Psicodinamica

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Psicodinamica

del Dott. Roberto Antoniolo

E’ sicuramente il corso più appagante che si possa incontrare. Possiamo chiamarlo psicodinamica,
immaginazione creativa o anche dinamica mentale od ancora con altri nomi. Frequentandolo prendiamo
coscienza che siamo noi e solo noi i padroni della nostra vita. Che solo noi possiamo stabilire come
e quando farla funzionare e proprio nel modo in cui vogliamo noi.

Riusciamo a capire innanzitutto che siamo proprietari di una splendida automobile ed a prendere la
piena consapevolezza che magari siamo seduti sul sedile posteriore e che pertanto possiamo anche
decidere di spostarci al posto di guida prendendocene la completa responsabilità.

La nostra mente può essere considerata un computer ma è vero esattamente il contrario, in quanto è
il computer che funziona – almeno in parte – come la nostra mente. Il computer si comporta in questo
modo: ci sono dei dati che vengono immessi e ci sono dei risultati che si ottengono. Facciamo un
esempio prendendo il più semplice computer che esista: una banalissima calcolatrice. Se io vi
inserisco un 2 ed un 3, che risultati mi dà? Posso ottenere 5, o 6, o 1, o 2/3 (due terzi), o 8, o
9, 23, 32…Qui mi fermo, però potrei andare avanti parecchio. Cosa cambia, vale a dire, cos’è quel
qualcosa che fa sì che si possano ottenere risultati tanto diversi, pur dando sempre gli stessi
input?

E’ il “programma”, evidentemente, nel senso che se io inserisco il programma dell’addizione ottengo
5, con quello della sottrazione ottengo -1, se moltiplico ottengo 6, poi 2/3, e se accosto può
diventare 23 o 32 se inverto, posso elevare a potenza, ed allora ottengo rispettivamente 8 o 9, ecc.
ecc. Allora, se tutto dipende dal programma, è importante che io abbia il programma giusto per me,
programma di produttività, di scrittura, di disegno…

A questo punto viene naturale chiederci come vengono inseriti i programmi nella nostra mente. Chi ce
li mette?

Il corso di psicodinamica ci dà tante risposte e ci fa prendere coscienza che non siamo la nostra
mente, che non siamo il nostro corpo, ma che abbiamo una mente, che abbiamo un corpo… e ci dà
tutte le tecniche che sono indispensabili per diventare i veri arbitri della nostra vita e molte
altre cose ancora.

E parlando di corso vediamo di esaminarlo in modo articolato partendo dagli orari che terremo nei
corsi.

Il Corso di psicodinamica si svolge in una arco di 20 ore circa divise in 4 giorni (o anche in un
fine settimana, sabato e domenica; o articolato in più sere), vediamo però quello classico:

giovedì e venerdì dalla 20 alle 24, sabato pomeriggio dalle 14,30 alle 19,30; domenica dalle 9,30
alle 13 e dalle 15 alle 19, ossia 20 ore per fare 16 esercizi che devono essere svolti in un certo
modo e che è importante fare in un tempo ravvicinato, quindi un giorno dopo l’altro, ma con delle
scansioni precise, in modo di poter fare un discorso graduale e concentrato nello stesso tempo.

Ognuno degli incontri è dedicato ad un certo argomento, per esempio il giovedì sera è interamente
dedicato all’apprendimento di un certo linguaggio della nostra mente. Di solito consideriamo la
mente in modo indifferenziato, ma in realtà ci sono molte funzioni che la nostra mente può compiere.
Infatti il nostro cervello è un organo composto da due emisferi, destro e sinistro, che sono
separati da una membrana centrale chiamata “corpo calloso”, quindi potremmo addirittura considerare
l’organo cervello come composto da due organi diversi, perchè i due emisferi hanno funzioni che sono
veramente molto diverse una dall’altra. Quello a cui arriveremo attraverso il corso è di poter
utilizzare in equilibrio queste due parti così importanti per la nostra vita.

Per esempio l’emisfero di sinistra è quello razionale, logico, ha la funzione che state utilizzando
adesso: state ricevendo delle informazioni, informazioni che per alcuni sono completamente nuove ma
per altri già sentite. E allora cosa succede? Succede che il nostro emisfero di sinistra le elabora
velocemente in modo da lasciar perdere quelle che sa già e trattenere viceversa quelle che sono
nuove, per andarle ad archiviare in un certo posto da cui possono essere prese quando ce ne fosse
bisogno. Il mio pensiero razionale è un’elaborazione di questi dati. Maggiori saranno i dati
(informazioni) che introduciamo e maggiormente preciso sarà il risultato.

C’è però l’altro emisfero, quello di destra, emisfero viceversa che entra in gioco quando noi ci
troviamo in una situazione piacevole, quando siamo rilassati, quando ascoltiamo della musica, quando
ci troviamo in mezzo alla natura, quando il gatto che abbiamo in braccio fa le fusa, quando
svolgiamo compiti creativi (disegnamo, dipingiamo)…

Situazioni completamente diverse da quelle appena esaminate.

Infatti la mia mente immaginativa o creativa, invece, si comporta in questo modo: io non introduco
niente nel computer e ad un certo punto affiora la poesia, la sensazione di benessere, di
rilassamento, la soluzione creativa ad un certo problema, ecc., ecc.

Vedete com’è diverso? Io qui genero qualche cosa dal nulla, mentre di là ho bisogno di una serie di
dati.

Questa parte del cervello non viene presa in considerazione dalla nostra cultura. Gli studi al
riguardo sono recenti e sono portati avanti da studiosi e scienziati di tutto il mondo, in
particolare americani, da più di una ventina di anni. Anche in Italia lo studio prosegue a livello
scientifico in alcune Università.

Quindi noi abbiamo dentro di noi due esseri che convivono, uno con mentre razionale attaccata alla
realtà oggettiva, l’altro invece che rappresenta la creatività. Più in generale, quest’ultimo
rappresenta le doti espressive femminili, l’altro quelle maschili.

Presi isolatamente possono anche essere completi, dico “anche” perchè difficilmente lo sono e perciò
vanno integrati. E questo lavoro è proprio uno dei compiti che la psicodinamica può assolvere e lo
vedremo ampliamente nel corso.

La maggior parte di noi è abituata al primo linguaggio, al linguaggio razionale e lo utilizza
benissimo, viceversa quello molto carente è il linguaggio creativo anche se è stato sicuramente la
nostra forma espressiva fino all’età scolare, quindi comincia a calare improvvisamente fino a che da
adulti i momenti di creatività sono molto ridotti durante la giornata.

Per vivere bene , però, è importante che i due emisferi comunichino liberamente tra di loro e che
siano in equilibrio integrando la parte non in equilibrio e recuperando così un qualcosa di già
nostro.

A noi quindi interessa lo sviluppo della mente creativa, ed il corso di psicodinamica del giovedì
sera è interamente dedicato all’apprendimento di questo linguaggio, proprio perchè solamente
colloquiando con la nostra mente creativa riusciamo ad inviarle i famosi programmi (gli esercizi di
psico) di cui si parlava prima.

In che modo si riesce ad apprendere questo linguaggio? Utilizzando uno strumento straordinario che è
quello del riflesso o risposta condizionata. Proprio quel riflesso per cui noi quando stiamo
guidando e vediamo gli stop dell’auto che ci precede che si accendono, immediatamente, senza
pensarci più di tanto, togliamo il piede dall’acceleratore e lo spostiamo sul freno premendolo.
Frazioni di secondo, non ci costa fatica perchè ormai questo movimento è diventato un riflesso
condizionato, ossia è entrato a far parte del nostro bagaglio esperienziale con gli altri
automatismi. Ed allora, per logica conseguenza, io posso utilizzare questo meccanismo, che tra
l’altro è stato studiato principalmente dallo scienziato russo PAVLOV nel secolo scorso, per
qualsiasi cosa mi interessi raggiungere.

Se mi interessa lo stato di rilassamento, mi basta inserire uno stimolo prodotto dalla mia mente
immaginativa, ed ecco che ottegno il risultato che voglio. Dò dei tempi. Il tempo dedicato
all’inizio del corso per ottenere questo stato, quindi per parlare il linguaggio della mente
creativa, va dai 25 ai 28 minuti, il tempo dedicato al raggiungimento di questo stesso stato con gli
ultimi esercizi della domenica è meno di un minuto. Questo perchè ormai il riflesso è divenuto
automatico.

Ed a noi il rilassamento, quindi il linguaggio creativo, serve come presupposto ed in conseguenza
non abbiamo più bisogno di dedicarci ore ed ore con altre tecniche.

Venerdì sera questo risultato sarà raggiunto.

E parlando di psicodinamica non si può ignorare il padre della psicodinamica che si chiama Maxwell
Maltz. E’ un americano, si occupava di chirurgia estetica. Ha scritto un libro “Psicocibernetica”,
che è stato pubblicato in quasi tutte le nazioni nazioni, in milioni e milioni di copie.

Maxwell Maltz faceva il chirurgo estetico e quindi veniva a contatto con persone che avevano
problemi legati al loro aspetto fisico e siccome era anche una persona semplice ed intuitiva, ha
cominciato a porsi delle domande rispetto all’andamento della curva della soddisfazione dei suoi
pazienti e ad un certo punto si è reso conto che ogni persona ha una propria immagine interiore di
sè stessa, una propria auto-immagine che si è creata con il proprio vissuto.

Si è perciò accorto che, per esempio, una eventuale cicatrice deturpante molto spesso è radicata
profondamente nell’anima delle persone e non semplicemente sulla pelle e quindi… cosa succedeva?
Succedeva che dopo l’intervento la cicatrice era scomparsa, però la cicatrice rimaneva ancora
all’interno della persona che “si vedeva ancora con la cicatrice”. E allora ha proseguito la ricerca
in questo spazio per verificare effettivamente che cosa la persona si aspettasse, che cosa provasse
e soprattutto quale fosse l’immagine che aveva di sè stessa e questa immagine, una volta
individuata, ha poi preso il nome di “Immagine dell’io”.

“L’immagine dell’io” è in sostanza l’immagine che noi abbiamo di noi stessi ed è questa l’immagine
che noi proponiamo al mondo esterno. Vediamo di capirci con un esempio.

Può succedere di incontrare una “persona che non è bella” secondo i canoni estetici comuni ma che
però ha dentro di sè una tale carica di calore, di gioia di vivere, di disponibilità, che ci fa
dimenticare prestissimo il suo aspetto fisico. Ecco, questo tipo di persona ha un’immagine dell’io
in equilibrio e quindi quello che noi recepiamo va molto al di là del suo aspetto fisico perchè noi
vediamo la sua bellezza interiore.

Per contro può succedere di conoscere persone estremamente gradevoli da un punto di vista estetico,
che ci attirano quindi, ma con le quali ci sentiamo a disagio. Noi non capiamo bene il perchè, ma si
avverte il desiderio di andare via. Ecco, queste seconde hanno un’immagine dell’io che non è ancora
in equilibrio, quindi nonostante la gradevolezza del loro aspetto fisico, noi vogliamo prendere le
distanze.

Ma non è un rapporto solamente fisico, ovviamente, c’è un qualche cosa che non va, che non
accettiamo nel loro modo di comportarsi, di vedere e di fare.

Ed allora, se cominciamo a prendere coscienza di questa immagine dell’io ed a conoscerla, ad
approfondirla, a lavorarci sopra, possono succedere delle cose molto importanti, per esempio
accettarci.

Infatti se la nostra immagine dell’io è un’immagine per noi credibile, allora noi possiamo proporci
al mondo in un certo modo, ma se così non fosse, se ci fosse disarmonia, allora è forse il caso di
incominciare a fare qualcosa in merito.

Questo molto brevemente per introdurre quello che succede il venerdì sera, nel senso che durante i
lavori del venerdì sera , si comincia ad entrare un pochino in contatto con questo aspetto di noi,
in una maniera molto completa, perchè quando si partecipa ad un corso di psicodinamica non ci si
ferma solo alla teoria, ma la si applica e quindi si fanno degli esercizi che permettono di entrare
proprio nel vivo del lavoro.

E poi si farà anche un discorso sulla malattia perchè pare proprio che dietro a tutte le malattie ci
sia un qualche cosa che si muove nel nostro animo augurandoci anche che molto presto anche il tipo
di distinzione tra medicina psicosomatica e medicina somatico-allopatica possa venire superato,
operando e facendo proprio il concetto di medicina olistica, cioè di medicina che tiene in
considerazione la persona nella sua globalità, perchè noi siamo degli esseri pluridimensionali
composti da una dimensione fisica, da una dimensione energetica, da una dimensione di mentale, da
una dimensione emotiva, da una dimensione spirituale e tutte quante si compenetrano.

Ed allora è naturale conseguenza il pensare che quando c’è qualche cosa che si rompe a livello
fisico, la cura non possa limitarsi alla sola dimensione fisica, ma bisogna tener conto anche di
tutte le altre dimensioni dell’essere umano, discorso già accennato anche in Reiki.

Dunque, riprendiamo il filo del discorso. Siamo arrivati a venerdì sera, ed abbiamo già parlato
anche dell’immagine dell’io e proprio riferendoci al contesto della psicodinamica. Mediante essa noi
possiamo imparare a diventare consapevoli di quale sia il nostro stato ed il nostro modo di
rapportarci agli altri. Diventiaramo anche consapevoli se il desiderio che abbiamo di incontrarci
con le persone, se questa voglia di scambiare effettivamente energie di amore, di amicizia, di
simpatia e di tutto quello che ne consegue, sia perchè gli altri ci interessano veramente oppure al
contrario se lo facciamo per colmare un vuoto esistenziale.

Poi, se per un qualche motivo ci troviamo ad essere un pò stanchi, un pò depressi, soli insomma, o
stessimo vivendo un qualcosa che non va ed in definitiva ci troviamo a non stare particolarmente
bene con noi stessi, allora il problema si amplia e sarebbe da approfondire.

Per rappresentarla con un esempio, è come quando siamo costretti a stare in una sala d’attesa per
mezz’ora con qualcuno che non ci piace. Proprio lo stesso imbarazzo terribile che si prova restando
per qualche minuto in ascensore con una persona che non ci piace. E’ terribile. Si imparano a
memoria le istruzioni dell’ascensore piuttosto che parlare con questo individuo che ci imbarazza.

Ora immaginate cosa significhi stare 24 ore su 24 dentro questa pelle con una persona che non ci
piace, con una persona che magari non conosciamo o di cui non siamo consapevoli: la nostra immagine
dell’io!

Se una persona diventa consapevole del proprio bisogno di stare con se stessa e si accetta e
comincia ad avere un certo tipo di immagine di sè, a conoscersi, anche ad esempio attraverso
“l’immagine dell’io” di cui abbiamo parlato, allora quando si trova ed entra in relazione con altre
persone, diventa entusiasmante uscire con l’amico caro, che si ha voglia di vedere, e poi magari
andare da una parte e poi dall’altra e poi magari ancora in qualche altra scambiandosi nel frattempo
tutta una serie di informazioni e di messaggi, per cui quello che succede all’esterno perde
assolutamente di significato perchè l’importante è lo scambio, la comunicazione, la relazione fra le
persone.

Tutto questo discorso per dire che, in effetti, cominciando quindi a lavorare in un certo modo con
la psicodinamica e ad utilizzare i suoi semplici strumenti, si raggiungono questi obiettivi, anzi
direi che la consapevolezza dell’immagine dell’io sia sicuramente il più importante.

Siamo così arrivati a sabato e domenica. E’ molto difficile parlare degli esercizi che si realizzano
in questi giorni perchè si muovono in quella stanza di potenziale mentale non ancora utilizzato.

La scienza non dice ancora molto sulla mente ed nei prossimi anni si approfondirà lo studio degli
stati di coscienza, quindi si faranno nuove scoperte ma per intanto si conosce pochissimo.

Come sappiamo, il potenziale utilizzato dalla nostra mente è veramente poco, si parla del 10-15% e
questo significa che abbiamo comunque un potenziale dell’85-90% non ancora utilizzato. Cosa c’è
dentro a questi oltre 4/5 di potenzialità a disposizione?

Possiamo pensare che esistano dei centri di facoltà che oggi vengono chiamate parapsicologiche, come
ad esempio la telepatia, ossia la capacità di trasmettere il pensiero senza dover passare attraverso
la verbalizzazione; la psicometria, ossia la capacità di spostare gli oggetti senza dover ricorrere
ad uno sforzo muscolare – unicamente col pensiero; la chiaroveggenza, ossia la possibilità di vedere
superando i limiti che la materia ci crea; la preveggenza, ossia la capacità di individuare un certo
tipo di situazione che si verificherà più in là nel tempo, ecc. ecc. … sono tante le
possibilità…

Durante il sabato e la domenica non si fanno esercizi di psicometria, ma ci sono dei gruppi di
scienziati che stanno operando in questa direzione sia negli Stati Uniti che in Russia ottenendo
risultati importanti.

I nostri esercizi di questi due giorni ci danno semplicemente dei messaggi di come muoverci
all’interno della dimensione spazio-temporale senza quei limiti che si ritiene di avere, che sono
limiti che ha il corpo fisico ma non la nostra mente.

E’ impossibile parlarne dettagliatamente per questo motivo: mi sapete descrivere il sapore del
mango? Sono cose che si vedranno allora, perchè si arriva gradatamente preparati a quel momento, a
quelle conoscenze.

In definitiva, a cosa serve la psicodinamica dopo tutta questa lunga chiacchierata? La psicodinamica
non serve a niente e serve a tutto. La psicodinamica è un contenitore e durante il corso si
apprendono delle tecniche, poi ciascuno riempie queste tecniche con le cose che gli interessano. E’
come possedere un’auto ed una volta imparato a guidare ognuno va poi dove vuole andare ed allora la
psicodinamica può essere un medoto che ci consente di smettere di fumare, o di migliorare la propria
capacità di concentrazione e di memoria, o di sviluppare la propria creatività, o di imparare a
giocare a tennis, o perdere cattive abitudini, pigrizia, paure ed ansie, a lavorare sull’immagine
dell’io per accettarci, per migliorarci, per piacersi… o… o… o…, quindi quando dicevo che
serve a tutto, serve veramente per tutto quello che si desidera, per cambiare segno alla propria
vita da negativo in positivo, serve per superare problemi di stress, per dormire, per affrontare un
esame, serve veramente per tante cose… Se qualcuno la vuole utilizzare in questo senso, può
sicuramente farlo ottenendo magari degli splendidi risultati. Ma sia chiaro che non sostituisce lo
psichiatra o lo psicologo o il medico, ma li può validamente affiancare semplificando il loro
compito.

E’ chiaro che noi possiamo risolvere solo i problemi che ci toccano, i problemi reali nostri e dei
nostri amici. Si può fare anche qualcosa per quelli in generale, per esempio per il Pianeta, ma
questo è ancora un altro discorso.

La psicodinamica viene quindi proposta come un metodo che insegna ad ognuno a camminare con le
proprie gambe, da solo quindi e senza condizionamenti nè dipendenza, per poter andare dove vuole,
sapendo di essere il padrone della macchina di cui sopra. E se durante il percorso incontra degli
intoppi, come già detto, impara anche le tecniche per superarli o almeno per recuperare la forza per
conviverci.

Un’ultima importantissima cosa. Non c’è bisogno di lavorare o dedicare più ore al giorno per
ottenere dei risultati. Però sia chiaro, bisogna lavorare perchè la psicodinamica non è una
bacchetta magica per cui uno viene a fare il corso ed esce un’altra persona, ma per lavorare sono
sufficienti 10 minuti al giorno. E allora chi non riesce a trovare 10 minuti al giorno?

Chi proprio non riuscisse dovrebbe darsi un regolata!

Come già detto i corsi di psicodinamica si svolgano il giovedì sera, il venerdì sera, il sabato
pomeriggio e tutta la domenica con un breve intervallo per il pranzo e possiamo sicuramente
iniziarne uno non appena raggiunto il numero minimo di partecipanti. Oppure in più sere o in un fine
settimana, secondo le esigenze dei partecipanti.

I “nuovi” sono le persone che fanno il corso per la prima volta, e poi ci sono altre persone che
ripartecipano per la seconda, terza, ennesima volta.

Anche qui, come per Reiki e gli altri corsi non è richiesto nessun abbigliamento particolare, comodo
sì ma non particolare, tanto che si può uscire dall’ufficio, dalla fabbrica o dal negozio e venire
qui. Comunque una tuta va bene, portare un paio di calze. Qui ci sono già materassini, cuscini e
coperte per sdraiarsi.

Per quanto riguarda i libri sull’argomento ve ne sarà data un’ampia bibliografia in proposito. Vi
consiglio di non leggerli prima di partecipare al corso perchè perdereste alcune opportunità perchè
gli esercizi non saranno più spontanei. Ed anche per questo motivo, se vi interessa il corso, non
chiedete come si svolge nei particolari a chi l’ha già frequentato, ma solamente se vi consigliano o
no di frequentarlo. Sarebbe un appagare la curiosità, ma perdereste la parte più spontanea, più
bella, quella della sorpresa.

E ricordate, la vita non spreca opportunità. Vi offre le cose che potete superare e che vi sono
utili: nessuno, in questo momento, legge queste righe per caso. Non esistono le coincidenze, tutto è
concatenato. Se state leggendo, è perchè siete pronti ad assimilare queste nuove conoscenze e perchè
può esservi utile.

Grazie

da digilander.libero.it/arcobalenoreiki/

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