Sconfiggere la pazzia con le sue stesse armi
del dott. Wilfried Nelles
Per la mente moderna, sintonizzata su CNN, telefonini e Internet, l’idea di sedersi in meditazione in silenzio come facevano i discepoli di Buddha 2500 anni fa, sembra una possibilità molto remota. È proprio partendo dal riconoscimento di questo fatto che Osho ha creato le meditazioni attive. Un ex professore di sociologia descrive il modo in cui la Meditazione Dinamica può dare nuova vita all’uomo moderno e alla società del ventunesimo secolo
Sono le sette. Mio figlio sta uscendo per andare a scuola, e io mi tolgo il pigiama per mettermi una maglietta e i pantaloncini da ginnastica. Non mi serve altro, presto avrò abbastanza caldo. Sto per fare una meditazione una meditazione dinamica. La Dinamica è una meditazione piuttosto strana, specie se vista dall’esterno. Non ha nulla a che fare con le immagini di monaci dalla testa rasata che siedono per ore su freddi pavimenti di pietra, e nemmeno con l’intonare mantra sacri, o col contemplare argomenti spirituali. L’ora per farla è la mattina presto, e il suo messaggio è semplice: svegliati! E dato che è più facile dirlo che farlo, perché incontra una grossa resistenza dentro di noi, questa meditazione impiega unintensa attività fisica per darci una bella scrollata e svegliarci. I tempi in cui viviamo sono fortunati e sfortunati allo stesso tempo. Tutto è sottosopra.
Non sappiamo più perché viviamo, per che cosa, cosa stiamo facendo, se vogliamo veramente ciò che pensiamo di volere. Abbiamo perso ogni orientamento, e stiamo anche perdendo con grande velocità quelli che erano i nostri sogni più elevati. Alcuni di noi ne sono coscienti, tanti ne hanno una sensazione più o meno vaga, ma la maggioranza non vuole saperne nulla. Ci buttiamo nel lavoro, nel piacere, in attività di ogni genere, o ci rivolgiamo all’alcol o alle droghe per evitare l’ovvio. I ‘consulenti di ogni genere sono molto richiesti; le persone più tradizionali si rivolgono agli astrologi o alle cartomanti e ai ‘maghi o più modestamente a ciò che offrono la Tv o i libri. Ci sono libri e programmi che ti dicono cosa mangiare, come camminare, cosa indossare e in quale occasione, in che direzione mettere la testa quando dormi, come diventare ricco, come avere buona salute e, da ultimo ma non meno importante, come amare.
Il fatto è che più ‘buoni consigli ci danno, più conoscenza accumuliamo, e più ci sentiamo persi, non all’altezza. La nostra cosiddetta consapevolezza illuminata moderna sembra essere una consapevolezza molto infelice. Apparentemente più una civiltà è sviluppata e più diventa nevrotica, malata a livello psicologico, e più i suoi membri sono drogati o tendenti al suicidio. Dopo che tutte le grandi utopie sociali dei nostri tempi sono scoppiate come bolle di sapone l’ultimo è stato il collasso del socialismo la vita sembra essere ridotta a qualcosa che dobbiamo in qualche modo trascorrere o per usare una frase coniata da Max Weber che dobbiamo sopportare da uomini. Il che va bene se sei dalla parte in cui in cui la pentola, e il portafoglio, sono pieni. Ma il contenuto di queste pentole sta diventando veramente rancido; persino il benessere non mantiene le sue promesse e, dentro di noi, lo sappiamo tutti, anche se facciamo di tutto per raggiungerlo.
Amiamo i nostri sogni e quando vengono infranti, ne soffriamo. Ma i fatti sono questi e non c’è nulla da fare. Possiamo solo reprimere il dolore, chiudere gli occhi e il cuore in modo da evitarlo. Poi un giorno ci raggiunge lo stesso, quando qualche evento imprevisto una malattia, un incidente, una guerra, una catastrofe naturale, l’incontro con qualcuno o la nostra stessa fine apre una frattura nelle nostre preoccupazioni personali e ci chiediamo angosciati: “Ma era proprio così? Era proprio vero?”. Quando un sogno viene distrutto, quando si rivela come sogno e va in pezzi, siamo sul punto di svegliarci.
Ma la domanda è: Vogliamo veramente svegliarci? Vogliamo veramente liberarci delle nostre illusioni? O preferiamo aggrapparci a esse a qualsiasi costo, fino alla fine? Di base, non abbiamo alternative. Chiunque si fermi solo per un attimo, e guardi senza paraocchi lo stato in cui è il mondo, potrà vedere questo enorme incubo per quello che è, e capire che quest’incubo potrebbe arrivare molto presto allesplosione e che tutti i nostri piccoli sogni privati
esploderanno insieme ad esso.
Vogliamo noi, vuoi tu, voglio io svegliarmi? Mentre sto riavvolgendo il nastro con la musica che accompagna la Meditazione Dinamica, faccio automaticamente i miei preparativi: metto giù un materassino di gomma in modo da non farmi male nel caso decidessi di fare una bella catarsi, e mi soffio il naso con grande attenzione. Il naso dev’essere libero, altrimenti non si può far nulla. Poi faccio partire il nastro: c’è il suono forte di un gong e poi inizia il suono dei tamburi. Sto in piedi con i piedi solidamente posati per terra, ma per il resto cercando di essere il più rilassato possibile e respiro veloce, profondo e caotico attraverso il naso. La bocca rimane ben chiusa, e così anche gli occhi. Questo è ciò che dicono le istruzioni. Oggi mi sento meglio degli ultimi giorni, ma il respiro non è particolarmente veloce, per non parlare di profondo. Le mie narici sono aperte al massimo, ma sembra che non entri quasi aria.
La narice sinistra è come sempre nei primi minuti quasi bloccata, e anche la destra sembra piuttosto chiusa. Certo, di solito all’inizio me la prendo con calma, dandomi circa un minuto come periodo di riscaldamento prima di buttarmi veramente nello sbuffare e
nell’ansimare, ma questa volta mi sento un po giù più che calmo. Ma appena un attimo fa non avevo detto che mi sentivo particolarmente bene? Ah, ecco cos’è! Mi sento abbastanza bene, e proprio per questo ho paura che questa piccola quantità di benessere possa venire disturbata se ce la metto tutta: vorrei sentirmi così ancora per un po, e non finire subito nella cacca un’altra volta.
Spesso non vogliamo veramente svegliarci. Sì, certo, vogliamo liberarci dei brutti sogni, degli incubi, ma di quelli belli? Molti di noi spasimano per i bei tempi passati. Ci lamentiamo del presente e adottiamo soluzioni che sono sorpassate già da un pezzo. Gli spettri orrendi del passato nazista rialzano la testa gli skinhead con un teschio per emblema. È vero, le loro idee sono stupide e senza senso, ma quali sono le alternative offerte dalla nostra società? Caviale al posto di hamburger, champagne al posto della CocaCola, carriera invece che sesso, droga e rock and roll? E per finire qualche sermone arido (e falso) sulle glorie della ragione?
La ragione è diventata un albero morto e senza frutti, un albero che dice: “Spiacente, niente più frutti, devi capirlo e vivere con questo fatto”. Se fossimo pronti a guardare con onestà, vedremmo in questi giovani sbandati uno specchio della nostra mancanza di prospettiva e di visione. La stessa cosa vale per i drogati morti di overdose, per i neonati picchiati, per i bambini soggetti ad abuso sessuale, per le relazioni malate, per quelle tristi realtà chiamate ‘ospizi per i vecchi, per quei malati negli ospedali a cui viene prolungata la vita in modo disumano e inutile, per gli alcolizzati e i malati di cancro o di Aids.
Chiunque abbia il fegato di dire la verità direbbe qualcosa del genere: “Chi di voi non crede nel cercare di rafforzare castelli di sabbia, chi vuole dalla vita più del gusto del cibo o del sesso, ma anche chi vuole più del semplice sconfiggere le avversità, più di un’acquiescenza ‘ragionevole con ciò che non si può cambiare chi di voi vuole la vita, tutta la vita, dovrà crearsela, trovare le risposte nel suo essere più profondo, senza alcuna mappa. Non ci sono altre mete all’infuori di questa. Tu sei unico. Tu sei la meta, la risposta, il significato. Sì, tu”. C’è poco da aggiungere a questo. In Europa, l’eredità del diciannovesimo secolo è morta, finita per sempre, anche se a volte il nazionalismo rinasce dalla sua tomba.
La caduta e la liquidazione finale del comunismo sono state qualcosa di più del collasso di un certo sistema sociale o governo. Sono state anche la morte del marxismo come religione, e le implicazioni sono molto vaste. “I figli di Marx e della Coca-Cola come JeanLuc Godard, un famoso cineasta francese degli anni sessanta, chiamava gli studenti ribelli del suo tempo stanno morendo. Ora rimane solo la Coca-Cola. Questa è una rivoluzione o forse dovremmo chiamarla una frana spirituale paragonabile alle scoperte di Galileo che hanno messo la parola fine all’epoca medioevale, e con essa alla certezza di una cosmologia condivisa a livello universale, una comune visione del mondo. Ciò che è finito nella spazzatura insieme al marxismo è una risposta comune alla domanda bruciante sul significato della vita.
Ora sappiamo che non c’è una risposta. A meno che non accetti come risposta la Coca-Cola, perché questo è il massimo che la società ha da offrire. O a meno che non accetti che la risposta è dentro di te. Ma tu, chi sei? Questa è l’unica domanda che rimane: Chi sono io? Eccomi qua che mi butto giù dal letto alla mattina presto e respiro come un pazzo con il naso. È questo il modo di trovare una risposta? Non è che sto perdendo la testa invece di ritrovare i miei sensi? Ma è poi veramente meno sensato di, tanto per dirne una, ciò che faceva il filosofo Kant? Kant trascorse tutta la vita nella sua torre di avorio di Koenisgsberg, torturandosi il cervello e sfornando lunghe frasi che nessuno era in grado di comprendere, sostituendo i Dieci Comandamenti con l’Imperativo morale kantiano inteso a guidare l’uomo nelle sue azioni. Ma, di fatto, tutto questo non potè cambiarlo nemmeno di una virgola. O è forse meno sensato di ciò che faceva Marx quando pianificava la salvezza dell’umanità nella sala di lettura del British Museum?
Questi pasticcioni possono avere fatto la cosa più sensata per il momento in cui vivevano, ma ora è arrivato sicuramente il momento di dare una bella occhiata a noi stessi di persona, non in teoria. Dopo tutto, è la somma di tutti noi che sta creando la storia.. E per questo non servono libri. Nei libri possiamo trovare solo i pensieri di altre persone che rimasticano i pensieri di altre persone ancora. Ciò che occorre è uno specchio che ci aiuti a guardare dentro noi stessi. E la Meditazione Dinamica è proprio uno specchio di questo tipo. Ecco perché sono qui, a soffiare e sbuffare come un treno a vapore.
Quando mi accorgo della mia mancanza di totalità, innesco una marcia più alta. Il naso è ancora piuttosto bloccato, ma so che questo cambierà presto. Entro qualche minuto ho raggiunto una velocità che lascia indietro i miei pensieri ansimanti. Questo è uno degli scopi di questo esercizio: la mente viene spazzata via non preoccuparti, tornerà! Ora tutto ciò che riesco ad ascoltare è uno staccato di espirazioni intense e rumorose, trascinate dal ritmo frenetico dei tamburi. So che potrebbe persino accadere molto di più (la possibilità cè sempre), e che potrei respirare ancora più profondamente. Non penso a nulla, cè solo il respiro più profondo, più veloce, sempre più folle. È straordinario. Quando avverto improvvisamente una fitta di dolore nel corpo, ne prendo nota, e poi ritorno al respiro. Quando raggiungo una certa velocità, una certa intensità, sono totalmente in quello che faccio, e dare il massimo diventa divertente. Il suono dei tamburi continua a crescere, e poi arriva il gong fine della prima fase
La prima fase della Meditazione Dinamica è il risveglio a una nuova vita. Svegliati! sembra che ci gridi. Esci dal tuo sonno di secoli, dal labirinto dei tuoi sogni, belli o brutti che siano. Smetti di farti intrappolare in questi sogni, abbandona tutte le tue limitazioni e vivi! Respira! Respira e vivi! Apriti al Respiro della Vita, prendi tutto quello che riesci a prendere! Smetti di filosofeggiare sulla vita, smetti di perderti nei sogni di qualcun altro, smetti di sognare il Giorno X in cui inizierai veramente a vivere! VIVI. Il respiro è vita. Il primo e lultimo respiro sono gli estremi tra cui si muove lesistenza umana. Dio, si dice, soffiò il suo respiro su Adamo dopo averlo creato dalla creta, e così lo portò in vita.
La parola indù per respiro, prana, è sinonimo di energia vitale. Un terapista del respiro può decodificare il modo in cui vivo dal modo in cui respiro. Ognuno di noi ha dei modelli di respirazione, ognuno ha trucchi subconsci per evitare certe esperienze che risultano minacciose per linconscio, e uno dei più semplici è quello di cambiare il ritmo del respiro. Ecco perché antiche scuole come lo yoga, ma anche tecniche moderne di psicoterapia, usano il respiro come metodo per riportare armonia al corpo e alla mente, o per portare alla luce, e sanare, esperienze traumatiche nascoste nellinconscio. Ma questa tecnica di meditazione non porta armonia è caos! La respirazione profonda e veloce dissolve gli schemi fossilizzati della psiche, e carica il corpo di ossigeno e di energia vitale, mandando a pezzi la nostra struttura psicosomatica, quellordine che è stato creato dalle circostanze della nostra nascita e dai condizionamenti del nostro ambiente.
Stiamo ora arrivando più vicini alla vita nella sua forma originaria, la più selvaggia, imprevedibile e potente. Il successo crescente della musica rock a partire dagli anni 60 è un segno del bisogno dellanimo umano per il lato caotico della vita, per lespansione e per movimenti liberi, senza restrizioni. Questo bisogno è stato espresso in assolo frenetici di chitarra e di percussioni. Ogni artista lo sa, e lo sa persino ogni bambino. Per i bambini che godono di una certà libertà, ogni giorno è nuovo. Ecco perché i bambini hanno un senso del tempo molto diverso dagli adulti. La loro vita è più intensa, aperta alle scoperte e alle sorprese. Questo è ciò che aveva in mente Gesù quando diceva: A meno che non diventiate come bambini liberi dagli schemi, dai modelli, vulnerabili, curiosi e innocenti. Purtroppo non è solo che abbiamo degli schemi, noi stessi siamo degli schemi. Siamo diventati tuttuno con questi schemi, al punto che non ci rendiamo nemmeno conto di questo fatto, non li notiamo nemmeno. Abbiamo perso la nostra innocenza tanto tempo fa, e vogliamo ritrovarla. E dobbiamo farlo se vogliamo veramente goderci la vita, celebrarla, e non continuare solo a tirare avanti a fatica e da soli.
Quindi lalternativa è o di respirare come se si fosse scatenato linferno, oppure di dimenticarsi completamente di essere vivi. La paura di quello che può succedere quando torniamo di nuovo a vivere è in ognuno di noi, ed è comprensibile. Non abbiamo alcuna idea di ciò che potrebbe accadere se i nostri meccanismi conservati con tanta cura dovessero andare in pezzi. È possibile che esista un ordine interno, ciò che Eraclito chiama larmonia nascosta . Ma chi lo sa, magari non esiste affatto. Certo, possiamo averne un vago barlume, ma non lo sappiamo per certo. È qui che un Maestro, un Illuminato, gioca un ruolo centrale nella ricerca spirituale. In lui se non è un impostore questa armonia interiore, questo essere in armonia con il battito più profondo del cuore dellesistenza, ha preso forma. In lui possiamo sentirlo, in lui assume una voce e un volto. In lui, la trascendenza non è solo un termine astratto, ma una realtà tangibile.
Certo, potremmo anche sbagliarci, ma sul cammino spirituale non ci sono più garanzie o sicurezze. Le tecniche tradizionali di
meditazione, create 2500 anni fa, miravano a una graduale
pacificazione della mente grazie a decenni di pratica paziente, come nello Zen giapponese o nel buddhismo tibetano. Entrambe queste tradizioni sono diventate molto popolari in Occidente negli ultimi anni. Invece la Meditazione Dinamica di Osho è una specie di terapia dello shock. Tutte le tecniche sono espedienti, tentativi di mettere a dormire la mente evitando che allo stesso tempo si addormenti anche la consapevolezza di rendere possibile una visione, anche momentanea, della nonmente, la dimensione oltre la mente.
Se una tecnica funziona oppure no, dipende da chi la usa. Ma le persone per cui le antiche tecniche erano state create non esistono più. Il mondo in cui viviamo oggi è completamente diverso. La Meditazione Dinamica è un metodo fatto per luomo moderno nevrotico, stressato, confuso. Essa aiuta a portare in evidenza tutto il caos della mente moderna in modo da poterlo eliminare. Con questi metodi, grazie al genio e allimmaginazione di Osho che li ha inventati, è stato creato un nuovo sentiero nella giungla della mente delluomo di oggi, una giungla più fitta e intricata di quanto lo sia mai stata in tutta la storia dellevoluzione umana.
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