Sapienza Antica 3

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Sapienza Antica 3

di Annie Besant

COMPENDIO DEGLI INSEGNAMENTI TEOSOFICI

DEDICATO
CON GRATITUDINE RIVERENZA ED AMORE
A
H. P. BLAVATSKY
CHE MI MOSTRÒ LA LUCE

Parte Terza

CAP. II
IL PIANO ASTRALE

Il piano astrale è la regione dell’universo attigua a quella fisica,
se pure il termine “attigua” può convenire ad indicarne i rapporti. In
quel piano la vita è più attiva che nel fisico, la forma è più
plastica. Lo spirito-materia di quel piano è più altamente vitalizzato
e più sottile di qualunque tipo di spirito-materia del mondo fisico;
infatti, come abbiamo visto, la parete limitante l’atomo fisico
ultimo, il costituente dell’etere fisico più rarefatto, è costituito
da innumerevoli aggregazioni della materia astrale più densa. Il
termine “attiguo” è poi poco appropriato, perché dà quasi l’idea di
piani disposti in modo che uno termina dove un altro incomincia;
invece essi sono piuttosto come sfere concentriche compenetrate,
distinte tra di loro non per distanza, ma per differenza di
costituzione. Come l’aria permea l’acqua, come l’etere permea i solidi
più densi, così la materia astrale permea tutta la materia fisica. Il
mondo astrale è sopra di noi, sotto di noi, attorno a noi, attraverso
di noi; noi viviamo e ci moviamo in esso, ma per noi è intangibile,
invisibile, inudibile, impercettibile, perché la prigione del corpo
fisico ce lo preclude, essendo le particelle fisiche troppo grossolane
per essere messe in vibrazione dalla materia astrale.
In questo capitolo studieremo il piano astrale nei suoi aspetti
generali, riservandoci di considerare a parte quelle speciali
condizioni di vita nel piano stesso in rapporto alle entità umane, che
lo attraversano nel loro viaggio dalla terra al cielo 1.
Lo spirito-materia del piano astrale esiste in sette suddivisioni,
come avviene per lo spirito-materia del mondo fisico; e come in
questo, si hanno in quel piano infinite combinazioni che formano i
solidi, i liquidi, i gas e gli eteri astrali. Ma rispetto alle forme
fisiche la maggior parte delle forme materiali astrali hanno un tale
splendore, una traslucenza tale da meritare l’epiteto astrale o
siderale che fu loro applicato, termine che a prima vista può trarre
in errore, ma che ormai è troppo consacrato dall’uso per essere
cambiato. Non essendovi dei nomi specifici per le suddivisioni dello
spirito-materia astrale, possiamo designarle con le denominazioni
terrestri. L’idea principale che si deve tener presente è che gli
oggetti astrali sono aggregazioni di materia astrale, come gli oggetti
fisici sono aggregazioni di materia fisica, e che la scena del mondo
astrale assomiglia molto a quella del mondo fisico, perché costituita
in gran parte da duplicati astrali degli oggetti fisici. Una
particolarità, tuttavia,
1 Devachan, lo stato felice o brillante, è il nome teosofico dato al
cielo. Kamaloka, il luogo del desiderio, è il nome dato alle
condizioni di vita intermedia nel piano astrale. arresta e confonde
l’osservatore inesperto: parte per la traslucenza degli oggetti
astrali e parte per la natura della visione astrale, (essendo la
coscienza meno intralciata nelle sue funzioni dalla più sottile
materia astrale di quello che non le avvenga quando è rinchiusa nella
materia fisica) ogni cosa è trasparente e visibile nello stesso tempo
davanti, dietro, e fuori. Perciò un poco di esperienza è necessaria
prima che si possano vedere correttamente gli oggetti; e una persona
che ha sviluppato la vista astrale, ma non ha ancora molta esperienza
nell’usarla, va soggetta a ricevere le più disordinate impressioni ed
a cadere negli errori più madornali.

Un’altra caratteristica del mondo astrale che colpisce e a prima vista
confonde, è la rapidità con cui le forme, specialmente se non sono
connesse con una matrice fisica, cambiano i loro contorni.
Un’entità astrale muta l’intero suo aspetto con la più sorprendente
rapidità, perché la materia astrale prende forma sotto l’impulso di
ogni pensiero e la vita rimodella subito la forma per dare a se stessa
una nuova espressione. Quando nella sua discesa la grande onda vitale
dell’evoluzione della forma passò attraverso il piano astrale e vi
costituì il terzo regno elementale, la Monade si attirò attorno delle
combinazioni di materia astrale, dando a queste combinazioni, chiamate
essenza elementale, una vitalità particolare e la caratteristica di
rispondere agli impulsi delle vibrazioni di pensiero e di prendere
forma istantaneamente sotto quegli impulsi. Questa essenza elementale
esiste in centinaia di varietà in ogni suddivisione del piano astrale
e, come avviene dell’aria che in prossimità di una superficie
fortemente riscaldata si rende visibile con un continuo tremolio,
appare in costante moto ondulatorio con colori cangianti come quelli
della madreperla. Questa vasta atmosfera di essenza elementale
risponde continuamente a vibrazioni cagionate da pensieri, sentimenti
e desideri, e sotto l’urto di alcune di esse è messa in una agitazione
paragonabile a quella delle bollicine di vapore nell’acqua bollente 1.
La durata della forma dipende dalla forza dell’impulso che le diede
origine, la nettezza dei contorni dalla precisione del pensiero, ed il
colore dalla qualità (intellettuale, devozionale o passionale) del
pensiero stesso.

I pensieri vaghi e sconnessi, che sono con tanta abbondanza prodotti
dalle menti non sviluppate, arrivando nel mondo astrale raccolgono
intorno a se stessi delle nubi vaghe di essenza elementale e con
queste vanno errando, attratti in qua e in là da altre nubi dì natura
affine. Tali forme aderiscono ai corpi astrali delle persone il cui
magnetismo — buono o cattivo — le attira, e dopo un certo tempo si
disintegrano per tornare a far parte dell’atmosfera generale di
essenza elementale. Sino a quando conservano un’esistenza separata,
esse sono delle entità aventi per corpo l’essenza elementale, e per
vita animatrice un pensiero; perciò si dà loro il nome di elementali
artificiali o forme-pensiero.
I pensieri chiari e precisi hanno ognuno la propria forma ben
definita, con contorni netti, e presentano una infinita varietà di
disegni. Questi risultano dalle vibrazioni suscitate dai pensieri,
appunto come nel piano fisico abbiamo delle figure prodotte dalle
vibrazioni sonore. Le “figure della voce” offrono una buonissima
analogia per dare un’idea delle “figure del pensiero”, perché la
natura, con tutta la sua infinita varietà, è molto conservatrice nei
suoi principi e, di piano in piano, ripete nei suoi regni gli stessi
metodi. Questi elementali artificiali nettamente determinati hanno una
vita più lunga e assai più attiva dei loro nebulosi fratelli, per cui
esercitano un’influenza molto più forte sui corpi astrali (e per mezzo
loro sulle menti) di coloro verso i quali si sentono attratti. In
questi eccitano delle vibrazioni simili alle proprie, e così i
pensieri si diffondono da mente a mente senza che occorra
un’espressione fisica. Più ancora: gli elementali artificiali possono
dal pensatore venir diretti a qualsiasi persona cui egli desidera che
giungano, e dalla sua forza di volontà e dall’intensità del suo potere
mentale dipende la loro potenza.

Nelle persone comuni gli elementali artificiali creati dai sentimenti
o dai desideri sono più vigorosi e meglio definiti di quelli creati
dal pensiero. Così uno scoppio d’ira produrrà una vampa assai
nettamente definita e potente di colore rosso, e la collera prolungata
creerà un elementale pericoloso, pure rosso e foggiato a punta, a
freccia o in altro modo atto ad offendere. L’amore, secondo la sua
qualità, darà origine a forme più o meno belle per colori, con tutte
le sfumature dal cremisi alle tonalità più squisite e più delicate del
rosa, e per disegni che appaiono quali nubi diffuse o quali forme
protettrici, tenere e forti. Ben sovente le preghiere amorose di una
madre aleggiano intorno al figlio in forme angeliche, allontanandone
le influenze cattive che egli stesso può aver attratto coi suoi
pensieri.
Caratteristica di questi elementali artificiali, quando sono diretti
dalla volontà verso una determinata persona, è quella di essere
animati dal solo impulso di eseguire la volontà del loro creatore. Un
elementale protettivo si terrà presso il suo soggetto cercando tutte
le opportunità di allontanarne il male o di attirare verso di lui il
bene, agendo non consciamente, ma per un impulso cieco, come seguendo
la linea di minor resistenza. Così pure un elementale animato da un
pensiero maligno si aggirerà intorno alla sua vittima cercando
l’opportunità di recarle danno. Né l’uno né l’altro però possono
produrre alcun effetto se non vi è nel corpo astrale dell’oggetto
qualche cosa di affine a loro stessi, qualche cosa che possa
rispondere in accordo con le loro vibrazioni, rendendoli in tal modo
atti a far presa su di esso. Se nell’oggetto non vi è nulla di tutto
ciò, allora, per una legge della loro natura, essi rimbalzano
percorrendo in senso inverso la via seguita prima, la traccia
magnetica lasciata dietro di sé, e vanno a colpire il loro creatore
con una forza proporzionata a quella con la quale furono proiettati. È
risaputo, per esempio, che un pensiero di odio mortale, invece di
colpire colui verso il quale era stato lanciato, uccise il suo
mandante; mentre dei buoni pensieri diretti a chi non ne è degno,
ritornano come benedizioni a colui che li ha emessi.
Una conoscenza anche molto superficiale del mondo astrale può dunque
agire come stimolo potentissimo ad un retto pensare e renderà più
intenso il senso della responsabilità riguardo ai pensieri, ai
sentimenti e ai desideri che noi lasciamo liberi in questo regno.
Fiere avide di rapina ed ingorde di sangue sono in gran parte i
pensieri di cui gli uomini popolano il piano astrale; essi però
peccano per ignoranza: non sanno quello che fanno! L’insegnamento
teosofico sollevando un lembo del velo del mondo invisibile, ha — tra
gli altri risultati — anche quello di dare agli uomini una base più
sana di condotta, un apprezzamento più razionale delle cause di cui
vediamo sulla terra solamente gli effetti. Poche delle dottrine
teosofiche sono nel loro contenuto etico più importanti di questa
intorno alla creazione ed alla direzione delle forme-pensiero, o
elementali artificiali, poiché per mezzo di essa l’uomo impara che la
sua mente non è un bene esclusivamente personale, che i suoi pensieri
non concernono lui solo, ma che egli manda continuamente nel mondo
degli uomini angeli o demoni, della cui creazione è responsabile e
della cui influenza dovrà render conto. Imparino, dunque, gli uomini
la legge e secondo questa governino i loro pensieri.

Se invece di considerare gli elementali artificiali separatamente uno
ad uno, li prendiamo in massa, riesce facile comprendere quale
tremenda influenza essi abbiano nella produzione di sentimenti
nazionali e di razza, e nello sviare la mente colmandola di
pregiudizi. Noi tutti cresciamo in un’atmosfera pullulante di
elementali che danno corpo a certe idee: i pregiudizi nazionali, i
modi nazionali di considerare qualsiasi questione, i tipi nazionali di
sentimenti e di pensieri tutti agiscono su di noi sin dalla nostra
nascita, anzi prima ancora di essa. Noi vediamo ogni cosa attraverso
quest’atmosfera, ogni pensiero ne è più o meno rifranto, e i nostri
corpi astrali stessi vibrano in accordo con essa. Ne consegue che la
stessa idea apparirà completamente diversa ad un Indiano, ad un
Inglese, ad uno Spagnolo, ad un Russo; alcune concezioni facili
all’uno saranno quasi impossibili all’altro, certi costumi attraenti
istintivamente per l’uno, saranno per l’altro istintivamente odiosi.
Noi siamo dominati dalla nostra atmosfera nazionale, cioè da quella
porzione del mondo astrale che immediatamente ci circonda. I pensieri
degli altri, formati in gran parte nello stesso stampo, agiscono su di
noi e risvegliano delle vibrazioni sincrone; essi intensificano i
punti in cui ci accordiamo con l’ambiente e annullano le dissonanze,
questa azione incessante esercitata attraverso il nostro corpo astrale
imprime su di noi il marchio di razza e traccia alle energie mentali
dei canali entro cui scorrono prontamente. Nel sonno e nella veglia
queste correnti agiscono su di noi, e la nostra stessa incoscienza
della loro azione le rende tanto più efficaci. Siccome la maggioranza
degli uomini ha per natura più ricettività che iniziativa, codeste
correnti operano quasi come riproduttori automatici dei pensieri che
loro arrivano da ogni lato e così l’atmosfera nazionale è
continuamente intensificata.
Quando una persona incomincia ad essere sensibile alle influenze
astrali, le avviene talvolta di trovarsi improvvisamente sopraffatta o
assalita da un terrore inesplicabile e in apparenza irragionevole, che
può anche essere tanto forte da paralizzarla. Pur lottando per
cacciarlo, essa lo sentirà e forse ne soffrirà. Probabilmente sono
pochi quelli che non hanno provato in qualche misura questa paura,
questo penoso terrore di qualcosa di invisibile, la sensazione di una
presenza, di “non esser solo”. Ciò proviene in parte da una certa
ostilità che anima il mondo elementale naturale contro il mondo umano,
a cagione delle varie azioni distruttive poste dall’umanità sul piano
fisico e che reagiscono sul piano astrale; ma è anche largamente
dovuto alla presenza di tanti elementali artificiali di genere maligno
alimentati dalle menti umane. Pensieri di odio, di gelosia, dì
vendetta, di amarezza, di sospetto, di malcontento vanno a milioni a
popolare il piano astrale di elementali artificiali, la cui vita è
tutta fatta di tali sentimenti. E quale indefinibile diffidenza e
sospetto ha l’ignorante contro chi ha maniere e aspetto che riescono
strani o poco familiari! La cieca diffidenza per tutti gli stranieri e
lo sdegnoso disprezzo, che in molte località si estende perfino contro
gli abitanti di un’altra provincia, contribuiscono anch’essi a
popolare il mondo astrale di cattive influenze. È così che da noi
viene creato su quel piano un esercito ciecamente ostile; e a questo
rispondono i nostri corpi astrali per mezzo di un sentimento di
terrore determinato dalle vibrazioni antagonistiche, che sono sentite
ma non comprese.
Oltre la categoria degli elementali artificiali, ed escludendo per il
momento tutti gli esseri umani che con la morte hanno perduto il corpo
fisico, il mondo astrale ha una densa popolazione di elementi
naturali, o spiriti di natura, che si dividono in cinque classi
principali: elementali dell’etere, del fuoco, dell’aria, dell’acqua e
della terra; quelli delle ultime quattro classi sono stati denominati
dall’occultismo medioevale Salamandre, Silfidi, Ondine e Gnomi. Non
occorre dire che vi sono altre due classi le quali completano il
numero di sette; ma non abbiamo da occuparcene, non essendo esse
ancora manifestate. Quelli sono i veri elementali, o creature degli
elementi (terra, acqua, aria, fuoco ed etere), il cui ufficio consiste
nell’esercizio delle attività proprie del loro elemento rispettivo;
sono, in altri termini, i canali attraverso cui le energie divine
lavorano in questi differenti campi, sono le espressioni viventi della
legge in ognuno di essi. A capo di ciascuna divisione vi è un grande
Essere 1, duce di un potente esercito, il quale è l’Intelligenza che
dirige e guida tutto il dipartimento della natura amministrato ed
energizzato dalla classe di elementali, che è sotto il suo comando.
Così Agni, il Dio del fuoco, è una grande entità spirituale, alla
quale spetta la manifestazione di questo elemento in tutti i piani
dell’universo e che amministra il suo regno per mezzo delle schiere
degli elementali del fuoco. È con l’intendere la natura di questi
elementali, o col conoscere i metodi per dominarli, che si compiono i
così detti miracoli o fatti magici che di quando in quando vengono
ricordati dalla pubblica stampa, siano essi confessati come risultati
di arti magiche, od avvengano col concorso di “spiriti”, come nel caso
del famoso medium Home, che poteva con la massima indifferenza
togliere con le dita un carbone rovente dal fuoco avvampante e tenerlo
senza danno nelle mani. La levitazione (sospensione di un corpo
pesante nell’aria senza sostegno visibile) ed il camminare sull’acqua
sono fatti che vennero compiuti con l’aiuto dei rispettivi elementali
dell’aria e dell’acqua, sebbene per tale scopo si ricorra più spesso
ad un altro procedimento.
Poiché i diversi elementi entrano nel corpo umano, con preponderanza
dell’uno o dell’altro secondo la natura della persona, ogni essere
umano è in rapporto con questi elementali, tra i quali più favorevoli
gli sono quelli il cui elemento è preponderante in lui. Le conseguenze
di questo fatto sono spesso notevoli, e il volgo le ascrive a
“fortuna”; e così si dice che una persona ha la “mano felice” nel far
crescere le piante, o nell’accendere il fuoco, o nel trovare sorgenti
d’acqua, e via dicendo. La natura sempre ci stimola con le sue forze
occulte, ma noi siamo pigri a coglierne i suggerimenti. La tradizione
talvolta nasconde una verità in un proverbio o in una favola; ma ormai
si pensa di essere superiori a “tutte queste superstizioni”.
Nel piano astrale troviamo anche degli spiriti di natura (meno
propriamente chiamati elementali) occupati nella preparazione delle
forme dei regni minerale, vegetale, animale ed umano. Ve ne sono di
quelli che fabbricano i minerali, dirigono le energie vitali delle
piante, e molecola per molecola costruiscono i corpi del regno
animale; altri si occupano della formazione, oltre che dei corpi
fisici, anche dei corpi astrali dei minerali, delle piante e degli
animali. Sono questi i folletti e le fate delle leggende, i “piccoli
esseri” che hanno una così gran parte nei canti popolari di ogni
nazione; sono i leggiadri figli irresponsabili della natura, che la
scienza ha relegato freddamente entro i limiti delle “fole per
bambini”, ma che saranno

1 Dagli Indù chiamato Deva o Dio. Se lo studioso desidera di conoscere
i nomi sanscriti dei cinque Dei degli elementi manifestati, essi sono:
Indra, signore dell’Akasha, o etere dello spazio; Agni, signore del
fuoco; Pavana, signore dell’aria; Varuna, signore dell’acqua; Kshiti,
signore della terra. ristabiliti al loro posto nell’ordine naturale
dagli scienziati più saggi di un giorno avvenire. Solamente i poeti e
gli occultisti vi credono ancora, i poeti per l’intuizione del loro
genio, gli occultisti per la visione dei loro sensi interni
sviluppati. Il volgo ride degli uni e degli altri, e soprattutto degli
occultisti; ma non importa, la sapienza sarà un giorno riabilitata dai
suoi figli.

L’azione delle correnti vitali nei doppi eterici delle forme minerali,
vegetali ed animali, risvegliò dallo stato di latenza la materia
astrale involuta nella struttura dei loro costituenti atomici e
molecolari. Questa materia cominciò a vibrare in misura assai limitata
nei minerali; e la Monade della forma, esercitando il suo potere di
organizzazione, attirò dal mondo astrale dei materiali, che dagli
spiriti della natura vennero riuniti in una massa diffusa, senza
un’organizzazione precisa: questo è il corpo astrale dei minerali. Nel
mondo vegetale i corpi astrali sono un poco più organizzati, e
comincia ad apparirvi la speciale loro caratteristica, la
“sensitività”; nella maggior parte delle piante si possono osservare
delle sensazioni vaghe e diffuse di benessere e di disagio, sensazioni
che sono il risultato della crescente attività del corpo astrale. Esse
godono in modo confuso dell’aria, della pioggia e del sole e tendono a
ricercarne l’azione, mentre rifuggono dalle condizioni nocive. Alcune
vogliono la luce, altre l’oscurità; tutte rispondono a stimoli e si
adattano alle condizioni esterne, e talune mostrano un evidente senso
di tatto. Nel regno animale il corpo astrale è più sviluppato ancora,
raggiungendo negli esemplari più elevati un’organizzazione abbastanza
definita in modo da persistere e da condurre un’esistenza indipendente
nel piano astrale per qualche tempo dopo la morte del corpo fisico.

Agli spiriti di natura occupati nella costruzione dei corpi astrali
animali ed umani, è stato dato il nome speciale di elementali del
desiderio 1, perché sono fortemente animati da desideri di tutti i
generi ed intessono stabilmente se stessi nei corpi astrali, animali
ed umani. Essi si servono anche delle varietà di essenza elementale,
simili a quelle di cui si compongono i loro stessi corpi, per
costruire i corpi astrali degli animali, i quali acquistano così,
quali parti intessute nella loro stessa natura, i centri della
sensazione e delle varie attività passionali. Questi centri sono
stimolati a funzionare dagli impulsi ricevuti dagli organi fisici
densi, e sono trasmessi per mezzo degli organi fisici eterici al corpo
astrale. Sino a quando il centro astrale non è formato, l’animale non
sente né piacere né dolore. Una pietra può essere colpita, ma non
sente dolore; essa ha bensì delle molecole fisiche dense ed eteriche,
ma il suo corpo astrale non è ancora organizzato; l’animale colpito
sente dolore, perché possiede i centri astrali della sensazione e gli
elementali del desiderio hanno intessuta in lui la loro propria
natura.

Poiché il lavoro di questi elementali nel corpo astrale umano deve
essere anche considerato sotto un altro aspetto, finiremo la nostra
rassegna degli abitanti del piano astrale prima di studiare questa
forma astrale più complicata.
Come si è detto, i corpi del desiderio 1 o corpi astrali degli animali
conducono sul piano astrale un’esistenza indipendente, sebbene
transitoria, dopo che la morte ha distrutto la loro controparte
fisica. Nei paesi “civili” questi corpi astrali animali rinforzano di
molto il sentimento generale di ostilità di cui si parlò più sopra,
perché il macello di animali, organizzato nei mattatoi o per diporto,
manda annualmente nel mondo astrale milioni e milioni di questi corpi
pieni di orrore, di terrore e di ribrezzo per gli uomini.
Il numero relativamente piccolo delle creature che sono lasciate
morire in pace si perde nell’immensità delle masse assassinate; e le
correnti determinate da quest’ultime fanno piovere dal mondo astrale
sulle razze umane ed animali influenze, che le dividono sempre più e
generano da una parte una paura e una diffidenza “istintive” e
dall’altra una smania di crudeltà.

In questi ultimi anni tali sentimenti sono stati molto rafforzati dai
metodi freddamente premeditati di tortura scientifica, nota col nome
di vivisezione, che con le sue innominabili barbarie ha introdotto nel
mondo astrale nuovi orrori con la sua reazione sui colpevoli,
approfondendo l’abisso tra l’uomo ed i suoi “poveri affini”, gli
animali.

Oltre quella che possiamo chiamare la sua popolazione ordinaria, il
mondo astrale è visitato di passaggio da viaggiatori condottivi dal
loro lavoro; alcuni di essi vengono dalla nostra terra, altri da
regioni più elevate.
Dei primi, molti sono Iniziati di vari gradi, appartenenti alcuni alla
Grande Loggia Bianca — la Fratellanza dell’Himalaya o del Tibet, come
viene spesso chiamata 2 — mentre altri sono membri di differenti logge
occulte sparse per il mondo e che dal bianco passano per tutte le
gradazioni del grigio fino al nero 3. Tutti sono uomini che vivono in
un corpo fisico e che hanno imparato a lasciarlo a volontà ed a
funzionare con piena coscienza nel corpo astrale. Ve ne sono di tutti
i gradi di sapere e di virtù, benefici o malefici, forti o deboli,
gentili o feroci. Vi sono ancora molti aspiranti più giovani, non
ancora iniziati, che imparano ad adoperare il
1 Il nome tecnico sanscrito del corpo astrale è Kamarupa, da Kama,
desiderio, e rupa, forma.
2 E’ da alcuni membri di questa Loggia che la Società Teosofica deve
la sua fondazione.
3 Sono chiamati “bianchi” gli occultisti altruisti e interamente
dediti a compiere la Divina Volontà, o che aspirano ad acquisire
queste qualità. Quelli egoisti e che lavorano contro la Volontà Divina
nell’universo sono chiamati “neri”. Altruismo amore e devozione
distinguono la prima classe; egoismo odio e arroganza sono i segni
dell’altra. Tra queste stanno le classi i cui moventi sono misti e che
non hanno ancora compreso che debbono evolvere verso l’Unico Sé o
verso i sé separati; tali classi le ho chiamate grigie. I loro membri
vanno insensibilmente alla deriva verso l’uno o l’altro dei due grandi
gruppi dalle aspirazioni nettamente marcate, oppure vi si uniscono
deliberatamente.

Abbiamo poi gli psichici di diverso grado di sviluppo, alcuni dei
quali ben desti, altri quasi addormentati e confusi, che vagano per il
mondo astrale mentre il loro corpo fisico dorme o è in trance. A
milioni poi si vedono vagare qua e là dei corpi astrali abitati da
entità coscienti, ma ignare di ciò che le circonda, avvolte nei propri
pensieri e ritirate per così dire dentro il loro guscio astrale,
mentre i loro corpi sono immersi nel sonno. Come vedremo fra breve,
quando il corpo fisico si immerge nel sonno, la coscienza se ne esce
nel suo veicolo astrale e passa nel piano astrale; però rimane
inconscia del suo ambiente finché il suo corpo astrale non sia
abbastanza sviluppato per funzionare indipendentemente da quello
fisico.
Qualche volta si trova su questo piano un discepolo 1 che, passato per
le porte della morte, sta aspettando una reincarnazione quasi
immediata sotto la direzione del suo Maestro. Naturalmente egli vi
gode una piena coscienza e lavora come gli altri suoi compagni, i
quali hanno semplicemente abbandonato il loro corpo nel sonno. A un
certo punto della sua evoluzione 2 il discepolo ha il privilegio di
potersi reincarnare prestissimo dopo la morte, ma deve prima aspettare
nel piano astrale un’occasione propizia.
Passano anche per il piano astrale tutti gli esseri umani che sono
sulla via del rinascere; ma di essi parleremo più avanti 3, giacché
non hanno nessuna relazione con le condizioni generali di vita del
piano stesso. Tuttavia gli elementali del desiderio che hanno
dell’affinità con essi per la passata attività passionale e
sensoriale, si raccolgono loro intorno e li assistono nella formazione
del nuovo corpo astrale per la prossima vita terrena.
Veniamo ora a considerare il corpo astrale umano durante il suo
periodo di esistenza in questo mondo, studiandone la natura e la
costituzione, come pure i rapporti col regno astrale. Esamineremo il
corpo astrale a) di un uomo non sviluppato; b) di un uomo comune; c)
di un uomo spiritualmente sviluppato.

a) Il corpo astrale di un uomo non sviluppato è una massa nebulosa di
spirito-materia astrale, vagamente delineata e di organizzazione
incerta, che contiene materiali (materia astrale ed essenza
elementale) presi da tutte le suddivisioni del piano astrale, ma con
grande preponderanza di quelli delle suddivisioni inferiori, in modo
da riuscire denso e rozzo di struttura, e atto a rispondere a tutti
gli stimoli connessi con le passioni e le bramosie. I colori prodotti
dalle velocità di vibrazione di tali materiali sono tetri, foschi e
torbidi: predominano le
tinte brune, rosso-cupe e verdastre. Attraverso un tale corpo non vi è
giuoco di luci, né sprazzi di colori rapidamente cangianti, e le
diverse passioni vi si mostrano come ondate pesanti, o se violente,
come vampe; per esempio, la passione sessuale vi determinerà un’onda
di cremisi sporco, la rabbia una vampa di rosso lurido.

Il corpo astrale è più grande di quello fisico, e nel caso in esame si
estende attorno ad esso in tutte le direzioni per una trentina di
centimetri. I centri degli organi dei sensi vi sono ben definiti, e
sono attivi quando stimolati dall’esterno; ma nello stato di quiete le
correnti vitali sono tarde, e il corpo medesimo, non stimolato né dal
mondo fisico né da quello astrale, è torpido e indifferente 1. Come
caratteristica costante della mancanza di sviluppo in questo stato, si
nota che l’attività viene eccitata dall’esterno piuttosto che dalla
coscienza interiore. Una pietra per cambiare di posto deve essere
spinta; una pianta si muove sotto l’attrazione della luce e
dell’umidità; un animale diventa attivo quando è punto dalla fame: un
uomo poveramente sviluppato ha bisogno di essere similmente stimolato.
La mente, finché non è almeno parzialmente sviluppata, non determina
l’inizio di un’azione. I centri delle attività più elevate 2, relative
al funzionamento indipendente dei sensi astrali, sono appena visibili.
L’uomo in questo stadio ha bisogno per la sua evoluzione di violente
sensazioni di ogni genere, che risveglino la sua natura e lo stimolino
all’attività; occorrono dei forti colpi provenienti dal mondo esterno,
sia piacevoli che dolorosi, per scuoterlo e spronarlo all’azione. E
tanto più rapido sarà il suo progresso, quanto più numerose e violente
saranno le sensazioni e le opportunità di sentire; a questo stadio di
evoluzione la qualità poco importa, i principali requisiti sono la
quantità ed il vigore. I primi princìpi della moralità in quest’uomo
saranno nelle sue passioni; un leggero impulso di disinteresse nelle
sue relazioni con la moglie, con i figli o con gli amici, sarà il suo
primo passo verso l’alto, perché darà luogo a vibrazioni nella materia
più fina del suo corpo astrale, e vi attirerà una maggiore quantità di
essenza elementale della medesima natura. Il corpo astrale cambia
continuamente i suoi materiali sotto questa azione delle passioni,
degli appetiti, dei desideri, delle emozioni; tutte le passioni buone
ne rinforzano le parti più delicate, ne espellono alcuni degli
elementi più rozzi, attraggono materiali più fini e gli richiamano
intorno degli elementali di genere benefico che aiutano i processi di
rinnovazione. Tutte le passioni cattive hanno effetti diametralmente
opposti, rinforzando le parti più grossolane, eliminando le più
delicate, attraendovi materiali impuri e chiamandovi degli elementali
che facilitano il processo di deterioramento. I poteri morali ed
intellettuali dell’uomo in discorso sono così embrionali, che può
dirsi il suo corpo astrale venga costruito e cambiato per lui,
piuttosto che da lui. Più che alla sua volontà quest’uomo deve alle
circostanze esterne lo sviluppo del suo corpo astrale, perché — come
si è detto or ora — un basso grado di sviluppo è caratterizzato dal
fatto che l’uomo vien mosso dall’esterno per mezzo del corpo, assai
più che dall’interno per mezzo della mente. È segno di progresso
considerevole quando un uomo comincia ad essere mosso dalla volontà,
dalla sua stessa energia, ad agire per determinazione propria, invece
di essere mosso dal desiderio, ossia dalla risposta ad un’attrazione o
repulsione esterna.
Nel sonno il corpo astrale, avvolgendo la coscienza, esce dal veicolo
fisico, che lascia addormentato insieme al corpo eterico. Però nel
caso dell’uomo non sviluppato la coscienza non è sveglia nel corpo
astrale, mancandole i forti contatti che la spronano quando si trova
nel corpo denso, e le sole cose che influenzano il corpo astrale
possono essere gli elementali delle specie più rozze, i quali vi
eccitano tali vibrazioni che, riflettendosi nei cervelli fisico ed
eterico, v’inducono sogni di piaceri animali. Il corpo astrale
ondeggia al disopra del corpo fisico, il quale con la sua forte
attrazione gli impedisce di allontanarsi troppo.

b) Nell’uomo di sviluppo morale ed intellettuale ordinario, il corpo
astrale mostra un immenso progresso su quello ora descritto. È più
grande, i suoi materiali sono più equilibrati per qualità e le essenze
più sottili danno all’insieme una certa luminosità, mentre
l’espressione delle emozioni superiori fa scorrere nel suo interno
delle belle onde di colori. I suoi contorni sono chiari e precisi,
invece che confusi o mutevoli come nel caso precedente, ed assumono le
sembianze del loro possessore. Evidentemente questo corpo va
diventando un veicolo per l’uomo interiore con un’organizzazione
definita e stabile, un corpo adatto e pronto a funzionare e capace di
emanciparsi dal corpo fisico. Pur conservando una grande plasticità,
ha tuttavia una forma normale che riprende continuamente quando
cessano le pressioni che possono aver modificato il suo aspetto. È in
continua attività, e perciò anche in perpetua vibrazione, mostrando un
numero infinito di tinte cangianti; anche le “ruote” (chakra) sono
chiaramente visibili, sebbene non funzionino ancora 1. Esso risponde
prontamente a tutti i contatti che gli pervengono attraverso il corpo
fisico, ed è eccitato dagli impulsi dell’entità cosciente che è
dentro, la memoria e l’immaginazione stimolandolo ad agire e facendo
sì che esso divenga il promotore dell’attività del corpo, invece di
essere soltanto mosso da questo. La sua purificazione si compie con lo
stesso metodo del caso precedente, cioè eliminando i costituenti
inferiori con vibrazioni antagonistiche ad essi e sostituendovi dei
materiali più
1 Qui lo studioso noterà il predominio del guna rajasico, la qualità
di attività in natura.sottili. Ma ora lo sviluppo morale ed
intellettuale più avanzato dell’uomo gli conferisce quasi
esclusivamente il governo della formazione del suo corpo, giacché egli
non è più in balia degli stimoli della natura esterna, ma ragiona,
giudica e resiste o cede, come meglio stima. Con l’esercizio del
pensiero ben diretto, egli può influire rapidamente sul corpo astrale,
che perciò progredirà assai presto. Né occorre che egli comprenda il
modus operandi per raggiungere quell’effetto, nella stessa guisa che
non è necessario comprendere le leggi della luce per vedere.

Nel sonno questo corpo astrale ben sviluppato esce pure dal suo
involucro fisico, ma non ne rimane affatto schiavo, come nel caso
precedente. Esso erra nel mondo astrale, portato qua e là dalle
correnti astrali, mentre la coscienza interiore, pur non potendone
ancora dirigere i movimenti, è sveglia ed occupata nel godimento delle
proprie attività mentali, capace anche di ricevere impressioni
attraverso il veicolo astrale e di convertirle in immagini mentali. In
questa maniera l’uomo può acquisire delle cognizioni quando è fuori
del corpo ed imprimerle poi nel cervello come un vivido sogno o come
una visione; oppure quelle possono filtrare direttamente nella
coscienza cerebrale senza l’intervento della memoria.
c) Il corpo astrale di un uomo spiritualmente sviluppato è composto
delle particelle più sottili di ciascuna suddivisione della materia
astrale, con grande preponderanza delle qualità più alte. È perciò una
cosa splendida per luminosità e colore, con tinte non conosciute nel
mondo fisico e che si manifestano sotto gli impulsi provenienti dalla
mente purificata. Le ruote di fuoco dimostrano ora di meritare un tal
nome, e il loro moto vorticoso denota l’attività dei sensi superiori.
Un corpo siffatto è, nel vero senso della parola, un veicolo della
coscienza, perché nel corso dell’evoluzione è stato vivificato in ogni
suo organo e messo sotto il completo dominio del suo possessore.
Quando questi lascia il corpo di carne non soffre interruzione di
coscienza; lascia semplicemente il corpo fisico e si sente libero da
un peso molesto. Non più legato dalle meschine condizioni terrestri,
può muoversi per ogni dove dentro la sfera astrale con immensa
rapidità. Il suo corpo risponde alla sua volontà, riflette i suoi
pensieri e vi obbedisce. In tal modo le occasioni di servire l’umanità
sono enormemente aumentate ed egli medesimo dirige i suoi poteri per
mezzo della virtù e della bontà. L’assenza di particelle grossolane
nel corpo astrale lo rende incapace di rispondere agli impulsi degli
oggetti inferiori del desiderio, i quali si allontanano da lui, non
potendo attrarlo. L’intero corpo vibra solo in risposta alle emozioni
superiori; l’amore è diventato devozione, l’energia è disciplinata
dalla pazienza. Gentile, calmo, sereno, pieno di poteri, ma senza
traccia d’irrequietezza, un tale uomo ha “tutti i Siddhi pronti al suo
servizio” 1.
Il corpo astrale forma il ponte sopra l’abisso che separa la coscienza
dal cervello fisico. Le impressioni ricevute dagli organi dei sensi e
trasmesse, come abbiamo visto, ai centri densi ed eterici, passano di
qui ai corrispondenti centri astrali; qui l’essenza elementale le
elabora e le trasmuta in sentimenti, e così trasmutate sono poi
presentate all’uomo interiore come oggetti di coscienza, le vibrazioni
astrali risvegliando delle vibrazioni corrispondenti nei materiali del
corpo mentale 2. Per mezzo di questi successivi gradi di finezza dello
spirito-materia i contatti grossolani con gli oggetti terrestri
possono essere trasmessi all’entità cosciente, i cui pensieri a loro
volta promuovono delle vibrazioni mentali che, passando per lo stesso
ponte, vanno al cervello fisico e vi inducono delle corrispondenti
vibrazioni fisiche. Tale è il modo regolare normale con cui la
coscienza riceve impressioni dal di fuori, mandandovi in ricambio
impressioni dall’interno.

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