SCIENZA E VEDANTA – LA FORMA UMANA 10

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SCIENZA E VEDANTA – LA FORMA UMANA 10
E L’EVOLUZIONE DELLA COSCIENZA (PARTE DECIMA)

A cura di Andrea Boni

La Big-Vision

La teoria della Big-Vision(1) è stata così coniata dal Dr. Singh (Bhaktisvarupa Damodara Swami) per
indicare le cause dell’origine, della creazione e della manifestazione dell’Universo secondo gli
insegnamenti del Vedanta. Nello Shrimad Bhagavatam viene riportata una conversazione molto
importante tra due grandi persone sante – Maitreya muni e Vidura. Vidura non era completamente
felice sebbene appartenesse alla famiglia della dinastia dei Pandava. Così, nel corso del suo
importante pellegrinaggio durante la battaglia di Kurukshetra, avvicinò uno dei più importanti
saggi, Maitreya appunto, al fine di porgli domande circa il senso della vita, della creazione e Dio.
Le risposte di Maitreya furono di grande conforto per Vidura, e tale conversazione costituisce la
base del modello noto come Big-Vision:

Vidura disse: “O Grande saggio, in questo mondo tutti si impegnano in attività interessate per
ottenere la felicità, ma non trovano né la soddisfazione né il sollievo alle sofferenze, anzi, con
queste attività non fanno altro che aggravare la loro situazione. Ti prego dunque, indicaci la via
della vera felicità” (Shrimad Bhagavatm III.5.2).

La ricerca della felicità è l’obiettivo ultimo di ogni essere vivente. Tutti cercano la felicità, e
quindi la creazione cosmica deve possedere intrinsecamente un principio potenziale in base al quale
ogni essere vivente può ottenere il reale successo: l’ottenimento della felicità. Il concetto
centrale nella teoria della big-vision è quello secondo cui l’Universo è stato creato con lo scopo
di consentire ad ogni essere vivente di potersi emancipare al fine di riacquisire la propria natura
ontologica. Anche alcuni eminenti scienziati hanno intuito che deve esserci uno scopo nella nascita
dell’Universo. Roger Penrose afferma: “Direi che l’Universo ha uno scopo. Non è li solo per caso”.
Il Prof. George Wald, premio nobel in Biologia, dice:”La grande disparità di massa che sussiste tra
i nucleoni e gli elettroni è una delle condizioni necessarie per la vita. Pressoché l’intera massa
di un atomo è posizionata nel nucleo e mantiene la sua posizione indipendentemente da come gli
elettroni si muovano attorno ad esso. Ciò è l’unica ragione per la quale qualsiasi cosa
nell’Universo sta insieme. Se i protoni e i neutroni avessero una massa simile a quella degli
elettroni, poiché una tale situazione provocherebbe una rotazione reciproca degli uni intorno agli
altri, tutta la materia nell’universo sarebbe fluida”. Charles Townes, premio Nobel in Fisica,
afferma che ci sono costanti uniche del nostro Universo. Se il valore di queste costanti fossero
anche solo leggermente differente l’Universo sarebbe completamente diverso. Ciò induce a pensare che
questa manifestazione cosmica è davvero speciale ed ha uno scopo ben preciso. Tutte queste
affermazioni supportano indirettamente la visione Vedantica della Big-Vision.

Secondo il Vedanta lo scopo che sta dietro a questa manifestazione del mondo materiale è dunque
risvegliare in ciascun essere vivente la bhakti, lo yoga dell’amore che ognuno possiede da sempre
(si considerino in tal senso i primi sutra del Narada bhaktisutra) in quanto sua caratteristica
costituzionale:

Svayam phala-rupeti brahma-kumarah.

“Il figlio di Brahma [Narada] afferma che la bhakti è il frutto di se stessa”

La Bhakti è la qualità devozionale sublime che connette l’individuo con lo Spirito Supremo, Dio, con
la più profonda umiltà e offrendo un servizio incondizionato, ovvero non motivato egoicamente.
Facendo un uso distorto del libero arbitrio, gli esseri viventi, sotto l’influenza del falso ego,
agiscono con il desiderio di dominare la natura materiale, ma così facendo, paradossalmente, ne
rimangono sempre più coinvolti. Quando una persona capisce la transitorietà del mondo e
interrogandosi circa la sua falsa posizione comprende che non potrà mai ottenere la vera felicità se
persiste nell’azione egoica, allora comincia a porsi delle domande: “Dove ho sbagliato? Come posso
ottenree la vera felicità?” Questo è il primo passo per avvicinarsi ad una entità Superiore. Questa
richiesta di comprensione costituisce il vero punto di svolta nella vita di ogni individuo.

(1) Bhakti Svarupa Damodara Goswami, Savijnanam, N. 2, Rivista del Bhaktivedanta Institute.

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