PSICOCINESI E MISTICISMO IN UN UNIVERSO “OLOGRAFICO”

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PSICOCINESI E MISTICISMO IN UN UNIVERSO “OLOGRAFICO”

di Antonio Bruno
per Edicolaweb

Una fede ardente può produrre inimmaginabili “miracoli”. La fede – disse il Maestro Nazareno Gesù
Cristo – può muovere le montagne. Ma “le montagne”, di che realtà fanno parte…?

In che tipo di universo è possibile che il percorso di individui pervasi da fervide istanze mistiche
(ma non solo) sia in grado di interagire, modificandola, con la realtà percepibile con i sensi al
servizio del livello più “superficiale” di essa…?
Forse in un universo di “onde di forma”.

Se davvero, come ipotizzato da un numero sempre crescente di fisici teorici, l’universo è
strutturato su modelli quantistici o, meglio, olografici, tutta una vasta gamma di eventi che
accompagnano da sempre la storia dell’uomo e che sono stati ritenuti costantemente dai più come
“straordinari”, “miracolosi” o inesplicabili, potrebbero avere una chiave interpretativa che funga,
per essi, da “paspartout”.

Nel campo mistico, ad esempio, potremmo prendere in considerazione i fenomeni delle stigmate o
quello, dibattuto, del cosiddetto “miracolo di S. Gennaro”, del quale si hanno notizie fin dal 1389.
A proposito di quest’ultimo, sorvolando, per questa volta, sulla questione se sia tutto da imputarsi
all’effetto di speciali sostanze chimiche sottoposte a movimento, potremmo ipotizzare con una certa
verosimiglianza un evento psicocinetico.
Il fatto, in sé, è innegabile: la sostanza contenuta nell’ampolla, di fronte ad una folla incitante
e profondamente “istintiva” nelle sue espressioni devozionali, diventa “sangue” quasi ogni anno ed
il popolino ne trae svariati presagi. Siccome, del resto, non siamo ancora riusciti ad avere la
prova assoluta dell'”ipotesi chimica” propugnata dagli scettici – e, di contro, sappiamo che nel
1902 un gruppo di scienziati dell’Università di Napoli effettuò un’analisi spettroscopica che
confermava la natura ematica del contenuto, – siamo, perlomeno, in una situazione di “parità” che ci
consente i nostri tanto cari “voli pindarici” nel mondo delle ipotesi.
Ipotesi, tuttavia, scientificamente ben motivate in casi similari, come vedremo.

Se per Psicocinesi (PK) si vuole intendere un qualsiasi intervento “non diretto” sulla materia con
risultati “visibili” e “tangibili”, siamo, allora, autorizzati a proporre, anche per eventi che
investono il campo della religione, una matrice psicocinetica.

In altre occasioni ho avuto modo di propugnare l’idea che forti stati emozionali, devozionali o
emotivi possano alterare “tangibilmente” gli eventi esterni. Ma sono in buona compagnia. Come
dicevo, fisici teorici della portata di Karl Pribram, Bohm, Dunne ed altri, non trovano affatto
assurde simili ipotesi, anzi, le delineano come uno degli scenari più convincenti entro cui si
delinea la realtà in cui tutto esiste, compresi noi. Ma anche nello stesso ambito religioso c’è chi,
come il Rev. Herbert Thurston (“The Physical Phenomena of Mysicism”), è propenso ad accettare
ipotesi psicocinetiche alla base di un buon numero di eventi “miracolistici”. L’idea è che si tratta
della stessa “forza della fede”, in molti casi “concentrata e potenziata” da un numero elevato di
fedeli, i quali metterebbero in moto nient’altro che poteri latenti della nostra mente. E, a questo
proposito, accenno solo di sfuggita alla “Scuola Ermetica” dell’esoterista Giuliano Kremmerz, il
quale, a cavallo fra l’800 ed il ‘900, aveva già postulato proprio questi precisi principi.

C’è chi ha fatto notare che tutti i fenomeni mistici possono essere ripetuti anche dai sensitivi;
proprio come c’è chi, molto pretenziosamente, asserisce che tutti i fenomeni prodotti dai sensitivi
sono riproducibili da prestigiatori…

Ma l’idea vincente, a mio avviso, per quanto “ridotta” possa essere (e concediamoglielo, agli
scettici…!) la percentuale di casi autentici, resta proprio questa possibilità del pensiero di
interagire con un plausibile “ordine implicito delle cose” onde, senza necessariamente “volerlo”,
ottenere degli effetti incredibili. Se, infatti, a livello quantistico le “particelle” di energia
che costituiscono tutto ciò che vediamo non sono altro che “onde di forma” influenzabili da chi
osserva (se, in altre parole, fosse possibile che ciò che in laboratorio si è sperimentato
nell’infinitamente piccolo si potesse trasferire anche in eventi più “grandi”), quella “mistica” e
“devozionale” costituirebbero proprio un’autentica “miniera di prodigi”! Del resto, tutto il
cosiddetto “soprannaturale” potrebbe non essere altro che questa esplicazione di dinamiche
quantistiche di un universo “olografico”.

Pensiamo, ad esempio, ad un altro fenomeno mistico molto conosciuto: le stigmate.
Il fisico Michael Talbot, in “Tutto è Uno” (ed. Urra, 1997), scrive a questo proposito:

“…la psicocinesi è chiaramente un fattore determinante in alcuni dei fenomeni che accompagnano le
stigmate. Quando il sangue scorreva dalle ferite di Therese Neumann (famosa stigmatizzata ,
Germania, 1898-1962. n.d.a.), esso fluiva sempre verso i suoi alluci – esattamente come sarebbe
fluito dalle ferite di Cristo quando era sulla croce – indipendentemente dalla posizione dei suoi
piedi. Questo significava che quando era seduta a letto, il sangue fluiva in effetti verso l’alto e
contro la forza di gravità. Ciò fu osservato da numerosi testimoni, inclusi molti militari
statunitensi di guarnigione in Germania dopo la guerra, che si recarono a visitare la Neumann per
vedere di persona le sue capacità miracolose. Flussi di sangue che sfidavano la gravità sono stati
riferiti in altri casi di stigmate (Rev. Herbert Thurston, “The Physical Phenomena of Mysicism”).
Eventi simili ci lasciano in uno stato di intensa curiosità poiché la nostra attuale visione del
mondo non ci fornisce un contesto entro il quale comprendere la Psicocinesi. Bohm crede che
considerare l’universo come un olomovimento ci fornisca il contesto.”

Esisterebbe, insomma, un “ponte” fra lo stato mentale e quello fisico delle cose.
Bohm dice:

“Questo legame è indivisibile, nel senso che l’informazione contenuta nel pensiero, che percepiamo
essere nel lato mentale, è al tempo stesso un’attività neurofisiologica, chimica e fisica, che è
chiaramente ciò che questo pensiero pone nel lato materiale”.

Cosa governa, in definitiva, interazioni di questa portata?
Che tipo di “Intelligenza” sta alla base di queste dinamiche e, in sostanza, dentro la “stanza dei
bottoni”?
Bohm non postula, necessariamente, una causalità di tipo fisico alla radice degli eventi che stiamo
considerando. Più verosimilmente, anziché considerarli come rispondenti alle empiriche dinamiche di
“causa-effetto”, potremmo riflettere sulla possibilità che esista un’interconnessione “non-locale”
di coppie di fotoni gemelli i quali, “oltre” ancora la stessa ipotesi quantistica, costituirebbero
una specie di “super-nonlocalità” in grado di conciliare con plausibilità gli eventi ancora
inspiegati con una Psicocinesi che sia l’espressione dell’uso attivo di informazione da parte di
tutte le particelle subatomiche; un uso che sa armonizzare coscienza e materia secondo meccaniche
ancora tutte da definire ma la cui intuizione non è, poi, così inverosimile.

Credo che basti, a questo fine, lasciarsi con coraggio alle spalle il timore di innovare
radicalmente convinzioni e postulati di una scienza in continua evoluzione.

assgraal@katamail.com

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