Proviamo lo stretching strutturale

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Proviamo lo stretching strutturale

di Giampiero Cara da auraweb.it

Che cos’è che irrigidisce progressivamente il nostro corpo, fin quasi a bloccarlo? Cos’è che altera
il suo naturale equilibrio? Perché tante persone non riescono ad essere sciolte, a muoversi in modo
fluido, indipendentemente dal fatto, a volte, che facciano ginnastica o no? Le cause possono essere
tante: errori posturali, lesioni o malattie, esercizio fisico carente, eccessivo o sbagliato,
problemi emotivi, accumulo di tossine nell’organismo. Di solito, però, ci decidiamo a correre ai
ripari solo quando la struttura del corpo “crolla”, e dolori e malesseri ne ostacolano il naturale
funzionamento.

Proprio per evitare rimedi tardivi e spesso inefficaci, nella seconda metà degli anni Settanta il
medico e osteopata inglese John Stirk ha messo a punto una disciplina chiamata stretching
strutturale, che considera il corpo umano una struttura flessibile e dinamica formata da elementi
collegati e interdipendenti, la cui “impalcatura” di base è rappresentata da ossa, cartilagini,
legamenti, tendini e muscoli.

Elemento essenziale di questa struttura sono le articolazioni, dalla cui integrità dipende il
“benessere strutturale” di tutto il corpo. Ecco perché gli esercizi di stretching strutturale sono
rivolti soprattutto alle articolazioni, allo scopo di scioglierne eventuali rigidità, oltre che agli
altri elementi della struttura corporea, come muscoli e tendini da allungare se contratti o,
viceversa, da accorciare se troppo lunghi.

Insomma, secondo Stirk, solo quando la struttura del corpo sarà stata “liberata” e riequilibrata in
tutte le sue articolazioni potremo sentirci veramente bene e in forma. In questo, il medico inglese
si è mantenuto fedele ai principi dell’osteopatia, secondo cui, ricordiamolo, alla base di qualsiasi
disturbo c’è una disfunzione della struttura anatomica, che va corretta, o “regolarizzata”, per
garantire il ripristino dello stato di salute fisiologico.

Vediamo, allora, come cominciare a farlo con un “assaggio” di alcuni semplici esercizi di base.

ESERCIZIO PER LE CAVIGLIE

Questo esercizio aiuta a sciogliere l’articolazione delle caviglie, che consente ai piedi di
mantenere un corretto contatto con il suolo e funge da “ammortizzatore” degli impatti che altrimenti
si ripercuoterebbero troppo sulla schiena, provocando dolori e fastidi. Tenendo i piedi e le
ginocchia uniti, tendete le braccia verso l’alto congiungendo i palmi e le dita delle mani. Quindi,
spingete lentamente in avanti le ginocchia fino a dove riuscite ad arrivare senza alzare i talloni
dal suolo, al fine di abbassare il più possibile il bacino senza inarcare la schiena. Ripetete
questo movimento per almeno sei respirazioni, cercando, ad ogni nuova espirazione, di abbassarvi un
po’ di più rispetto alla precedente.

ESERCIZIO PER LE GINOCCHIA

Le ginocchia costituiscono l’articolazione più voluminosa di tutto il corpo, e ogni loro innaturale
rigidità interferisce con il corretto spostamento del peso del corpo e, in generale, con
l’equilibrio dell’intera struttura fisica. In piedi, mettetevi con la schiena a circa 30 cm da una
parete, con i piedi paralleli a distanza di circa 15 cm l’uno dall’altro.

Aiutandovi con le mani, se volete, lasciatevi andare all’indietro, fino ad appoggiare la schiena
contro la parete, senza però spostare le gambe. Quindi, tenendo i talloni appoggiati al pavimento,
lasciatevi scivolare un poco verso il basso lungo la parete, piegando le ginocchia. Mantenete questa
posizione per sei respirazioni, poi lasciatevi scivolare ancora un po’ più giù. S

empre tenendo la parte bassa della schiena a contatto con la parete e il mento leggermente in
dentro, continuate a scivolare gradualmente verso il basso, fermandovi ogni volta dopo qualche
centimetro per eseguire le sei respirazioni, fino a che le cosce non saranno parallele al pavimento.
A questo punto, risollevatevi lentamente espirando.

ESERCIZIO PER LA COLONNA VERTEBRALE

La nostra colonna vertebrale è davvero la “colonna” portante di tutta la struttura fisica, da cui
dipende, oltre che il buon funzionamento delle altre parti del corpo, anche la salute del nostro
preziosissimo tessuto nervoso.

Per stirarla bene, contribuendo così a mantenerla flessibile, mettetevi col fianco sinistro ad una
trentina di centimetri di distanza da una parete, alzate il braccio sinistro e appoggiate il palmo
della mano sulla parete stessa. Quindi, piegate le ginocchia e, sollevando appena il tallone della
gamba destra e mettendo la mano destra sul fianco o sulla gamba per agevolare e controllare il
movimento, inclinate lateralmente il corpo fino ad appoggiare il bacino contro la parete.

Sciogliete lentamente la colonna vertebrale per quattro respirazioni, facendo attenzione, ogni volta
che espirate, a rilassarla estendendola lateralmente e lasciando scivolare sempre di più il braccio
destro verso il basso lungo la gamba destra. Alla fine, ripetete l’esercizio per altre quattro
respirazioni dall’altro lato.

Copyright © 2001 Giampiero Cara

L’AUTORE

Giampiero Cara

Giornalista dal 1986, direttore di Bliss-Il Giornale dell’Anima, si laurea in lettere nel 1990 con
una tesi su Georgei Ivanovic Gurdjieff.

Profondo conoscitore della lingua inglese, ha tradotto professionalmente libri di saggistica
narrativa per prestigiose case editrici nazionali.

Nel 1995 ha cominciato ad interessarsi in maniera approfondita, oltre che di esoterismo, di
filosofia New Age pubblicando sull’argomento centinaia di articoli.

Può essere contattato al seguente indirizzo: bliss2000@libero.it

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