Salute: cervello bebe’ memorizza suono parole gia’ nel pancione
14:33 27 AGO 2013
(AGI) – Washington, 27 ago. – I bambini imparano a riconoscere le parole gia’ dal grembo materno.
Mano mano che il feto cresce nella madre, puo’ ascoltare i suoni che provengono dal mondo esterno
comprendendoli abbastanza da trattenerne la memoria anche dopo la nascita. A dirlo, uno studio
dell’Universita’ di Helsinki pubblicato su ‘Pnas’. L’elaborazione dei suoni da parte del feto
sarebbe attiva a partire dall’ultimo trimestre di gravidanza. Nel 1988, uno studio suggeri’ che i
neonati erano in grado di riconoscere la colonna sonora della soap opera preferita dalle loro madri;
studi piu’ recenti hanno indicato che il neonato riconosceva come familiari le voci dei genitori.
Entrambi questi studi si basavano pero’ sul comportamento del bambino, che veniva valutato mediante
un test. Nella nuova ricerca, gli scienziati hanno usato sensori per elettroencefalogramma alla
ricerca delle tracce neurali delle memorie risalenti all’utero. Durante la gravidanza di alcune
donne, i ricercatori hanno fatto ascoltare alcuni suoni di parole, per alcuni mesi. Dopo la nascita,
il cervello dei bambini reagiva alle parole e ai diversi modi in cui erano state pronunciate, mostrano opportuni segnali neurali.
(AGI) Red/Gav .
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Il linguaggio si plasma nel cervello del feto
Chiave per curare disturbi comuni, come la dislessia
27 agosto, 09:33
I suoni ascoltati dal feto all’interno del grembo materno plasmano le capacità di parlare e
comprendere il linguaggio e potrebbero essere la chiave per aiutare a prevenire disturbi del linguaggio molto comuni, come la dislessia.
E’ quanto emerge dallo studio condotto da un gruppo di ricerca internazionale coordinato da Eino
Partanen, dell’istituto di scienze comportamentali dell’università finlandese di Helsinki, e pubblicato dalla rivista dell’Accademia delle Scienze americana, Pnas.
Secondo gli studiosi i suoni percepiti dal feto possono plasmare lo sviluppo del cervello, tanto da
influenzare dopo la nascita le capacità relative al linguaggio parlato. Il futuro bambino, già alla
27esima settimana di gestazione, è in grado di ascoltare i suoni innescando la riorganizzazione
della corteccia uditiva fetale e la maturazione del sistema nervoso in via di sviluppo.
Gli autori della ricerca hanno seguito 33 donne finlandesi dalla loro 29esima settimana di
gravidanza fino alla nascita dei loro bambini. Alla metà delle gestanti sono state fatte ascoltare,
per diverse volte alla settimana, delle registrazioni di una cantilena ripetuta centinaia di volte.
Di tanto in tanto la cantilena veniva ripetuta con un passo o con un accento diverso, oppure in essa
veniva sostituita una vocale. Dopo che i bambini sono nati, i ricercatori hanno confrontato il modo
in cui il loro cervello rispondeva alle variazioni della cantilena, mettendo a confronto i neonati
che erano stati esposti alle vocalizzazioni in utero con coloro che non avevano subito lo stesso trattamento.
I risultati suggeriscono che il cervello fetale è in grado di apprendere attraverso l’udito prima
ancora della nascita e la sua memoria subisce dei cambiamenti strutturali. Questo fa supporre quindi
che le tracce neuronali possono anche influenzare l’acquisizione della lingua durante l’infanzia.
ANSA
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