Se pensi, crei…

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Se pensi, crei…

Guido Da Todi

Il fulgore dei poteri umani ha dei confini che svincolano definitivamente l’individuo dalle argillose catene di quella dimensione temporale e spaziale in cui egli continua ad ostinarsi a vivere.
In altri articoli abbiamo già indicato l’orizzonte spirituale dell’eterno presente, vera patria dell’uomo.

Il ritmo coesistente dell’energia che si consolida, e della materia che si spiritualizza sono le due costanti che cadenzano l’espressione della quotidianità celata in ognuno di noi. Nel nostro eterno presente ogni situazione è il risultato ultimo di quel sottile solidificarsi di pensieri, umori, emozioni, desideri, volontà che costituiscono il respiro stesso d’ogni persona.

Ed ogni singolo essere è caratterizzato dall’ombra fedele di quell’onda vitale che lo sovrasta, tesa a tradursi, giorno per giorno, nel suo destino tangibile e materiale.

È la percezione e la visione del mondo energetico, sottinteso da ognuno di noi, che rende i veggenti e i sensitivi consapevoli del nucleo di tra esso e la sua materializzazione, nei riguardi di coloro che lo hanno emanato e lo emanano di continuo.
Ed è, appunto, intervenendo su codesta vitalità invisibile che i Guru, o i Santi ne deviano le coordinate di consolidamento, provocando quel che sembra un intervento sul karma (destino) degli uomini.

Il vero e puro veggente non è vincolato, quindi, da strumenti materiali per inserirsi nelle armoniche universali del cosmo. Egli contempla direttamente la bipolarità dell’esistenza, attorno a sé, che si esprime in un continuo intercalarsi dell’energia, la quale si consolida in atomi densi e stabili, e viceversa, e forma la natura delle cose tutte.

Noi tutti siamo lo snodo costante della materia e dell’antimateria. I nostri pensieri e le nostre pulsioni emotive costituiscono la radice d’ogni nostra situazione materiale; e quest’ultima è destinata a divenire la radioattiva giuntura all’immenso mare elastico di vitalità infinita da cui ogni realtà procede.

Conoscere questo basilare principio dell’esistenza offre la chiave pratica della felicità e del potere esoterici.
Se ognuno di voi riuscisse a scollare le due realtà che lo compongono – ossia, l’uomo, o la donna radianti, da quelli fisici e materiali – e si rendesse conto che è la sola entità interiore che produce quell’esteriore (con l’assieme delle situazioni in cui essa vive) potrebbe dare inizio al suo avvenire d’adepto della gioia e della libertà dai tre piani illusori dell’esistenza di maya (illusione).

Quanti di voi attraversano le proprie ore quotidiane sobbollendo in una pigra attività mentale ed emotiva, unta d’essenze melanconiche, depresse, di supina accettazione all’inerzia e al lamento muto ed inespresso? Quanti di voi si rendono conto che il non produrre alcun pensiero positivo e creativo determina un inflessibile appesantimento delle proprie essenze energetiche, che rendono sempre più spessa e torpida la propria aura personale, proibendole il libero respiro ed immergendola sempre più in una paralisi occulta e malata?
La concreta e vera chiave alla nostra gioia non è rappresentata, di sicuro, da un santo Guru salvatore, che ci venga, infine, a prendere tra le braccia e ci innalzi in quel paradiso esistenziale e soggettivo che attendiamo pigramente.
Essa invece risiede in quella prima decisione che prenderemo e che ci darà la completa autonomia dal dolore, a lungo andare; ossia, la trasmutazione diretta delle nostre essenze umorali e di pensiero.

In effetti, la consuetudine ad una pratica meditativa quotidiana è a questa presa dinamica di coscienza e di reazione individuali che tende.
La meditazione insegna il giusto metodo di gestione del pensiero e delle emozioni, che parta direttamente dall’uomo e dalla donna soggettivi e giunga a controllare, d’abitudine, l’uomo e la donna materiali e le vicende in cui sono immersi.
Grande, quindi, è la saggezza racchiusa nell’assioma esoterico: “L’uomo è ciò che pensa di essere”
Ma come fare, allora, a sfuggire da quel circuito chiuso in cui ci si trova, ove pare che la morsa dei pensieri ottusi e pigri non riesca a superare se stessa e dove si pensa che mai si avrà la forza di sfuggire alla vischiosa argilla invisibile che c’inchioda quotidianamente? Intanto, iniziando con l’invincibile metodo del piccolo seme.

Una ghianda può venire stritolata dalle mani di un uomo forte; è una piccola forma vegetale, che il pugno di un bimbo contiene interamente. Ma, se la piantiamo e la lasciamo crescere, si svilupperà nella maestosa e possente quercia, regina del regno vegetale. Il principio, nella natura, è identico a quello del piccolo seme.
Immersi nelle nostre malinconie ed in una vita energicamente non creativa, iniziamo, dunque, a rintracciare e ad identificare un pensiero, un solo pensiero che sia di natura felice e costruttiva.

Un pensiero che abbia la caratteristica di portarci gioia e serenità. Potrà essere quello di vederci amati dagli altri; o di immaginarci fortunati, in generale; o di visualizzarci mentre stimiamo i nostri contenuti, ed abbiamo fiducia in noi; o, anche, di vivere pienamente e realmente (nell’immaginazione) in quel mondo spirituale ed archetipo, che pensiamo ci attenda alla fine dell’evoluzione.
Non importa cosa rappresenterà il nostro piccolo seme. Importa che noi lo s’inizi a piantare e lo s’innaffi, portandovi sopra l’attenzione, giorno per giorno, con fedeltà, con costanza, con fede.
E, giorno dopo giorno, esso crescerà. Dovrà crescere, per la legge stessa degli sviluppi naturali! E non avrà certo bisogno di decine d’anni, come la magnifica quercia..

..Dopo un mese, o due, ci accorgeremo che il germoglio avrà attecchito, in modo sbalorditivo, e messo rami e foglie. E vivrà di vita sua. Il nucleolo sarà divenuto pianta. Pianta vivente e reale, com’è reale la nostra vita individuale..
Esattamente come un rigagnolo d’acqua pulita, immesso in uno stagno inquinato da fetido fango, a lungo andare lo purifica e rende limpido, così questo figlio della nostra creatività riuscirà a tramutare il ramo marcio su cui poggia la nostra esistenza.
Sarà l’inizio di una nuova vita, di un nuovo uomo e di una nuova donna!

Poiché la verità che ci fa simili a Dio è contenuta nella rivelazione esoterica:
“Pensare è creare”

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