Louise L. Hay – “Il potere in te”
LOUISE L. HAY
IL POTERE E’ IN TE
AMORE, GIOIA, SERENITA’. SCOPRILI DENTRO DI TE PER VIVERE
IN PERFETTA ARMONIA – ARMENIA EDITORE
CAPITOLO OTTO
*Tecniche per imparare a volersi bene*
“Quando perdoni e ti liberi della negativita’, non solo ti scrolli
di dosso un enorme peso, ma apri anche la porta all’amore.
In questo capitolo illustrero’ alcune tecniche per imparare
ad amare se stessi nella speranza di aiutare sia coloro che hanno
gia’ iniziato a farlo, sia coloro che vi si accingono solo ora.
In proposito ho elaborato e divulgato a migliaia di persone il metodo delle
Dieci fasi.
Amare se stessi e’ un’avventura meravigliosa: e’ come imparare a volare.
Non perdiamo tempo: impariamo subito!
Molti di noi, per un motivo o un altro, si disistimano. Dopotutto, amarsi
non e’ semplice: abbiamo tanti di quei cosiddetti “difetti che riteniamo
impossibile volerci bene. Siamo sempre pronti a subordinare tali sentimenti
a qualcosa,
atteggiamenti questi che estendiamo anche all’amore per il partner.
Eppure non e’ possibile amare un’altra persona se non amiamo noi stessi;
per tale motivo, visto che siamo riusciti ad identificare la barriera
che ci siamo costruiti, vediamo di procedere oltre cercando di abbatterle.
*Dieci modi per volersi bene*
Il primo passo e, probabilmente, il piu’ importante, e’ cessare di
criticarci.
Come gia’ considerato nel Capitolo 5, se ci ripetiamo di essere persone
piacevoli indipendentemente da quanto succede nella vita, possiamo
effettuare tutti i cambiamenti necessari per migliorare; solo quando ci
disprezziamo, abbiamo molte difficolta’ a realizzare tale obiettivo.
Tutti cambiano: ogni giorno e’ un nuovo giorno e le cose che facciamo oggi
sono sempre lievemente diverse da quelle di ieri; la capacita’ di
adattamento ai processi della vita e’ l’energia che ci permette di
progredire.
Molti, cresciuti in famiglie dominate dalla tensione e dall’ansia, sono
diventate iperresponsabili e ipercritici nei confronti di loro stessi.
Non a caso i messaggi ricevuti nell’infanzia sottolineavano sempre che
c’era qualcosa che non andava in loro. Pensiamo un istante alle parole
che utilizziamo per autorimproverarci:
“..stupido, crudele, incapace, sbadato,
imbecille, antipatico, indegno, disordinato, disonesto..”
sono le piu’ comuni.
Non e’ forse vero?
In realta’ abbiamo un bisogno disperato di stimarci e
considerarci; quando non ci riusciamo perche’ non ci riteniamo all’altezza
siamo abilissimi nel renderci la vita infelice creando malattie e
sofferenze,
rimandando le scelte che ci potrebbero aiutare, maltrattando il nostro corpo
con alcool cibi e droga. Siamo tutti in certo qual modo insicuri perche’
siamo esseri umani e per questo non dobbiamo certo aspirare ad essere
perfetti: se lo facciamo ci sottoponiamo ad una tensione terribile che ci
impedisce di eliminare quanto di negativo esiste in noi e nella nostra vita.
Dobbiamo invece scoprire la nostra creativita’, la nostra individualita’,
apprezzando le qualita’ che ci distinguono dagli altri. Ognuno di noi e’
infatti unico sulla terra e criticandosi non fa altro che svilire la
propria peculiarita’.
2. E’ inoltre opportuno smettere di spaventarci: quante volte invece ci
terrorizziamo con i nostri pensieri, rendendo le situazioni peggiori di
quelle che effettivamente sono. Da una mosca creiamo un elefante e con
quest’ottica ci roviniamo l’esistenza aspettandoci sempre il peggio.
Quanti di noi vanno a dormire la sera immaginando i lati piu’ turpi della
situazione problematica che stanno vivendo? E’ lo stesso atteggiamento
mentale dei bambini che, figurandosi esistano mostri spaventosi sotto il
letto, s’impauriscono e chiamano la mamma e il papa’. Noi siamo adulti e per
tranquillizzarci possiamo agire autonomamente.
Le persone malate si comportano frequentemente in questo modo: vivono
aspettandosi sempre il peggio e arrivando talora anche a organizzare il
proprio
funerale. In realta’ non fanno altro che cedere la loro energia
ai media e considerarsi dati statistici.
Spesso adottiamo tale atteggiamento
anche nella vita sociale o affettiva: se qualcuno non ci chiama ,decidiamo
immediatamente che siamo persone abbiette e che non riusciremo a instaurare
altri rapporti sentendoci derelitti e abbandonati.
Altrettanto spesso agiamo cosi’ in campo lavorativo: qualcuno ci fa
un’osservazione e iniziamo subito a pensare che verremo licenziati, dando
corso nella nostra mente a pensieri che ci paralizzano. Tali schemi
mentali sono totalmente negativi. Se ci accorgiamo di continuare a
riciclare gli stessi pensieri negativi dobbiamo cercare di trovare
qualcosa di positivo e piacevole con cui sostituirli: l’immagine di un
tramonto, ad esempio; di un fiore, del nostro sport preferito.
Ogniqualvolta ci spaventiamo cambiamo pensiero facendo appello a tali
immagini dicendoci: “No non devi pensarci piu’. Pensero’ invece ai
tramonti alle rose, a Parigi, ai ghiacciai, alle cascate…”
Perseverando in questa condotta riusciremo a cancellare ogni
negativita’.
Anche in questo caso tuttavia e’ necessario un po’ di tempo.
3. Un’altra tecnica efficace e’ essere gentili dolci e pazienti con noi
stessi. Oren Arnold scrisse spiritosamente:
“mio Dio prego perche’, io
possa diventare paziente. Ma subito!”
La pazienza e’ uno strumento
straordinario. Molti di noi tuttavia soffrono se non vedono
immediatamente soddisfatta la propria aspettativa. Non sapendo pazientare
si irritano. Ad esempio, se devono fare la fila, o se restano imbottigliati
nel traffico esigono tutte le risposte e tutti i “contentini”
immediatamente. Troppo spesso tuttavia rendiamo la vita impossibile
agli altri con la nostra impazienza, che, tra l’altro ci impedisce di
apprendere: pretendiamo in sostanza la risposta ai nostri interrogativi
senza voler imparare o fare i passi necessari per raggiungere la meta….
Proviamo a considerare la nostra mente come un giardino. Inizialmente
e’ tutto in disordine, pieno di terriccio di rovi e di sassi, di vecchi
alberi da potare; esattamente come noi siamo pieni di odio nei confronti
di noi stessi; di disperazione, rabbia, preoccupazione e paura.
Una volta rimosso tutto quanto risulta deturpante e concimato il terreno
possiamo piantare i semi che porteranno prosperita’ e benessere; il sole
e l’acqua che somministriamo li aiuteranno a crescere con amore….
All’inizio non sembra avvengano cambiamenti considerevoli: l’importante
comunque e’ non fermarsi e continuare a curare il giardino.
Se saremo pazienti, alla fine le piante cresceranno e fioriranno; lo stesso
avviene con la nostra mente. Selezionate i pensieri da “coltivare” dobbiamo
alimentarli con pazienza ,creando in tal modo le esperienze che desideriamo.
*Tutti commettiamo errori*
E’ normale commettere errori quando si impara;
come gia’ rilevato, molti di noi sono maniaci del perfezionismo: in questo
modo, tuttavia, non riescono ad apprendere nulla di nuovo perche’, se
falliscono nel fare subito bene qualcosa, si avviliscono, non ritenendosi
all’altezza. E’ necessario molto tempo per apprendere qualsiasi cosa e
le prime volte che proviamo ad agire non sempre risulta facile. Per
chiarire meglio il concetto vorrei citare un esempio anche se banale:
proviamo a battere le mani. Non c’e’ un modo corretto, ne’ uno scorretto
per farlo.
Proviamo ed osserviamo quale dei due pollici si trova
sovrapposto all’altro. Battiamole ancora sovrapponendo, pero’, questa volta,
l’altro pollice.
All’inizio potra’ sembrare strano o persino sbagliato.
Ripetiamo piu’ volte il gesto, alternando i pollici .
Che sensazione abbiamo ora?
Non piu’ cosi’ strana vero? Ci stiamo abituando alla novita’ e, forse,
potremmo imparare a battere le mani in entrambi i modi…
Lo stesso si verifica quando proviamo a fare altra cose in maniera
diversa dal solito: inizialmente ci sembra strano; a mano a mano che
acquisiamo pratica, tuttavia, il nostro modo di agire ci apparira’
normale e spontaneo. Non dobbiamo pretendere di riuscire a volerci
bene profondamente in un solo giorno; ma, possiamo farlo, gradatamente,
giorno dopo giorno. In tale processo gli errori che commettiamo ci
aiutano ad apprendere e a progredire: pertanto, quando sbagliamo,
non dobbiamo punirci, ma considerare l’accaduto come un ulteriore
passo verso il miglioramento.
In molti casi, dopo aver operato a lungo per cambiare, vediamo
affiorare ancora i vecchi problemi, rimanendo stupiti e perplessi di
fronte a cio’. E’ importante allora corroborare le nostre convinzioni
evitando di alzare le braccia al cielo, esclamando:”che scopo ha tutto
questo?”
Nella fase di apprendimento dobbiamo essere gentili e dolci
con noi stessi: quando un pensiero negativo si fa strada, va rimosso
come un’erbaccia da un giardino coltivato.
4. E’ bene imparare a essere gentili con la nostra mente: non dobbiamo
odiarci perche’ facciamo pensieri negativi. Questi vanno considerati
come un’opportunita’ per crescere, piuttosto che un sistema punitivo.
Non dobbiamo nemmeno incolparci per le esperienze negativa vissute;
anch’esse ci aiutano a imparare; essere gentili con noi stessi significa
cessare di punirci, denigrarci e tormentarci.
Il rilassamento puo’ essere estremamente utile tal fine.
Grazie ad esso, infatti, e’ possibile
entrare contatto con l’Energia Interiore. Quando siamo tesi e
spaventati, viceversa, interrompiamo tale contatto. Per rilassare
mente e corpo sono sufficienti alcuni minuti al giorno,
Respirando profondamente, chiudiamo gli occhi e liberiamo ogni tensione
accumulata.
Espirando e’ importante concentrarsi e ripetersi: “Ti voglio bene.
Tutto va bene”. In questo modo ci tranquillizzeremo, inviandoci
messaggi che ci aiuteranno a non essere sempre tesi e impauriti nella
vita.
*La meditazione quotidiana*
E’ a mio avviso essenziale quietare la mente e affidarsi alla saggezza
interiore. La societa’ in cui viviamo ha trasformato la meditazione – una
delle tecniche piu’ antiche ed efficaci per conoscere e migliorare se’
stessi –
in qualcosa di strano e di difficilmente realizzabile. Per meditare,
in realta’, non dobbiamo fare altro che rilassarci ,ripetendo interiormente
parole – quali: amore e pace – oppure altri termini ed espressioni
significative
per noi stessi; ad esempio: “Mi voglio bene, mi perdono, sono perdonato” –
rimanendo in ascolto per un po’.
Alcuni ritengono che per meditare sia necessario smettere di pensare.
Non possiamo, in effetti, arrestare la mente; ma, siamo in grado di
rallentare
il flusso dei pensieri, liberando quelli negativi; in molti casi puo’ essere
utile, a tal fine, annotare questi ultimi su un foglio di carta. Se
riusciamo a
osservare il flusso dei pensieri di paura di rabbia ,di amore,
di rovina, di abbandono, di gioia, senza dar loro importanza, significa
che ci accingiamo a usare saggiamente la nostra energia interiore.
Possiamo meditare in qualsiasi posto e far si’ che cio’ diventi
un’abitudine.
Meditare significa concentrarci sulla nostra Energia Superiore; creare un
contatto con noi stessi e la nostra saggezza interiore.
Possiamo farlo in vari modi: correndo e passeggiando; per esempio io medito
in
giardino, dedicandomi al mantenimento e alla pulizia di quest’ultimo.
*Visualizzare risultati positivi*
.
La visualizzazione e’ anch’essa molto importante e puo’ essere
effettuata secondo tecniche differenti. Nel suo libro – “Getting Well Again”
(Recuperare la salute) – il dr. Carl Simonton raccomanda numerose
tecniche di visualizzazione, utilizzabili con successo, in particolare
dai malati affetti da cancro. La visualizzazione aiuta a creare
immagini chiare e positive che corroborano le nostre affermazioni;
a questo scopo e’ importante che tali immagini siano sempre compatibili
con noi stessi ,altrimenti non hanno alcun effetto.
Una mia paziente, ad esempio, visualizzava le cellule killer buone
mentre attaccavano e distruggevano il tumore e, ultimato il processo,
si chiedeva se aveva operato correttamente o meno, dubitando comunque
della sua efficacia. Le domandai se si sentisse lei stessa un killer :
Non sono infatti convinta che sia bene creare conflitti nel nostro corpo.
Le suggerii, pertanto, di cambiare l’immagine, scegliendo, ad esempio,
quella dei raggi solari che sciolgono le cellule malate; o quella di
un mago che, con la bacchetta magica, le trasforma in cellule sane.
Quando ero malata di cancro ero solita visualizzare una corrente
di acqua chiara e fresca che trascinava via dal mio corpo le cellule
tumorali. Non e’ mai bene scegliere immagini forti, capaci di turbare
il nostro inconscio.
Se in famiglia qualcuno e’ malato non lo aiutiamo certo continuando
a considerarlo tale: proviamo invece a immaginarlo sano, inviandogli
cosi’ vibrazioni positive, senza mai dimenticare tuttavia che la
guarigione resta sempre compito suo. Se la persona malata e’ aperta e
disponibile e’ possibile consigliarle di ascoltare appositi nastri
che aiutano la visualizzazione e la meditazione; in caso contrario
e’ bene inviarle semplicemente il nostro amore. La visualizzazione
e’ una tecnica che tutti siamo in grado di utilizzare, anche se
scegliamo immagini differenti.
5. La fase successiva’ implica imparare a lodare se stessi: le
critiche deprimono il nostro spirito, le lodi lo risollevano.
E’ importante riconoscere la nostra Energia la Superiorita’ del nostro
Io: siamo tutti espressione dell’Intelligenza Infinita.
Quando ci denigriamo sminuiamo anche l’Energia che ci ha creati.
Dobbiamo ripeterci sempre che siamo persone meravigliose: se lo
facciamo una volta e basta la tecnica non funziona; e’ necessario
continuare a farlo anche se solo per un minuto alla volta. Cio’ e’
particolarmente efficace quando impariamo qualcosa di nuovo o di diverso e
non ci sentiamo sicuri.
La prima volta che parlai alla Chiesa della Scienza Religiosa
a New York – ricordo con estrema precisione – ero molto
agitata: era venerdi’ e la riunione si teneva a mezzogiorno; i
partecipanti scrivevano le domande a cui avrei dovuto rispondere
su foglietti di carta, che piegavano e raccoglievano in un
cesto.
Presi quindi il cesto portandolo sul palco ed iniziai a
rispondere a tutti gli interrogativi ,effettuando brevi terapie;
quando finii, mi allontanai dal palco dicendomi: “Louise, sei
stata fantastica considerando che e’ la prima volta. Tempo
cinque o sei riunioni e sarai una professionista!”.
Non mi denigrai
mai ripetendomi che mi ero dimenticata di dire questo o quello,
poiche’ non volevo che la seconda volta diventasse una
esperienza terrificante e angosciante.
Se mi abbatto la prima volta, lo faccio anche la seconda;
finisce cosi’ che ho molta paura. Trascorse un paio d’ore dalla
fine della riunione, mi chiesi che cosa potevo migliorare senza,
tuttavia, mai criticarmi. Continuai sempre a lodarmi e a
congratularmi con me stessa e, dopo cinque o sei riunioni,
diventai effettivamente una professionista. Tale metodo puo’ essere
applicato in tutti i campi; io continuai ad adottarlo per
prepararmi alle riunioni ottenendo ottimi risultati.
E’ importante imparare ad accettare il bene, anche se pensiamo
di non meritarlo. Come descritto in precedenza, il fatto di
credere di non meritare qualcosa di positivo nasce dalla
nostra scarsa disponibilita’ ad accettare il bene, atteggiamento
che ci impedisce di ottenere cio’ che desideriamo. Come
possiamo considerarci positivamente, se riteniamo di non
meritare nulla di buono?
Pensiamo un istante alle leggi del merito, adottate nella
nostra famiglia: ci sentiamo sufficientemente buoni,
intelligenti, alti, belli o che altro? E per che cosa dobbiamo
vivere? Sappiamo tutti che siamo qui per uno scopo, non certo
per comperare un automobile nuova ogni tre o quattro anni. Che
cosa siamo disposti a fare per realizzare i nostri obiettivi? Siamo
disposti a fare affermazioni e visualizzazioni positive e a
seguire apposite terapie? A perdonare? A meditare? Quanti
sforzi siamo disposti a fare mentalmente per cambiare e migliorare
la nostra esistenza?
6. Volerci bene significa aiutarci. E’ sempre bene chiedere
l’aiuto di amici, lasciando che essi ci sostengano: chiedendo
soccorso in caso di necessita’ diventiamo infatti piu’ forti. Molti
di noi, invece, sono talmente autosufficienti e autarchici che,
psicologicamente, non riescono a chiedere aiuto: invece di
cercare di fare tutto da soli e, poi, arrabbiarci perche’ non ne
siamo capaci, rivolgiamoci a chi ci vuole bene.
In molte citta’ esistono inoltre associazioni e organizzazioni
che aiutano a risolvere vari problemi: puo’ esser utile ricercare
il loro sostegno e, se non si trova cio’ che si desidera, e’ sempre
possibile fondarne una nuova! Non e’ terribile come pensiamo:
basta riunire un paio di amici che hanno lo stesso problema e,
con loro, stabilire alcune direttive: se agiamo con il cuore,
il nostro piccolo gruppo crescera’ e la gente ne verra’ attratta
come da una calamita. Non e’ il caso di preoccuparsi se,
aumentando i partecipanti, lo spazio diminuisce: l’Universo
provvedera’ a eliminare anche questa difficolta’. Se non sapete
che cosa fare, scrivetemi e io vi forniro’ le istruzioni e i consigli
necessari per aiutarvi l’un l’altro.
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