Scoprire il proprio destino

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Scoprire il proprio destino

(di Florinda Balli)

È difficile descrivere in poche parole il lavoro di Stella Romanelli. Usando
un pizzico di poesia, vorremmo dire che Stella è una moderna Arianna che
aiuta le persone a ritrovare, o a seguire, il “filo rosso” del proprio
destino.

Per fare ciò ha ricorso a varie tecniche: l’attivazione dei talenti
insegnata dal maestro indiano Baba Bedi, ma anche il rebirthing e la
regressione nelle vite passate. Gli strumenti che usa sono prevalentemente
una respirazione lenta e regolare che induce al rilassamento e. il canto,
perché Stella è musicista e cantante lirica e jazz.

“Ho scoperto che la mia voce aiutava le persone a “viaggiare nel tempo”
facendo loro rivivere sia la gestazione che la nascita, e le vite passate”
spiega.

INCONTRO CON STELLA ROMANELLI

– Lei aiuta le persone a compiere il proprio destino, il compito che rimane
immutato nel corso delle loro vite?

Compito è una parola molto vasta. Direi che da sempre aiuto le persone a
trovare la loro strada. Ma non è detto che il compito di una persona si
svolga sempre nello stesso modo. Quando faccio il percorso delle vite
passate, mostro per così dire il filo conduttore del destino, il famoso filo
rosso, che ci guida. Infatti, sia nelle vite passate che in questa vita,
ogni esperienza ci prepara a seguire questo filo.

Con ciò voglio dire che noi svolgiamo il nostro compito comunque e sempre,
anche se in modo diverso ogni volta. Perciò il mio lavoro è duplice: da un
lato mostro alle persone il compito che hanno svolto nelle altre vite e che
stanno svolgendo ora e dall’altro le guido, se necessario, verso altri modi
di svolgere il loro compito attraverso la scoperta dei talenti neonati.

– Potrebbe farmi un esempio?

Ho avuto una paziente, una donna che oggi sta scrivendo un libro molto bello
sull’educazione. Questa stessa donna in passato ha vissuto il suo compito di
educatrice in un altro modo. Il mio lavoro è consistito nel farle prendere
consapevolezza di come lei stava già facendo l’educatrice, di come lo era
stata in passato e di come lo sarebbe stata nel futuro. Ogni anima, ogni
essere ha un suo compito ben specifico.

– Vogliamo pensare al caso più classico: una mamma che si occupa dei suoi
figli e lo fa bene, con grande passione. Potrebbe eventualmente essere
un’educatrice
in futuro?

Sì, naturalmente. Penso ad una ragazza che sta finendo l’attivazione dei
talenti con me e che mi sta dando grandi soddisfazioni. Quando ha iniziato
era stanca e un po’ depressa perché, pur avendo studiato come educatrice,
non riusciva a conciliare il discorso della famiglia con un lavoro.

Le ho fatto capire che ciò che stava vivendo in quel momento era quello che
noi chiameremmo un “progetto famiglia” che si esplica in vari modi, per
esempio in modo molto palese all’interno della famiglia stessa, ma anche
come missione di aiuto alle altre madri che hanno questo stesso vissuto
nella società.

Così, questa ragazza ha preparato dei bigliettini e li ha portati nei luoghi
frequentati da altre neomamme come lei. Ora vive il suo ruolo di educatrice
non solo nei confronti dei suoi figli, ma aiutando altre giovani donne, che
magari hanno meno mezzi di lei, ad vivere il loro compito di mamme sia nei
confronti dei figli sia nel rapporto co se stesse.

In altre parole il compito che ci è stato assegnato si può manifestare in
diversi modi a seconda dei momenti. La nostra anima, nelle varie esperienze
si trova e acquisisce sempre più mezzi attraverso le vite. Perciò uso varie
tecniche. Il rebirthing aiuta a vedere ciò che è successo alla nascita e nei
nove mesi di gestazione e quella che è stata l’influenza parentale. Infatti
è assolutamente necessario deprogrammare il nostro inconscio da questi imput
per ritrovare la nostra sorgente.

– In che modo può influenzarci quanto abbiamo vissuto durante la gestazione?

Le potrei citare il caso di un manager che si sentiva perennemente in colpa
di non fare abbastanza, di non essere abbastanza attivo ed efficiente.
Durante la seduta di rebirthing ha rivissuto una scenata tra i suoi
genitori, avvenuta quando sua madre era incinta di lui. In questa scenata
suo padre rimproverava sua madre per la sua pigrizia, rinfacciandole di non
fare niente!

La gestazione e la nascita hanno una grande importanza per me: direi che
sono la chiave della nostra anima. Le vite passate aggiungono un tassello
alla comprensione di noi stessi e l’attivazione dei talenti ci aiuta a usare
al meglio l’energia liberata con il decondizionamento.

– Vuole parlarci anche dei cosiddetti “talenti neonati”?

Certo. I nostri talenti neonati si manifestano solitamente con un forte
desiderio di esercitare quella determinata attività. Quando ad esempio
sentiamo una grande passione per la musica, per la scrittura, per il
giardinaggio, si tratta di una manifestazione dei nostri talenti neonati.

FLORINDA BALLI

E’ giornalista e ha lavorato per molti anni come redattrice per il Corriere
del Ticino e il settimanale ticinese Azione.

Ha collaborato inoltre con la RTSI in qualità di traduttrice e giornalista.

È autrice di una ricerca sul problema della tossicodipendenza nel Canton
Ticino, pubblicata dal centro terapeutico Villa Argentina di Lugano e
intitolata Ritornare a Vivere.

Nel 1999 ha pubblicato un romanzo fantastico ‘La Voce Ritrovata’, presso le
Edizioni Lyasis di Sondrio.

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