Rabbia e dolore fisico: quale legame?

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Rabbia e dolore fisico: quale legame?

Quando reprimiamo per molto tempo la rabbia e la frustrazione, il dolore fisico finisce per prendere il sopravvento.

Rabbia e dolore fisico spesso vanno di pari passo. Tutti, infatti, abbiamo notato come questa emozione ad alta intensità irrigidisca i muscoli, aumenti il ​​battito cardiaco e produca quel fastidioso nodo allo stomaco. La verità è che questo stato psicofisiologico di solito è piuttosto breve: come un’esplosione improvvisa che, a poco a poco, finisce per perdere intensità.

Un litigio, essere testimoni di qualcosa di oltraggioso, essere vittima di un’ingiustizia: la rabbia ci avverte di quei momenti in cui ci sentiamo minacciati o umiliati. Sentire che i nostri diritti, la nostra integrità o identità vengono attaccati risveglia questa molla istintiva con cui reagire a ciò che ci minaccia.

Di fronte a questo stato emotivo, si presentano due problemi. Il primo risiede nella sua cattiva gestione: chi non comprende e regola la sua rabbia porta a comportamenti scorretti di cui può pentirsi.

Il secondo risiede nel fatto che molto spesso gli esseri umani tendono a reprimere la propria rabbia. È allora che sorgono la somatizzazione e i disturbi fisici e psicologici.

“La comprensione è il fattore liberatorio, è ciò che ci libera e permette la trasformazione. In questo consiste prendersi cura della rabbia.”

-Thich Nhat Hanh-

Rabbia e dolore fisico: quando gestire male questa emozione ha delle conseguenze

La rabbia è una delle emozioni più singolari e, allo stesso tempo, meno studiate. Le neuroscienze vi hanno prestato attenzione solo qualche decennio fa e hanno scoperto una serie di aspetti.

Oggi sappiamo, ad esempio, che ha origine filogenetica, il che ha permesso agli esperti di concludere che questo stato psicofisiologico ha influito significativamente sulla nostra sopravvivenza.

È un’emozione dal grande impatto fisico che mira a incoraggiarci a reagire a uno stimolo avverso. Uno studio condotto dall’Università di Roma indica che si tratta di uno stato che va dall’interno verso l’esterno.

Vale a dire, il cervello ci avverte che dobbiamo reagire causando una grande tensione fisica. La rabbia è un’emozione che invita all’azione. Quello che ci si aspetta da noi è che agiamo di fronte a ciò che infastidisce, ferisce, oltraggia, minaccia o viola la nostra integrità.

Dobbiamo agire nel miglior modo possibile, esercitando un controllo adeguato affinché questa risposta emotiva sia sana ed efficace. Tuttavia, e qui arriva il problema, la rabbia e il dolore fisico sono correlati perché non sappiamo come gestire la prima.

Le ingiustizie di fronte alle quali non agiamo (o non possiamo agire)

Possiamo affermare che la rabbia e il dolore fisico sono correlati perché non agiamo in modo emotivamente intelligente di fronte a ciò che ci ferisce, disturba o umilia.

È vero, ci sono momenti in cui ci mancano le risorse e anche il coraggio di porre dei limiti e dire “no” a certi eventi.

Tuttavia, ci sono circostanze di fronte alle quali non è facile reagire. Alcune realtà snervano e infastidiscono, ma non possiamo rispondere come vorremmo. Esempi di ciò sono l’ingiustizia sociale, la discriminazione o l’avere una famiglia che ci porta più problemi che gioie. Sono realtà che non sempre hanno una soluzione facile.

È molto comune finire per ingoiare, senza masticare, dolore, pensieri negativi e frustrazioni. Cioè, assumere un atteggiamento passivo di fronte alla rabbia, quando il messaggio che vuole trasmetterci è totalmente l’opposto.

Questa emozione vuole che agiamo in un certo modo e, non facendolo, aumenta la tensione fisica, il cortisolo nel sangue, la sensazione di stress, ecc.

Rabbia e dolore fisico: l’inibizione emotiva

Le malattie croniche sono quelle che risentono maggiormente dell’impatto delle emozioni. Ad esempio, i pazienti che soffrono di lombalgia cronica o di neuropatie sperimentano un peggioramento dei sintomi quando provano emozioni come la rabbia.

D’altra parte, studi come quello condotto alla Rush University insistono su quanto abbiamo detto in precedenza: la tendenza a tacere, inibire e non gestire la rabbia aumenta la sensazione di dolore fisico.

Quando non regoliamo questa emozione di valenza negativa, è molto comune soffrire di tensione, strappi e contratture nella zona della schiena e del collo.

La rabbia è una delle nostre emozioni fondamentali e si esprime in vari modi: attraverso una risposta interna con grande effetto fisiologico e anche mentale. Quello che ci si aspetta da noi è che agiamo di fronte a ciò che ci minaccia o ci preoccupa.

Come gestire la rabbia?

Adesso sappiamo che la rabbia e il dolore fisico sono correlati. Abbiamo a disposizione anche dati che indicano che tutte quelle persone che soffrono di patologie da dolore cronico accusano una maggiore intensità dei sintomi quando sono attanagliate da rabbia e frustrazione… Cosa possiamo fare in questi casi?

La gestione della rabbia non si basa esclusivamente sulla meditazione o sulla respirazione profonda. Abbiamo bisogno di integrare anche delle adeguate tecniche di gestione emotiva nella nostra vita quotidiana. Allo stesso modo, è essenziale esercitare un adeguato controllo dei pensieri. Il dialogo interiore negativo è un motore che intensifica il disagio.

D’altra parte, le tecniche di problem solving si sono rivelate molto utili. Sapere come affrontare una situazione complicata, individuare quali abilità e competenze mettere in pratica a seconda dei casi è fondamentale.

Inoltre, e per concludere, approcci come l’accettazione e la terapia dell’impegno sono molto utili per affrontare molte di quelle cose che sfuggono al nostro controllo e che dobbiamo accettare. Anche chiarire i nostri valori e fissare nuovi obiettivi può aiutarci a ridurre l’impatto della rabbia e del dolore emotivo e fisico.

pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23707294/

www.frontiersin.org/articles/10.3389/fpsyg.2017.01950/full

da lista mente gg

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