RIPROGRAMMARE i PENSIERI?
di CNN live, condotto da Larry King
Ma come fare se prima non impariamo a conoscerli, a indagarne il processo di formazione? Proseguendo
il dibattito aperto sul n° 23 con larticolo: Il cervello binario, il segreto dietro a the
secret, o nello specifico dietro la legge dellattrazione, sembra, ora come al tempo di Socrate,
conoscere se stessi. E come è possibile farlo senza mettersi nella condizioni di osservatori dei
pensieri stessi e delle emozioni? Se è dunque possibile osservarli, chi è che li osserva? Dietro le
parole dei “Maestri”del “The Secret” sembra occhieggiare unantica eterna domanda e un passo
inequivocabile: diventare consapevoli dei nostri pensieri
KING: John Assaraf, che ne pensa degli incidenti, intendo quegli episodi terribili, come la casa che
brucia?
ASSARAF: Sì. Possiamo decidere come percepire quello che ci accade e come rispondere. Anche davanti
alla casa che brucia, o a eventi devastanti, la nostra decisione di interpretare tali episodi fa la
differenza. Possiamo sempre scegliere.
KING: Bob, sembra difficile da imparare.
PROCTOR: E difficile. Pensavo, infatti, a quando avevo labitudine di concentrarmi sempre su ciò
che andava male. Il mio pensiero era dominato dalle cattive circostanze. Ho impiegato molto a
cambiare.
Avevo la registrazione di Earl Nightingale (programmi audio per il successo ndt). Lascoltavo
continuamente.
Earl è un caro amico. Ho lavorato con lui cinque anni a Chicago. Ma è stato quellascolto ripetuto a
cambiare le cose… Ed è così che si può cambiare.
Credo che JZ si riferisse in egual modo al Segreto. Al film The Secret. Se qualcuno lo guardasse
ripetutamente, avrebbe la possibilità di riprogrammare la propria mente.
KNIGHT: Se posso intromettermi, cè una bellezza in noi, una mente superiore che viene alla luce,
che viene in superficie, ed è solo bellezza e originalità.
KING: Intende dire che lei non ha giornate negative?
KNIGHT: Le ho, se decido di provare pena per me stessa.
BECKWITH: Quando cominciamo a pensare in un modo particolare, senza dubbio il nuovo pensiero
prevale, e trascende il modo di pensare genetico
PROCTOR: I nostri pensieri usuali
KNIGHT: Assolutamente.
BECKWITH: E evolvere, in questo modo, significa semplicemente eliminare i filtri, gli ostacoli, le
convinzioni imperfette. Non aggiungiamo niente a noi stessi. Tutta la crescita spirituale, e verso
il successo o il progresso, sta nelleliminazione degli ostacoli.
ASSARAF: Siamo geneticamente programmati in un certo modo, e il 50% della nostra inclinazione è il
modo di pensare e il comportamento; è genetico. Successivamente veniamo educati dalle stesse persone
che ci hanno trasmesso la loro genetica. E diventiamo condizionati a credere, pensare e comportarci
ogni giorno in modo coerente al programma ricevuto. Si può definire un destino annunciato.
La prima parte è la consapevolezza. La consapevolezza di non dover più vivere così. Di non farlo
più. Non pensare più in questo modo; e diventarne consapevoli. É il primo passo.
In seguito, stabilisci una nuova immagine di te. La più recente ricerca scientifica sullattività
cerebrale suggerisce che servono almeno 30 giorni di riprogrammazione mentale per cominciare a
vedere la differenza tra il vecchio e il nuovo.
KING: John DeMartini, una definizione di pazzia è ripetere la stessa azione per ottenere un
risultato diverso. Se questo è vero, la metà del mondo è pazzo, giusto? Tutti labbiamo fatto.
DEMARTINI: O addormentato.
KING: E si può risolvere?
DEMARTINI: Sì. Ogni essere umano ha una serie di valori attraverso i quali filtra la realtà.
Qualunque sia il nostro valore più alto, tendiamo ad apportarvi disciplina e ordine, e a
concentrarci su esso spontaneamente, istintivamente.
Se ci riferiamo al nostro valore più basso, tendiamo ad avere attorno caos e disordine. Se cerchiamo
di fissare degli obiettivi non proprio in linea con i valori più alti, siamo destinati al fallimento
perché inconsciamente continuiamo a creare quello che si adatta al nostro sistema di valori
acquisito. Perciò, quando fissiamo degli obiettivi, dobbiamo farlo in modo congruente e adattarli ai
valori più alti, altrimenti tenderemo a fallire e mantenere un linguaggio interno negativo.
KING: Ma per cambiare, bisogna volerlo no?
DEMARTINI: Penso che dobbiamo identificare e fissare gli obiettivi secondo quello che per noi ha un
vero valore, che ci entusiasma davvero, o automaticamente avremo il riflusso, o pensiero negativo.
PROCTOR: Secondo me dobbiamo diventare consapevoli di poter cambiare. Io non credevo di riuscirci.
KING: Cosa ha sollecitato il cambiamento?
PROCTOR: Il libro Think and Grow Rich, e Ray Stanford, che me lha fatto leggere covincendomi di
poter far meglio di quello che facevo. Credevo nella sua fiducia in me, ma non credevo in me. Ma Ray
era così deciso a farmi migliorare che mi disse: Basta leggere questo libro e fare quello che cè
scritto. Cominciai a leggerlo arrivando a conoscere la materia di Earl una pagina dopo laltra. E
sono cambiato.
KING: E lei Michael, come è cambiato?
BECKWITH: Parlando di cambiamento, una delle mie frasi preferite è: il dolore ti spinge fino a dove
lintuito ti attira. Perciò, si cresce in due modi, con il dolore e con lintuito.
Quando qualcuno si stancherà di essere stanco, inizierà a prendere quella decisione, a esprimere
chiaramente unimmagine della sua vita, a percorrere quella direzione.
Altri avranno delle intuizioni, e vedranno la vita in una prospettiva molto più ampia, e da lì
decideranno di cominciare a camminare.
KING: John, dobbiamo sempre rimproverarci per quello che ci accade?
ASSARAF: Rimproverarci? Possiamo rimproverare gli altri, è più facile incolpare qualcuno.
KING: Ingannevole
ASSARAF: Sì Larry, possiamo incolpare chiunque altro. Ci accadono cose imbarazzanti, che non ci
piacciono, e possiamo dare la colpa a un altro, o a noi stessi. Dobbiamo assumerci la piena
responsabilità della nostra realtà e del modo in cui laffrontiamo.
BECKWITH: Assolutamente.
KNIGHT: Sono daccordo.
PROCTOR: Non penso che dobbiamo rimproverarci. Non siamo da rimproverare per la nostra
programmazione, ma siamo responsabili del suo cambiamento.
BECKWITH: Assolutamente. Sì, non amo la parola rimprovero. Solo lignoranza è da rimproverare,
nientaltro.
PROCTOR: Giusto.
BECKWITH: Lignoranza è lunica cosa da rimproverare. E una volta entrati nella consapevolezza
dellindulgenza, liberandoci da vergogne, accuse e rimpianti, possiamo cambiare la nostra vita.
KING: John DeMartini, occorre intelligenza?
DEMARTINI: Penso
KING: Voglio dire, bisogna essere intelligenti per fare tutto questo?
DEMARTINI: Credo ci voglia consapevolezza.
BECKWIT: Esatto.
DEMARTINI: Ma credo che ci sia maggiore consapevolezza quando proviamo gratitudine e apriamo il
nostro cuore.
[
]
PROCTOR: Vede, quando non abbiamo speranze, siamo perduti, assolutamente perduti. Io lo ero. Stavo
male. Ero rovinato. Guadagnavo 4000 dollari lanno e avevo debiti per 6000.
Per la prima volta capii di avere delle possibilità. Potevo scegliere cosa volevo fare. Allinizio
era una cosa indistinta e non avevo molta fiducia, ma cominciavo a imparare.
Ho impiegato nove anni a capire cosa avessi fatto realmente per cambiare, poi ho scoperto una cosa
interessante. Quasi tutti quelli che ce lhanno fatta non riescono a spiegare bene il motivo.
Se non prendete decisione incisive, avete sprecato il vostro tempo venendo qui. Voi sapete quali
sono le decisioni da prendere. Io non lo so, ma voi si.
Il pensiero positivo non è niente se non lo si interiorizza, e questo non avviene subito. Avviene
con lallineamento.
È la vostra vita. Solo voi potete addentare la mela. Se non trattate voi i vostri diritti, chi può
farlo?
KING: Ok e ora parliamo un po di amore, cominciamo con John DeMartini. Come si trova lamore vero?
DEMARTINI: Forse quello che dirò sarà contro corrente. Ma io credo che siamo circondati dallamore,
e lo troviamo in una forma, in una persona, o lo differenziamo in un gruppo di persone che fanno
parte della nostra vita, persone singole
KING: Innumerevoli anime gemelle?
DEMARTINI: La nostra anima gemella
. Quando cerchiamo una cosa, inconsciamente creiamo qualcosa
attorno a noi. Ma a volte, se abbiamo provato un forte dolore durante un rapporto con una persona,
differenziamo tutte le cose amate nelle persone che ci circondano.
KING: Lei ha perduto sua moglie, vero?
DEMARTINI: Sì, mia moglie è morta meno di tre anni fa.
KING: E ora cerca qualcuno?
DEMARTINI: É interessante. Sei settimane prima di morire mia moglie, tenendomi la mano e guardandomi
dritto negli occhi mi disse: È ora che ti cerchi unaltra star woman, unaltra star girl. Mia
moglie si chiamava Athena Starwoman.
E tre settimane dopo la sua morte, a Las Vegas incontrai per caso una donna deliziosa di nome Star.
Oggi è qui con noi. Se non fosse stato per le parole della mia prima moglie, non credo che lavrei
notata.
KING: JZ, come si trova unanima gemella?
KNIGHT: Unanima gemella è uguale a noi, perciò prima dobbiamo innamorarci di noi stessi.
Altrimenti, frequenteremo persone particolari che
KING: Scelte sbagliate.
KNIGHT:
rifletteranno noi stessi. Perciò, prima innamoriamoci di noi. Dobbiamo essere quello che
vorremmo trovare in un altro.
BECKWITH: Assolutamente.
KNIGHT: Poi la persona arriva.
KING: Michael
BECKWITH: Quello che stai cercando è quello con cui guardi e, come diceva JZ, per innamorarti
veramente e attingere a quelle qualità di amore, altruismo, generosità, gentilezza e apprezzamento,
è necessario cominciare a emanare quel tipo di qualità.
KING: John Assaraf, è difficile per lei liberarsi delle persone sbagliate?
ASSARAF: È difficile per lei?
KING: Si, diciamo che non sempre funziona, ma non mollo.
ASSARAF: È difficilissimo. Siamo talmente abituati allambiente che ci circonda e alle nostre
relazioni. Ogni volta che ci stacchiamo da un pezzo della nostra vita, è molto, molto difficile. Non
amiamo cambiare il nostro ambiente, il lavoro, le amicizie. Ogni volta che ci abituiamo a qualcosa è
difficilissimo staccarsene.
KING: Ma stasera, stiamo facendo le cose in modo un po diverso. Abbiamo un pubblico che farà
qualche domanda. Cominciamo con Lisa, ci sei?
LISA: Salve. Vorrei sapere come si applica alle relazioni la legge di attrazione, perché capisco
come si possano attrarre degli obiettivi individuali, ma trovo più difficile visualizzare proprio la
persona che si desidera.
KING: Chi vuole rispondere John?
PROCTOR: Non dovresti dare un volto alla persona. Immaginati con
la persona che possieda tutte
quelle qualità. Ti sposterai in quella vibrazione e attirerai quelle qualità.
ASSARAF: Larry, credo sia importante capire, tornando alla premessa, che noi siamo energia, e
attireremo tutto quello con cui entriamo in risonanza. Di conseguenza, se ci concentriamo sulle
qualità che vorremmo nella persona, e crediamo con tutto il cuore e lanima di trovare quella
persona, e permettiamo alluniverso di fare la sua parte mentre noi, come diceva JZ, diventiamo
persone piena damore e bellezza, attireremo quella persona.
KING: Michael
BECKWITH: Lisa, è chiaro che dobbiamo anche definire il tipo di relazione. E la relazione è una
partecipazione unita per il bene della vita e per il bene di Dio. Perciò, non si entra in una
relazione per prendere qualcosa dallaltro.
Entreremo in una relazione per essere più noi stessi, per poter stare con qualcuno, questo è
lindividuo in cui entreremo
ci sentiremo a nostro agio nellamore, nel dare, nel condividere,
nella gentilezza e nellindulgenza. Ma se pensiamo di ottenere qualcosa dalla relazione, stiamo già
opponendo resistenza.
KING: Bob, perché spesso si sceglie la persona sbagliata?
PROCTOR: Torniamo a quello che ha detto JZ. Non sappiamo chi siamo.
KNIGHT: Non sappiamo chi siamo.
PROCTOR: E cerchiamo qualcosa al di fuori di noi, vediamo qualcuno e pensiamo: carino. E così
cerchiamo di ottenere qualcosa. È come diceva Michael, non conta quello che si ottiene.
Stanford, mi diceva Devi sapere chi sei. E ancora, Comincia a capire te stesso, e prendi il
controllo della tua vita. E finché non lo farai, niente andrà nel modo giusto.
ASSARAF: Scusa Michael
è anche una funzione dellimmagine che abbiamo di noi stessi. Abbiamo
unimmagine inconscia di chi siamo, della persona che pensiamo di poter attrarre, di quello che
meritiamo, e nella vita cercheremo quella persona, e finché non cambieremo limmagine interna nella
nostra mente, non cambierà niente.
KING: Michael, come si formano le nostre abitudini?
BECKWITH: Ripetendo sempre qualcosa, spesso inconsciamente.
KING:Ma perché lo facciamo, anche se non ci piace?
BECKWITH: Questo ci riporta a quello che abbiamo già affermato. Abbiamo una programmazione genetica
e successivamente uninfluenza ambientale. Così finiamo col copiare quello che vediamo intorno.
DEMARTINI: E spesso, cerchiamo di liberarci proprio di quello che stiamo facendo, inconsciamente,
siamo legati ai benefici. Subiamo i benefici che realmente
KING: Che ne pensi della tossicodipendenza, Bob?
PROCTOR: La tossicodipendenza è è unabitudine. E si può cambiare. Molti cambiano.
KING: Unabitudine che diventa un bisogno.
PROCTOR: Milioni di persone cambiano, perciò è possibile. Altrettanti non lo fanno, ma milioni di
persone
BECKWIT: I tossicodipendenti spesso cercano qualcosa che trovano momentaneamente, in modo
falsificato, attraverso quella droga o attraverso quelleuforia momentanea. Ma il cervello può
produrla senza la droga.
PROCTOR: Credo che il problema sia sempre lo stesso
non conosciamo noi stessi. Possiamo ricevere
leducazione migliore, frequentare le migliori scuole, e alla fine non sapere proprio niente di noi
stessi.
ASSARAF: In realtà il nostro cervello è diviso in due parti, una è la mente conscia
che ora
sappiamo essere lunica responsabile solo del 2-4% dei nostri comportamenti. Perciò potremmo avere
il desiderio, la spinta, il bisogno, la passione di cambiare; ma cè anche unaltra parte della
nostra psiche, la mente inconscia, che controlla il 96-98% del nostro modo condizionato di fare,
essere, vedere e comportarci ogni giorno.
Si può provare il desiderio, ma questo programma si esegue a livello inconscio che manterrà allo
status quo sia un tossicodipendente che uno squattrinato. Ecco perché, Larry, per esempio, l86% dei
vincitori di lotterie sperpera tutto il denaro: è condizionato a livello inconscio ad essere
squattrinato. Limmagine di sé e lautostima gli imporranno il proprio benessere. A proposito,
questo lho sentito dire dal grande John DeMartini. E ha assolutamente ragione.
PROCTOR: Se alleneremo le persone a cambiare, cambieranno con un programma di 13 mesi.
KING: La riabilitazione funziona?
DEMARTINI: Dipende. Torniamo al sistema di valori, perché è la gerarchia dei nostri valori che ci
impone quel destino. Se abbiamo un motivo e un valore inconsci per continuare a fare qualcosa, le
critiche non hanno alcun significano. Bisogna avere un impulso conscio per realizzare quello che
vogliamo fare.
Perciò, alle persone cosiddette dipendenti chiedo quali benefici stanno ottenendo, e prima di tutto
porto linconscio a livello conscio. E quando scoprono 100 benefici che ottengono inconsciamente
dalla tossicodipendenza, la loro mente si apre per capire perché lo fanno.
KING: Michael, cosè che provoca la ricaduta?
BECKWITH: Esattamente quello che ha detto Demartini. I benefici, i benefici temporanei di
quelleuforia momentanea. Non hanno ancora visto sé stessi.
KING: Ne sentono la mancanza, per questo la vogliono?
BECKWITH: La desiderano fortemente, il corpo, la mente, le sostanze chimiche di risonanza in
circolo. Non capiscono che quei prodotti chimici, quelle endorfine possono essere prodotte da un
sentimento di connessione.
KING: Ma siamo una società prona alla droga. Tutte quelle droghe legali per combattere il dolore,
fanno stare meglio, ci si sente più attivi.
DEMARTINI: Una pillola per ogni male.
KING: Una pillola per ogni male.
ASSARAF: Abbiamo la migliore farmacia del mondo, proprio qui, nel nostro cervello.
KNIGHT: È vero.
ASSARAF: Nessuna farmacia può essere paragonabile alla mente umana.
PROCTOR: Se capissimo che dentro di noi cè un sistema ingegnoso per mantenerci in ottimo
funzionamento. La comprensione è la chiave.
ASSARAF: Diventiamo dipendenti dalle emozioni.
KNIGHT: Siamo dipendenti dalle nostre emozioni. Questa è la dipendenza maggiore.
Fonte: transcripts.cnn.com/TRANSCRIPTS/0611/02/lkl.01.html
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