PSICOSOMATICA DELLA CRISI PLANETARIA – parte 1

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PSICOSOMATICA DELLA CRISI PLANETARIA – parte 1

Le logiche neuropsicologiche dei conflitti umani e del possibile nuovo ordine planetario

di Nitamo Montecucco

Tratto dal libro “Cyber, la Visione Olistica”

Ed. Mediterranee

Le radici del malessere planetario e la sua medicina

Il Vedanta parla di sette piani in cui la coscienza si muove e opera. La coscienza dell’uomo
ordinario si muove e lavora solo nei tre centri inferiori e si accontenta di soddisfare se stesso
con i normali appetiti: mangiare, bere, dormire e procreare. Ma quando raggiunge il quarto centro
dietro al cuore, l’uomo vede un divino splendore. Da questo stato tuttavia può ricadere nei primi
tre livelli inferiori. Quando la coscienza raggiunge il quinto centro, posteriore alla gola,
l’aspirante spirituale non può parlare di null’altro che di Dio… ma anche da questo stato può
ricadere, e quindi deve essere particolarmente attento. Ma non dovrà avere nessun timore di cadere
quando la coscienza raggiunge il sesto centro, allo stesso livello della giunzione delle
sopracciglia. Egli avrà la visione della Paramatman, la coscienza universale e resterà sempre in
Samadhi. La sua coscienza non sarà tuttavia fusa nella Paramatman in quanto c’è ancora un velo
trasparente tra il sesto e il Sahasrar, il centro più elevato. Shri Ramakrishna

Psicostoriografia: il pianeta come cervello

Proviamo ora a comprendere le basi neuropsicologiche delle due culture frammentata-materialista e
olistica-globale (vedi Il Paradigma Olistico e la Rivoluzione dell’Essere ) e a leggere l’attuale
stato di crisi planetaria come una “malattia” psicosomatica che coinvolge l’organismo Terra.

La Terra, come il complesso simbolo del Tao e come il nostro cervello, è sferica e divisa in due
emisferi. I due emisferi cerebrali hanno una loro polarità complementare Yin e Yang: quello
femminile pensa in modo intuitivo e globale mentre l’emisfero sinistro o maschile ragiona con una
logica analitica e razionale.

Analogicamente, anche gli emisferi orientale e occidentale del nostro pianeta evidenziano tale
polarità: l’Oriente ha sviluppato un’esperienza di vita più spirituale, intimamente legata
all’armonia con la natura e all’interiorizazione, l’Occidente ha sviluppato la razionalità, la
scienza e la tecnica ed il benessere fisico. Come anticipava Asimov, la psicostoriografia analizza
gli eventi storici come espressioni di una mente globale, con i suoi lati inconsci e le sue altezze
creative.

Nella storia del nostro pianeta, dopo millenni di culture primitive con prevalenza dell’emisfero
intuitivo-irrazionale, si è venuta a sviluppare in Occidente una cultura a netta dominanza
razionale. È lecito considerare, come punto storico di passaggio tra queste due epoche, l’invasione
ariana, che in Occidente può essere identificata con la civiltà greca e che raggiunge il suo momento
cruciale con la morte di Socrate e la nascita della filosofia aristotelica.

Questo passaggio filosofico tra la concezione unitaria socratica e la concezione analitica
aristotelica sancisce idealmente il tramonto della fase femminile e infantile della storia umana, in
cui la natura/Terra/madre era percepita con il cuore e la totalità dell’esperienza, e l’inizio della
fase giovanile della ragione e della differenziazione, in cui prende potere un Dio/padre/spirito che
distacca l’umanità dalla natura. Inizia un’era di sviluppo dei potenziali più tecnici e scientifici
dell’umanità che diventa la razza dominante del pianeta.

Da allora la cultura di tipo patriarcale-razionale diventa egemone, segno di una prevalenza
dell’emisfero razionale sull’intuitivo. Non a caso in neuropsicologia l’emisfero maschile viene
chiamato dominante.

Negli ultimi decenni sia la nuova cultura che i dati neurofisiologici concordano nel ritenere i
valori e le funzioni conoscitive della parte femminile del cervello di fondamentale importanza per
una nuova visione e coscienza planetaria. E’ in fatti da tempo iniziata la fase di ribilanciamento
tra le due polarità sia a livello culturale che ideologico. Fino a pochi anni fa, le donne non
avevano pieno diritto di voto, anche in Europa, come ad esempio in alcuni cantoni svizzeri. I dati
statistici che calcolano l’aumento della presenza delle donne nelle professioni un tempo riservate
agli uomini, come la politica, gli affari, la polizia o l’esercito, e purtroppo anche il parallelo
aumento del numero di casi di stress o di cancri al polmone da fumo di sigaretta, nella popolazione
femminile, sono una chiara evidenza di un processo di riequilibrio in corso. Una cultura planetaria
deve poter includere e armonizzare entrambe le dimensioni polari dell’esperienza umana.

Le tre divisioni dell’inconscio collettivo

Per comprendere e interpretare gli avvenimenti storici e l’attuale crisi planetaria in modo
completo, oltre alla logica dei due emisferi, occorre applicare alla lettura psicostorica la logica
dei tre cervelli proposta da Paul McLean. Richiamiamo brevemente le principali caratteristiche dei
tre cervelli.

Il primo è il cervello rettile, il più antico e primitivo centro di coscienza, che sta alla base del
nostro cervello e guida tutti i processi istintivi legati alla sopravvivenza individuale: il
possesso, il potere sul territorio, il sesso, l’aggressività verso le altre specie viventi e verso i
propri simili, la competizione, le ritualità sociali, la lotta e la fuga. Questi istinti oggi
governano il nostro cervello e la nostra intera civiltà. È come se il nostro pianeta fosse composto
di singoli individui che vivono essenzialmente per se stessi.

Il secondo è il cervello mammifero che regola l’affetto impersonale, la dedizione, il riso, il
gioco, il piacere, lo scambio di gentilezze, la cooperazione spontanea e il sentimento di amore e di
unità. Sentimenti che spesso osserviamo negli animali e che molti uomini hanno apparentemente
dimenticato o decisamente inibito, creando una società dove l’amore è un elemento secondario.

Il terzo è il cervello umano o superiore, utilizzato ora solo in parte ed in modo primitivo e
frammentato, essenzialmente per aiutare il cervello rettile a trovare le migliori e più intelligenti
strategie di dominio. Il cervello superiore è sede di enormi potenzialità oggi largamente
inespresse, di stati di profonda consapevolezza e beatitudine, di presenza di vivere.

La società diventa così fortemente mentale, astratta, calcolatrice e priva di quell’elemento
“elevato”, che sconfina con la bellezza e la sacralità, che è la principale caratteristica umana.

Come abbiamo sostenuto, l’essere umano che contribuirà alla creazione della coscienza planetaria
sarà caratterizzato da uno stato di coscienza più unitario, che si manifesta a livello
neurofisiologico con un’attività sincronica e armonica dei tre cervelli. “Tre in Uno” è un concetto,
spesso attribuito al divino, che rappresenta perfettamente l’attività coerente e coordinata dei tre
cervelli quando coesistono unificati dall’esperienza centrale del Sé.

Un’analisi psicostorica sulla società ora dominante a livello politico ed economico evidenzia, una
netta prevalenza del cervello rettile e dell’emisfero razionale. Questo stato di cose origina da un
parziale e primitivo sviluppo del potenziale interiore che caratterizza gli uomini di questa epoca,
essenzialmente orientati al piacere fisico e al potere sociale.

Riassumendo quanto esposto precedentemente, lo stato attuale di coscienza planetario e quindi le
malattie di questa era sono caratterizzate da:

1) iperattività del cervello superiore in cui predomina l’emisfero razionale

2) divisione ossia “dicotomia psicologica” delle attività dei due emisferi e “schizofisiologia” dei
tre cervelli, e quindi:

3) basso livello di sinergia e sincronicità tra i due emisferi e i tre cervelli,

4) predominanza dei bisogni della mente-rettile-maschile sulla coscienza globale dell’individuo e
quindi, per contro:

5) relativa carenza dell’attività del cervello mammifero-femminile,

6) mancanza di un modello educativo globale di riferimento per aiutarci e stimolarci a fare
esperienza ed esplorare il cuore della propria coscienza, perciò

7) mancanza, a livello sociale, di uno sviluppo consapevole del potenziale umano.

La cura per il benessere globale consiste in un salto verso una coscienza più elevata che può essere
identificata nella riapertura del centro dell’essere e quindi nell’evoluzione dal terzo al quarto
stato di coscienza.

Materialismo è dimenticarsi di sé

Il grande problema di questo momento storico mondiale è che l’uomo si è dimenticato dei suoi livelli
più evoluti, vale a dire delle sue incredibili potenzialità interiori, e vive disperatamente fuori
di sé, creando una società esteriorizzata e narcisistica. Dal punto di vista del modello Cyber,
risulta evidente che l’uomo odierno vive e sperimenta solo i suoi livelli più bassi, i primi tre
stati di coscienza, quelli relativi al mondo esteriore: il materiale, il sensoriale, l’emozionale e
l’intellettuale. È come se, dell’intero spettro della sua luce interiore, l’uomo utilizzasse solo i
primi tre colori: rosso, arancione e giallo. I suoi quattro livelli interiori, relativi ai quattro
stati di coscienza superiori, non sono neppure considerati, come se non esistessero.

Cerchiamo di comprendere la logica dell’evoluzione storica della coscienza e di capire i motivi di
questa interruzione e le sue attuali possibilità di superamento.

I primi tre livelli evolutivi

I popoli più primitivi sono caratterizzati da una totale identificazione con il primo corpo e i suoi
desideri fisici: l’intera attività cerebrale è polarizzata dal primo chakra. È la logica della
sopravvivenza, dell’agressività utilizzata per vivere e per accoppiarsi, della difesa del
territorio.

Nelle popolazioni più evolute, con la formazione delle prime civiltà, si osserva un progressivo
distacco dai bisogni fisici primari e, al contempo, un aumento dei bisogni emozionali e dei desideri
ad essi associati. Nascono le civiltà umane in cui si manifesta l’arte, la musica, la famiglia; in
queste società gli esseri umani sono identificati con il loro secondo livello affettivo-emozionale.
Nella società contemporanea esistono ancora questi livelli, il primo rappresentato dalle classi meno
culturalizzate, emarginate o più orientate al lavoro fisico, il secondo da una vasta fascia
culturale medio-bassa rappresentata da tutte quelle persone che vivono di telenovelas e di sport,
che non controllano le passioni e restano identificati con le loro emozioni (ricordiamo le vecchie
attenuanti legali per i delitti d’onore).

Il livello attuale è caratterizzato da uno sviluppo massificato del terzo livello, caratterizzato da
un fortissimo sviluppo della mente e dell’attività intellettuale. La scuola diventa dell’obbligo
fino ai quattordici anni e di fatto fino ai diciannove. In questo stato si osserva un progressivo
distacco dalle emozioni ma una forte identificazione con le informazioni apprese: idee, concezioni
politiche, filosofiche o religiose. La società attuale si ferma qui, al terzo livello, in quanto
successivi passi sul cammino evolutivo sono sconosciuti ai più e, spesso, proprio per questa
ignoranza di fondo, vengono ritenuti pericolosi per l’individuo e per la società e così negati ed
ostacolati. Tuttavia il salto successivo nel quarto livello rappresenta il punto di maggiore
importanza per l’attuale società. Come abbiamo già rilevato, questo salto oggi sta avvenendo
spontaneamente, ma con progressiva accelerazione nella parte più evoluta, aperta e sensibile
dell’umanità: se l’intero pianeta vuole sopravvivere, il fenomeno dovrà espandersi ai quattro angoli
della Terra.

Solo con il salto di livello l’uomo che segue un cammino di ricerca interiore riesce a distaccarsi
anche dalla propria mente, dal proprio ego e si libera.

La meditazione sviluppa la coscienza interiore, l’unica risorsa per poter osservare con distacco i
nostri pensieri, la nostra mente e i nostri condizionamenti, come da un punto più profondo. Per
questo gli Yogasutra di Patanjali iniziano con l’affermare che lo Yoga è l’arresto consapevole delle
funzioni mentali automatiche, e la strada della ricerca spirituale viene spesso definita, dal Dalai
Lama come da Gurdjieff, Osho e Krishnamurti, la via del distacco dalle proprie identificazioni.
Analizziamo psicosomaticamente questo salto tra il terzo e il quarto livello in modo più
dettagliato.

Il terzo livello nell’uomo e nella società attuale

In termini psicoenergetici, il terzo livello, giallo, dove l’umanità ristagna da millenni, nel corpo
umano corrisponde alla fascia del plesso solare (stomaco, fegato, milza, pancreas, reni e
surrenali). Da questo livello, che corrisponde al terzo chakra, le energie inferiori (di pancia) si
trasmutano e si elevano al centro del cuore (sentimenti), alimentando il quarto livello evolutivo,
verde, che corrisponde allo stato di amore impersonale e autocoscienza: l’inizio della vera
evoluzione interiore.

La struttura e la logica degli organi fisici situati sul terzo livello umano danno perfetta
rappresentazione della logica psicoenergetica presente nella società attuale; osserviamoli in
dettaglio con una serie di considerazioni trasversali analogiche. Il terzo livello è il più
differenziato dell’intero corpo essendo diviso in molte parti. Anteriormente si divide in due organi
asimmetrici: a destra il fegato e la cistifellea, associati ad un’energia yang, maschile, calda,
biliosa, estroversa, aggressiva simbolizzata dal sole (Surya chakra). A sinistra la milza, organo
yin, femminile, freddo, flemmatico, sensibile, introverso, timoroso simbolizzato dalla luna (Chandra
chakra). Nel centro lo stomaco e il pancreas. Posteriormente i due reni e le due gliandole surrenali
che producono numerosissimi ormoni sessuali e per il ricambio (i corticosteroidi, i glicocorticoidi
che stimolamo la produzione di glucosio del fegato, l’aldostertone, ecc.), gli ormoni
dell’aggressività e dell’attacco: l’adrenalina, o della fuga e dell’inibizione: la noradrenalina. Il
terzo livello gestisce la scomposizione degli elementi (digestione gastrica), la produzione di
energie attraverso la loro elaborazione e ricostruzione (sintesi epatica), la filtrazione e
depurazione delle scorie o delle parti del sangue ormai rovinate (reni e milza). È la fabbrica del
corpo umano, la sua industria centrale di trasformazione delle materie prime in prodotti
“biotecnologicamente avanzati”.

La civiltà tecno-rettile: divisione, sesso, aggressività, paura e produzione

Queste caratteristiche sono tipiche della nostra società che è molto differenziata in strutture
relativamente autonome e manca di unità, in cui gli opposti come il maschile e il femminile sono
sempre stati separati e divisi, in cui la sessualità è una delle spinte predominanti, in cui il
lavoro sociale è basato su una logica del più aggressivo e in cui si premia il più potente a
discapito del più sensibile, che di solito possiede caratteristiche più femminili e introverse.
Anche a livello fisico, questo livello non potrebbe esistere senza quello immediatamente superiore
del cuore e senza il controllo dei centri superiori della coscienza (ipofisi).

Se l’intera umanità o gran parte di essa iniziasse a comprendere e superare questo punto critico
dell’evoluzione, assisteremmo ad una miracolosa trasformazione della cultura frammentata dei nostri
giorni in una vera cultura globale.

Quando sono separati dalle funzioni dei livelli superiori spirituali, come nell’attuale società, i
primi tre livelli umani generano un orientamento psicofisico tipicamente materialista, dove l’intera
funzione del cervello viene orientata alla soddisfazione dei desideri primari del cervello rettile,
il più antico e primitivo centro di coscienza del nostro cervello che guida tutti i processi
istintivi legati alla sopravvivenza: il possesso, il potere sul territorio e sul sesso,
l’aggressività verso le altre specie viventi e verso i propri simili, la competizione, le ritualità
sociali, la lotta e la fuga, il sonno e la veglia. Che poi la difesa del territorio diventi
l’egemonia di una classe, la supremazia di una rete televisiva sulle altre o il monopolio mondiale
di un prodotto, e che il potere sul sesso si trasformi in abiti firmati e gioielli, nulla cambia per
l’inconscio. Questi sono gli istinti che oggi governano il nostro cervello e la nostra intera
civiltà.

Oltre la mente rettile: i talenti e il potenziale umano inespresso

Quali sono invece le potenzialità umane rimaste lungamente inespresse in questi ultimi millenni?
Quali sono le qualità neuropsichiche che l’umanità potrebbe sviluppare a livello planetario?
Innanzitutto vi sono le funzioni del cervello mammifero, l’affetto, l’empatia, il riso, il gioco e
l’amore, la cooperazione e il sentimento di unità. E poi le ancora inesplorate potenzialità del
cervello umano o superiore, formato dai due emisferi cerebrali che noi attualmente usiamo in modo
alternato, improprio e non sincronizzato, bocciolo pronto a fiorire esprimendo stati di profonda
beatitudine, di pienezza del vivere: il centro che ci connette con la coscienza del pianeta e col
divino. Le potenzialità della psiche umana sono talenti sottili e meravigliosi, nel senso letterale
del termine: generano meraviglia in chi li sperimenta, sono spazi di consapevolezza, di percezione
estetica dove altri non vedono che ovvietà, stati di estasi vissute nelle apparenti normalità della
vita quotidiana, momenti di precognizione, di visione allargata, di sensibilità più profonda.

continua…

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