Qual e’ la relazione tra essere tristi ed essere distratti?

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Qual e’ la relazione tra essere tristi ed essere distratti?

Il cantautore argentino Facundo Cabral si distinse perché riuscì a diffondere le proprie idee
attraverso profonde riflessioni con le quali, grazie alla satira, all’anarchismo, alla critica
sociale e all’ottimismo, comunicò un messaggio importante. Nelle sue presentazioni, faceva spesso
riferimento a Whitman, Borges, Atahualpa Yupanqui, Gesù, Maria Teresa di Calcutta e Krishnamurti.
Una delle sue presentazioni più famose si intitola: “Non sei depresso, sei distratto”.

Venne esiliato dal suo paese durante la dittatura e, in quel periodo, decise di stabilirsi in
Messico. Si esibì in più di 165 paesi e tra i suoi concerti di maggiore successo si ricordano quelli
in compagnia di Alberto Cortez, cantante e poeta argentino che descrisse Cabral come “un personaggio
controverso che inventò se stesso”.

“Cercare la felicità è solo un altro pretesto per essere ancora più infelici”.
-Anonimo-

Nel suo monologo “Non sei depresso, sei distratto”, Cabral riflette sulla tristezza, un male tipico
del nostro tempo e che, in un momento o in un altro, colpisce tutti noi. Descrive questo fenomeno
come fosse una cecità, che ci distrae dal goderci la ricchezza e la bellezza del mondo che ci
circonda.

Distratto dalla vita

In una sezione di questa presentazione, Cabral ci invita a porci delle domande a proposito, dicendo:
“Distratto dalla vita che ti popola… Hai cuore, cervello, anima e spirito… Come puoi dire di essere
povero e sfortunato. Distratto dalla vita che ti circonda, delfini, boschi, mari, montagne, fiumi…”

Per enfatizzare, aggiunge: “Non cadere in ciò in cui è caduto tuo fratello, che soffre a causa di un
essere umano quando al mondo ne esistono altri 5600 milioni, e vivere soli non è poi così male; io
vivo al momento e la solitudine mi permette di conoscere me stesso, il che è fondamentale per
vivere”.

Continua affermando: “Per questo sei convinto di aver perso qualcosa, ma è impossibile: ti è stato
dato tutto. Tutto ciò che hai è tuo senza che tu abbia mosso un dito, dunque non sei padrone di
nulla. La vita non toglie, piuttosto ti libera delle cose, ti alleggerisce per consentirti di volare
più in alto e raggiungere la pienezza”.

La generosità di Facundo Cabral

Facundo Cabral era un uomo che condivideva le sue esperienze di vita con le masse. Questa sua
comunione con gli altri si distingueva per il suo uso del sarcasmo e del senso dell’umorismo
intelligente e acuto. In questo modo, gli ascoltatori potevano godersi lo spettacolo e ricreare il
senso della vita in un modo unico ed originale.

È evidente nelle sue presentazioni che la vita è soprattutto apprendimento: “La vita è una scuola
dalla culla fino alla tomba, e quelli che chiami problemi sono in realtà lezioni; la vita è dinamica
ed in costante movimento, per questo devi prestare attenzione al presente. Molte sono le cose da cui
trarre piacere, e il nostro passaggio sulla terra è troppo breve per perdere tempo”.

Parlò anche della morte dicendo: “Non hai perso nessuno, i morti hanno raggiunto l’aldilà prima di
te, ma tutti noi ci andremo; inoltre, la loro parte migliore, l’Amore, vive ancora nel tuo cuore.
Non c’è morte: c’è trasloco. E dall’altra parte ti attende gente meravigliosa: Gandhi, Michelangelo,
Whitman, Sant’Agostino, Madre Teresa, tua nonna e mia madre che credeva che la povertà è più vicina
all’amore, perché il denaro ci distrae con troppe cose”.

Come trovare la felicità

Cabral fu una specie di apostolo dell’amore, che predicava ai quattro venti il suo anticonformismo.
Un pacifista convinto che, per nessun motivo al mondo, considerava la violenza una soluzione
efficace. Un essere solitario e felice che si faceva tenere compagnia dalla buona letteratura e
dalla buona musica, per comporre le proprie creazioni.

Insisteva sull’idea del farsi guidare dal proprio cuore: “Non trovi la felicità nonostante sia
facile da trovare, basta ascoltare il cuore anziché la testa; la testa, essa è condizionata dalla
memoria, dalle complicazioni e dagli ordini del passato, dai pregiudizi che ammalano, che
incatenano. La testa divide e impoverisce, la testa non è in grado di accettare che la vita è così
come è, non come dovrebbe essere. Segui solo ciò che ami e sarai felice”.

Cabral spiega che essere felici è nostro dovere: “Fai la pace con te stesso, guardati allo specchio
e sappi che la persona riflessa è opera di Dio; decidi in questo stesso momento di essere felice: la
felicità è un’acquisizione, non arriverà da fuori. Inoltre essa non è un diritto, ma un dovere,
poiché colui che è infelice affligge anche gli altri”.

Altri insegnamenti

Per quanto riguarda certe malattie spiega: “E se hai il cancro o l’AIDS, possono succederti due cose
ed entrambe sono buone; se vieni sconfitto, ti liberi del corpo che è così fastidioso: ho fame, ho
freddo, ho sonno, ho voglia, ho ragione, ho dubbi… E se vinci tu, sarai umile, più riconoscente, per
questo facilmente felice. Libero dal tremendo peso della colpa, della responsabilità, della vanità,
disposto a vivere ogni istante profondamente, come deve essere”.

Sulla nostra luce interiore, aggiunge: “Le paure ci distraggono dall’amore, che è saggio e
coraggioso perché sa che non esistono né mezzi né fini. Cerca dentro di te e le nuvole della
periferia spariranno, resta fermo e in silenzio per ascoltare il saggio che vive dentro di te.

Una volta accesa la luce interiore, niente può più spegnerla. È perfetta e incorruttibile come l’oro
che simboleggia il potere della purezza, dell’essenziale, ovvero dello spirito, che è un viaggio
infinito e meraviglioso perché risplende in ogni momento vissuto in profondità”.

Per quanto riguarda l’ego e l’incoscienza, Facundo Cabral dice: “Quando abbandoni l’ego, iniziano i
miracoli, e allora, senza lotta, ritroverai la tua forza naturale. Per questo motivo, riuscirai a
dare vita grazie all’amore, riuscirai persino a camminare sulle acque e a curare con le parole.
L’ego dà nome alle cose, ma l’innocente le vede. L’ego le giudica, l’innocente le vive. L’ego
divide, l’innocenza armonizza le differenze. L’ego dipende dalla mente, l’innocente dal cuore”.

E avete tutto ciò di cui avete bisogno, ora vi basta solo accettare la sfida: “Ora che sei solo e in
pace, dimenticati di ciò che sei, perché quella è una creazione degli altri, e ascolta il tuo cuore:
Che cosa vuoi essere? Che cosa vuoi fare ora? Perché la vita è proprio ora”.

Di: Edith Gaggiani

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