Saggio sui chakras (centri eterici) umani – di Guido Da Todi – Quarta parte

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– SAGGIO SUI CHAKRAS (CENTRI ETERICI) UMANI –

(di Guido Da Todi)

– Quarta parte –

Da quanto enunciato sinora, si evincono i seguenti concetti-sintesi:

· Le leggi che regolano la forma – in ogni sua manifestazione ideale e concreta
(rammentiamoci che < forma >, in termini metafisici, è quanto diverge dall’assoluto inconcepibile:
il tutto) – sono innate, e provengono, per così dire, da precedenti confini dell’esistenza, mai
raggiungibili, nella loro ultima radice;

· Il moto increato produce delle costanti pressioni, o contrasti, con la materia universale,
producendo tre tipi archetipici di elettricità cosmica;

· Per fare questo, si di un aspetto individuale e cosmico – il – che
produce la triplice maschera di sé medesimo;

· Tale legge può venire evidenziata e riconosciuta nell’ovunque, sia del microcosmo, che del
macrocosmo;

· È stata tramandata, nel ricordo storico umano, e grazie alle religioni ed alle filosofie
universali, sotto il velo di simbologie, che parlano del Tutto-Uno (Tao, incomprensibile, ma
percepibile), del Logos (la Divinità personale), e delle sue tre emanazioni (positivo, negativo e
polo di derivazione comune ad essi; Padre, Figliolo e Spirito Santo.);

· Esiste – di conseguenza – un nevralgico, che si ripete in infiniti pulviscoli di
manifestazione, lì dove appare la vita (ossia, ovunque); un nucleo che evidenzia ogni < incrocio di
forze >;

· Esso è < il principio astratto > che si incarna e si rivela, sotto la complessa ed
esoterica natura dei chakras, nell’uomo: perfetta sintesi cosmica di ogni alfa ed omega;

· La vita universale consiste, di conseguenza, in un < entele >, o matrice unitaria, che –
apparentemente – si esprime alla coscienza umana in costanti dualismi: solido ed energetico; spirito
e materia; denso e fluido. Tuttavia, l’apice della realizzazione di ogni razza planetaria è di
ricondurre le proprie facoltà a identificare se stessi in un’onda indifferenziata del mare della
Vita;

· È da questa dimensione, e solo da questa, che si può entrare nell’ottica privilegiata di
comprendere cosa siano < i centri eterici > dell’uomo; di studiarne le componenti; e di procedere a
comprenderli, come < snodi > aristocratici, che mettono in evidenza strategica l’unione
dell’individuo, con ogni cosa universale.

Nel libro < Autobiografia di uno Yoghi > – di Paramahansa Yogananda – edizioni Astrolabio (che
invito ogni lettore a leggere, per approfondire quanto non si può – evidentemente – esporre in
sintesi, come quella che leggete) si parte da un’affermazione fondamentale, che giustifica
l’indiscutibile e < scientifica > possibilità del Kriya Yoga a dotare chi lo pratichi di un volano
evolutivo, dalla potenza inimmaginabile:

<. L'essere umano - secondo il piano divino, su questa terra - deve attraversare il ciclo vedico di
un milione di anni, frammentate in reincarnazioni personali, di buona salute e di armonioso e retto
vivere, per raggiungere la meta, prevista nei suoi riguardi, da Dio: ossia, la del Suono Originario. >

Cosa vuol dire, ciò?

Riferiamo, allora, ai principi della tradizione esoterica, esposti all’inizio del saggio:

· Ogni cosa nasce dal suono (vibrazione)

· Ogni cosa è suono (vibrazione)

· Ogni cosa produce suono

Dopo avere studiato l’ampio intervento della fisica moderna, sulla natura di tutta la materia,
intesa come ciò che simbolicamente insegnano le Scritture Sacre dell’Occidente (..”In principio era il Verbo – o
Suono”..) e quelle Orientali (“..Dall’AUM procede ogni cosa, e nell’Aum ritorna..” – ossia, nei tre
tipi di energia rappresentati nel sacro termine) resta solo all’intuizione del lettore riconoscersi
in una natura non separata da tutte le cose, e, in più, dal carattere fluido, e non statico e
materiale.

Non potremmo aggiungere altro, a quanto detto, se non l’esortazione di non farsi coinvolgere dalla
dei suoi cinque sensi, e di non restare in questa attuale forma di paralisi coscienziale,
che gli proibisce una visione di Dio, più diretta e indicibile.

Yogananda – e tutta la Sua Scuola – fa sovente riferimento al < Suono > di Dio, nella natura.

Ma, tale riferimento non è – come potrebbe testimoniare chiunque abbia amato i suoi scritti –
un’indicazione mistica e simbolica.

Ogni kriyaban, che sinceramente abbia praticato la Sacra Scienza sino in fondo, realizza che Dio è
pure una Sacra Vibrazione, che adopera – come strumento attraverso cui emettere la sua potenza –
l’intero pianeta che abitiamo, e l’universo.

Dolci, struggenti ed ineffabili sono gli attimi in cui il kriyaban si con il Suono di
Dio, che pervade l’universo, e riconosce la Voce del Signore nei minuti frammenti della vita, e
nella vita, complessiva.

È evidente che Dio non è Suono; ma, anche, Indicazione, Amore, Rifugio e Perfetta Estasi.

Ma, tutto ciò lo si raggiunge prioritariamente quando la propria essenza si è talmente identificata
nell’AUM universale, da vibrare intensamente in quella Eco, proprio come il violino di Paganini
diventava vivo e magico, nelle sue mani.

Ecco, nella seconda iniziazione Kriya, il neofita impara, appunto – ed è quasi forzato a farlo – a
riconoscere quella vibrazione che è celata in ogni suo chakra eterico.

Da qui, poi, riuscirà – man mano -a rintracciare la vibrazione del Grande Chakra Divino, che è il
pianeta stesso.

Cosa intendeva dire Yogananda, quando affermava che – secondo la millenaria rivelazione dei Veda –
l’uomo deve < percorrere, con il carro a buoi della evoluzione naturale > la faticosa strada
reincarnativa – e per un milioni di anni reincarnativi – prima che la
possa riconoscere il Suono di Dio, nell’ovunque?

Riprendiamo, a questo punto, il dialogo che la scienza moderna – fisica e biologia – fanno tra di
esse, per trovare la connessione esatta che l’uomo ha, con il proprio ambiente.

E facciamolo, senza dimenticarci che – in linea di massima – tale dialogo non diverge con le
conoscenze tradizionali dell’antica India.

Quali sono le innate e potenziali risorse dell’uomo, che lo fanno somigliare ad un battello di legno
pesante che, senza il traino di una vela invisibile e gonfia di vento e di tensione, non potrebbe
procedere lungo il tratto di mare su cui si trova?

Sembra quasi che un’antica maledizione continui a pesare su di lui: quella della testarda sua
volontà di dipendenza dalla vita e dalle forze esterne a lui.

< Quanto mi piacerebbe saper suonare uno strumento!. > – molti affermano. E, nel frattempo, il loro
sistema nervoso ricrea le meravigliose melodie del film che stanno guardando in TV.

< Come vorrei essere capace di ridipingere la bellezza nevosa e montana di quell'orizzonte! > –
dicono, mentre non si accorgono che, grazie alle capacità subconsce del loro sistema ottico, stanno
proprio osservando un quadro, da essi riprodotto, che < rispecchia > quanto osservano, in quel
momento.

Ci pensate? Ci avete mai pensato?.

È impossibile a voi tutti continuare a < sussistere > su questa terra, senza trovarvi ad essere –
magari inconsapevolmente – dei poli catalizzatori e creatori, che afferrano, attimo dopo attimo, un
frammento invisibile della complessa realtà circostante, e ne rilanciano il bandolo ad altre gomene.

Ognuno di noi è continuamente colpito e traversato da raggi cosmici (ad esempio, i < Millikan >),
capaci di forare una spessa lastra di piombo.

E credete che essi non lascino delle tracce sul nostro sistema nervoso?

Ecco.. il sistema nervoso…

Ancora la , o – se volete – l’elettricità pervade qualunque granulo di cosiddetta materia
biologica.

Il tatto – ossia il senso che ci fa percepire una qualunque reazione da tangenti esterne, le quali
vengano a sfiorare, oppure a premere, con più o meno violenza, il nostro organismo fisico –
percepisce di miliardi e miliardi di corpuscoli che scorrono lungo
il nostro sistema nervoso simpatico, raggiungono il cervello; e vengono rielaborati da esso.

Immaginate, allora, ogni individuo, animato oppure apparentemente statico, che si trovi immerso in
questo caleidoscopio di forze; che sia costretto – ancora – a rielaborarle, tramite il suo
organismo; e che lo faccia -per la maggiore – inconsapevolmente.

Sarete costretti, allora, ad accettare la verità che esiste un sottile e imprescindibile,
tramite il quale, le creature del pianeta (e delle altre galassie sconosciute), per una parte
iniziale del loro cammino evolutivo, sono e da una costante e complessa forza
d’urto energetica, che li coinvolge .- da qualunque direzione – in una lenta e progressiva fioritura
evolutiva.

Un’evoluzione che – per quanto riguarda l’animale e l’uomo – ha, come punto di riferimento, il loro
sistema nervoso.

Ed è proprio a questa < forza d'urto > che si riferisce Paramahansa Yogananda, quando afferma che il
risultato finale di essa – dopo un milione di anni reincarnativi – renderà la materia, oggetto della
sua azione, tanto diafana e traslucida, da permetterle di trasformarsi in cassa armonica risonante,
nei riflessi del Suono Primordiale, da cui essa deriva.

Ricordate?:

· Ogni cosa è suono

· Ogni cosa deriva da suono

· Ogni cosa emette un suo particolare suono; ossia, crea, a sua volta, altri suoni.

Nel nostro caso, della materia resterà solo < la sua anima eterna >; e tale dell’essere> testimonierà una delle leggi universali dell’essere: ossia, riconoscerà di essere
vibrazione, nata da Vibrazione.

Essa, allora, tornerà al Padre; al Verbo. All’AUM primordiale.

Se, allora, esiste l’energia, quale componente fondamentale dell’essere; se, la medesima, assume la
duplice forma di < coagulo > e di < onda >, come affermano le ultime scoperte della fisica quantica
(oltre che le rivelazioni dei Veda) ; se non esiste il vuoto, o la separazione tra ogni costante
della vita universale – o, se vogliamo, tra le onde dell’oceano; e se, di conseguenza, il rapporto
tra le unità apparenti causa sempre una < scintilla vitale > (il tao, inteso come < via >), ne
consegue che l’uomo dovrà accettare – almeno teoricamente, all’inizio – che tali scintille vitali
siano presenti anche della sua sfera individuale d’espressione quotidiana.

.. E siamo giunti, infine, < ..a riveder le stelle. >.

Siamo arrivati, dopo un forse complesso itinerario, a dimostrare la necessaria esistenza dei eterici> lungo la colonna vertebrale umana.

Solo che dovremo fare una chiara differenza tra quel < germe di astrazion pura >, che
rappresentavano – sin qui – i chakras, intesi come < elemento di connessione universale > delle
infinite giunture cosmiche, e quelli che ognuno di noi possiede, a corredo del suo < corpo sottile
>.

Nel nostro caso, è necessario parlare di una Gerarchia divina, che correda e guida ogni cosa, sul
pianeta, nelle direzioni volute da Dio.

Come i nostri arti si sono formati – non certo a caso – mentre erano sottoposti alle esperienze
evolutive, lungo i milioni di anni che coprono l’evoluzione umana, così i chakras si sono modellati
e costituiti, < all'interno > dell’umanità, seguendo una volontà demiurgica ineffabile.

E, visto che il sistema nervoso rappresenta il < canale di minor resistenza >, ove le energie del
cosmo si annidano ed agiscono, avendo trovata la loro controparte ideale, nell’uomo, ecco la ragione
inoppugnabile per la quale i chakras sono collocati lungo la colonna vertebrale.

Vedremo, ancora, quali rapporti abbiano i sette centri eterici con le sette ghiandole del sistema
endocrino umano.

“Tratto dalla mailing list Sadhana

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