Rilassamento & C.

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Rilassamento

Per rilassamento si intende, nel significato generale e comune, distendersi, riposarsi a livello
fisico e psicologico. E’ la riduzione di uno stato di tensione, situazione dell’organismo pronto
all’azione, caratterizzato, in genere, da inquietudine e da disagio.
Le terapie di rilassamento determinano una riduzione dei livelli di stress attraverso un
addestramento progressivo all’autocontrollo e al rilassamento muscolare.
I trattamenti terapeutici disponibili per raggiungere un rilassamento profondo e curativo sono
diversi. Fra questi ricordiamo il training autogeno, il rilassamento progressivo e la tecnica più
recente del biofeedback.

Biofeedback

Il biofeedback (lett. “retroazione biologica”) rappresenta probabilmente la tecnica di rilassamento
più efficace tra le varie disponibili. Consiste nell’uso di uno strumento che insegna a rilassarsi
da soli e a gestire funzioni del nostro corpo da sempre ritenute indipendenti dalla nostra volontà,
come la tensione nervosa, il battito cardiaco, la sudorazione, ecc.
Il biofeedback viene collegato al muscolo della fronte attraverso tre sensori. Questi percepiscono
lo stato di tensione della muscolatura frontale, che è direttamente collegato al livello di stress
dell’intero organismo. La macchina capta il segnale muscolare, lo elabora e lo trasforma in un
segnale acustico (o visivo), che sarà tanto più frequente quanto più siamo stressati. In questo modo
la persona può percepire, attraverso i suoni prodotti dall’apparecchiatura, l’intensità del proprio
stress, sperimentando la propria tensione emotiva in tempo reale e, cercando di evitare che la
macchina suoni, impara ad esercitarsi per riportare alla normalità le sue funzioni interne. In
sostanza, si tratta di un sitema di monitoraggio continuo da parte del paziente del proprio stato di
ten­sione muscolare ed emotiva, tale da permettere un rapido apprendimento del rilassamento.
Il biofeedback rappresenta il punto di forza della moderna terapia psicosomatica ed è della massima
utilità nel trattamento dello stress, dell’ansia cronica, degli attacchi di panico, delle fobie, dei
disturbi ossessivo-compulsivi, (sia da solo che come supporto all’intervento con i farmaci) e, in
genere, in tutte le “somatizzazioni” dell’ansia: cefalee da tensione, tachicardia da stress e
disturbi funzionali del ritmo cardiaco, ipertensione arteriosa labile (da stress), gastriti e colon
irritabile.
L’apprendimento del rilassamento attraverso biofeedback risulta più rapido e completo di quello
ottenibile con altre tecniche, con precise e signiticative modificazioni del funzionamento
dell’organismo.
Studi selezionati dimostrano che è efficace nel 90-95% dei casi.
Il training di rilassamento con biofeedback è applicabile in ogni fascia di età senza particolari
controindicazioni. Ad es., nei bambini spesso evita il ricorso ai farmaci, con risultati tali da
prevenire la cronicizzazione dell’ansia.
Va ricordato che il biofeedback non dà risultati immediati, ma nel medio-lungo termine, trattandosi
di una tecnica che va appresa e che richie­de allenamento nel tempo. I benefici, quindi, sono
osservabili verso la fine del trattamento.
Per una apprendimento ottimale del rilassamento, sono in genere sufficienti 12-15 sedute, di 30-40
minuti ciascuna, da effettuare una-due volte alla settimana. In genere, si consiglia di seguire le
prime quattro sedute in tempi ravvicinati, ad esempio il martedì ed il venerdì.
Il biofeedback, ed in generale le terapie di rilassamento hanno, rispetto al trattamento
farmacologico, il vantaggio di un coinvolgimento attivo della persona nella propria terapia e
rappresentano l’intervento primario nei casi di intolleranza o di inefficacia degli psicofarmaci.

Oltre al biofeedback, per provocare il rilassamento sono disponibili altre efficaci tecniche: il
training autogeno, il rilassamento muscolare progressivo ed il controllo della respirazione.

Traning autogeno

Il training autogeno è un metodo di rilassamento ideato dallo psichiatra tedesco J. Schultz, basato
su esercizi che consentono di raggiungere uno stato di rilassamento muscolare e psicoemotivo
attraverso la concentrazione passiva e l’uso di formule di autosuggestione.
“Training” significa allenamento: si tratta di ripetere con costanza e disciplina, per alcuni minuti
al giorno una serie di esercizi, allo scopo di raggiungere un rilassamento autoprovocato (autogeno).

In genere il training autogeno si pratica distesi su un divano o su una idonea poltrona. E’
importante porsi in un ambiente tranquillo, nella semi-oscurità, almeno per le prime volte,
slacciando le cinture e gli indumenti troppo stretti.
Gli esercizi del training autogeno si dividono in fondamentali (autoinduzione di calma, sensazione
progressiva di peso, sensazione progressiva di calore), con i quali già si raggiunge un ottimo
rilassamento) e complementari, che inducono un rilassamento ancora più profondo (esercizio del
cuore, della respirazione e della fronte fresca; è preferibile tralasciarli in persone con problemi
cardio-respiratori).
Esiste anche un ciclo superiore di esercizi di training autogeno, ma va praticato esclusivamente
sotto la guida di uno specialista.
Una volta appreso, la sua pratica è facile e bastano pochi minuti per ottenere uno stato di
rilassamento.
Per un buon apprendimento del training autogeno è fondamentale la costanza nell’allenamento, da
effettuare seguendo le direttive indicate da Schultz, da protrarre per almeno sei mesi.
Oltre che in psicosomatica, il training autogeno è largamente impiegato in medicina dello sport per
migliorare la preparazione psicologica degli atleti e, con adeguate modifiche, nella preparazione al
parto (RAT, parto in autoipnosi).

Rilassamento muscolare progressivo

Ideato da E. Jacobson, è un metodo di rilassamento basato sull’apprendimento della decontrazione
muscolare volontaria.
E’ incentrato sulla presa di coscienza da parte della persona dello stato di contrazione o di
distensione di ciascun gruppo muscolare, passando man mano in rassegna tutto il corpo,
concentrandosi su un solo muscolo per seduta, fino a raggiungere la decontrazione totale.
L’apprendimento è piuttosto complesso e di lunga durata, potendo durare anche un anno o più.

Il controllo della respirazione

Il controllo della respirazione è una tecnica di rilassamento basata sul presupposto che
respirazione e tensione muscolare sono direttamente collegate: è ben noto infatti che la tensione
nervosa tende ad alterare il ritmo e la profondità del respiro, con conseguente diminuzione
dell’ossigenazione del sangue.
La respirazione addominale (diaframmatica profonda) è un metodo di rilassamento naturale; noi tutti
fin da piccoli respiriamo in questo modo ma, col passare degli anni, ce ne dimentichiamo, usando per
lo più una respirazione di tipo toracico.
Il training consiste in una serie di esercizi volti a riapprendere volontariamente la modalità di
respirazione diaframmatica.

Agopuntura

Anche se è considerata come medicina “alternativa”, l’agopuntura ha parecchi estimatori anche
nell’ambito della medicina tradizionale. Consiste nell’applicazione di aghi in modo tale da favorire
la produzione da parte del sistema nervoso di “tranquillanti interni” (es. endorfine); si determina
così rilassamento muscolare, rallentamento del battito cardiaco e abbassamento della pressione
arteriosa. In tal senso l’agopuntura può essere considerata un buon trattamento antistress.
In media una seduta dura 30-40 minuti; i benefici cominciano ad avvertirsi verso la terza-quarta
applicazione.
L’agopuntura va comunque considerata una tecnica di intervento “soft”, valida soprattutto quando lo
stress non ha raggiunto livelli elevati. Può essere usata anche in caso di depressione lieve.

Musica

La musica può essere usata sia come mezzo per favorire il rilassamento sia come tecnica terapeutica
a sé stante (musicoterapia).

– Per l’induzione del rilassamento si ricorre all’ascolto a basso volume di brani lenti e
ripetitivi, secondo i gusti della persona. Per lo più si usano brani di musica classica (Bach,
Mozart, Chopin, ecc.), ma possono essere molto utili anche brani new age o simili.

– La musicoterapia è una tecnica terapeutica basata sia sull’ascolto di una determinata musica
scelta dal terapeuta (musicoterapia passiva), sia sulla creazione di suoni e note attraverso
strumenti messi a disposizione (musicoterapia attiva). Oltre che di aiuto nel trattamento di stress,
ansia, disturbi psicosomatici e depressione, la musicoterapia è usata in neuropsichiatria infantile
come mezzo di comunicazione col bambino autistico.

In generale, l’effetto tranquillizzante della musica è dovuto ad un aumento dell’attività
dell’emisfero destro del cervello, responsabile dell’attività immaginativa e creativa, con
diminuzione del lavoro dell’emisfero sinistro, sede del linguaggio, del pensiero razionale e della
capacità di calcolo.

Massaggio

Il massaggio può essere di aiuto nel trattamento dello stress lieve per la sua azione
muscolo-rilassante e stimolante la circolazione locale. Altro effetto importante è quello
tranquillizzante del contatto fisico, tale da rievocare ancestrali sensazioni psico-corporee
collegate alle cure materne.
Fra le svariate tecniche di massaggio ricordiamo lo shiatsu, antica tecnica cinese mirante a
“liberare” le energie della persona, attraverso la pressione su determinati punti del corpo.

Terapia della luce (Fototerapia, Light-Therapy)

La terapia della luce consiste nell’esposizione programmata del paziente ad una luce bianca
artificiale molto intensa. La tecnica sembra adatta per il trattamento del disturbo depressivo
stagionale, una condizione di depressione lieve aggravata dalla carenza di luce nei mesi
autunno-invernali.
Una seduta di terapia della luce dura circa 30-40 minuti; il trattamento dura in media 2 settimane.
I primi miglioramenti del tono dell’umore possono osservarsi già dopo pochi giorni.
Oltre che nel disturbo depressivo stagionale, la light-therapy può essere molto utile nel
trattamento di altri disturbi dell’umore (es. depressione post-partum), nel disturbo
ossessivo-compulsivo e nei disturbi del sonno. L’intervento può essere usato anche in associazione
con la psicoterapia e con la terapia farmacologica.

estratto da www.stress-e-co.it

Approfondimento sul sito www.sublimen.com

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