Pump on the volume! La musica per ottenere una sferzata di potenza
Secondo un nuovo studio, ascoltare musica “hi-power” e con un’enfasi dei toni bassi, fa sentire le persone più energiche, potenti, in grado di fare di più e affrontare al meglio qualsiasi sfida. Il segreto per essere vincenti nel lavoro, nello sport o nella vita privata
LM&SDP – lastampa.it
07/08/2014
Posto che la musica ad alto volume può seriamente danneggiare l’udito, secondo gli scienziati chi ascolta musica di un certi tipo e a un certo volume, prima magari di una performance sportiva piuttosto che un appuntamento di lavoro… si dà una carica di energia o una sensazione come di onnipotenza che fa sentire di essere in grado di affrontare al meglio qualsiasi sfida. Potenza della musica, è proprio il caso di dirlo.
«Guardando grandi eventi sportivi, i miei coautori e io abbiamo spesso notato gli atleti con i loro auricolari indosso mentre entrano nello stadio o negli spogliatoi – spiega Dennis Hsu della Kellogg School of Management della Northwestern University – I modi in cui questi atleti si immergono nella musica (alcuni con gli occhi chiusi; qualcuno che accenna con il capo a battere il tempo) appare come se la musica prepari loro mentalmente e li rinvigorisca per la competizione che avrà il via di lì a poco».
Partendo dunque da queste osservazioni, Hsu e colleghi hanno deciso di scoprire se la musica può davvero trasformare lo stato psicologico di chi ascolta.
Già precedenti ricerche hanno dimostrato che la musica può avere effetti positivi sulle persone e anche effetti terapeutici. Si va dal migliorare l’apprendimento e la motivazione per arrivare anche a ridurre il dolore fisico. Quello che mancava era però uno studio che analizzasse il collegamento tra la musica e il senso di potenza o vigore, individuando non solo le conseguenze, ma anche la potenziale causa di questo legame.
Così i ricercatori si sono messi al lavoro e hanno selezionato 31 pezzi di musica di diversi generi, tra cui musica per sport, rock, hip-hop e reggae. In un primo test preliminare hanno voluto vedere come l’ascolto di 30 secondi di questi diversi brani avessero un effetto sul senso di potenza dei partecipanti. In questo pre-test i ricercatori hanno identificato i brani che trasmettevano più o meno senso di vigore.
A seguito di questa prima fase di studio, i ricercatori hanno individuato i primi brani “potenzianti” (o hi-power). Tra questi, “We Will Rock You” dei Queen, “Get Ready for This” di 2 Unlimited. Tra le canzoni meno “potenzianti” vi erano invece “Because We Can” di Fatboy Slim e “Who Let the Dogs Out” di Baha Men.
Il passo successivo è stato quello di valutare come i toni dei Bassi e degli Alti potessero rispettivamente influenzare il senso di potenza negli ascoltatori e tre fattori psicologici e comportamentali precedentemente identificati: la tendenza a vedere la foresta invece degli alberi (pensiero astratto), la percezione del controllo sugli eventi sociali (illusione di controllo), e il desiderio di agire per primi nelle interazioni competitive.
«Parte del nostro obiettivo – spiega Hsu – era quello di verificare se la musica produce gli stessi effetti di potenza che si trovano in altre fonti».
I ricercatori hanno anche esaminato i partecipanti circa i loro sentimenti positivi e li hanno statisticamente controllati per fare in modo che gli eventuali effetti riscontrati andassero oltre quelli creati dall’emozione.
I risultati finali dello studio, pubblicato sulla rivista Social Psychological and Personality Science, hanno mostrato che la musica “hi-power” (o ad alta potenza) ha evocato non solo un senso di potere inconscio, ma anche sistematicamente generato a valle tre conseguenze psicologiche e comportamentali.
Per essere più precisi, i ricercatori hanno voluto escludere che vi fosse un’eventuale influenza nel provocare certi effetti da parte dei testi delle canzoni. Per fare ciò hanno chiesto ai partecipanti di votare separatamente quanto ritenessero fosse potente il testo della canzone ascoltata.
«Poiché i partecipanti non hanno segnalato un aumento dei sentimenti di potenza dopo aver letto i testi, possiamo escludere l’effetto priming semantico dei testi nelle canzoni selezionate», ha sottolineato il prof. Hsu.
Un ulteriore approfondimento è stato condotto valutando gli effetti dei toni sul promuovere il senso di potenza nelle persone.
«Abbiamo scelto di manipolare i livelli dei bassi nella musica perché la letteratura esistente suggerisce che il suono dei bassi e della voce da basso sono associati con la dominanza».
Negli esperimenti con i toni bassi, i ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di ascoltare nuovi brani di musica strumentale in cui i livelli bassi sono stati digitalmente variati. In un esperimento, i partecipanti hanno riferito quali erano i loro sentimenti di potere. Nel secondo esperimento è stato chiesto loro di eseguire un compito scritto che prevedeva il completamento di alcune parole, e progettato per testare i sentimenti impliciti o inconsci di potere. Essi hanno scoperto che coloro che hanno ascoltato la musica con molti più bassi avevano riferito più sentimenti di potenza e hanno generato più parole correlate al potere durante il compito scritto, rispetto a coloro che avevano ascoltato la musica povera di bassi.
Secondo gli autori, questo effetto può essere definito come una sorta di contagio, in cui chi ascolta musica che esprime un senso di potenza tende a imitare questi sentimenti dentro di sé, per poi esternarli con i propri modi e azioni.
«Attenzione, poiché abbiamo usato dei brani musicali nuovi e mai sentiti prima in questi esperimenti, questo suggerisce che l’effetto a volte può verificarsi per puro contagio – sottolinea Hsu – Naturalmente, questo non preclude la possibilità che la musica possa indurre un senso di potere attraverso altri processi, come per esempio il condizionamento».
L’ipotesi “condizionamento” suggerisce che alcuni brani di musica potrebbero innescare esperienze forti perché queste esperienze sono spesso associate a quella particolare musica. Per esempio, la musica frequentemente utilizzata in occasione di eventi sportivi può suscitare forti sentimenti a causa dell’associazione con il potere, i premi e la vittoria: ne è un esempio famoso la canzone “We Are the Champions” dei Queen.
I ricercatori ritengono che sia importante condurre altri studi per approfondire quanto da loro scoperto e studiare ulteriormente altri potenziali meccanismi attraverso i quali la musica può indurre il senso di potenza. Se la musica è già spesso utilizzata in determinate situazioni come mezzo per stimolare i consumatori all’acquisto, gli scienziati sono interessati a esplorare se la musica può portare a risultati voluti in contesti come le trattative (commerciali e non), le prestazioni dei dipendenti, i colloqui di lavoro, la Campagne di marketing e anche le percezioni sociali.
«Sebbene debba senz’altro essere condotta più ricerca prima che possiamo davvero cominciare a capire gli effetti della musica sulle nostre esperienze psicologiche, credo che i nostri risultati forniscano la prova iniziale per il possibile uso strategico della musica, soprattutto in situazioni in cui la gente ha bisogno di provare il senso di potere. Le persone potrebbero desiderare di sondare se “pompare” i loro brani preferiti li può far entrare rapidamente in uno stato mentale di potenza prima di recarsi a un primo appuntamento galante, una riunione importante con un cliente o un colloquio di lavoro», conclude Hsu.
Insomma, se la posta in gioco è alta, prima di muoversi basta ascoltare il brano adeguato e poi godere del senso di potere.
Altri autori dello studio sono: Li Huang, Loran F. Nordgren, Derek D. Rucker e Adam D. Galinsky.
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