Gennaio 25 2017
I neuroni specchio sono una delle più importanti scoperte scientifiche degli ultimi vent’anni, una
scoperta che ha cambiato il nostro modo di comprendere l’interazione tra gli essere umani (e tra gli
animali), e che in un certo senso ha provato scientificamente il passo del poeta John Donne nessun
uomo è un isola…
Ma come funzionano? Che implicazioni hanno per la nostra vita quotidiana? E per la nostra vita
interiore?
I neuroni specchio sono una tipologia di neuroni la cui esistenza è stata rilevata per la prima
volta verso la metà degli anni ’90 da Giacomo Rizzolatti e colleghi presso il dipartimento di
neuroscienze dell’Università di Parma. Utilizzando come soggetti sperimentali dei macachi, questi
ricercatori osservarono che alcuni gruppi di neuroni si attivavano non solo quando gli animali erano
intenti a determinate azioni, ma anche quando guardavano qualcun altro compiere le stesse azioni.
Studi successivi, effettuati con tecniche non invasive, hanno dimostrato l’esistenza di sistemi
simili anche negli uomini. Sembrerebbe che essi interessino diverse aree cerebrali, comprese quelle
del linguaggio.
I neuroni specchio permettono di spiegare fisiologicamente la nostra capacità di porci in relazione
con gli altri.
Quando osserviamo un nostro simile compiere una certa azione si attivano, nel nostro cervello, gli
stessi neuroni che entrano in gioco quando siamo noi a compiere quella stessa azione. Per questo
possiamo comprendere con facilità le azioni degli altri: nel nostro cervello si accendono circuiti
nervosi che richiamano analoghe azioni compiute da noi in passato.
Quest’ultima precisazione è molto importante. Infatti sembrerebbe che il sistema specchio entri in
azione soltanto quando il soggetto osserva un comportamento che egli stesso ha posto in atto in
precedenza. Ad esempio, si è visto che in un danzatore classico i neuroni specchio si attivano
esclusivamente di fronte a una esibizione di danza classica, e non di fronte al ballo moderno, e
viceversa. (Sembra che però non sia del tutto così, come spiega Rizzolatti nel qui sotto, ndr)
https://www.youtube.com/watch?v=87_6WJhWTms
Anche il riconoscimento delle emozioni sembra poggiare su un insieme di circuiti neurali che, per
quanto differenti, condividono quella proprietà specchio già rilevata nel caso della comprensione
delle azioni. È stato possibile studiare sperimentalmente alcune emozioni primarie: i risultati
mostrano che quando osserviamo negli altri una manifestazione di dolore o di disgusto si attiva il
medesimo substrato neuronale collegato alla percezione in prima persona dello stesso tipo di
emozione. Un’altra conferma viene da studi clinici su pazienti affetti da patologie neurologiche:
una volta perduta la capacità di provare un’emozione non si è più in grado di riconoscerla quando
viene espressa da altri.
Vi sono infine alcune evidenze sperimentali che sembrano indicare che anche la comprensione del
linguaggio faccia riferimento, almeno per certi aspetti, a meccanismi di risonanza che coinvolgono
il sistema motorio. Comprendere una frase che esprime un’azione provoca probabilmente un’attivazione
degli stessi circuiti motori chiamati in causa durante l’effettiva esecuzione di quell’azione.
La scoperta dei neuroni specchio potrebbe offrire una spiegazione biologica per almeno alcune forme
di autismo, come, ad esempio, la sindrome di Asperger: in effetti, gli esperimenti in tal senso
finora condotti sembrerebbero indicare un ridotto funzionamento di questo tipo di neuroni nei
bambini autistici. Benché per ora si tratti soltanto di un’ipotesi, essa potrebbe aiutare a
comprendere perché le persone autistiche non partecipino alla vita degli altri, non riescano ad
entrare in sintonia con il mondo che li circonda, non capiscano il significato dei gesti e delle
azioni altrui. Probabilmente non comprendono neppure le più comuni emozioni espresse dal volto e
dagli atteggiamenti di coloro che li circondano: quello che per tutti è un sorriso, per loro
potrebbe essere una semplice smorfia.
L’esistenza dei neuroni specchio prospetta la necessità di una profonda modifica nelle attuali
concezioni riguardanti il modo di operare della nostra mente. Sicuramente tale scoperta implica un
drastico ridimensionamento del modello di mente prospettato dalla psicologia cognitivista (vedi
cognitivismo), basato sull’analogia funzionale con i calcolatori.
Questo tipo di approccio concentra i propri sforzi soprattutto nel definire le regole formali che
sarebbero alla base del funzionamento della mente, ignorando completamente il ruolo dell’esperienza
corporea legata al comportamento motorio. I neuroni specchio implicano infatti l’esistenza di un
meccanismo che consente di comprendere immediatamente il significato delle azioni altrui e persino
delle intenzioni ad esse sottese senza porre in atto alcun tipo di ragionamento.
Le ricerche sui neuroni specchio sono ancora agli inizi, ma è probabile – come osserva il
neuroscienziato Vilayanur Ramachandran – che si tratti di una delle più importanti scoperte degli
ultimi decenni, destinata ad avere profonde ripercussioni nel nostro modo di concepire la mente.
(fonte: ildiogene.it)
Praticamente i neuroni specchio confermano il fatto che non siamo delle isole separate, ma che siamo
in rete, ed in questa rete i pensieri, le azioni ed i sentimenti circolano dall’uno all’altro. Si
potrebbe dire che entrano nella psiche-anima delle persone e somatizzano attraverso i circuiti
cerebrali. Questo si aggiunge alle nostre individuali esperienze di pensiero, sentimento ed azione.
In questa ottica i neuroni specchio possono probabilmente essere utilizzati per moltiplicare il
bene, con l’esempio e con la condivisione.
Ma si possono usare anche per moltiplicare elementi negativi, dallo scandalo di cui parla il
Vangelo, fino ai comportamenti deteriori di ognuno di noi che influenzano gli altri, fino alle
grandi operazioni oscure che tendono ad eccitare o deprimere le coscienze di intere popolazioni o
del mondo, non solo con le guerre, ma anche tramite l’uso nero dell’arte, delle forme pensiero dei
comportamenti, della violenza, dell’erotismo fine a se stesso, del vizio, ecc. Se si amano gli altri
e la società, ovviamente sarà importantissimo essere esempio vivente delle azioni, dei sentimenti e
dei pensieri rivolti al Bene. Per diventare elementi diffusori di Bene. Mettiamocela tutta per
scegliere questa seconda strada, e mettere i neuroni specchio ancora di più al servizio della
evoluzione umana.
Fonte: coscienzeinrete.net
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