Rinascere all’Amore

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Rinascere all’Amore

di Silvia Mecca

“Le sofferenze diventano Nirvana quando si comprende che l’entità
della vita umana non viene né generata né distrutta nel suo ciclo di
nascita e morte.” (Insegnamento buddhista)

Per il buddhismo la vita e la morte sono il ritmo eterno dell’Universo.

Quando riusciamo a sentire dentro di noi il Sé più grande che è parte
di questo ritmo e percepiamo nel profondo del nostro essere questa
pulsazione fondamentale, che sostiene la nostra vita, allora possiamo
superare la sofferenza della morte e attraversare l’eternità
liberamente e con gioia.
Ognuno è immortale. La parte più importante di noi, la nostra anima,
vive per sempre. Come ha affermato Don Giuseppe Gervasini: “E’
importante sapere che la nostra forma perfetta non è quella del corpo.
La forma perfetta è quella dello spirito ed è nella sede spirituale
che possiamo comprendere la verità.”

Ma dove va l’anima dopo aver lasciato il corpo?

“Io lo chiamo un’altra dimensione”-scrive Brian Weiss, esperto di
reincarnazione -“un livello o uno stato superiore di coscienza . Di
certo l’anima esiste fuori dal corpo fisico e si connette non solo con
le altre vite della persona che ha appena lasciato, ma con tutte le
altre anime. Moriamo fisicamente, ma questa parte di noi è
indistruttibile e immortale. L’anima è eterna. In definitiva è
probabile che esista solo un’unica anima, un’unica energia. Molte
persone la chiamano Dio, altre, invece, la chiamano Amore. Io vedo
l’anima come una massa di energia che si fonde con l’energia
universale, per poi separarsene di nuovo, rimanendo intatta, quando
torna a una nuova vita. Prima di fondersi con l’Uno, guarda giù, verso
il corpo che ha lasciato, e compie quella che io chiamo una
ricapitolazione della vita appena lasciata. E fa ciò con amorevole
benevolenza, non per punirsi, ma per imparare. Una volta terminata la
ricapitolazione, l’anima si allontana dal corpo, spesso trovando una
luce meravigliosa, sebbene ciò potrebbe non accadere immediatamente.
Non importa, la luce è sempre lì. A un determinato livello la vostra
anima si fonde con la luce ma conserva ancora la propria
consapevolezza così da poter continuare ad imparare anche nell’aldilà.
Si tratta di una fusione simultanea con una luce più grande (alla fine
del viaggio immortale la fusione sarà totale), in cui l’anima prova
una beatitudine e una gioia indescrivibili, pur mantenendo la propria
consapevolezza individuale e sapendo di avere ancora lezioni da
apprendere, sia sulla Terra che sia nell’aldilà. Alla fine -secondo i
propri tempi- l’anima decide di ritornare in un altro corpo e,
reincarnandosi, perde questo senso di fusione. Alcune persone credono
che si provi profonda tristezza al momento della separazione da questo
stato glorioso, da questa beatitudine nel fondersi con l’energia e la
luce, e forse è così. Sulla Terra, nel presente, siamo individui, ma
l’individualità è una illusione tipica di questo livello, di questa
dimensione, di questo pianeta. Noi siamo umani, limitati, e allo
stesso tempo siamo immortali. Penso che al livello più alto siamo
connessi con ogni altra anima così come, in una dimensione superiore,
noi tutti siamo una cosa sola. In questo mondo i nostri corpi sono
densi e fisicamente pesanti; soffrono di malattie e disturbi. In
dimensioni più elevate non c’è nulla di fisico: c’è solo coscienza.”

Vi sono molte testimonianze di esperienze di pre-morte (NDE), di
uscite dal corpo, di meditazioni profonde, di ricordi della dimensione
da cui siamo arrivati prima di incarnarci che hanno un unico
denominatore comune: la parola AMORE.

In un libro di William Buhlman è riportata l’esperienza di Bob: ”Ho
viaggiato fuori dal corpo diverse volte ma in una occasione in
particolare mi sono sentito completamente diverso. Stavo volando tra
le nuvole e superandole penetrai in una brillante luce gialla. Mentre
mi dirigevo verso la luce mi sentii invadere da un senso di pace
infinito. Mi sentivo privo di peso e percorso da una grande quantità
di amore. Era una sensazione che non avevo mai provato prima. La luce
era talmente intensa che non mi permetteva di tenere gli occhi aperti.
Mi sforzai di guardare e in lontananza vidi i miei uomini morti dieci,
forse undici anni prima, e ciò mi rese estremamente felice. Mi accorsi
che le nostre energie diventavano via via una sola. Mi sentii come a
casa. Avrei desiderato restare ma mi dissero che per me non era ancora
il momento di rimanere lì. Quando rientrai nel mio corpo ebbi la
sensazione di aver preso la scossa. Mi ero assentato per 45 minuti.”

L’Amore è la forza attraverso la quale in Divino si manifesta.

L’Amore in questa dimensione terrena è come un eco dell’Amore che c’è
quando l’anima ritorna all’Uno. La frequenza vibratoria dell’Amore si
deve abbassare per entrare nella densità della materia. L’Amore nella
dimensione da cui arriviamo è l’Amore incondizionato e assoluto. Nella
vita terrena anche nei momenti migliori, dove tutto è perfetto e non
abbiamo problemi manifesti, c’è sempre dentro di noi una punta di
paura che questo stato di benessere sia illusorio e impermanente.
L’Amore da cui veniamo, invece, è puro e tale è per sempre.

Possiamo provare ad immaginare questa differenza, che descritta a
parole perde la sua intensità, facendo un parallelo con la musica: il
violino, che emette note molto acute, ha le corde molto sottili
rispetto a quelle di una chitarra, e ancor più di un basso, fatti per
emettere suoni gravi. Così lo “spessore”, la densità della nostra
materia consente l’emissione di note d’amore meno vibranti e intense
di quelle provenienti dalle frequenze celesti.

C’è una pratica buddhista che dice:

“L’elemento terra non è me, io non sono racchiuso dall’elemento terra;
l’elemento acqua non è me, io non sono limitato dall’elemento acqua;
l’elemento fuoco, il calore in me, non è me, io non sono limitato
dall’elemento fuoco; l’elemento aria non è me, io non sono limitato
dall’elemento aria”.

Scrive inoltre il Maestro Tich Nhat Hanh: “Nel momento in cui uno
muore, possiamo cantare: “Buona continuazione”. È un momento di un
nuovo inizio, e se noi guardiamo con gli occhi del Buddha non possiamo
sentire tanta disperazione. Se guardiamo in cielo possiamo vedere
tante belle nuvole e quando viene il tempo in cui dovranno
trasformarsi in poggia, la nuvola non avrà paura. Essere una nuvola
che si muove nel cielo, ma alla stesso modo essere la pioggia che cade
sulla terra è ugualmente una cosa meravigliosa. Se noi vogliamo vedere
solo la nuvola, piangeremo quando si trasformerà in pioggia. Perciò in
meditazione guardiamo profondamente per vedere la nuova manifestazione
dei nostri cari, e allora potremo dire loro: “So dove siete e cercherò
di identificare la vostra nuova manifestazione”.

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