Rigenerarsi e crescere meditando

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Rigenerarsi e crescere meditando

di M. Sri Rohininandana Das

La mente trasmette e amplifica ciò che riceve, se non è posta sotto controllo si nutrirà di
impressioni false e contaminanti… Prendere coscienza delle funzioni mentali attraverso la
meditazione.

“Ora siediti, lascia che la tua mente, come un fiore, schiuda i suoi petali verso la luce.”

La meditazione, è il più antico metodo Shaolin di rigenerazione, e costituisce l’aspetto
fondamentale del programma di formazione dei monaci guerrieri. Per i monaci Shaolin, la capacità di
afferrare l’essenza delle cose attraverso la meditazione, è ben più importante delle tecniche
puramente fisiche. Senza uno sviluppo integrale delle forze che compongono la personalità umana,
nessuno può diventare sereno, felice e saggio. Serenità, felicità e saggezza non sono da ricercare
fuori, sono già dentro di noi in misura illimitata, immensa; per ottenerle bisogna solo collegarsi
con la Pura Coscienza, con l’Assoluto, e la scienza per effettuare questo collegamento si chiama
meditazione.

Secondo i maestri Shaolin, la personalità individuale è costituita da una successione di elementi
fisici e psichici che hanno come essenza e fondamento il sé spirituale e immortale. Sono le
suggestioni e condizionamenti derivanti dall’identificazione con l’io storico che fanno credere di
invecchiare, soffrire e morire. Le impressioni con cui nutriamo la mente, infatti, ci suggestionano,
nel bene o nel male a seconda della loro natura. Del resto nessuno può astenersi dal riceverle, si
può però imparare a discernere selezionando quelle che sono propedeutiche al proprio sviluppo e
benessere.

Un proverbio insegna: “Se semini un pensiero raccogli un’azione, se semini un’azione raccogli
un’abitudine, se semini un’abitudine raccogli un carattere, se semini un carattere raccogli un
destino.”

Sebbene le funzioni estrovertite ed introvertite della mente non possano essere artificialmente
negate, è comunque possibile armonizzarle e porle sotto il controllo del sé cosciente attraverso la
pratica della meditazione, che le indirizza e applica su contenuti ed oggetti che attivano energie
positive. Poiché la mente trasmette ed amplifica ciò che riceve, se non è posta sotto controllo, si
nutrirà di impressioni false e contaminanti, e suggestionerà il soggetto rendendolo schiavo di
progetti folli e dannosi. Tutti conoscono l’effetto deleterio del cibo tossico, ma quasi nessuno
comprende però che nutrendo la mente con impressioni sbagliate, essa si intossica e si ammala. La
depressione, l’infelicità, la vecchiaia, la malattia e la morte sono considerate illusioni, frutto
di percezione distorte che derivano dall’aver dimenticato la realtà della propria origine ed
essenza. Le persone soffrono proprio perché non riescono più a contestualizzarsi, non sanno da dove
vengono, dove sono, dove stanno andando, e questo genera in loro angoscia. Tuttavia, normalità e
malattia non esistono, se non nella visione illusoria dell’uomo; nella realtà esiste l’infinito
percorso dell’evoluzione spirituale, ed esistono vicende e incidenti di percorso: tappe, progressi,
ristagni e deviazioni, cadute, imprigionamenti e progressive liberazioni. Alcuni di questi episodi
vengono isolati e classificati, dalla Medicina e da alcune Scuole di Psicologia, come “malattia”.

E Medicina e Psicologia li studiano e li curano in una prospettiva che troppo spesso non è
consapevole e non tiene conto del contesto evolutivo in cui essi si inseriscono. Esse possono così
ottenere risultati rispettabili, apprezzabili e utili, nel breve termine e limitatamente ai sintomi;
possono anche avere una certa capacità preventiva, ma la portata e i mezzi della loro cura e della
loro prevenzione non possono andare oltre, non possono raggiungere la sostanza, proprio perché non
li contestualizzano nella realtà e nel processo di evoluzione spirituale, che per esse rimangono
invisibili, seppur talora lontanamente intuibili.
Occorre che attraverso la disciplina per lo sviluppo interiore, si strutturi in noi una conoscenza e
una consapevolezza profonda di sé e del mondo, che permettano di riorientare in maniera positiva e
benefica pensieri ed azioni. Perché si verifichino tali cambiamenti nel carattere e nella vita, la
conoscenza teorica, pur indispensabile, deve necessariamente integrarsi con l’applicazione pratica
di quello stesso sapere.

Con la pratica quotidiana della meditazione si esercita un controllo cosciente sulle funzioni
mentali, che permette di scegliere con gran cura le impressioni con cui nutrire la psiche, perché
queste determinano una particolare direzione e qualità della nostra vita. La meditazione dunque
include e supera qualsiasi obiettivo terapeutico psico-fisico. L’uomo non è semplicemente un
organismo che deve cercare di restare o ritornare in salute (già questa concezione in sé stessa
produce malattia), ma è un essere cosciente che ha davanti a sé un percorso verso una meta e che per
raggiungerla, deve evolversi psicologicamente realizzando una ad una le istanze più nobili della
propria personalità: desiderio di sapere e capacità di conoscere, gioia, senso morale, bellezza,
forza di volontà, compassione, saggezza e Amore. I cambiamenti esterni accadono come effetto
secondario della nostra maturazione interiore. In qualsiasi caso patologico la cura più efficace è
quella che avviene da dentro la persona, è un lavoro che la persona fa su sé stessa, non qualcosa
che altri, dall’esterno, fanno alla persona. Il soggetto può veramente recuperare salute se il
principio attivo della guarigione, che parte dalla coscienza (l`energia che controlla tutte le
altre), è stato riattivato.

Il contributo migliore consiste dunque nell`insegnare alla gente a cercare la verità dentro sé
stessi, ad aprirsi all’amore e alla conoscenza interiore, a riconnettersi alla fonte, alla nostra
natura più profonda, che abbiamo dimenticato. L’essenza della vita consiste nel rapporto tra
l’essere, la mente e l’intelligenza individuale e l’Essere, la Mente e l’Intelligenza suprema, tra
il corpo individuale e il corpo supremo dell’Universo.

La meditazione dunque non si riferisce ad una fantasia, o a una proiezione indistinta del pensiero,
bensì alla presa di coscienza del baricentro della personalità e all’approfondimento della sua
natura trascendentale, che permette di dirigere seriamente e senza distrazioni, il flusso psichico
dai valori relativi del mondo del divenire, verso la Verità Assoluta, di visualizzarne la forma
trascendentale all’interno del proprio cuore e di raggiungere cosi la pace interiore, la felicità e
la liberazione.

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