Quando il sentimento prevale sull’emozione

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Quando il sentimento prevale sull’emozione

di Redazione NonSoloAnima.TV – Camilla Ripani

Corrado Malanga, intervistato sul tema della rabbia, ci spiega quale sia la natura di questo
sentimento e in quali ambiti emerga.

– Lei si occupa di interferenze aliene da molto tempo; immagino che la rabbia faccia parte anche
dell’esperienza di coloro che attraversano questo genere di problemi. Come definirebbe la rabbia?

Nel contesto dei nostri studi sugli addotti (coloro che dicono di essere stati presi degli alieni),
implementando la programmazione neurolinguistica e lavorando sulla mente, l’anima e lo spirito,
abbiamo visto che la “parte animica”, cioè quello che Jung chiama inconscio, e la “parte
spirituale”, cioè il lobo sinistro del nostro cervello che è la ragione, comunicano alla mente
attraverso archetipi.

Ebbene, quando Spirito parla alla mente attraverso archetipi, questi producono sul corpo dei
sentimenti, mentre gli archetipi di Anima producono sul corpo delle emozioni. Si tratta di due
situazioni completamente diverse: l’emozione non ha una ragione di essere infatti, guardando ad
esempio un tramonto, ci si può commuovere, si prova una emozione, invece il sentimento deriva da
qualcosa che l’ha provocato.

La rabbia è un sentimento e non un’emozione quindi procede dallo spirito; dipende dal lobo sinistro
cioè dalla parte maschile del Sé, ed emerge quando l’essere umano perde il controllo di una
situazione, a livello di supremazia su cose o persone. Faccio un esempio: nel momento in cui il
computer non funziona e si blocca, c’è chi prova rabbia perché non riesce a fare quello che vuole, e
non c’è niente da fare… in quel momento la parte spirituale perde il controllo della situazione:
il sistema mentale non è in grado di mediare, con la parte animica, tutto quello che viene dallo
spirito. Il controllo viene perso e si diventa estremamente rabbiosi.

La rabbia è quindi connessa con il problema del controllo e nasce dall’incapacità di accettare la
supremazia di cose o persone sulla nostra volontà, dall’impotenza e dall’incapacità di agire sulle
cose come si vorrebbe. Un aspetto fondamentale è quello dell’intensità di questo sentimento, cioè
quanto ci fa comportare in modo da essere “fuori o dentro le righe”, il che è relativo alle
convenzioni imposte dalla società… Quando la rabbia assume un’intensità eccessiva, l’esagerazione
nel comportamento diventa tale da essere tremenda e fuori controllo allora in questo caso è come se
il nostro computer, il cervello, avesse smesso di funzionare o meglio come se praticamente
funzionasse solo la CPU, la parte centrale del computer, che quindi non dà più retta né alla
stampante né al video né alla tastiera etc, e continua a fare le sue cose senza più chiedere neanche
il permesso… e la rabbia aumenta ancora di più.

Quanto agli studi che noi abbiamo fatto sui fenomeni di natura aliena, con l’ipnosi regressiva ci
ritroviamo a ricostruire i grandi momenti di rabbia in cui l’addotto sfoga la sua impossibilità nel
fare le cose, perché ad esempio è legato su un lettino, lo stanno operando chirurgicamente, è in un
ambiente
asettico dove nessuno gli chiede niente; si sente impotente, non può modificare le situazioni e
agire sulle persone che sono nel suo entourage, intorno a lui, allora emerge la rabbia.

In questo contesto, i maggiori spunti di rabbia li abbiamo nelle donne addotte alle quali viene
tolto un piccolo feto; nell’istante in cui ciò accade, oltre che essere ferma e bloccata, la donna
viene colpita dentro il suo orgoglio, non solo nel corpo ma anche per qualcosa che lei ritiene
essere sua e che gli viene tolta. Qui abbiamo tutta la caratteristica del sentimento e non
dell’emozione: un sentimento che emerge in quanto non si ha la possibilità di far funzionare le cose
come si vuole, anzi qualcun altro utilizza il nostro corpo e noi non possiamo impedirlo.

– Quale il modo per elaborare e trasformare questa rabbia?

Tutte le volte che proviamo rabbia siamo chiaramente in una situazione in cui il sentimento prevale
sull’emozione, cioè il lobo sinistro, la nostra parte spirituale, comunica determinate cose alla
mente in modo violento. La mente dovrebbe allora mediare con quello che è anche il contributo
dell’anima, ossia del lobo destro che è la parte femminile del Sé corrispondente alla “non
aggressività” – ricordo invece che Spirito è la parte maschile del Sé, e anche deontologicamente
parlando il maschio risulta sempre molto più aggressivo che non la femmina, pure nello scrivere…

In pratica, la mente dovrebbe riuscire a mediare la parte spirituale del sentimento con la parte
animica dell’emozione. Lobo destro e lobo sinistro sono due computer che noi abbiamo nel nostro
cervello e che fanno due percorsi completamente differenti; tutte le volte che si “lateralizza” o a
destra o a sinistra dei nostri lobi un singolo comportamento, il sistema va in squilibrio.

Dovremmo tentare di essere più “centrati”, diciamo così, e per farlo ci sono degli esercizi. Uno
degli esercizi che abbiamo messo a disposizione delle persone che sono interessate a farlo, è il
cosiddetto SIMBAD (Self Induced Method for Blocking Abductions Definitively). In breve, ci si
immagina in una stanza in cui si parla attorno a un tavolo virtuale con la propria parte mentale,
spirituale e animica e si cerca di trovare un accordo comune… Di solito, funziona.

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