SADHU SANGA la compagnia dei saggi
(da Movimento ISKCON di settembre-ottobre 2004)
Maya punendoci ci aiuta a fare più in fretta?
di Bhakti Tirtha Swami
A questa domanda se ne collega un’altra: “Perchè Krishna permette che vi sia maya?” Krishna e i
devoti che agiscono per conto del Signore ci chiamano per farci tornare a casa. Noi ci troviamo in
una situazione molto pericolosa. Anche maya ci aiuta ad avvicinarci a Krishna. Essa ci presenta
diverse proposte e noi ne subiamo le conseguenze. A un certo punto, la persona intelligente comincia
a pensare “Cosa sta succedendo?” Devo smettere di comportarmi in modo così sciocco. Devo cambiare la
mia posizione, la mia coscienza e le mie abitudini per uscire fuori da questa situazione infernale.”
Maya agisce per conto di Krishna. Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakur spiega che anche se maya
sembra agire contro di noi, essa in effetti è dalla nostra parte. Maya ci pone costantemente di
fronte diverse prove per vedere se siamo pronti per tornare a casa: se superiamo la prova, possiamo
ottenere l’autorizzazione.
Maya ci metterà alla prova in molti modi e se non siamo veramente pronti, ci farà distrarre e ci
mostrerà quanto siamo poco pronti. In questo senso, maya è meravigliosa, ma noi ovviamente non
vogliamo cadere nelle sue grinfie. Quando non siamo più preda di maya o non ci arrendiamo a lei,
allora vuol dire che siamo pronti per Krishna. Un ubriaco non può entrare nel tempio perché
causerebbe molti problemi. Se avessimo una guardia all’entrata del tempio, la guardia starebbe molto
attenta che l’ubriaco non ritorni una seconda volta e valuterebbe attentamente la sua condizione per
capire se quella persona è a posto. Se è a posto, allora potrà entrare. La guardia lo metterà alla
prova a causa dei suoi comportamenti scorretti del passato#8230;. Quella persona dovrà dimostrare di
aver abbandonato le sue abitudini poco piacevoli. Noi ci siamo comportati male per così tante vite e
siamo stati intossicati da continue illusioni; di conseguenza, maya ora ci sta osservando
attentamente. Se noi superiamo la prova, allora maya dirà: ” Va bene, tu puoi entrare”.
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Diventiamo degli umili servitori
di Radhanath Swami
Prabhu significa ‘maestro’. E noi siamo ‘das’ servitori. Quindi dovremmo essere molto entusiasti di
fare tutto quello che facciamo così bene da ispirare tutti gli altri a fare ancora meglio di noi. E
quando gli altri lo fanno, dovremmo essere pieni di gioia. Dovremmo danzare dall’estasi. Questa è la
gioia dell’anima. Quando manteniamo dell’orgoglio materiale e del prestigio, il nostro ego trova
della soddisfazione che è mista alla paura, alla frustrazione e all’invidia e il nostro cuore non
trova soddisfazione. Ma quando siamo veramente soddisfatti di vedere gli altri agire in modo
meraviglioso, allora il nostro cuore trova la vera soddisfazione. Fino a che non giungiamo al
livello di essere un servitore non possiamo sperimentare veramente la gioia della coscienza di
Krishna. Se continuiamo ancora a pensare che “Io sono il migliore”, non possiamo provare la gioia e
l’estasi della coscienza di Krishna. Ma quando ci troviamo nel sentimento di Vaikuntha, nel
sentimento di essere un servitore, e vogliamo vedere tutti eccellere, allora potremo provare del
vero piacere e della vera felicità perché Krishna è molto soddisfatto di questa mentalità. Krishna
non è soddisfatto della vostra posizione. Krishna non è soddisfatto di come fate le cose. Krishna è
soddisfatto dall’umiltà della coscienza con la quale state cercando di agire.
Il domani che non verrà mai
Lo scopo della vita umana è quello di collegare nuovamente la nostra coscienza alla nostra natura
eterna, di immergere la nostra mente e i nostri sensi non negli oggetti dei sensi, che sono
temporanei e cambiano continuamente, ma nel servizio a Dio, la Persona Suprema, che è la nostra
eterna posizione costituzionale. Ma noi vogliamo rimandare. Sappiamo che è giusto. Lo abbiamo
sentito dire così tante volte, ma pensiamo che “Devo ancora fare così tante cose nella vita prima di
trovare il tempo e l’energia per intraprendere veramente il sentiero della coscienza di Krishna.”
Fino a quando Krishna non interviene nella nostra vita facendo suonare l’allarme con urgenza, noi
andremo avanti con questo autocompiacimento e questa incoscienza fino alla morte. Ma in realtà: IL
DOMANI NON VERRA’ MAI. Il momento presente è l’unica realtà. Adesso è il momento per la coscienza di
Dio. Questo non significa che dobbiamo diventare devoti. Significa che, da devoti, dobbiamo chiamare
Krishna intensamente e sinceramente, mettere Krishna al primo posto nella nostra vita, nella nostra
famiglia, nel nostro lavoro, al primo posto in tutto. Significa che non c’è niente di così
importante in tutto l’universo che ci può impedire di stare con i devoti del Signore e di ascoltare
e parlare delle glorie del Signore in loro compagnia.
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Krishna è la sorgente della libertà
di S.G. Madhusevita Prabhu
Essere sentimentali significa che i nostri sentimenti ci portano al di là della ragione. Ragione
significa capire qual è il vero beneficio per me e per gli altri. Dobbiamo capire chi deve essere
soddisfatto. Chi conduce una vita materiale crede che soddisfacendo i sensi sarà soddisfatto, crede
che la mente e l’intelligenza fanno parte del corpo. Chi crede di essere la mente e l’intelligenza
cerca un ideale, diventa un filosofo o un filantropo che per questi ideali può anche immolare il
proprio corpo, ma queste persone non troveranno mai la vera soddisfazione. Proprio come l’uccellino
che si trova in gabbia non sarà mai felice perché la sua natura è quella di volare e non di essere
prigioniero, anche se si trova in una gabbia ben pulita, ordinata e bella e l’uccellino è ben
nutrito.
Ci sono persone che inventano delle necessità sempre più grandi nella mente della gente in modo che
tutti sono presi dalla frenesia di lavorare, comprare, consumare e cercare di godere e sfruttare al
massimo le risorse della natura. L’anima condizionata si trova in questo mondo perché cerca sempre
di sfruttarlo, prova in un corpo, si stanca, passa in un altro corpo e così via , corpo dopo corpo
cerca invano di godere di questo mondo.
Felicità significa vita semplice, ma una vita semplice non ci basta perché in questo mondo si può
sperimentare solo un surrogato della vita spirituale.
Essere liberi vuol dire essere felici di quello che facciamo. Krishna è la sorgente della libertà
perché ci permette di avere una relazione con Lui. Come tornare ad essere liberi? Praticando il
servizio di devozione, in questo modo possiamo riscoprire di essere degli eterni servitori di Dio.
Tutto quello che non ci aiuta a sviluppare dell’attrazione per Dio è una perdita di tempo. Perché se
facciamo altre cose alimenteremo le attività materiali. Siamo abituati a parlare di argomenti
materiali, di quelle cose che ci gratificano, perciò bisogna riempire la nostra vita di ascolto e di
glorificazione del Signore altrimenti se non siamo assorti al massimo delle nostre capacità potremo
ricadere nella materia e l’amore per Krishna non si potrà sviluppare. L’anima condizionata è malata
e se non riesce nemmeno a capire che è malata come potrà cercare di guarire? Tutto è vincolato e
determinato dal karma finché non ascoltiamo da una fonte superiore. Possiamo modificare le nostre
attività e il nostro karma se incontriamo qualcuno che si trova al di là delle influenze materiali.
Inoltre il servizio ai vaisnava aumenterà il nostro gusto e la qualità della recitazione del maha
mantra.
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Krishna vuole solo il nostro amore
di S.S. Sacinandana Swami
Cari devoti,
Mentre andiamo avanti nel nostro viaggio della vita, speriamo tutti di arricchirci di esperienze e
di reale -e non immaginario- avanzamento spirituale. A volte ci guardiamo indietro e ci chiediamo:
“Cosa ho veramente imparato fino adesso?” Spesso sentiamo che sicuramente abbiamo tratto beneficio e
siamo progrediti grazie al sadhana oe grazie alla ‘misericordia incondizionata’, ma poi la vita ci
potrebbe colpire con una di quelle ‘prove’ che non riusciamo a superare e così ci fermiamo per
domandarci ancora: “Cosa è veramente cambiato da quando sono diventato devoto di Krishna?”
Credo che sia molto importante per un devoto capire cosa deve cambiare e cosa deve cercare. Se
abbiamo una comprensione errata di cos’è l’avanzamento spirituale, potremo non compiere alcun
progresso. Tutti in questo mondo avanzano automaticamente nel corso degli anni, nel successo, negli
scandali, nei fallimenti, nella felicità, aumentano di peso, hanno più esperienza#8230;.ci sono
molti modi per avanzare. Ma in cosa consiste l’avanzamento nella coscienza di Krishna? Cosa vuole
vedere Krishna?
Per rispondere a questa domanda vorrei che voi poneste l’attenzione su una delle qualità di Krishna:
prema-vasya: Egli è commosso o controllato solo dall’amore. A questo proposito Srila Prabhupada
scrive:
“Krishna vuole vedere quanto siamo sinceri nel rendergLi servizio. Materialmente noi possiamo
pensare che il servizio di qualcuno sia superiore a quello di qualcun’altro, ma questa è la nostra
visione materiale. A un livello spirituale, Krishna non vede differenza tra il servizio che Gli
rende un vitello e il servizio di Radharani e delle Sue compagne. Krishna è così gentile e liberale
che accetta il servizio di tutti quando è offerto sinceramente. Nella Bhagavad-gita è detto che Egli
accetta perfino un piccolo fiore, un frutto o dell’acqua se Gli vengono offerti con amore e
devozione. Egli vuole solo il nostro amore e la nostra devozione, in quanto Egli è il proprietario
di ogni cosa, quindi cosa potremmo darGli? Dovremmo sempre mantenere questa posizione di
subordinazione e di rispetto verso i puri devoti (Prabhupada a volte con questo termine si riferiva
a tutti i devoti, che stanno cercando di diventare puri devoti) che sono impegnati in servizio
devozionale. Questo aiuterà il nostro progresso nella vita spirituale”. (lettera a Tamal Krishna
Maharaja, 19 agosto 1968)
Sì, Krishna vuole vedere “quanto siamo sinceri nel rendergLi servizio#8230;”. Egli vuole solo il
nostro amore e la nostra devozione. Non è impressionato dalla quantità del nostro servizio. Se è
fatto con amore anche pronunciare una sola volta la parola Krishna ha più valore che mille vite di
servizio senza amore.
(da Movimento ISKCON di settembre-ottobre 2004)
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