia con le più moderne tecnologie e conoscenze in materia.
Già nel Gandharva Veda furono riuniti un gran numero di testi che si riferivano alla metafisica e alla fisica del suono, alla semantica e al simbolismo musicale, alla storia e alla teoria della musica, e inoltre ad applicazioni artistiche, magiche e terapeutiche dei fenomeni sonori.
La tecnica HRM si basa principalmente sulle antiche conoscenze vediche coniugate alle più moderne tecnologie soniche, ed è in accordo con le recenti scoperte scientifiche meccanicistiche e quantistiche in questo ambito.
Anche la dottrina musicale pitagorica dell’antica Grecia era basata sul numero, fondamento di ogni forma di vita e di pensiero. Si riteneva, infatti, che la conoscenza e la comprensione delle leggi della Natura fossero legate ai numeri e alle note musicali e che la funzione dell’udito fosse quella di interpretare il Cosmo attraverso suoni e brani musicali basati su relazioni e proporzioni numeriche.
Il Cosmo è costruito secondo leggi e proporzioni armoniche.
Questa concezione della Musica e dell’Universo è una delle basi fondamentali della tecnica “HRM”.
La vita organica è basata su vari ritmi e bioritmi: la respirazione, le pulsazioni, i ritmi sottili vibratori delle cellule, delle molecole e degli atomi. Per questo i ritmi musicali e sonori hanno una potente influenza su quelli organici e psichici, stimolandoli, calmandoli, armonizzandoli ma anche creando discordanze e disarmonie.
Tutte le cose che vibrano sono sensibili tra di loro, quindi potremmo dire che il suono è l’anello di congiunzione tra tutti i fenomeni. Come le corde di una chitarra che vengono pizzicate vibrano e fanno vibrare la cassa armonica o le corde di un altro strumento, così pure tutte le cose si influenzano a vicenda mediante la legge sottile dello scambio vibratorio.
Siccome il corpo si comporta come un diapason messo vicino ad un altro diapason accade che i corpi e i loro componenti entrano in risonanza simpatica o simpatetica e si mettono a vibrare alla stessa frequenza. Il corpo in stato di riposo per esempio vibra ad una frequenza intorno agli 8 cicli al secondo, che è anche la frequenza delle onde cerebrali “Alpha”, prodotte dal cervello in stato di rilassamento, come non a caso la frequenza fondamentale della vibrazione terrestre è la medesima. E’ un tentativo perenne del corpo di aderire per mezzo del suono all’ordine e all’equilibrio dell’ambiente in cui vive.
Il corpo umano è un sistema concepito per vibrare, infatti udiamo, captiamo, percepiamo, inglobiamo non solamente attraverso le orecchie e il sistema neuro-cerebrale ma anche per mezzo di un insieme di recettori sparsi un po’ dovunque sul corpo ed il corpo al suono risponde con un altro suono, una vibrazione simpatetica.
Infatti, il corpo stesso è uno strumento che emette vibrazioni e suoni propri. Alcuni come i ritmi del respiro e del battito cardiaco sono udibili, ma la maggior parte di essi non sono udibili. Se disponessimo di un apparato uditivo adatto potremmo persino “sentire” la nostra armonia personale. Il corpo e la psiche ricevono suoni e musica, li trasformano interiormente in emozioni e “rispondono” con vibrazioni proprie, con una musica propria, così come ci insegna il Nada Yoga, lo yoga del suono.
La musica è anche un mezzo per intrattenere i giusti rapporti con la Natura, è utile per conservare la coesione di un gruppo, per mantenere l’equilibrio psicofisico di ciascun membro della comunità e l’unione tra il corpo e lo spirito.
Fare o ascoltare musica non è un semplice passatempo, bensì un atto di comunione (Yoga) tra le forze dell’Universo che influenzano lo stato fisico, psichico, morale e di coscienza dell’essere umano.
Da qui nasce l’esigenza di ritornare alla fonte, a Shabda Brahma, il Suono Creatore, con l’aiuto del Nada Yoga. Il principio base del Nada Brahma Yoga, descritto nei testi vedici, afferma che dapprima è necessario purificare la mente riportandola sotto controllo, quindi regolare le percezioni sensorie per avere una vita più armoniosa. Successivamente è possibile irradiare vibrazioni sonore e utilizzare specifici passaggi e determinati movimenti musicali per permettere all’ascoltatore di curarsi da solo, aiutando l’autoregolazione dei vari sistemi dell’organismo.
La musica favorisce l’apertura di canali che consentono il flusso di reazioni affettive, con la possibilità di migliorare il controllo tonico-emozionale. La musica risveglia tutti i nostri centri energetici (Chakra), riorganizza i nostri desideri, regola la produzione e il riassorbimento di neurotrasmettitori e peptidi, cioè di quelle macromolecole che alleviano il dolore e la sofferenza, agendo su specifici recettori cerebrali.
Il corpo umano, messo in vibrazione con la musica, vibra a sua volta e quando le onde vibratorie stanno per estinguersi nascono nell’interno dell’essere dei suoni e delle vibrazioni più sottili, come una nebbia sonora che smuove gli strati più profondi della coscienza.
E’ importante saper ascoltare il ritmo al punto da identificarsi con esso; ascoltare significa prestare attenzione e l’uomo stesso è l’oggetto del suo ascolto.
Le tecniche di generazione, regolazione, mixaggio e ascolto musicale “HRM” partono da questo concetto basilare. Dobbiamo lasciare che la sensazione di essere colui che ode si trasformi nella sensazione dell’ascoltare, dobbiamo trasformarci in suono, in vibrazione. Chi ascolta è nel tempo stesso il suono ascoltato.
L’esistenza è concepita come una successione di tanti istanti presenti, l’ascolto musicale è concepito come un continuo ed un susseguirsi di suoni presenti: l’unica cosa che possiamo udire è il presente: così, vivendo l’evento musicale come unica realtà presente possibile, si eliminano le due trappole in cui spesso cadiamo: il complesso di colpa e gli stati d’ansia. Ogni colpa è lo stato di sentirsi persi nel passato e ogni ansia è lo stato di sentirsi persi nel futuro.
L’ascolto che noi definiamo “terapeutico” contempla un’attività di attenzione multipla che coinvolge il corpo e la psiche in vari modi: il sistema uditivo, il cuore, le cavità interiori, il sistema nervoso, il sistema endocrino, la pelle, il respiro, le ossa, il subconscio, l’inconscio, l’eros ecc.
Ascoltare in modo terapeutico significa abbandonarsi al flusso della musica e alle emozioni, utilizzando uno degli emisferi cerebrali, quello destro, ma significa anche essere razionalmente attenti con l’emisfero sinistro all’evento musicale che ci coinvolge, sia saper utilizzare a nostro favore i momenti musicali più sgradevoli con un divertente lavoro di costruzione di significati al primo ascolto impensabili.
La musica tonale, attraverso l’emisfero destro, essendo capace di promuovere un processo di integrazione psichica, che risolvendo le dissonanze, facilita il restauro e la ricostruzione dei nostri vissuti interni, mentre la musica atonale, attraverso l’emisfero sinistro, con le sue dissonanze faciliterebbe le frammentazioni del vissuto interno allontanandoci dall’integrazione e quindi procurando sofferenza. Un ascolto musicale è davvero completo e terapeutico quando entrambi gli emisferi lavorano in sincronia e coerenza (armonizzazione HRM), nel senso che uno è il complemento dell’altro.
Ascoltare in modo terapeutico significa anche saper individuare le parti del corpo stesso maggiormente sensibilizzate alla musica ed al suono. Il corpo, come un diapason, risponde ad un suono con un altro suono formando così un doppio suono, quello dell’armonia e della risposta vibratoria del corpo stesso. E’ anche molto importante l’ascolto di Sé. Non esiste più la mente egocentrica che “pensa di ascoltare la musica” per dare beneficio al corpo, ma l’unità mente-corpo sarà immersa nella musica, sarà musica.
Immagini e fantasia aggirano i processi difensivi dell’inconscio, superano le resistenze presenti in ogni processo terapeutico e producono quel cambiamento che consente di rielaborare il proprio vissuto. L’ora della nevrosi e della psicosi scocca proprio nel momento in cui l’uomo non è più capace di attuare un cambiamento, una trasformazione, una evoluzione.
E’ essenziale comprendere la relazione tra pensiero, suono e coscienza. Il suono rappresenta il più importante sistema per comunicare e libera l’azione motoria. Nella musicoterapia si può trasmutare qualsiasi forma di energia interiore in pace e tranquillità.
La mente può essere calmata e protetta dalle aggressioni esterne attraverso la meditazionequotidiana: per purificare la mente fu donato al mondo un suono primordiale, l’AUM. Quando si canta la A e la coscienza è all’ombelico, la mente si calma. Il canto della U nel chakra porta lucidità e gioia. La M dona beatitudine alla mente. Durante il canto dell’ AUM (OM) il suono si sposta da un chakra all’altro riattivando le energie bloccate in quella determinata posizione, allora l’energia passa dal subconscio al conscio.
Con la consapevolezza e la musica si possono abbassare le punte di alta pressione. La musica rappresenta anche una difesa di fronte a situazioni paranoidi e melanconiche: per esempio il fatto di fischiettare nell’oscurità in presenza di silenzio e solitudine. Col suono si dissipa l’ansia paranoide creando l’illusione di un gruppo di sostegno. Vedi anche i canti che ispirano coraggio, gli inni, i canti di guerra.
Il Talamo è la struttura fisica dove giungono le sensazioni e le emozioni e dove rimangono in modo non cosciente, per mezzo del ritmo sonoro possiamo provocare una risposta automatica inconscia. Ma è solo a livello corticale che possiamo apprezzare un’armonia, mentre a livello subcorticale (come anche per gli animali), possiamo “capire” il ritmo e la melodia.
Il suono e la musica sono strettamente connessi alle varie funzioni del linguaggio, infatti nel lobo temporale i centri del linguaggio e della musica sono molto ravvicinati. Per esempio, il rullo del tamburo aumenta il flusso sanguigno, gli stimoli ritmici possono far aumentare il rendimento corporeo (soprattutto nelle tonalità maggiori). Se ad una persona addormentata pronunciamo una serie di nomi, essa si desterà nel momento in cui pronunceremo il suo nome.
Alcuni degli aspetti della musica e del suono, presi in considerazione in questo protocollo, sono: l’effetto ASMR, l’effetto Mozart ed i principali elementi identificati da Assagioli come cause di malattie e mezzi curativi nella terapia musicale scientifica fondata sulla esatta conoscenza dei vari elementi di cui la musica si compone e dell’effetto che producono sulle funzioni fisiologiche e sulle condizioni psicologiche, che sono: il ritmo, il tono, la melodia, l’armonia ed il timbro.
Il ritmo e’ l’elemento primordiale e fondamentale che influisce piu’ intensamente e rapidamente sull’essere umano perche’ ha un’azione diretta sul corpo e sulle emozioni.
Il tono e’ relativo ad una nota prodotta da una specifica frequenza vibratoria e, a sua volta, produce determinati effetti fisici e psichici.
La melodia e’ una combinazione di toni, ritmi ed accenti adatta per esprimere emozioni che influiscono fortemente sul sistema nervoso, sulla respirazione e su tutte le funzioni vitali.
L’armonia e’ composta da una fusione di varie note con frequenze vibratorie diverse per formare degli accordi.
Il timbro e’ una qualita’ del suono dovuta alla diversita’ di natura e struttura dei vari strumenti musicali che suscita specifiche reazioni emotive.
Intervalli e Ottave
come “misure” dell’essere umano
In musica si dice intervallo la distanza tra due note o suoni, cioè la differenza d’altezza tra due suoni, esprimibile in fisica acustica tramite il rapporto delle loro frequenze.
A causa della fisiologia di percezione del suono, l’intervallo musicale non è proporzionale alla differenza tra le frequenze dei suoni, ma alla differenza tra i loro logaritmi, cioè al rapporto tra le frequenze, una sorta di distanza numerica tra due suoni che si può verificare tra due suoni prodotti consecutivamente, e in tal caso si parlerà di intervallo melodico o diacronico o salto, oppure tra due suoni prodotti simultaneamente, e si dirà intervallo armonico o sincronico o bicordo.
Nella teoria musicale, gli intervalli si misurano contando le note da quella di partenza a quella di arrivo.
Se si hanno ad esempio un DO e un SOL, l’intervallo è una quinta perché si contano cinque note – DO, RE, MI, FA e SOL. L’intervallo tra il DO e sé stesso non si chiama “di prima”, ma unisono.
Si possono poi avere intervalli anche oltre l’ottava: nona, decima, undicesima e tredicesima sono quelli che si trovano menzionati più spesso.
La classificazione degli intervalli musicali costituisce argomento fondamentale nello studio della musica e del suo linguaggio. Un intervallo viene detto armonico quando i suoni che lo formano sono contemporanei e melodico se i suoni che lo formano vengono considerati in successione.
L’intervallo armonico viene sempre considerato ascendente, cioè dal grave verso l’acuto (dal basso verso l’alto). Un intervallo armonico è caratterizzato anche da consonanza e dissonanza, fenomeni legati all’interferenza generata dai due suoni in questione.
Quello melodico invece, a seconda di come è scritto, può essere ascendente o discendente, a seconda che la prima nota sia più grave dell’altra o viceversa. In pratica se ne osserva l’evoluzione in senso temporale. Un intervallo melodico si distingue anche per la direzione, ascendente o discendente, a seconda che il secondo suono sia rispettivamente più acuto o più grave rispetto al primo.
Un intervallo è detto semplice quando sta nell’estensione di un’ottava; se invece ne oltrepassa i limiti si dice composto. Va però detto che alcuni trattati di teoria considerano semplice anche l’intervallo di nona.
L’intervallo più semplice da generare è probabilmente quello di ottava. Esso si ottiene ad esempio sollecitando una corda elastica per produrre la nota più grave, dimezzando quindi la lunghezza della corda e sollecitandola nuovamente per generare la nota più acuta.
Il più piccolo intervallo utilizzato nella musica occidentale è detto semitono. Per motivi storici nel nostro sistema musicale si è scelto convenzionalmente di suddividere l’ottava in 12 semitoni equalizzati, ossia per i quali si mantenga costante il rapporto tra le frequenze degli estremi.
Nella terminologia convenzionale occidentale gli intervalli vengono classificati mediante due parametri che chiameremo ampiezza e specie. Nonostante che tutti i trattati di Teoria e di Armonia concordino nel classificare gli intervalli mediante due parametri, è curioso che in letteratura non esista in proposito una terminologia universalmente accettata. All’occorrenza vengono adottati vocaboli quali denominazione, specie, forma.
Quindi la denominazione degli intervalli si compone di due parti distinte, come ad esempio: quinta giusta, settima eccedente e così via.
Si osservi che la classicazione risulterà del tutto indipendente dalla tonalità in cui l’intervallo si presenta, infatti la definizione univoca di un intervallo dipende esclusivamente dal nome delle note che lo compongono e dal loro stato di alterazione.
Nell’armonia classica o tonale, che poi è quella che viene anche usata per descrivere canzonette, jazz e blues, si suppone che ogni brano possegga una sua tonalità di base (generalmente è l’accordo che termina il ritornello) e tutti gli accordi del pezzo vengono considerati non in assoluto, ma relativamente a quella tonalità.
È vero che si può cambiare tonalità all’interno di una canzone: ad esempio, dopo un giro di DO (DO, LAm, REm, SOL7, DO) si può avere un LA7 e rifare la stessa melodia un tono sopra, ma in questo caso si comincia semplicemente a calcolare tutti gli accordi relativamente alla nuova tonalità.
Si è deciso poi di chiamare gli intervalli relativi alla tonalità di partenza in ben due modi diversi. Il primo è il grado, e non è molto diverso dall’intervallo in sé: la nota della tonalità stessa (il DO, se siamo in DO maggiore) è il primo grado, quella che forma un intervallo di seconda con essa (in questo caso il RE) è il secondo grado, e così via fino al settimo grado.
Ma è anche possibile chiamare le note “per nome”. Il primo grado è la tonica, perché dà appunto la tonalità; il secondo grado è la sopratonica.
Passiamo poi alla modale, detta così perché definisce il modo (maggiore o minore) della tonalità, e che sta sul terzo grado. Il quinto grado è la dominante, perché nell’armonia classica è quello più importante subito dopo la tonica; quarto e sesto grado sono rispettivamente sottodominante e sopradominante, il settimo grado è la sensibile. La “settima di dominante”, se siamo in tonalità di DO, sarà la nota che fa un intervallo di settima con il SOL, che è la dominante del DO; insomma, un FA.
L’intervallo è un elemento che conferisce contenuto “oggettivo” alla musica, infatti tutte le persone che sperimentano liberamente l’intervallo vivono lo stesso contenuto e la stessa magica energia.
Tutti gli elementi fondamentali della musica possono diventare terapeutici, soprattutto gli intervalli. Ogni melodia ha in sé il contenuto degli intervalli con la quale è formata. Contenuti che spesso agiscono inconsciamente sulla persona.
Una volta compresi, gli intervalli rivelano la musica come un ritmo respiratorio dell’essere che con un continuo movimento ci connette con il Cosmo.
Quando un intervallo risuona a livello fisico il pensare ne valuta l’altezza e il nostro essere più profondo ne sente la qualità.
L’esperienza dell’intervallo, a livello cosciente, è sempre completa ed equilibrata. Tale fenomeno fa parte del ritmo respiratorio animico-spirituale che sta alla base dell’intervallo. Come in ogni inspirazione vi è inclusa l’espirazione relativa e dipendente così pure negli intervalli i due movimenti sono connessi in modo che uno sia “positivo” e l’altro “negativo”.
Un parallelo potrebbe essere quello dei colori in cui l’occhio, a livello fisiologico, percependo un colore risponde producendo il colore complementare e quindi polarmente opposto. Si genera così un costante equilibrio tra esterno e interno.
Attraverso una lunga evoluzione, l’essere umano ha forgiato i suoi strumenti, coadiuvato dagli elementi musicali, specialmente gli intervalli. Possiamo dire infatti che l’ottava degli intervalli è la “misura” dell’Uomo.
Marco Stefanelli ha ricercato, studiato e sperimentato per molti anni cercando di mettere a punto una sua tecnica, o meglio un protocollo, per generare e riprodurre suoni armonici particolari che inducessero naturalmente delle sensazioni piacevoli e benefiche. Questa ricerca, tecnologica e interiore, è giunta ad una fase di realizzazione ed applicazione pratica nel Luglio 2001. Successivamente sarà ulteriormente affinata ed implementata con altre tecniche e caratteristiche. E’ stata denominata “HRM” (Harmonic Resonance Modulation – Risonanza Armonica Modulata o Modulazione Armonica della Risonanza) proprio perché l’obiettivo è quello di riarmonizzare e cioè di raggiungere, con delle particolari alchimie foniche, una coerenza e sintonia armonica e biologica con i vari elementi del corpo e della mente ed una conseguente integrazione della coscienza individuale con quella universale. Questo viene ottenuto modulando opportunamente dei segnali portanti a varie frequenze fra cui anche sonorità infrasoniche e ultrasoniche. I suoni modulati sono generati da scale “armoniche” naturali e accordate con le frequenze dell’Universo e della Natura.
Questi sono alcuni esempi di numeri, rapporti e ritmi sacri, cosmici, naturali, archetipici e biologici:
– la parola Musica deriva dal greco Musa. Le 9 muse erano le sorelle celesti che presiedevano al canto, alla poesia, alle arti e alle scienze.
– rapporto Harmonico: 3:6:9
– ritmi cosmici: sono sempre multipli, sottomultipli o somme di 9
– 12 segni dello zodiaco, 12 mesi dell’anno, 12 sali omeopatici, 12 apostoli, ecc…
– Il numero 5 è portatore del simbolismo dell’uomo, dell’orizzontalità, della materia, della base delle cose (5 Principi, 5 sensi, 5 dita, ecc…)
– 5 vertebre sacrali (3+2), 5 lombari, 12 dorsali e 7 cervicali
– anno astronomico (tempo per intero giro di precessione): 25920 anni terrestri
– durata del mese astronomico: 2160 (25920:12)
– numero respirazioni di un uomo in un giorno (una rotazione terrestre): 25920
– durata giorno astronomico: 72 anni terrestri (2160:30)
– codice universale della simbologia ancestrale: 72
– ore di tempo necessarie per distacco spirito-materia (fase di decesso): 72
– Il numero 7 esprime il simbolismo della spiritualità, del divino, di ciò che è elaborato…
– 7 gradi della gamma tonale, 7 note musicali, 7 chakra, 7 pianeti, 7 colori dell’arcobaleno, ecc…
– numero-simbolo dell’individuo che si manifesta (mesi concepimento): 9 (7+2)
– ritmo respiratorio (respirazioni medie umane al minuto): 18 (9×2)
– ritmo cardiaco (battiti del cuore): 72 (9×8)
– percentuale di acqua nel corpo umano: 72 (9×8)
– percentuale di acqua sulla Madre Terra: 72 (9×8)
– numero sacro vedico e tibetano: 108 (9×12)
– druidico, labardico e “LA” originale: 432 (108×4) (9×48)
– numero sacro dell’Asia meridionale: 504 (9×56)
– costante universale pitagorica e numero cabalistico dell’apocalisse: 666 (9×74)
– grado dello zodiaco: 72 anni (9×8)
– frequenza vibratoria della luna: 216 (72×3)
– vibrazione e risonanza terrestre: 8 (7,83) Hertz corrispondenti alle onde cerebrali alpha
– numeri pitagorici: 72 e 10
– Scala DNA Solfeggio Saptak: 63, 111, 174, 285, 396, 417, 528, 639, 741, 852, 963, 1074, 1185 Hz.
– Phi, proporzione Aurea e Argentea: 1,618 – 0,618 – 0,381
– numeri di Fibonacci: 0, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, 89, 144, 233, 377, 610, 987, 1597, 2584, 4181, 6765, 10946, 17711, 28657, 46368, 75025, 121393, 196418, 317811, 514229, 832040, 1346269, 2178309, 3524578, 5702887, 9227465, 14930352, 24157817, 39088169, 63245986, 102334155…
– proporzioni di Fibonacci: 1/1; 2/1; 3/2; 5/3; 8/5; 13/8; 21/13; 34/21; 55/34; 89/55; 144/89…
– ecc…
Alcuni esempi di “HRM” naturale e biologico sono: il battito del cuore, il ritmo del respiro, la voce della madre al momento della nascita, l’effetto ASMR, l’effetto SubMozart, la risacca del mare, le cascate d’acqua, i suoni della foresta, i noise, i frattali ecc…
Schema percezione by Centro Studi Bhaktivedanta
Ogni oggetto fisico ha un’origine psichica perché prima di cristallizzarsi materialmente è stato un’idea e la relativa matrice psichica si può ritrovare nell’oggetto. Ogni oggetto fisico infatti contiene una fonte di energia i cui flussi sono denominati pratyaya in sanscrito. Il pratyaya partendo dall’oggetto stimola gli organi di senso che sono trasduttori energetici primari. Come in un microfono l’energia sonora dei fononi viene trasformata in onda elettrica e inviata ad una piastra magnetica che la registra, così fa la facoltà di senso ricevendo l’onda energetica psichica trasformandola in onda mentale individuale (vritti) e trasmettendola alla mente (manas).
L’onda energetica psichica originaria passa attraverso gli schermi dell’organo di senso, della facoltà di senso e della mente in un processo rapidissimo. L’organo di senso registra per una frazione di secondo e in seguito altri stimoli cancellano i precedenti (persone eccezionali ricordano per 2-4 secondi mentre le persone ordinarie per una frazione di secondo; la mente generalmente ricorda per 2-15 minuti e poi il ricordo comincia a sfumare (curva di Ebbinghaus).
Quando l’onda energetica psichica arriva sul piano mentale l’immagine sonora si compone anche con il contributo delle percezioni di tutti gli altri sensi e poi si dissolve. Essendoci una memoria, però, l’immagine sonora non si annulla ma diventa un ricordo che passa attraverso il filtro della personalità (ahamkara) ed entra nel karmashaya o serbatoio inconscio dove come percezione non è più notata ma vi rimane con tutta la sua carica emotiva. In questo serbatoio di ricordi si creano le dinamiche e gli orientamenti, ovviamente, inconsci che più fortemente influenzano l’individuo nei suoi comportamenti abituali, spontanei e quotidiani.
L’inconscio è la sede di tutti i condizionamenti ed in esso le percezioni, divenute registrazioni, memorie latenti (samskara), formano complessi emotivi che si attraggono e si eggregano per categorie alimentando tutta una serie di complessi omogenei che raggiungono una forza tale da riuscire a destabilizzare l’io storico che può giungere fino a perdere il governo della propria personalità.
Quando l’io si destabilizza possono insorgere diverse psico-patologie che l’individuo non è in grado di contrastare con il solo uso della volontà perché l’io storico non riesce, con le sue sole forze, ad accedere all’inconscio: è necessario che gli si applichi una qualche terapia psicologica o disciplina, eventualmente coadiuvate da musiche e sonorità particolari, per insegnargli come reintegrare e riequilibrare la sua personalità.
Ogni persona ha la propria soglia personale di percezione consapevole che può variare in base allo stile di vita, alle tendenze (Vasana), alle memorie latenti (Samskara), ai condizionamenti e al Karma personale (Sva-Karma). E’ possibile variare questa soglia anche con alcune discipline olistiche di evoluzione personale come la meditazione, lo Yoga, la PNL, il Training Autogeno, l’Audioterapia e l’ascolto evolutivo ecc…
Le persone più evolute e “illuminate” hanno maggiore accesso alle profondità dell’inconscio e ai relativi contenuti. Anche durante lo stato di sogno, con l’uso di sostanze psicotrope e in alcuni casi patologici si può riscontrare un maggiore accesso all’inconscio (Karmashaya), con la differenza che le persone evolute riescono a controllare e gestire al meglio questi contenuti perché hanno la preparazione, le capacità e gli “strumenti” per farlo mentre negli altri casi le persone sono spesso in balìa dei contenuti perché sono quasi sempre al di fuori della loro portata e quindi del loro controllo.
Il processo di ascolto fisico-psicologico di McClellan
Alcune Tecniche e Metodi BrainWave Entrainment (BWE) implementati
1) CrossFeed Stereo Modulation – CSM (Modulazione stereo incrociata)
Questo tipo di modulazione agisce similmente al bilanciamento o pan di un qualsiasi impianto stereo o media player, ma invece di aumentare o diminuire semplicemente il volume di ogni canale, alimenta il suono tra i canali in modo circolare su un modello di onda sinusoidale e ad una percentuale specifica. La percentuale di modulazione è relativa alla frequenza cerebrale o alla banda di frequenze che vogliamo indurre. La Crossfeed modulation produce una sottile induzione che non disturba il brano musicale ambientale di sottofondo.
Questo metodo funziona efficacemente con musica e toni puri ma solo in stereofonia e quindi con le cuffie stereofoniche.
2) Pulse Isochronic Volume Modulation – PIM (Modulazione del volume a pulsazione isocronica)
E’ un metodo di modulazione che aumenta e diminuisce il volume di un suono su un modello di onda triangolare ad una percentuale specifica. E’ uno dei metodi più datati di induzione che si conosca e secondo molti uno dei più efficienti sebbene uno dei più grossolani.
Questo metodo funziona con musica e toni puri sia in monofonia che in stereofonia ed eventualmente non richiede cuffie stereofoniche.
3) Low-Pass Filter Modulation – LFM (Modulazione filtrata passa basso)
Questo metodo rimuove le alte frequenze di un’onda sinusoidale ad una percentuale specifica per secondo. Usato in modo appropriato può essere un metodo di induzione incredibilmente efficace e raffinato. E’ molto usato per produrre simulazioni di onde marine in associazione con noise o suoni simili.
Può essere usato con musica e toni puri sia in monofonia che in stereofonia ed eventualmente non richiede cuffie stereofoniche.
4) Pitch Modulation – PM (Modulazione dell’intonazione)
Questo metodo aumenta e diminuisce l’intonazione di un suono su un modello di onda sinusoidale ad una percentuale specifica per secondo. Viene usato specialmente con suoni che simulano il vento, le onde del mare e i toni profondi.
Può essere usato con musica e toni puri sia in monofonia che in stereofonia ed eventualmente non richiede cuffie stereofoniche.
5) Auto-Pan Modulation – APM (Modulazione panoramica)
Semplice metodo che aumenta e diminuisce il volume di un suono del canale destro o sinistro su un modello di onda sinusoidale in una specifica percentuale al secondo.
Questo metodo funziona efficacemente con musica e toni puri ma solo in stereofonia e quindi è consigliabile l’uso delle cuffie stereofoniche.
I battimenti binaurali sono dei battimenti o battiti sonori ritmici veicolati da due suoni (Toni) diversi, a bassa intensità e separati per i due padiglioni auricolari.
Le frequenze “Binaural Beats” sono state scoperte nel 1839 dal tedesco Heinrich Wilhelm Dove e sperimentate per la prima volta sul cervello dal Dr. Gerald Oster nel 1973 al Mount Sinai School of Medicine di New York.
Quando un tono è ascoltato con un orecchio e un altro tono lievemente diverso è ascoltato nell’altro orecchio, il cervello produce un terzo tono che pulsa alla frequenza della differenza tra i due toni. Per esempio, se un tono di 1000 Hz viene sottoposto all’orecchio sinistro e un tono di 1010 Hz viene sottoposto simultaneamente all’orecchio destro, un terzo tono di 10 Hz viene elaborato e percepito dal cervello.
E’ una delle tecniche più efficaci quando si parla di induzioni cerebrali o brainwave entrainment ed ovviamente funziona solo con suoni stereofonici e quindi è consigliabile l’uso delle cuffie stereofoniche, a differenza del metodo fratello Monaural beats. Approfondimento Binaural Beats
7) Monaural Beats- MAB (Battimenti monaurali o battiti monoaurali)
Simile al Binaural beats con la toni ascoltati. E’ una tecnica molto efficace e non richiede l’uso delle cuffie stereofoniche.differenza che i due toni portanti vengono miscelati prima di essere inviati all’orecchio. Quando due toni lievemente diversi, opportunamente intrecciati in un singolo suono a bassa intensità, vengono sottoposti allo stesso orecchio, il cervello elabora e percepisce un terzo tono equivalente alla differenza dei due
8) Harmonic Box X – HBX (Box X Armonica)
E’ un metodo di induzione cerebrale descritto da James Mann nel suo libro “The Awakening Mind 1”. Questo metodo incorpora più battimenti (monaurali e binaurali) combinati in una singola struttura armonica.
Due o più battimenti vengono impostati per stimolare una frequenza primaria delle onde cerebrali e le due o più voci vengono disposte in modo da creare un battimento “crossover” del doppio della frequenza primaria (doppia frequenza = armonica). Infine, i toni in un orecchio vengono impostati per pulsare al triplo della frequenza primaria (tripla frequenza = armonica), l’altro orecchio è impostato con la frequenza primaria.
Funziona solo con toni puri sia in monofonia che in stereofonia ed eventualmente non richiede cuffie stereofoniche.
9) Bilateral Sounds – BLS (Suoni Bilaterali)
E’ un tipo di stimolazione sonora bilaterale che interessa sia il lato destro che il sinistro del cervello. La ricerca mostra che il suono bilaterale, che si alterna tra l’orecchio destro e sinistro, aiuta gli emisferi cerebrali a funzionare in armonia. E’ possibile realizzare o trasformare qualsiasi sonorità in modalità bilaterale per migliorare l’efficacia delle sessioni di ascolto. Il suono bilaterale è utilizzato spesso nelle sessioni di ipnoterapia EMDR.
Il tasso di panning è definito dalla rapidità del suono a muoversi dall’orecchio destro al sinistro ed è misurato in CPM (cicli per minuto). Ad esempio, impostando la velocità di panning a 5 CPM il suono si sposta da sinistra a destra e viceversa per cinque volte al minuto. E’ possibile impostare il CPM tra 1 e 1200 (che è una velocità di 20 cicli al secondo).
approfondimento sul sito http://www.sublimen.com/
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