Sedendo e osservando

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Sedendo e osservando

del Ven. Visuddhacara

da: piandeiciliegi.it

– Sedere solamente per sedere e osservare –

Anche se non potete raggiungere una concentrazione molto profonda, va
bene lo stesso , siate comunque felici che almeno vi siete seduti ed
avete osservato. Inevitabilmente otterrete un certo grado di
concentrazione quantunque non sia perfetta concentrazione, avrete
comunque l’opportunità di vedere per un po’ l’alzare e l’abbassare
dell’addome, un po’ di impermanenza e di osservare e capire un po’
meglio questa mente e questo corpo.

Ricordatevi che anche se passate l’intera ora a riportare indietro la
mente al presente, la vostra ora sarà comunque ben spesa. Avrete
comunque rinforzato il vostro potere di osservazione – in questo caso
l’abilità di catturare la mente che divaga – questa stessa è una
abilità sviluppata e un conseguimento.

Per raggiungere una concentrazione più profonda rinunciate al pensiero
attivo. Solamente rimanete nel presente osservando il respiro e
qualsiasi cosa ci sia, e ogni volta che la mente divaga riportatela
gentilmente ma fermamente indietro al presente. Rimanere con la
concentrazione fissata su un oggetto come l’inspirazione e
l’espirazione o l’alzare e l’abbassare dell’addome, può portare
profondo assorbimento, calma e concentrazione. Potete sperimentare e
vedere se riuscite a rimanere solamente con un oggetto e fare
esperienza della calma profonda in quell’oggetto.

Poi usando quella concentrazione potete cercare l’impermanenza anche
in quello stato del corpo e della mente. Vedere se potete osservare il
sorgere e passare della consapevolezza dell’oggetto di meditazione o
di altri fenomeni/sensazioni nel corpo. Ma ricordate anche che in
Vipassana non è necessario rimanere solo con un oggetto. Si possono
osservare anche altri oggetti. Così non vuol dire che dovete sempre
stare, diciamo, col vostro respiro o con il salire e scendere
dell’addome. Potete provare a stare con un oggetto se vi piace, ma se
non ci riuscite va bene lo stesso, potete osservare anche altri
oggetti, come la postura seduta e le sensazioni di contatto o
qualsiasi distrazione che sorge.

In altre parole, potete cambiare oggetto o essere attenti a diversi
oggetti nello stesso tempo, osservare una area più estesa del corpo.
La cosa importante è di essere consapevoli e presenti sorvegliando la
mente che divaga e tutti gli altri ostacoli. Ma anche quando si sta
divagando e altri ostacoli come il desiderio sensuale e l’avversione
sorgono, se voi li notate, anche questa è Vipassana, consapevolezza
degli ostacoli che va sotto il nome della sezione del Satipatthana
Sutta chiamata Dhammanupassana.

La cosa da fare è prendere gli ostacoli velocemente così che la mente
non rimane sotto la loro influenza per un lungo tempo. Una volta che
avete notato l’ostacolo, esso passerà se non vi ci attaccate e poi
tornerete ad osservare gli oggetti presenti. Io non penso che in
Vipassana restare con un solo oggetto sia necessariamente meglio che
cambiare vari oggetti.

Penso che dipende dall’attitudine di ogni yogi. Non tutte le persone
hanno lo stesso tipo di attitudine e di sviluppo. Credo che ognuno
faccia il meglio se l’approccio è proprio quello di osservare
qualsiasi cosa che c’è, qualsiasi cosa appare e perciò non
necessariamente attaccarsi ad un solo oggetto durante tutta la seduta.
La cosa da fare è di essere comodi e rilassati e lasciare che la mente
si posi su qualsiasi oggetto con cui si senta a suo agio. Potete
sperimentare e vedere ciò che funziona meglio per voi, ma ricordate
che anche se qualcosa funziona per voi adesso, questo non vuol dire
che sarà sempre così. Questo vuol dire anche che differenti approcci
debbano essere applicati in diverse occasioni, ciò dipende dal fluire
e da qualsiasi cosa che funziona o sia appropriata in qual momento.

Provate a trovare interesse nella vostra meditazione, nell’affilare e
sviluppare le vostre abilità. Ogni volta che vi sedete cercate di
essere il più possibile consapevoli e attenti. Cercate di osservare i
dettagli dell’oggetto, i cambiamenti minuti ed impercettibili. Allo
stesso tempo cercate di essere il più possibile rilassati e calmi. Lo
sforzo dovrebbe essere fermo ma gentile e non teso. Questa pratica
diventa interessante quando vi sforzate sempre di vedere quanto potete
essere consapevoli, e quanto profonda può diventare la concentrazione.

Attraverso la pratica e l’esperienza svilupperete abilità riguardo al
rimanere focalizzati, calmi, concentrati, consapevoli, attenti, ecc.
Dopo ogni seduta potete anche riflettere e ricordare il più possibile
ciò che è successo durante quella seduta, ciò che siete stati in grado
di osservare. Oltre ad essere un esercizio interessante tendente a
rinforzare la saggezza, questo svilupperà anche la vostra capacità di
ricordare (richiamare alla memoria) e chissà potreste essere in grado
un giorno di ricordare le vostre vite precedenti, se non nella vita
presente, nella vita futura. Nella vostra vita quotidiana cercate di
essere sempre più attenti agli stati mentali, intenzioni, pensieri,
emozioni, cambiamenti di umore, movimenti ed attività del corpo
(alzarsi, sedersi, stirarsi, piegarsi ecc.) e sensazioni. Il progresso
è un processo graduale. Questa pratica può durare tutta la vita e
continuare nelle vite future fino a che raggiungiamo Arahatta
magga-phala (stato di santità).

Dal momento che siete consapevoli e presenti, voi state progredendo
anche se non ve ne rendete conto. State camminando lungo il sentiero e
vi state avvicinando alla meta. Le contaminazioni mentali sono sotto
controllo e si stanno indebolendo. Se continuate a meditare
consistentemente, è questione di tempo e voi riuscirete ad erodere la
forza delle contaminazioni mentali. Fatevi coraggio, non rinunciate.
Come qualcuno ha detto: persistete, tenetevi saldi, resistete: la
pazienza è un genio, vi guiderà fino in fondo alla vostra meta che in
questo caso non è una meta ordinaria, ma il Nibbana, la fine di tutte
le rinascite e della sofferenza. Possa il vostro progresso essere
rapido e facile. Possiate voi raggiungere la vostra meta nel tempo più
breve possibile così da non indugiare e soffrire nel samsara più a
lungo del necessario.

Visuddhacara

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