Saraswati, la Dea della Saggezza ed il chakra della gola
Saraswati, la Dea della Saggezza:
l’approccio tantrico alla Conoscenza e al suo lato oscuro
“Saraswati è una delle dee più popolari dell’India, la cui tradizione risale
a migliaia di anni fa, all’epoca dei Veda. Infatti, uno dei grandi fiumi
dell’antichità era il Saraswati, che scomparve, poi, inghiottito dalle
sabbie dorate del tempo. Secondo il Tantra, Kali, Tara, Bhairavi, Saraswati
e Matangi sono collegate in molteplici dimensioni. Kali è anche Neel
Saraswati, Neel Saraswati è anche Tara, Saraswati è anche Matangi e Matangi
è anche Saraswati nell’aspetto oscuro di Kali.
Saraswati è adorata come Dea della saggezza, della conoscenza, della musica
e dell’intelletto. Così Matangi, come Saraswati, suona la veena e governa la
musica e ogni suono udibile in generale, non solo la parola.
Ella è la forma manifesta del canto, il suono vibratorio, Nada, che scorre
attraverso i canali sottili, Nadis, pervadendo il corpo intero e la mente.
Matangi è la forma di Saraswati che si rivolge alla conoscenza interiore. E’
il suo aspetto oscuro, mistico, estatico o selvaggio: perciò un loto bianco
è associato a Saraswati, mentre uno di colore blu scuro a Matangi.
Nella tradizione indiana il loto rappresenta la saggezza. Sarawsati è
spesso conosciuta come la divinità della conoscenza intellettuale, dell’arte
e della cultura. Matangi invece governa oltre l’ordine intellettuale, in ciò
che ci porta al di là dei limiti del convenzionale. Matangi è una fuori
casta, come indica l’appellativo di Ucchista Chandali, colei che viola le
norme sociali, mentre Saraswati rappresenta la conoscenza e la virtù degli
insegnamenti sanscriti o classici che mai si distaccano dalla rettitudine.
Matangi insieme alle energie trasformative di Kali dà vita a quella potenza
di Saraswati che intriga la mente nella ricerca della relazione che
comprenda il lato chiaro e il lato oscuro [della conoscenza]. Infatti il
tempo in cui cade il Saraswati Puja segna la trasformazione della stagione
buia e fredda in quella più calda e luminosa.
Saraswati è la parola quale manifestazione del pensiero, la dea
dell’eloquenza e di ogni altra forma di espressione della conoscenza
interiore, comprese le varie forme d’arte, la musica e la danza.
In alcune tradizioni, Saraswati è collegata alla gola e alla lingua, quali
organi della parola.
In un testo di Kundalini Tantra, tra le sette ruote del corpo cosmico, o
etereo, si incontra il Vishuddhi Chakra, il chakra dietro la gola, indicato
come ‘centro della purificazione’. Il termine sanscrito shuddi significa
‘purificare’, e in questo chakra si ha la purificazione e l’armonizzazione
di tutti gli opposti. Chiamato anche ‘centro del nettare e del veleno’,
raccoglie il nettare che scende da Bindu Visarga, per essere distillato in
forma pura e in veleno. Il veleno viene eliminato e il puro nettare va a
nutrire il corpo e la mente.
Matangi risiede nel chakra della gola, centro della parola, la parola è la
percezione udibile dell’alfabeto. I sedici petali del Vishuddhi chakra hanno
una vocale dell’alfabeto sanscrito (dalla A alla Ah) in ciascun petalo. Nel
pericarpo del loto vi è un cerchio bianco simile alla luna piena, che
rappresenta l’elemento dell’akasha [spazio, o etere]. Dentro il disco lunare
vi è un elefante bianco, anch’esso simbolo dell’akasha. Meditando sul
Vishuddhi chakra, la mente diviene pura come l’akasha. L’elefante qui
rappresentato è simile a Ganesha, ma con una speciale relazione con Matangi,
il lato oscuro di Saraswati.
Matangi risiede inoltre sulla punta della lingua, lì dove si articola la
parola e dove si assaggia l’essenza delle cose. Oltre a Ida, Pingala e
Sushumna vi è uno speciale nervo, o canale del corpo sottile, chiamato
Saraswati, che scorre dal Terzo Occhio alla punta della lingua, che ad essa
è correlato. E’ questo il flusso dell’ispirazione che dalla mente porta
all’espressione della parola. La divinità, il potere creativo viene espresso
e cristallizato quando Matangi fluisce attraverso questo canale come
beatitudie o Sat Cit Ananda.
La sillaba originaria di Saraswati e Matangi è la stessa: AIM. E’ la sillaba
seme della saggezza, della conoscenza, dell’insegnamento e la voce interiore
della guida eterna. Il canto delle vocali modulato a partire dal Chakra
della gola fino al Mooladhara, attraverso tutte le lettere dell’alfabeto, è
come l’emergere della materia grossolana dalla pura essenza, l’akasha, lo
spazio essenza della gola.
L’essenza della purezza è Saraswati, consorte di Brahma, il creatore
dell’universo. Perciò il Chakra della gola e bianco argento, le sue divinità
sono Saraswati e Matangi, l’aspetto oscuro di Saraswati: l’essenza più
profonda di ogni creatura, in tutta la manifestazione materiale
dell’universo.
I segni bianchi e neri su una tela esercitano una forte attrazione
sull’occhio che li osserva. Saraswati, la parte bianca, è la parola e il
pensiero. Matangi, la parte scura, nel suo significato trascendente è il
silenzio della natura del sé, che è la reale essenza e il potere al di là
delle parole e del pensiero. Matangi è il passo successivo a Saraswati, la
parola e l’arte sublimate nella trascendenza, fino al raggiungimento
dell’ultimo fine, la beatitudine, il Sat Cit Ananda, detto anche Nirvana.”
Saptarshee Bhattacharjee
Tratto da: www.hvk.org/articles/0205/46.html
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