(AGI) – Washington, 24 nov. – Sognare ci aiuta ad attenuare le forti emozioni che abbiamo vissuto
durante il giorno, in modo da farci reagire in modo migliore, soprattutto di fronte alle emozioni
negative, in caso si dovessero ripresentare eventi simili. La fase del sonno durante la quale si
sogna, la cosiddetta fase Rem (Rapid Eye Movement), avrebbe un vero e proprio effetto terapeutico in
relazione alle esperienze emotive che abbiamo vissuto durante la giornata, aiutando il nostro
cervello ‘razionale’ a ridimensionare le reazioni negative. Lo studio dei ricercatori della
University of California di Berkeley ha coinvolto 35 adulti divisi in due gruppi a cui sono state
mostrate 150 immagini di forte impatto emotivo per due volte, a 12 ore di distanza. Mentre i
volontari osservavano le immagini, la loro attivita’ cerebrale era misurata con risonanza magnetica.
Il primo gruppo ha assistito alle immagini la mattina e la sera, senza dormire nel frattempo. Il
secondo invece e’ stato coinvolto una sera e poi il mattino dopo, quindi dormendo nel mezzo. I
soggetti che dormivano hanno riportato una diminuzione significativa della reazione emotiva alle
stesse immagini mostrate il mattino dopo.
La risonanza magnetica ha infatti mostrato una drastica riduzione della reattivita’ dell’amigdala,
la parte del cervello che elabora le emozioni: la corteccia prefrontale aveva ripreso il controllo
delle reazioni emotive dei partecipanti all’esperimento. In piu’, le registrazioni durante la notte
dell’attivita’ elettrica cerebrale hanno fatto scoprire una riduzione, durante il sonno, dei livelli
di stress neurochimico. A quanto si legge su Current Biology, la scoperta potrebbe spiegare perche’
le persone che soffrono di disordine da stress post-traumatico (PTSD), come i veterani di guerra,
abbiano spesso incubi. Secondo gli scienziati, infatti, probabilmente potrebbe essere malfunzionante
questo elemento terapeutico del sonno: quando, per un qualunque motivo, si innesca un ricordo, un
flashback, l’emozione che si prova e’ interamente quella che si e’ vissuta la prima volta, perche’
non c’e’ stata l’attenuazione emotiva esercitata dal sogno.
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