SCIENZA E VEDANTA – LA FORMA UMANA 4

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SCIENZA E VEDANTA – LA FORMA UMANA 4
E L’EVOLUZIONE DELLA COSCIENZA (PARTE QUARTA)

A cura di Andrea Boni

Importanza della ricerca spirituale e dell’unicità della forma umana.

La ricerca spirituale, jijnasa, è l’occupazione fondamentale per un essere umano. Ognuno di noi in
un modo o nell’altro si interroga sul senso della vita, sul perché della sofferenza, della malattia,
della vecchiaia. Sul perché della morte. E in una qualche forma si cerca di fornire una risposta a
queste domande. Quando non è manifesto un approccio critico a tali temi di fondamentale interesse
per un’evoluzione sana e costruttiva della personalità significa che il corpo che è stato acquisito
non viene utilizzato per lo scopo corretto. Può un uccello interrogarsi sul significato della sua
esistenza? Questo e altri tipi di animali possono interrogarsi su aspetti di base per la
sopravvivenza come conseguenza dei propri istinti, ma non hanno certo la capacità di andare a fondo
sul significato ultimo della vita. Nella forma umana invece ciò è possibile, ed in questo senso è
unica e preziosa.

Il processo di investigazione della Verità Assoluta viene definito in sanscrito jivasya
tattvajijnasa. A tal riguardo lo Shrimad Bhagavatam afferma (I.2.10):

Kamasya nendriya-pritir
Labho jiveta yavata
Jivasya tattva-jijnasa
Nartho yashceha karmabhih

“Il nostro desiderio non dev’essere quello di vivere per soddisfare i sensi, ma solo quello di
condurre una vita sana, sufficiente al proprio sostentamento, perché la forma umana deve guidare
alla ricerca della Verità Assoluta. E questo dovrebbe essere l’unico obiettivo di ogni azione”.

Anche la Katha Upanishad (I.3.14) afferma con forza l’importanza della forma umana:

“Alzatevi, svegliatevi! Avendo ottenuto la grazia [di avere questa forma umana], state attenti. La
via della realizzazione spirituale è molto difficile da sormontare ed è come la lama tagliente d’un
rasoio, così dicono i saggi”.

Vincent Dethier, un ben noto biologo e psicologo americano, ha affermato:

“Una delle caratteristiche che contraddistingue un essere umano da tutti gli altri esseri viventi è
un forte bisogno di conoscenza per il proprio bene. Molti animali sono curiosi, ma in loro la
curiosità è conseguenza di istinto all’addattamento. L’essere umano è affamato di sapere, ha il
dovere di conoscere”(1).

Analogamente, Ayn Rand, una famosa scrittrice e filosofa Russa conclude nella sua opera Atlas
Shrugged:

“L’essere umano non può sopravvivere se non sviluppa la conoscenza, e l’intelletto è il solo mezzo
per ottenerla …. la mente dell’essere umano è lo strumento principale per la sopravvivenza … per
rimanere vivo deve agire, e prima che possa agire deve conoscere la natura e lo scopo della sua
azione … per poter vivere appieno deve poter pensare …(2)”.

“Chi sono?”, “Cosa è la Verità Suprema?”, “Qual è l’origine della vita?”, “Cosa è l’esistenza?”,
“Qual è la destinazione dell’anima quando il corpo muore?”. Queste sono alcune delle domande
basilari su cui si interroga ciascun essere umano – consciamente o inconsciamente.

Il primo sutra dell’opera di Badarayana è quindi un’esortazione ad intraprendere la ricerca della
Verità Assoluta.

(1) Dethier, V.G., To Know a Fly, Holden-Day, San Francisco, 1962.
(2) A. Rand, Atlas Shrugged, Random House, New York, 1957.

Liberamente tratto e riadattato da un articolo di Bhakti Svarupa Damodara Swami pubblicato sulla
tivista “Savijnanam” a cura del Bhaktivedanta Institute.

scienzaespiritualita.blogspot.com/

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