Qual è la differenza tra arteriosclerosi e aterosclerosi?

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Qual è la differenza tra arteriosclerosi e aterosclerosi?

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Per i più avvezzi alla terminologia medica, precisiamo che, esistono due termini molto simili e
spesso confondenti: arteriosclerosi e aterosclerosi.

Davide Terranova – 21/04/2024

Per arteriosclerosi si intende una generica condizione patologica, ma fisiologicamente quasi
inevitabile dopo una certa età, del tessuto vascolare costituente le arterie, che dopo anni vita,
per una serie di ragioni, perde in parte la naturale elasticità. Tanto è vero che nei soggetti
maggiori di 65 anni, sono tollerati valori pressori sistolici lievemente superiori ai valori
considerati normali (pressione sistolica massima uguale o inferiore a 140 mmHg, pressione diastolica
minima, inferiore uguale a 90 mmHg).

Per aterosclerosi invece, si intende una malattia delle arterie caratterizzata dalla presenza di
formazioni giallastre nella parete del lume vascolare, chiamate placche ateromasiche.

Per arrivare a comprendere i fini meccanismi molecolari che sono alla base dell’aterosclerosi, ci
sono volute decine di anni, numerose teorie, ipotesi e studi. Posso accettare che la maggior parte
delle persone, la gente comune, non ne sappia ancora nulla. Inammissibile non conoscere, per chi si
occupa di salute, che ad esempio il colesterolo non è affatto il diretto responsabile della malattia
ma uno degli “inconsapevoli” partecipanti.

L’aterosclerosi dunque, ossia la formazione di placche (ateromi) che protrudono nel lume delle
arterie, è (quasi sempre) la causa di ictus cerebrale e infarto cardiaco. L’aterosclerosi,
soprattutto nel mondo occidentale (ma oramai diffusa in tutto il pianeta) è presenta in quasi tutti
noi, già nella prima decade di vita. Le prime alterazioni quasi invisibili, sono costituite da
lesioni lineari lungo il lume delle arterie di medio e grosso calibro, chiamate strie lipidiche. Lo
so, sorprende che un bambino di 8 anni possa avere già segni di questa malattia, ma purtroppo questo
è un dato confermato.

Posto questo, lo sforzo nel mondo scientifico è inteso a comprendere, ovviamente come si forma, ma
soprattutto come sia possibile limitare la sua evoluzione, che per milioni di persone all’anno nel
mondo si manifesta nei suoi epifenomeni: infarto cardiaco, morte improvvisa ed ictus cerebrale.

Affinché questa malattia si verifichi sono necessarie due condizioni:

la prima condizione è una iniziale infiammazione del rivestimento interno (endotelio) dell’arteria,
chiamata disfunzione endoteliale, che la rende vulnerabile di subire la “seconda condizione”;
la seconda condizione è la presenza in circolo di un elevato numero di molecole chiamate
lipoproteine LDL, che si insinuano nello spessore dell’arteria (anatomicamente si chiama spessore
intimale della arteria), generando l’infiammazione locale che darà origine alla placca.

Ad oggi questa è la teoria più accreditata sulla genesi della aterosclerosi.

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