Salvaguardare l’udito per vivere meglio
Campagna informativa promossa da:
Terzo Orecchio di Franco Russo aka Franko
Quando pensiamo al nostro orecchio, generalmente lo associamo all’udito, e questa è certamente la
sua funzione più evidente, ma l’orecchio è molto più che udito.
Vediamone insieme le principali funzioni:
– Il nostro orecchio analizza i suoni, funzione fondamentale per la comprensione del linguaggio
parlato e di quello musicale.
Ciò avviene nella Coclea, a forma di chiocciola e situata nella parte interna dell’orecchio, tramite
decine di migliaia di sensibilissime cellule che percepiscono le più microscopiche variazioni di
pressione, di frequenza e di timbro delle onde sonore.
– Il nostro orecchio controlla l’equilibrio, la coordinazione, la verticalità, il nostro tono
muscolare generale e persino i muscoli degli occhi.
Questo è il ruolo del Vestibolo, la parte primordiale dell’orecchio interno.
Il Vestibolo riceve infatti dai nostri cinque sensi tutte le informazioni sensoriali relative al
mondo che ci circonda.
Ad esempio (e per quanto ci possa sembrare strano), la coordinazione oculo-manuale dipende
strettamente dal buon funzionamento dell’orecchio!
Inoltre il Vestibolo ci informa costantemente sulla posizione e sul movimento del nostro corpo nello
spazio: Camminare, danzare, correre, andare in bicicletta o in moto, salire e scendere le scale,
arrampicarsi su un albero, scrivere una lettera e così via, sono tutte attività strettamente
dipendenti dal funzionamento ottimale del Vestibolo del nostro orecchio.
Il Vestibolo è realmente il gestore dei nostri movimenti istintivi, esso è infatti in grado di
controllare quasi tutti i muscoli del nostro corpo, prima ancora che il nostro cervello ne sia
consapevole!
– Il nostro orecchio organizza e ritrasmette al cervello tutte le informazioni sensoriali che
riceviamo, ma per far ciò la Coclea e il Vestibolo debbono lavorare in perfetta armonia, come una
stazione di comunicazione tra le impressioni sensoriali (percepite di nostri sensi), il sistema
nervoso e il cervello.
Non solo l’udito, ma anche il tatto e la vista vengono interpretati dal cervello attraverso il
nostro sistema vestibolo-cocleare, proprio nel nostro orecchio!
– Il nostro orecchio ci fornisce energia: Esso ha infatti un ruolo fondamentale nello stimolare il
cervello e le sue funzioni.
Alfred Tomatis, celebre audio-psico-fonologo francese, dice: “L’orecchio è comparabile a una dinamo,
che trasforma gli stimoli acustici ricevuti in energia neurologica, allo scopo di nutrire il nostro
cervello”.
Quando il cervello è ben “carico”, esso sembra non provare più alcuna fatica nell’inventare,
nell’immaginare o nel creare.
Non tutti i suoni, però, agiscono allo stesso modo. Ad esempio:
– I suoni acuti energizzano il cervello: La Coclea é infatti rivestita di più di 24.000 cellule che
rispondono alle stimolazioni delle alte frequenze (o suoni acuti) ed il loro lavoro di analisi si
trasforma in impulsi nervosi trasmessi al cervello sottoforma di energia, che viene poi distribuita
a tutto il corpo.
– I suoni gravi ci sottraggono energia e tendono a stancarci: I suoni profondi, oltre ad essere poco
dinamizzanti (poiché solo qualche decina di cellule cocleari si occupa dell’analisi dei suoni gravi)
, quando sono ritmati inducono il nostro corpo a muoversi, attivando i canali semicircolari del
Vestibolo, e causando una perdita di energia pressoché uguale a quella fornita. Se questi suoni
ritmati perdurano nel tempo, i nostri corpi continueranno a muoversi fino a renderci esausti. Questo
particolare effetto può essere osservato facilmente in soggetti frequentatori di discoteche.
Oggi molte persone amano ascoltare la musica ad alto volume (specialmente se hanno già subìto una
piccola inconsapevole perdita dell’udito…), e solo pochi individui percepiscono la differenza tra
livelli di pressione sonora di 85 dB (deciBel) e 100 dB, eppure ascoltare musica ad un livello di
100 dB è molto più pericoloso che ad un livello di 85 dB, essendo il primo ben 32 volte più potente
in termini di pressione sonora!
Ma attenzione: Un livello di diffusione musicale di 115 dB, come si può facilmente trovare in molti
clubs e discoteche, è ben 1.000 volte più potente -e altrettanto pericoloso- del normale ascolto
casalingo a 85 dB!!!
E quando si dice pericoloso, è bene specificare che cosa si rischia:
Benché l’orecchio sia in grado di auto-proteggersi dai suoni costanti a forte pressione (come fa
anche l’occhio, quando è esposto a luci fisse molto intense), è stato scientificamente dimostrato
che, superati precisi limiti di tempo, questa capacità risulta insufficiente e l’eccesso di
pressione sonora comincia così a raggiungere la Coclea, distruggendo irreversibilmente le
sensibilissime cellule che captano i suoni e li traducono in segnali nervosi comprensibili al nostro
cervello e alla nostra coscienza.
In base a quanto indicato dal Nova Scotia Department of Labour,
i tempi limite di esposizione a pressioni sonore costanti sono:
schema:
www.terzoorecchio.com/immagini/pressione.gif
Superati tali limiti di tempo, il nostro apparato uditivo comincerà a subire danni permanenti e
cumulativi.
Un tipico segnale che ci avverte di aver subìto dei danni permanenti è il tinnìto, quel fastidioso
ronzìo che permane anche per ore nelle nostre orecchie dopo aver sostato a lungo in ambienti molto
rumorosi, come in un locale affollato o in una discoteca.
Se vi è capitato di provarlo, sappiate che il tinnìto è dovuto alla perdita funzionale definitiva di
una parte delle nostre cellule cocleari (dedicate a captare frequenze sonore specifiche) che sono
state, per così dire, sopraffatte dall’eccesso di pressione sonora che noi stessi gli abbiamo
disgraziatamente inflitto…
Sarebbe bastato uscire dal locale ogni mezz’oretta a far riposare le nostre orecchie o, se ci
troviamo in discoteca, ricorrere all’uso di soffici tappi in spugna (che non pregiudicano affatto
l’ascolto ritmico indispensabile per ballare, ma che riducono la pressione sonora all’orecchio
interno di una buona quindicina di dB!), per salvaguardare il nostro preziosissimo apparato
uditivo…
L’accumularsi di questi danni ci porterà non solo ad una progressiva perdita dell’udito, ma si
rifletterà inevitabilmente anche su altre nostre importantissime funzioni vitali, sia fisiologiche
(inducendo variazioni del ritmo cardiaco, della vista, della coordinazione e del tempo di reazione)
che psicologiche (rendendoci, ad esempio, inconsapevolmente più aggressivi verso gli altri…) e, in
senso generale, influenzandoci negativamente.
Inoltre, l’affievolirsi della nostra percezione uditiva soggettiva ci porterà (anche qui
inconsapevolmente) ad ascoltare la musica ad un volume oggettivo sempre più alto, velocizzando
sempre più il progredire della nostra incipiente sordità traumatica!
È facile capire come le persone dotate di un buon orecchio musicale possano acquisire tanto più
facilmente l’energia neurologica prodotta dalle cellule cocleari, quanto meno il loro apparato
uditivo abbia accumulato danni permanenti, e, proprio per questo motivo, raramente si sentono
stanchi o depressi.
Invece le persone i cui cervelli non si “caricano” bene, a causa dei danni uditivi accumulati,
risultano spesso svantaggiate nei confronti delle numerose sfide che la nostra vita e la società
continuamente ci propongono.
La conclusione, peraltro intuitiva, di questo breve viaggio nell’udito (e non solo…), risulta a
questo punto evidente:
Preservare e conservare la funzionalità ottimale del nostro orecchio, evitando di esporsi a forti
pressioni sonore per periodi di tempo prolungati e senza le necessarie precauzioni, è fondamentale
per godere di una vita personale e sociale di alta qualità.
Pertanto, vi invitiamo ad avere grande cura del vostro apparato uditivo, aggiungendo solo un’ultima
considerazione:
Quando ci si rende conto di avere l’udito danneggiato, è già troppo tardi per rimediare…
Pensiamoci prima!!!
Ascoltare.
© Franco Russo aka Franko – 2003
[tratto da articoli di: Gordon Whitehead, Marek Roland-Mieszkowski, Alfred Tomatis, Pierre Sollier]
da www.terzoorecchio.com/campagna.html
per ulteriori approfondimenti:
>> www.sublimen.com
Lascia un commento