Saggio sui chakras (centri eterici) umani – di Guido Da Todi – Parte settima

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I Chakras eterici, in funzione della telepatia

(di Guido Da Todi)

– Parte settima –

Uno studio serio e consapevole sui chakras non sarebbe integrale se non toccassimo la connessione
che essi hanno con quel fenomeno, chiamato della .
Ne comprenderete le ragioni, proseguendo la lettura.
Vale, qui, affermare che non soltanto il nostro corpo eterico denso possiede e postula le sue
funzioni sperimentali sui chakras; anche gli altri organismi invisibili li possiedono. Ma, i punti
occulti degli organismi invisibili sono praticamente inutili, fino a quando non vengono resi
funzionali quelli del corpo eterico. La chiaroveggenza, la preveggenza, e tutti i fenomeni di
materializzazione, avvengono quando le leve degli organismi invisibili dell’uomo sono inserite nella
sua struttura eterica, tramite l’unificazione con i relativi chakras eterici. Lungo tutto il
percorso reincarnativo, dunque, la Monade si trova, assopita e priva di poteri divini, immersa nei
tre mondi. E le forze galvanizzatrici dei piani Eterico-Cosmici, per il peso gravitazionale
planetario, si baricentrano nei chakras .

L’umanità, in proposito, è stata autorevolmente divisa in tre parti.
V’è un tipo di uomini e donne che traggono ogni risorsa dalle loro linfe vitali, chakra sacrale> e che, a malapena, raggiungono il plesso solare.
Un altro genere di umanità dipende, in ogni anelito vitale, dall accentramento di forze istintive
che, in massima parte, si annidano nel plesso solare e lambiscono il chakra del cuore.
Un folto gruppo di esseri, (ma, ciò nondimeno, una stretta minoranza, in paragone al rimanente),
vive sul vibrare delle forze che alimentano, principalmente e preferibilmente, i centri, dal cuore
in su. E, in tal caso, già ci troviamo nel campo prossimo agli. Si tratta per lo
studente intuitivo, di non fare a meno di riconoscere nei tre aspetti di umanità, le tracce evidenti
di tre razze, nell’unica loro sintesi: la Lemuriana, l’Atlantidea, l’Ariana.

Cosa comportano tali energie, baricentrate solo nel centro sacrale, o, nel plesso solare, o, nei
centri attinenti alla testa? In altri saggi abbiamo parlato della qualità di ognuno dei Sette Raggi.
E, ad esempio, abbiamo detto che il quarto Raggio è il Raggio che dona la capacità di racchiudere,
in formula matematica e geometrica, e in circoli chiusi, la bellezza, latente in ogni cosa. Esso è
il Raggio dell’artista. Ben cruda ed amara maniera di parlare del quarto Raggio. Per diffonderci,
compiutamente, sulle sue qualità, infatti, avremmo dovuto esporre tutte le forme artistiche che
esistono nel cosmo, conosciute e sconosciute!
Lo stesso avviene quando noi ci accingiamo a trattare delle facoltà di ogni chakra, che sono
l’affiorare, nel tempo e nello spazio, del determinato Raggio che rappresentano. Ci dobbiamo
limitare a crudeli sintesi; esortiamo, allora, il lettore a non volere strettamente allacciarsi ad
esse, poichè le medesime costituiscono una lama a doppio taglio.

Sono utili, se considerate per quel che valgono: cioè, delle pure linee indicatrici; divengono,
addirittura, deleterie, se considerate fini a sé stesse e senza possibilità di sviluppi ulteriori.
Il fatto che l’umanità sia divisa in tre grandi zone: il lemuriano, o, l uomo dedito alla
trasformazione pura e semplice dei soli istinti sessuali e di forza fisica, con le linfe promotrici
dell’essere, postulate nel centro sacrale; l’atlantideo, o, l’emotivo alla ricerca di sensazioni più
vaste, ma tutte facenti capo al proprio egotismo centrale, amante del lusso e della comodità,
dipendente da un plesso solare altamente sviluppato; o, facendo un balzo avanti, l’ariano, più o
meno intellettuale, vincolato e prigioniero del proprio razionalismo, oppure radioso d’un
intelletto, che è sfociato e si è trasmutato nell’intuizione pura e iniziatica; ebbene, ciò, ai fini
della telepatia, divide l’argomento in altrettanti tre tipi di telepatia: l istintiva, l’animica e
la spirituale.

Cominciamo con la prima.
Molti scienziati si sono domandati per quale ragione le ondate migratorie dei volatili seguissero
sempre, nel tempo e nello spazio, i medesimi obiettivi. Oppure, per quale ragione i cani fossero
capaci di rintracciare, senza alcuna causa che collaborasse con il loro olfatto, un essere umano, a
loro caro, allontanatosi centinaia di chilometri.
Oppure, perchè bastasse, da parte di qualche fiera, madre di una nidiata di cuccioli, un solo
sguardo, in direzione del piccolo, andato a giocherellare dieci, o, quindici metri oltre il
limitato, e tutto intento ai suoi ruzzoloni, per fargli rizzare le orecchie, volgere il capo, e
tornare indietro, lentamente. Tutte forme, codeste, di telepatia istintiva, proveniente dal plesso
solare.
Difatti, gli esoterici sanno che l’animale agisce, non già attraverso il suo cervello, nei
coordinamenti d’atto, ma, attraverso il plesso solare.

Nel caso umano, questa telepatia la si riscontra lì dove un tenace affetto istintivo lega due
elementi della razza; che siano tutti e due compartecipi nel sentimento, o, che uno solo di essi lo
esprima. Una madre, che avvisa un certo pericolo in cui il figlio si trova in un dato momento. Ed
allora si scuote bruscamente ed entra in stato di agitazione. Un innamorato respinto, il quale, di
continuo, assilli, con ogni sorta di linee psichiche invisibili, la povera fanciulla, che se ne
sente ossessionata quotidianamente, senza un contatto diretto.
Telepatia istintiva è, anche, quella di massa.
Mille persone, eccitate, gomito a gomito, da discorsi di leaders, in pubblici comizi, le quali, in
un graduale crescendo, prorompono in ovazioni e in prese di posizione emotive, che non avrebbero
raggiunto senza tale fusione telepatica.

È il caso, purtroppo, dei linciaggi; è il caso di quelle povere immature, che si strappano le vesti
e cadono in delirio, davanti ad un gruppo di, più o meno, altri stupidi, o, troppo furbi, suonatori
di una determinata musica.
È il caso delle cosiddette “sedute di risveglio religioso”, in cui delle anime infantili, in preda
ad una crescente paranoia psichica, dopo il canto di alcuni salmi, si contorcono e urlano, a decine,
per terra, chiedendo pietà al loro Dio, e che li tolga dalla fragile condizione umana in cui si
trovano…

Sempre, agisce il plesso solare, unione diretta con il mondo astrale. Ed ogni movimento, in simile
direzione, arricchisce tale mondo dell annebbiamento emozionale, di soporifere altre energie
intangibili; ma, pronte ad ingoiare qualsiasi anima che si sintonizzi con esse, per similitudine di
natura.
Lo sgradevole, comunque, è passato. Poiché giungiamo alla telepatia d’animo, dopo aver tralasciato
quella della personalità, più o meno sviluppata.
I risultati a cui giunge la telepatia d’animo sono, per lo più, positivi. Difatti, essa nasce dal
ritmo imposto all’intero organico dell’uomo, dal chakra del cuore. Si tratta della gruppo>.
Colui che la pratica è portato a far suoi i sentimenti dell’altro, per quanto tenui gli vibrino alla
portata.

Un sublime esempio di questo tipo di telepatia, lo abbiamo da parte del Cristo, nella comprensione
cosmica di ogni singolo fatto, che costituisce la panoramica della realtà solare. Va detto che, nei
casi in cui tale telepatia divenga nociva, noi ci troviamo di fronte ai
(camorra, ndrangheta, ecc..).
Pur essendo, questi gruppi, riuniti in una consonanza effettiva d’animo, poiché mancano di morale e
di principi, le loro possibilità si volgono verso conquiste inferiori.
Da qui, la necessità di uno stretto collegamento tra pensiero illuminato e cuore.
Il terzo tipo di telepatia è quello definitivo. La telepatia mentale-spirituale.

* La Telepatia mentale-spirituale *

Abbiamo elencato i chakras, ma, sempre, senza parlarne singolarmente, per il fatto che eravamo
intenti a rivelare i fattori cosmici ai quali ci inseriscono, di costante.
Teniamo, ora, presente che i chakras, a differenza della statica funzione di ogni arto biologico e
tangibile del fisico, si qualificano perchè palpitano di una nota, o, natura sconosciuta al mondo
materiale: la quarta dimensione.
Ogni chakra è collegato, naturalmente, a tutte le parti dell’universo; il chiaroveggente, difatti,
non porta il chakra verso l’oggetto eterico denso, o, eterico-cosmico che vuole raggiungere. lo vede riflesso in quel chakra, ovunque l’oggetto si trovi; lì, ove il tempo e lo spazio sono
aboliti>. E, ad un più attento esame, la immagine dell’entità contemplata e rispecchiata nel chakra,
si rivelerà, non già per un fantasma, ma per l entità stessa.

Però, ogni chakra ha delle funzioni soggettive, che è necessario comprendere per potersi avvalere
delle sue specifiche possibilità.
Nel descrivere i chakras dell’essere umano, noi faremo conto di osservarli nel corpo eterico di un
uomo sviluppato spiritualmente e che li abbia tutti funzionali. Il chiaroveggente, difatti, dove
un Adepto ha, per chakras, dei soli, rutilanti di splendore e di colore, vede, in un uomo
sottosviluppato, dei grigi bottoni larghi, di materia eterica torbida, senza alcun balenio
manifesto, e con una luce potenziale appena accennata. Il chakra è, anzitutto, un innesto di due
tipi di forze: quella planetaria e quella umana.

Ecco, i due bracci della croce; ecco, il Cristo e l’uomo.
Esistono settantasette chakras in tutto il corpo eterico: hanno un’apparenza sferica. Sette sono i
maggiori: quattro, lungo la spina dorsale; tre, riguardano la testa. Ed i Guru danno molta
importanza al fatto che il discepolo afferri, alla radice, le loro funzioni. Nè, presumiamo, che
esso possa farlo di primo acchito. La strada, in ogni modo, è tale, quale gliela stiamo indicando.
Il chakra è composto dal coesistere di varie linee magnetiche:

a) Il Punto;
b) il Triangolo;
c) le Linee Irradianti;
d) la Sfera di Incidenza.

Incapsulato in ogni chakra, come perla nello scrigno, v’è il , che dissemina le
indescrivibili potenze della Monade; il Punto Centrale è racchiuso in un triangolo: tre linee di
forza, che riflettono il colore, la natura, il potere del raggio monadico, di quello del corpo
causale e di quello della personalità.
S’ergono, in direzione quadrimensionale, dalla presente tetraktis magica, i cosiddetti petali del
chakra. Cioè, le singole irradiazioni, diverse per ogni chakra, e che sono proprio le linee di forza
che il discepolo deve imparare a trattare a dirigere, nel suo lavoro di mago bianco. Simile divino
si assomma nel che ne rappresenta la zona di confluenza e la sintesi radicale.

Il gioiello monadico, risiede, manifesto a chi lo sappia localizzare, nel capo>. E si riflette in quello posto fra gli occhi ed in quello della gola. La sua visione è più
labile negli altri. Diamo qui di seguito i colori dei centri eterici, come vengono indicati da
Paramahansa Yogananda, nelle sue lezioni della Self Realization Fellowship.

(dal Grado settimo delle Lezioni SRF, di Paramahansa Yogananda – L-175)
N.B. I colori dati dal Guru sono quelli del chakra alla base della spina dorsale, del lombare, del
plesso solare, del cardiaco, della medulla (dati altrove, nelle lezioni) e dell’ajna. I commenti sul
centro ajna e sul bramanandra non sono i suoi, ma provengono da altre fonti autorevoli.

Il chakra alla base della spina dorsale ha quattro petali, o linee di forza, ed è di giallo Il
chakra lombare ha sei petali, ed è di color bianco intenso
Il chakra, detto plesso solare, ha dieci petali ed il suo colore è rosso sangue Il chakra cardiaco
ha dodici petali ed il suo colore è di un azzurro palpitante.
Il chakra della gola ha sedici petali ed il suo colore è una nebbia vaporosa reticolata con punti
luminescenti
Il chakra della medulla ha due petali, di color azzurro
Il chakra ajna, posto tra gli occhi, riunisce, in una sintesi sostanziale, la personalità dell’uomo;
dove la natura inferiore si collega alla superiore
È curioso, infatti, constatare, che i petali sono novantasei, cioè il doppio della somma dei
precedenti cinque. Le totalità di colore si raffinano altamente, e, qui, sono oro-azzurro splendidi.

Il chakra brahmarandra, alla sommità del capo, ha mille petali ed è rappresentato, simbolicamente,
nelle statue del Buddha, dal misterioso vestimento lenticolare al capo, che quasi tutte portano.
È composto da due elementi: una zona interna ed una esterna. La zona interna (la )
è bianco-oro. La esterna, di un indescrivibile balenio di colori. La zona interna è il riflesso, sul
cerebro eterico, del chakra del cuore.

È, comunque, al centro brahmarandra che si focalizzano tutte le attenzioni delle Guide dell’umanità.
Viene detto, difatti, di continuo, ai discepoli: Vivete nella testa”. Con ciò, simbolicamente,
esortando l’uomo a postularsi alla vetta delle sue sensazioni fisio-psicologiche, per giungere al
contatto monadico. Contatto che scaturisce solo da tale chakra.

L’insieme d’incidenza delle rispettive circonferenze dei sette chakra determina un’entità
energetica, chiamata dell’individuo. È l irradiazione combinata dei gradi evolutivi dei
suoi chakras che dà la nota occulta all’individuo, in seno ai valori invisibili dell’umanità. Noi
continuiamo a riferirci all’ideale individuo che abbia risvegliato armoniosamente tutti i sette
punti nevralgici eterici. Tale aura avrà, allora, acquistato un incredibile potenza, silenziosa e
suggestiva. Senza parlare del fatto che costui, appunto perchè essi lo collegano ai Sette Signori
del Mondo, al Logos Planetario, e, più su ancora, alle Sfere Celesti possederà la padronanza del
costante colloquio con i Poteri Divini dell Essere, confermiamo che egli potrà dirigere le sue forze
risvegliate, ovunque lo voglia e con tutto il successo che desidera.

Convergerà le linee magnetiche dei chakras, o, petali, in determinate note posizioni e in
determinate direzioni; le unificherà, ritmicamente, in un blocco unico; le vedrà trasformarsi nei
poteri angelici che presiedono alla loro struttura, e oltre….. Ma, possederà un’aura, meravigliosa
conchiglia, da cui sfavillerà la luce della perla della Gerarchia Bianca, in ogni atto quotidiano
che compie.
Consideriamo, adesso, la naturale predisposizione che l’uomo ha, nei contatti con il mondo delle
idee.

Esiste, come è riferito da Patanjali, nelle sue lezioni di Yoga, “la nuvola delle cose
intellegibili”, (quella che è stata chiamata il Piano Divino, da un altro Maestro), che, dalle vette
del supremo ordine celeste, lambisce, di continuo, il terreno spirituale dell’uomo. Il problema è
di entrare in contatto con essa e di tradurla in espressione. Vi sono vari metodi graduali per
farlo. Aspirazione, concentrazione, meditazione, illuminazione; e l’ispirazione avviene.
Spesso, il discepolo si incapriccia a volere che il Maestro intavoli con lui un discorso più
diretto, sulla natura di simili processi occulti, che, per lo più, sfuggono all’analisi della
coscienza ordinaria. Cosa che il Maestro non può fare, semplicemente perchè soltanto la maturità
individuale ci può permettere di comprendere cosa siano i piani superiori, troppo spesso confusi e
scambiati con qualcosa, pur se radiante, di statico e incombente.

Cogliamo, adesso, l’occasione, per suggerire al discepolo, se egli cade in preda a tale tipo
d’illusione, di volgere altrove lo sguardo. Non solo i Guru hanno cessato di occuparsi personalmente
dell’evoluzione singola dei discepoli; ma, desiderano collaboratori, capaci ed esperti. Tutto ciò
che di teorico poteva essere rivelato all’uomo, sulla magia creatrice, è stato rivelato. Il resto è
questione di intuizione personale. Solo quando il discepolo è diventato un collaboratore capace ed
efficiente, il Maestro si fonde con lui, in una consapevole unità d’azione e continuità di presenza.

Comunque, costretti come siamo a parlare per simboli, torniamo a rappresentarci “la nube di cose
intelligibili”, quale lago inesauribile di sostanza archetipica, che alimenta e continua a far
crescere il fiore della civiltà. I Portatori dell’acqua divina, sono i Guru che, con la borraccia
del loro sapere e del loro potere, raccolgono, da una parte, il liquore vitale, e, dall’altra,
innaffiano, con esso, tramite la telepatia planetaria le menti degli uomini, accelerandone il
processo evolutivo.
All’uomo, ciò appare come un rivelarsi di improvvise intuizioni, come un impulso a nuove mete…
Si tratta, non solo di accettare il fatto ed abituarsi ad esso; ma, di aiutare il desiderio che i
Guru hanno di unirsi al genere umano, con l’apprendere l’arte della ricezione e della impressione.

I Guru non si trovano lì, o, qui. I Guru si trovano latenti, nell’ovunque.

dalla mailing list Sadhana

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