Ricordi e detti di Paramahansa Yogananda
Tratto da:
Il Maestro disse
(ricordi e detti su Paramahansa Yogananda)
“La mente”, disse P. “E’ come un miracoloso elastico che si può tendere
all’Infinito senza che si strappi”:
“Come può un santo prendere su di sè il karma cattivo altrui?”, chiese un
allievo. Il M. rispose: “Se vedeste un uomo che sta per colpire un altro,
potreste mettervi davanti a questi e lasciarvi colpire al suo posto. Questo
è ciò che fa un grande M. Egli vede nelle vite dei suoi devoti, quando
effetti deleteri del loro cattivo karma del passato stanno per abbattersi su
di loro. Se lo ritiene saggio, egli adopera un certo metodo metafisico col
quale trasferisce su di sè le conseguenze degli errori dei propri discepoli.
La legge di causa-effetto opera meccanicamente e matematicamente; gli yoghi
sanno come sviare le sue correnti.
“Poichè i santi sono consci di Dio di quale Essere eterno e inesauribile
Energia Vitale, essi possono sopravvivere a colpi che ucciderebbero un uomo
normale. La loro mente non viene minimamente influenzata da una malattia
fisica o dalle disgrazie di questo mondo”.
Il M. stava discutendo con dei discepoli i piani per l’espansione dell’opera
della Fratellanza. Egli disse: “Ricordate che la Chiesa è l’arnia, ma il
Signore è il Miele. Non accontentatevi di parlare alla gente delle verità
spirituali; mostrate loro come essi stessi possono raggiungere la coscienza
di Dio.”
P. era distaccato, ma amorevole e sempre fedele. Un giorno egli disse:
“Quando non vedo i miei amici, essi non mi mancano; ma quando li vedo, non
mi stanco mai di loro”.
“Io vedo il Signore nel Suo universo”, diceva il M.”Vedendo un bell’albero,
il mio cuore si commuove e sussurra: ‘Egli è qui!’. M’inchino a Lui per
adorarLo. Non permea Egli forse ogni atomo della terra? Potrebbe il nostro
pianeta esistere se non in virtù della forza di coesione di Dio? Un vero
devoto Lo vede in tutte le persone, in tutte le cose; ogni sasso diviene un
altare.
“Quando il Signore comandò: ‘Non avrai altro Dio all’infuori di Me. Non ti
farai scultura nè immagine alcuna’, Egli intendeva dire che non dobbiamo
esaltare gli oggetti della creazione ponendoli al disopra del Creatore. Il
nostro amore per la natura, la famiglia, gli amici, i doveri e i possessi
non deve occupare il trono supremo nel nostro cuore. Quello è il posto di
Dio”.
Dopo aver fatto rilevare a un discepolo il suo errore, il M. disse: “Non
devi sentirti ferito quando io ti correggo. E’ perchè stai vincendo la
battaglia contro le abitudini sollecitate dall’ego che io continuo a
mostrarti la via della autodisciplina. Io ti benedico incessantemente per un
glorioso avvenire nel bene. Questa sera ti ho ammonito affinchè tu non ti
abitui a svolgere meccanicamente i tuoi doveri spirituali, dimenticando di
fare quotidianamente uno sforzo profondo e ardente per trovare Iddio”.
Un ministro di una certa chiesa venne una sera a far visita a P. Il
visitatore disse, avvilito: “Sono così confuso nel mio pensiero
spirituale!”. “Allora, perchè predicate?”. “Mi piace predicare”. “Non ci
disse il Cristo che un cieco non può guidare un altro cieco?”, disse il M.
“I vostri dubbi svaniranno se imparerete e praticherete il metodo della
meditazione su Dio, la sola Certezza. Senza l’ispirazione proveniente da
Lui, come potreste infondere la realizzazione negli altri?”.
Nella sala principale dell’eremitaggio di Encitas, i discepoli ascoltavano
avidamente il M. parlare di argomenti sublimi fino a notte alta. “Io sono
qui per dirvi della gioia che si può trovare in Dio”, egli concluse, “quella
gioia che ciascuno di voi è libero di scoprire in sè, la gioia di cui sono
permeato in ogni attimo della mia vita; poichè Egli cammina con me, parla
con me, pensa con me, gioca con me, guida in tutti i modi.’Signore’, io Gli
dico, ‘non ho preoccupazioni perchè Tu sei sempre con me. Sono felice
d’essere il Tuo servo, un umile strumento per porgere aiuto ai Tuoi figli.
Qualsiasi persona o evento Tu porti a me, essi sono responsabilità Tua; io
non interferirò nel Tuo piano per me, accampando miei desideri personali’.
“Io sono nel mio profondo che potrò trovare felicità solamente in Dio.
Eppure molte cose terrene mi attraggono ancora”, disse un giovane che
contemplava la possibilità di entrare nel convento. “Un bambino trova
divertente giocare con i mucchietti di fango, ma perde l’interesse per
questo gioco quando diviene più grandicello”, rispose il M. “Quando sarai
cresciuto spiritualmente, non rimpiangerai i piaceri del mondo”.
Dopo una visita fatta ad alcuni dotti, il M. disse ai suoi discepoli: “Certi
intellettuali che citano i profeti sono come grammofoni. Come una macchina
può eseguire registrazioni delle Sacre Scritture senza comprenderne il
senso, così molti studiosi che ripetono le Scritture non si rendono conto
del loro vero significato. Essi non vedono i profondi valori delle
Scritture, atti a trasformare la vita. Tali uomini traggono dalle loro
letture non la realizzazione di Dio, ma solo la conoscenza di parole. E ciò
li rende orgogliosi e amanti delle discussioni”.
E aggiunse: “Ecco perchè vi dico di leggere meno e meditare di più”.
Il M. disse: “Nella creazione appare che Dio dorme nei minerali, sogna nei
fiori, si sveglia negli animali, e nell’uomo sa d’esser desto”.
Il M. aveva dedicato senza risparmio il proprio tempo ai discepoli e ai
cercatori della verità. Poi cercò la solitaria pace di un ritiro SRF nel
deserto. Alla fine egli disse: “Dovunque c’è un pozzo, là si raduna la gente
assetata. Ma qualche volta, per cambiare, al pozzo piace rimanere solo”.
“Nella vostra forma fisica c’è una porta segreta che porta alla divinità”,
disse il M. “Accelerate la vostra evoluzione mediante una giusta dieta, di
Dio. Aprite la sua sacra porta spinale con la chiave della meditazione
scientifica”.
“Ho sempre desiderato cercare Iddio, M.”, disse uno studente, “ma voglio
sposarmi. Non credete che io possa ugualmente giungere alla Divina Meta?”.
“Un giovane che preferisce avere una famiglia e pensa che dopo cercherà Dio,
potrebbe commettere un grave errrore”, rispose il M. “Nell’India antica, i
bambini ricevevano la loro istruzione nell’autodisciplina in un eremitaggio.
Oggi, in tutto il mondo, manca questo tipo di educazione. L’uomo moderno ha
scarso controllo sui propri sensi, impulsi, desideri, umori. Si lascia
facilmente influenzare dal proprio ambiente. Nel corso naturale degli
eventi, egli entra nello stato di capofamiglia e diviene oberato dai doveri
impostigli dal mondo. Di solito egli dimentica allora di rivolgere anche
solo una piccola preghiera a Dio”.
“Perchè la sofferenza è tanto diffusa sulla terra?”, chiese un allievo. Il
M. rispose: “Ci sono molte ragioni per la sofferenza. Una ragione è
d’impedire all’uomo di apprendere troppe cose sugli altri e troppo poche su
se stesso. Il dolore finisce per costringere l’uomo a domandarsi: ‘C’è forse
un principio di causa e effetto operante nella mia vita? I miei guai sono
forse dovuti al mio modo errato di pensare?'”.
Rendendosi conto del peso che si accolla un santo per aiutare gli altri, un
allievo disse un giorno a P.: “Signore, quando il tempo sarà venuto, sarete
indubbiamente contento di lasciare questa terra per non farvi più ritorno”.
“Fintanto che in questo mondo ci sarà gente che chiede aiuto, io volgerò la
mia barca e ritornerò per offrir loro di portarli alle divine rive”, replicò
il Guru. “Potrei io gloriarmi nella mia libertà mentre altri soffrono?
Sapendo che sono infelici, come io stesso sarei se Iddio non mi avesse
concesso la Sua grazia, non potrei godere appieno nemmeno la Sua ineffabile
beatitudine”.
Evitate di assumere un atteggiamento negativo di fronte alla vita”, disse il
M. a un gruppo di discepoli. “Perchè guardare nelle fogne mentre c’è tanta
bellezza intorno a noi? Si può trovare qualche difetto anche nelle più grandi
opere d’arte, di musica o letteratura. Ma non è forse meglio godere del loro
fascino e della loro bellezza? “La vita ha un lato chiaro e un lato oscuro,
perchè il mondo della relatività si compone di luci e di ombre. Se lasciate
che i vostri pensieri si soffermino sul male, voi stessi diventerete brutti.
Guardate soltanto il bene in tutte le cose, allora assorbirete le qualità
della bellezza”.
“M. io ho conoscenza solo della vita presente. Perchè non ricordo nulla
delle precedenti incarnazioni e non ho nessuna premonizione di una esistenza
futura?”, chiese un discepolo. P. rispose:” La vita è come una lunga catena
immersa nell’oceano di Dio. Quando una parte della catena viene tirata fuori
dall’acqua, voi vedete solo quella piccola parte. Il principio e la fine
rimangono nascosti. In questa incarnazione tu vedi soltanto un anello della
catena della vita. Il passato e il futuro, benchè invisibili, rimangono
nelle profondità di Dio. Egli rivela i loro segreti a quei devoti che sono
in sintonia con Lui”.
“Credete nella divinità del Cristo?”, domandò un visitatore. Il M. disse:
“Sì. Mi piace parlare di lui, perchè fu un uomo dall’autorealizzazione
perfetta. Tuttavia, egli non fu l’unico figlio di Dio, nè pretese d’esserlo.
Insegnò invece chiaramente che coloro che fanno la volontà del Padre
divengono, come lui stesso, Uno con Lui. Non fu forse la missione di Gesù
sulla terra quella di ricordare a tutti gli uomini che il Signore è il loro
Padre Celeste, e dimostrar loro qual è la via per ritornare a Lui?”.
“Non sembra giusto che il Padre Celeste permetta che ci sia tanta infelicità
sulla terra”, osservò un allievo. P. rispose: “Nel piano di Dio non c’è
crudeltà, perchè ai Suoi occhi non esistono nè bene nè male, ma solo
immagini di luci e ombre. Il Signore voleva che noi osservassimo le
dualistiche scene della vita come fa Egli stesso, il sempre gioioso
Testimone di uno stupendo dramma cosmico. “L’uomo ha commesso l’errore di
identificarsi con la pseudo-anima o ego. Quando trasferisce il proprio senso
d’identità al suo vero essere, l’anima immortale, egli scopre che tutto il
dolore è irreale. Allora non può più nemmeno immaginare lo stato di
sofferenza”. Il Guru aggiunse: “I grandi Maestri che vengono sulla terra per
aiutare i loro fratelli sbandati e confusi, hanno ricevuto da Dio il
permesso di condividere, a un certo livello della loro mente, i dolori
dell’umanità; ma questa pietosa partecipazione ai sentimenti umani non
disturba i piani più profondi della coscienza, dove i santi non sperimentano
altro che immutabile beatitudine”.
Spesso il M. diceva ai devoti: “Un canto voi dovete incessantemente cantare
in segreto, non uditi da alcuno: ‘Signore, sarò Tuo per sempre'”.
Un discepolo aveva deciso di lasciare l’eremitaggio. Egli disse a P.:
“Dovunque io sia, mediterò sempre e seguirò la vostra dottrina”. “No, non
sarai capace di farlo”, rispose il M.
“Il tuo posto è qui. Se ritorni alla tua vita di prima, dimenticherai questo
sentiero”. Lo studente partì. Non praticò più la meditazione e si immerse
nella vita del mondo. Il Guru si afflisse per la sua ‘pecorella smarrita’.
Ai discepoli disse: “Il Male ha un suo potere. Se vi mettete dalla sua parte,
esso vi afferrerà. Se avete commesso un passo falso, ritornate
immediatamente sulla giusta via!”.
“Se un uomo vi dicesse: ‘Io sono sono Dio’, non pensereste ch’egli dice la
verità” disse il M. un gruppo di discepoli. “Però possiamo tutti
giustamente dire: ‘Dio è diventato me’. Di quale altra sostanza potremmo mai
essere fatti? Egli è l’unica materia prima della creazione. Prima ch’Egli
portasse a manifestazione i mondi dei fenomeni, nulla esisteva eccetto Egli
stesso quale Spirito. Dal Suo Essere Egli creò tutto l’universo e le anime
degli uomini”.
Un discepolo chiese: “Dovrei leggere dei libri?”. “Lo studio delle Scritture
ti ispirerà un maggiore zelo per Dio, se leggerai i versetti lentamente,
cercando di assimilarne il significato profondo”, rispose il M. “Leggere la
letteratura sacra senza seguirne i precetti genera vanità, falso
compiacimento e ciò che io chiamo ‘indigestione intellettuale’. Molte
persone sono costrette a leggere libri secolari per guadagnarsi la vita; ma
i rinuncianti come te non dovrebbero leggere scritti non devozionali, quelli
tra le cui pagine non si trova Dio”.
“La creazione sottostà realmente a un processo di evoluzione?, chiese un
discepolo. “L’evoluzione è un suggerimento di Dio nella mente umana, ed è
vera soltanto nel mondo della relatività”, rispose il M. “In realtà tutto
accade nel presente. Nello Spirito non c’è evoluzione, come non c’è
mutamento nel fascio di luce per il cui mezzo si manifestano tutte le scene
per cui si sviluppa un film. Il Signore può svolgere la pellicola della
creazione in avanti o indietro, ma ogni cosa sta realmente accadendo
nell’eterno ora”.
“Lavorare per Dio e non per se stessi significa forse che è sbagliato essere
ambiziosi?”, domandò un discepolo.
“No, voi dovete avere l’ambizione di compiere il lavoro di Dio”, disse il M.
“Se la vostra volontà è debole e la vostra ambizione è morta, avete già
perso questa vita. Ma non permettete all’ambizione di formare degli
attaccamenti terreni. “Cercare le cose soltanto per voi stessi è un
atteggiamento distruttivo; cercarle per gli altri è un modo per espandersi;
ma cercare di piacere a Dio è l’atteggiamento migliore, che vi porterà
direttamente alla Divina Presenza”.
“Mi sento attratto dalla vita nell’eremitaggio”, disse un uomo aP., “ma sono
restio a rinunciare alla mia libertà”.
“Senza divina realizzazione voi avete poca libertà”, replicò il M. “La
vostra vita è governata dagli impulsi, dai capricci, umori, abitudini e
ambiente. Seguendo il consiglio di un Guru e accettando la sua disciplina,
voi emergerete gradualmente dalla schiavitù dei sensi. Libertà è la facoltà
di agire seguendo la guida dell’anima, e non sotto la costrizione dei
desideri e delle abitudini. Obbedire all’ego conduce alla schiavitù;
obbedire all’anima porta alla liberazione”.
“Signore, esiste un metodo scientifico, oltre il Kriya, che può portare un
devoto a Dio?”, s’informò uno studente. “Sì”, disse il Maestro. “Una via
rapida e sicura che porta all’infinito è quella di tenere la propria
attenzione fissa nel centro della Coscienza Cristica fra le sopracciglia”.
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