SEI DAVVERO QUALIFICATO? – 2
di Swami Sivananda Radha
MANTRA
Armenia
SEI DAVVERO QUALIFICATO?
L’aspirante deve avere fede e devozione nel Guru e nel Signore… intenso desiderio e serenita’
conducono a una vita appagante, insieme al possesso delle tre virtu’ fondamentali, Ahimsa, Satyam e
Brahmacharya…
Cioe’, essere gentili, umili e nobili. L’aspirante deve osservare moderazione in tutto e condurre
un’esistenza ben regolata e disciplinata di assoluto celibato e di autocontrollo… disciplinare i
sensi, possedere un cuore pieno di amore, mai ferire i sentimenti degli altri, mai essere geloso.
L’aspirante non ha il diritto di paragonare i propri privilegi a quelli degli altri; se una cosa gli
viene rifiutata non deve aspirare nuovamente ad essa, perche’ senza lo spirito altruistico di
servizio e di negazione di se ‘ progredire e’ molto difficile.
Il Sadhak deve parlare con gentilezza, dolcezza e sincerita’…. deve essere sempre allegro,
attento, vigile e diligente.
Deve possedere adattabilita’, coraggio, misericordia, generosita’, tolleranza, pazienza,
perseveranza e giudizio; dovrebbe essere capace di tollerare insulti e offese, essere equanime,
forte e propenso a perdonare. Le sue parole devono essere in armonia con i suoi pensieri, le sue
azioni coerenti con le sue parole. Neppure per un solo giorno deve astenersi dall’introspezione e
dall’autoanalisi.
Deve attenersi al proprio ideale e dovrebbe essere sempre consapevole della propria meta. Non deve
mai disperare, ma essere sempre pieno di speranza e persistere nella pratica.
Perfino nello studio delle scienze secolari e delle cose mondane si ha bisogno di un insegnante
perche’ non e’ possibile comprendere le scienze, la matematica, l’algebra, la geometria senza
l’aiuto di un maestro…
Non e’ dunque ancor piu’ necessario avere un Guru nelle questioni trascendenti, quando l’aspirante
deve procedere lungo l’impervio e spinoso sentiero dello spirito? La Grazia del Guru e’ la sola cosa
che puo’ sostenere lungo tale pericoloso sentiero, che e’ affilato come la lama di un rasoio.
Perfino Sri Sankara, il Signore Krishna, il Signore Rama, Sri Ramanuja ed Ekanath hanno avuto il
loro Guru.
I QUATTRO STRUMENTI
Uno studente che percorre il sentiero della Verita’ si deve equipaggiare di quattro strumenti di
salvezza, o Sadhana Chatushtaya viz.: Viveka, Vairagy , Shad-Sampat e Mumukshatva.
Questi quattro mezzi sono antichi quanto i Veda, o quanto il mondo stesso, e ogni religione li
prescrive come requisiti essenziali per un aspirante. Si differenziano soltanto nei nomi. A questo
punto mi si permetta un avvertimento…
Vairagya [l’assenza di passioni] puo’ andare e venire alternativamente se non si sta attenti e ci si
mischia con ogni sorta di persone dalla mentalita’ mondana. Si dovrebbe sviluppare il Vairagya al
massimo grado, in quanto la mente e’ formata in modo tale da essere in attesa come un avvoltoio di
tornare alle cose a cui ha un tempo rinunciato… bisognerebbe cercare quindi rifugio nel Viveka
[discernimento] e nell’impenetrabile fortezza dei saggi, spassionati Mahatma.
Ci sono gradi diversi di Vairagya.
La suprema assenza di passioni giunge soltanto quando si gettano le fondamenta in Brahman, perche’
allora Vairagya diventa un’abitudine perfetta.
Il desiderio di godimento sensuale e’ profondamente radicato o innato nella mente di tutti.
La mente Rajasica e’ costituita in maniera tale da non riuscire a restare neppure per un solo
momento senza formulare pensieri di divertimento di questo o di quel tipo. Le persone inventano ogni
sorta di diversi e sottili modi di divertirsi e la scienza moderna ha dato meravigliosi contributi
alla creazione di strumenti di evasione sempre piu’ raffinati. Il termine civilta’ moderna e’
soltanto un altro modo per indicare il divertimento dei sensi… hotel, cinema, aeroplani, radio…
nuovi cibi, nuove bevande… nuove mode nel vestire o stili di pettinature.
Perfino l’uomo che percorre il sentiero della verita’ desidera trovare strumenti intensi e duraturi
per appagare i sensi mediante le pratiche yoga , vuole assaporare il nettare dell’immortalita’…
sentire la musica delle ninfe celesti…
Queste sono tutte sottili tentazioni. Il sincero aspirante voltera’ con risolutezza la schiena a
ogni sorta di raffinata, sottile, intensa forma di evasione presente e ultraterrena.
IL PIU’ GRANDE FATTORE DI REALIZZAZIONE SPIRITUALE
Un vero discepolo ha interesse soltanto per la Natura Divina del Guru, non gli devono interessare le
azioni che questi compie come uomo… Bisogna sempre ricordare che la natura di un santo e’
inimmaginabile… e non misurare la Sua Natura Divina con il metro inadeguato della nostra
ignoranza.
Colui che concede l’iniziazione al Mantra e’ un Diksha-Guru, cioe’ un Guru iniziatore. Colui che
insegna le diverse forme di Sadhana e di yoga e’ un Shiksha Guru, cioe’ un Guru maestro.
Fra questi due il Guru supremo e’ quello da cui si e’ sentito e appreso il grande Mantra di
Ishtadevata, e soltanto da lui e’ possibile ottenere il Siddhi.
I discepoli competenti non si trovano mai senza un Guru. I discepoli ottengono risultati in
proporzione alla loro fede nel Guru. Il possesso di una laurea universitaria non puo’ autorizzare un
uomo a ergersi a giudice di un Guru. E’ il culmine dell’impertinenza e della stoltezza da parte sua
mettere alla prova il sapere spirituale del Guru, perche’ accecato dalla vanita’ delle sue
cognizioni mondane.
Il Guru insegna attraverso l’esempio personale. Si deve imparare da lui e agire saggiamente. La
condotta quotidiana del Guru e’ un ideale vivente per il discepolo osservante. Il vero Guru e’ come
una centrale elettrica che fornisce energia ai suoi discepoli. Il Mantra-Diksha e’ una forma molto
rara e unica di buona sorte, quindi va ricevuto con la massima reverenza e con puro bhav spirituale.
Un Sadguru realizzato in Dio non muore mai nel senso comune del termine, e’ sempre presente in
quanto si e’ identificato con l’Essere Cosmico Immortale e puo’ apparire a suo piacimento ai
discepoli sinceri. Bisogna sempre venerare il proprio Guru, e la forma piu’ elevata di venerazione
consiste nel mettere meticolosamente in pratica i suoi insegnamenti e vivere seguendo il suo
esempio.
Il rapporto fra un Guru e il suo discepolo e’ reale, sacro ed eterno. Si deve imparare a obbedire,
perche’, soltanto allora si puo’ comandare. Si deve imparare a essere un discepolo, perche’ soltanto
allora si puo’ diventare un Guru. E’ necessario ascoltare tutti, ma seguire uno soltanto; rispettare
tutti, ma adorare uno solo; accettare sapere da tutti, ma adottare gli insegnamenti di un solo
Maestro.
La corretta comprensione, il distacco dalle ricchezze mondane, la serenita’ della mente, il
controllo dei sensi, l’assenza di infime passioni, la fede nel Guru e la devozione a Dio sono il
necessario equipaggiamento con il quale l’iniziato si deve accostare al Guru. Il Satsang, o
l’associazione al Guru, e’ un’armatura e una fortezza che protegge il discepolo dalle tentazioni e
dalle forze sfavorevoli del mondo materiale La missione dei santi e’ quella di salvare coloro che si
sono persi ignorando il sentiero che conduce a Dio. Le parole di un santo vanno dritte al cuore
degli ascoltatori e vi attecchiscono.
I santi elevano le anime alla purezza, alla perfezione, alla liberta’ e all’unione con Dio.
L’inchiostro di un saggio o di uno Yogi e’ piu’ prezioso del sangue di un martire. Un santo, o un
saggio, e’ un Maestro, e’ un guaritore, un portatore di luce, di amore, di pace, di forza e di
consolazione al cuore stanco e appesantito dell’umanita’.
UN UNIONE INDISSOLUBILE “
Non ti dolere, figlio mio, siediti. Nel mondo fenomenico cose del genere sono nell’ordine naturale
degli eventi e non e’ colpa di nessuno. Quando due menti si uniscono, i fraintendimenti sono un
fenomeno naturale e a volte insorgono liti, ma alla fine l’amore che e’ nel cuore ha la meglio su
tutto e cementa le differenze.”
“Non e’ sempre possibile che due persone, per quanto siano altamente evolute, pensino di continuo le
stesse cose e provino gli stessi sentimenti , cosi’ come due menti non possono essere sempre e
comunque d’accordo. Questo dipende dal fatto che ciascuno e’ guidato dai propri personali desideri,
ambizioni e aspirazioni, e nel modificare la nostra condotta la loro realizzazione diventa da parte
nostra un gioioso sacrificio. Se possediamo lo spirito di servizio, le ambizioni stesse dell’altra
persona ci aiuteranno a manifestare il nostro spirito in maniera sempre piu’ grande.” “L’eccessivo
attaccamento alle cose terrene causa spesso un accentuarsi della disarmonia.”
“Tale è il rapporto fra il Guru e il suo discepolo… perche’ e’ su un piano su cui tutto e’ Eterno.
Tu ed io non siamo stati insieme soltanto in questa incarnazione; ma, in molte altre nostre vite
passate. Il nostro rapporto e’ irrevocabile.”
UN DISCEPOLO PORTATO AL SACRIFICIO DI SE’
Sri Gopala ricevette la sua iniziazione dal suo Guru, Swami Santananda, a Benares. Il Guru disse:
“Senti, mio caro Gopala, potrai ottenere il Moksha recitando questo Mantra. Pero’ non rivelare
questo Mantra a nessuno, perche’, se lo farai, andrai all’inferno.”
Sri Gopala era un aspirante dal cuore molto generoso. Immediatamente si reco’ al mercato e recito’
il Mantra davanti a un vasto raduno di persone, spiegando con semplicita’: “Potrete ottenere la
salvezza mediante la recitazione di questo Mantra che mi e’ stato dato dal mio Brahma Nishta Guru.
Il mio Guru mi ha detto che sarei andato all’inferno se lo avessi rivelato ad altre persone, e sono
pronto ad affrontare questa sorte. Pero’ sono estremamente felice di vedere che voi tutti otterrete
la salvezza.”
Swami Santananda stava passando lungo la strada del mercato e nel sentire lo schietto discorso di
quel suo discepolo dal cuore generoso e compassionevole ne fu estremamente compiaciuto, tanto da
dirgli:
“Mio caro Gopala, anche tu otterrai il Moksha in questo stesso secondo. Sei un’anima nobile e
magnanima e voglio altri discepoli come te.”
Gli aspiranti dovrebbero sviluppare l’Udaratta in maniera considerevole, in quanto questo generera’
unita’ e amore cosmico, portera’ il sentimento Adwatico e pavimentera’ la lunga strada che conduce
al conseguimento del Moksha.
LA TECNICA DELLA PERFEZIONE
Cercatori di Verita’! Il desiderio di chiedere aiuto, di cercare la luce, di guardare ai poteri piu’
elevati e’ innato in tutti gli esseri. L’incapacita’ di perseguire l’ideale delle aspirazioni che
scaturiscono dal cuore, l’angoscia che accompagna tale incapacita’ e la consapevolezza
dell’esistenza di poteri superiori obbligano gli individui a cercare rifugio presso quanti sono
dotati dell’abilita’ di innalzarli a livelli superiori.
Nel mondo si consuma il dramma della dipendenza di alcuni esseri da altri che possono dare loro cio’
di cui mancano. L’amore per Dio significa il desiderio di raggiungere la vetta massima, di diventare
perfetti, obiettivo che non e’ facile da raggiungere per tutti. La perfezione ha il suo centro in
chi la persegue e da qui deriva la difficolta’ di conoscere la tecnica esatta per realizzarla,
perche’ essa e’ in Dio, nell’Io e in tutto cio’ che e’ buono.
La chiave per aprire la porta che da’ accesso al regno della verita’ e della perfezione non si trova
in coloro che vedono mediante l’intelletto, ma in coloro che intuiscono la realta’ nella
comprensione integrale, non come un oggetto che giaccia all’esterno, ma come una cosa radicata nel
significato stesso del soggetto. Costoro sono chiamati veggenti, saggi, Brahmanishta che possono
comunicare la consapevolezza spirituale anche mediante un’occhiata, un tocco o un singolo ordine.
Questi sono i Guru, o i Maestri che insegnano la verita’ ai mortali, comunicando loro la coscienza
di Dio.
Patanjali Maharishi afferma che lo stesso Ishwara e’ il Guru piu’ grande, poiche’ e’ il piu’ antico
e onnipresente e, in quanto seme dell’onniscienza= ; e’ l’insegnante di tutti gli insegnanti, non
contaminato dalle ferite del tempo. Arrendersi a Dio e’ quindi cercare riparo sotto l’origine del
sapere , presso la fonte del potere, il Signore stesso della creazione. Il termine Guru non
definisce la personalita’ umana: Guru e’ l’Essere Divino, l’essenza immortale che splende attraverso
la persona umana.
Il corpo deperibile costituito dagli elementi fisici non dovrebbe essere scambiato con il Guru, in
quanto il vero insegnante e’ il solo Brahman, che si manifesta come e quando vuole. L’uomo puo’
imparare soltanto da un essere umano e, di conseguenza, Dio insegna all’uomo attraverso un corpo
umano; il corpo umano del Guru e’ un’occasione di adorazione della sua universale natura di Luce
suprema. L’aspetto umano del Guru non e’ importante, in quanto il vero Guru consiste
nell’invisibile, ma unico reale Atman: l’onnipresente principio che si cela dietro di esso. Quando
preghiamo Dio, non preghiamo un corpo e, quando una persona si rivolge a un Guru, non fa appello a
una forma materiale: il nobile substrato di vita, di luce e di gioia, la grande consapevolezza che
si libra al di sopra dell’insignificante grandiosita’ dell’universo, questo e’ cio’ che si deve
vedere in un Guru! “Colpiscilo, o Somya” – si dice nelle Upanishad.
Questo e’ il bersaglio della meditazione e l’oggetto della devozione, l’insegnante e il salvatore,
il sostegno e la meta. Il Signore Krishna afferma: “Conoscimi “in verita’”, la’ dove enfatizza il
fatto che la sua forma, il suo corpo, non deve essere confusa con l’Eterno. Il Guru e’ Dio e Dio e’
il Guru, e la Svetaswatara Upanishad dichiara che l= a verita’ viene rivelata all’essere dalla
grande anima che non considera Dio e il Guru come due entita’ diverse. Il sacro rapporto esistente
fra il Guru e il discepolo e’ molto antico. Fin dai tempi dei Veda sentiamo sottolineare la
necessita’ da parte degli aspiranti di cercare Brahma-Srotriya e Brahmanishta.
“Esaminando la natura indegna del mondo legato dalle azioni, il saggio dovrebbe esserne disgustato
perche’ non e’ possibile raggiungere l’eterno attraverso l’azione. In virtu’ di tale conoscenza si
dovrebbe quindi rivolgere a un Guru, ben istruito nel sapere spirituale e anche radicato nella
consapevolezza Brahman” – cosi’ recita la Mundaka Upanishad. Anche s= e in effetti non elargisce
nulla che gia’ non si possegga, il Guru diventa il mezzo che dissotterra il tesoro spirituale,
sepolto sotto la mente ignorant= e dell’aspirante. Dal momento che tutte le esperienze del mondo
sono effetti dell’interazione fra chi conosce e cio’ che e’ conosciuto, anche l’esperienza
spirituale e’ in modo diverso un effetto, o l’unione dello sforzo soggettivo e dell’oggetto
presentato davanti ad esso, che sia fisico o puramente psichico, che sia personificato dagli
insegnanti o da forme o idee prive di corpo. E’ dal Guru che il devoto riceve il flusso di
spiritualita’ e di bhava divino.
L’aspirante provvede poi a intensificare e a moltiplicare cio’ che riceve attraverso un serio
Sadhana, in quanto questo e’ il dovere di tutti gli aspiranti. Il Guru e’ la porta che da’ accesso
alla consapevolezza-Verita’ trascendentale, ma e’ il neofita colui che deve varcarne la soglia Il
Guru e’ un aiuto, ma il compito effettivo della pratica del Sadhana ricade sull’aspirante stesso. In
realta’ il Guru dimora nel cuore del discepolo, e’ sempre al suo fianco; basta pensare a lui con
vero bhava e infallibilmente si avverte all’istante la sua presenza spirituale. Il Guru si manifesta
e appare davanti al discepolo in maniera proporzionale all’annientamento dell’Io Inferiore, quindi
bisogna essere sempre pronti a riceverlo e a svuotare noi stessi di ogni contenuto in modo da
poterne essere pervasi.
COLLOQUI CON I NEOFITI
Il Guru e’ necessario? Un Guru e’ sempre necessario per chiunque. Nelle fasi iniziali un neofita
dovra’ affrontare molte difficolta’ e dubbi, che dovranno essere chiariti d= a un precettore.
Perfino le scienze secolari devono essere apprese da un maestro e, per apprendere la Scienza delle
scienze, Brahma Vidya, o la conoscenza dell’Io, l’aiuto di un Guru e’ assolutamente essenziale, in
quanto soltanto il Guru puo’ portare alla luce i vostri difetti. La natura dell’egoismo e’ tale che
non sarete in grado di vederli da soli, tranne nel caso di pochissime anime elevate, il cui stesso
Io funge da Guru, guidandole dall’interno.
Nel corso di vite precedenti tali anime privilegiate hanno tuttavia effettuato un intenso Sadhana,
con l’aiuto e la guida di precettori Brahma Vidya. Soltanto l’uomo che e’ gia’ stato a Badrinath vi
puo’ indicare la strada, = e nel caso del sentiero dello spirito trovare la via e’ ancora piu’
difficile! La mente vi trarra’ in inganno di tanto in tanto, ma il Guru sara’ in grado di rimuovere
trappole e ostacoli e di condurvi lungo il giusto cammino.
Vi dira’: “Questa strada porta al Moksha, questa porta alla servitu'” Alcuni possono scoprire che il
loro Guru e’ la loro coscienza interiore che li guidera’ nel modo giusto, ma anch’essi hanno salito
i gradini della scal= a dello yoga attraverso i servizi del Guru e attraverso le istruzioni da lui
ricevute nel corso di vite precedenti. Il loro cuore e’ cosi’ puro che in essi i dubbi non sorgono
affatto. Sono per cosi’ dire Siddha nati. Chi devo scegliere come mio Guru? Colui che e’ capace di
sgombrare la tua mente dai dubbi, colui che comprend= e il tuo Sadhana, colui che non contraddice le
tue credenze, ma ti aiuta a partire da dove ti trovi, colui alla cui presenza ti senti
spiritualmente elevato, questo e’ il tuo Guru. Una volta che lo avrai scelto, seguilo in modo
incondizionato, in quanto Dio ti guidera’ attraverso il tuo maestro. Non affidarti troppo alla
ragione nella scelta, perche’ se lo farai andrai incontro al fallimento. Se non riuscirai a trovarti
un bravo Guru, cerca di seguire le istruzioni d= i un Sadhu che abbia percorso il sentiero per
qualche anno, che possegga la purezza e altre qualita’ virtuose, che abbia una certa conoscenza
delle scritture. Come uno studente delle classi intermedie puo’ essere in grado di insegnare a una
matricola quando non e’ disponibile un professore qualificato, cosi’ il Sadhu sara’ in grado di
aiutarti.
E’ dovere dei santi e dei Sannyasin anziani proteggere spiritualmente i devoti che cercano una
guida. Gli aspiranti odierni devono rinunciare al mondo e correre nella foresta a cercare un Guru.
Alcuni senza dubbio lo faranno e alla fine fungeranno da guide spirituali per il resto
dell’umanita’, ma la grande maggioranza deve imparare a casa e praticare lo yoga nel corso della sua
vita quotidiana, pe= r apprendere e applicare la tecnica di trasformare le sue azioni di ogni giorno
in Yoga Sadhana. L’insegnante e colui che lo cerca si dovrebbero incontrare a mezza strada: questo
luogo d’incontro divino e’ un’istituzione spirituale, Ashram o Math. La reverenza e l’adorazione
verso il Guru sono il primo passo verso la Consapevolezza Cosmica. La visione del Guru si espandera’
lentamente.
Sotto la saggia guida del Guru illuminato percepirete a poco a poco il Principio Supremo che risiede
nel vostro Guru pervadere l’intera creazione. Quando la consapevolezza interior= e si espande non
c’e’ nulla che la possa contrastare, non c’e’ ego che la possa limitare. Molto presto vi renderete
conto della Consapevolezza Cosmica, questo segreto supremo racchiuso nel servizio verso il Guru,
nell’adorazione del Guru e nella resa al Guru. Cogliete prima Dio nel vostr= o Guru, poi potrete
cogliere Dio in chiunque. Servite prima il vostro Guru co= n altruismo e poi potrete servire tutta
l’umanita’ con pari altruismo. Adorate prima il vostro Guru con sincerita’ e devozione, poi potrete
adorare il Signore Onnipresente. In Guru e’ la porta per accedere alla Realizzazione in Dio.
Il Guru e’ l’altare sacro su cui potete con spontaneita’ e con amore sacrificare il vostro ego. E’
il Guru colui che rimuove il velo dell’ignoranza. Ossequiatelo con bhakti e otterrete la sua Grazia.
La forma fisica del Guru svanira’ a poco a poco, realizzerete l’Atma dentro e attraverso di lui e
potrete vedere il vostro Guru in tutte le forme, animate e inanimate. Il piu’ grande servizio che
posso rendere all’umanita’ e’ quello di addestrare e di modellare gli aspiranti.
Ogni studente di yoga, quando e’ purificato ed elevato, diventa un centro di spiritualita’ e
attirera’ a se , attraverso la sua aura magnetica, migliaia di anime per trasformarle e rigenerarle.
Se pensate che sia abbastanza degno, mi potete prendere come vostro Guru. Le anime realizzate non
sono rare, anche se le persone comuni e ignoranti non riescono facilmente a riconoscerle. Soltanto
poche persone che sono pure e incarnano tutte le qualita’ virtuose possono comprendere le anime
realizzate e potranno trarre beneficio dalla loro compagnia.
Mettere alla prova un Guru e’ molto difficile. Non usate il vostro intelletto per questo scopo,
abbiate fede, in quanto il vero aspirante e’ libero da interrogativi e da dubbi. Se crederete alle
mie parole sarete aiutati in maniera miracolosa. Io non sono un Guru e neppure un Sat-Guru, e traggo
grande piacere dal servire gli altri. Non mancate di osservare a ogni costo il voto di celibato.
Ogni Sannyasi, ogni studente di yoga ha qualche difetto di qualche tipo, in quanto soltanto un vero
Yogi o un vero Jnani puo’ essere assolutamente libero da vizi e da difetti, e individui del genere
sono rari. E’ inevitabile che si verifichino leggeri attriti fra amici, a volte anche fra Sannyasin.
Ci si deve giustificare l’un l’altro, mirando alla rappacificazione e dimenticando il passato. Si
deve avere la tendenza ad afferrare cio’ che c’e’ di buono negli altri… perche’ tutti hanno
qualche virtu’ e nessuno e’ interamente cattivo. Ricordate bene questo punto. Dopo qualche tempo
comincerete a scorgere il bene negli altri. Se non riuscite a trovare un Guru adatto potete
scegliere un qualsiasi Mantra, a seconda delle vostre inclinazioni e ripeterlo con grande fede nel
potere del Mantra.
Qualsiasi Mantra e’ potente, quindi attenetevi a uno e a uno soltanto, non lo cambiate… gli
aspiranti che non hanno fede nel Mantr= a prescelto, dopo un po’ di pratica passano a un altro. Per
evitare questo si consiglia di ricevere il Mantra da un Guru, che impartisce inoltre al discepolo un
potere speciale tramite il Mantra, al momento del Diksha. Io lavoro, leggo e scrivo di continuo, non
vado mai al mare, o in collina per una vacanza, trovo riposo nel cambiare tipo di lavoro e nella
meditazione. Sono una strana mescolanza di servizio, di devozione, di yoga e di saggezza= , sono un
seguace di Sri Sankara e sono un Keval-Adwaita Vedantin; ma non un Vedantin tale solo a parole,
bensi’ uno che pone in pratica le sue idee. Pratico e sostengo lo Yoga della Sintesi, pratico
l’Ahimsa [non violenza], il Satyam [purezza] e il Brahmacharya [celibato]. La rinuncia all’egoismo
costituisce gia’ di per se’ una rinuncia a tutto, i= n quanto il bisogno di agire o di godere deriva
dal concetto di “ego”. La parola Guru contiene due sillabe… Gu e Ru. Gu significa oscurit. e Ru
significa colui che disperde. Essendo colui che disperde l’oscurita’ dell’ignoranza l’insegnante e’
chiamato Guru.
GURU E DIKSHA (INIZIAZIONE)
Lo yoga dovrebbe essere appreso da un Guru, in quanto spetta a lui determinare la classe a cui
l’aspirante appartiene e prescrivere un adeguat= o Sadhana. Il motivo del precoce fallimento della
maggioranza degli aspiranti consiste nel fatto che si ritengono qualificati ad adottare la forma
piu’ elevata di yoga fin dall’inizio, mentre un aspirante qualificato sara’ abbastanza umile da
accostare un Guru e da mettersi nelle sue mani per servirlo e imparare da lui. Diksha e’ il dono del
Mantra da parte del Guru. L’iniziazione dona sapere spirituale e distrugge il peccato: come una
lampada e’ accesa mediante la fiamma di un’altra, cosi’ il divino Sakti all’interno del Mantra viene
comunicato dal Guru al discepolo. L’iniziazione lacera il velo del mistero e permette al discepolo
di afferrare la verita’ nascosta dietro i testi delle scritture. Soltanto il Guru, tramite il
Diksha, puo’ dare la giusta prospettiva in cui studiare le scritture, illuminando con la propria
torcia dell’Autorealizzazione la verita’ racchiusa in esse.
SIDDHI
Siddhi e’ la perfezione e un Siddha e’ una persona che ha raggiunto la perfezione, o
l’Autorealizzazione tramite il Sadhana. Letteralmente Siddhi significa successo, conseguimento,
realizzazione e risultato di ogni tipo. Una persona puo’ arrivare al Siddhi nell’esprimersi, nel
Mantra, nello yoga e cosi’ via, ma il piu’ grande fra tutti i Siddhi e’ la liberazione, o Moksha, la
liberazione dal ciclo di nascita e morte e l’unione con Para Brahma, o Essere Supremo. L’aspirante
non dovrebbe perseguire i Siddhi, perche’, cosi’ facendo, potrebbe usare male i suoi poteri;
dovrebbe invece ignorarli in quanto ostacoli sul sentiero spirituale.
IO SONO IL DOLORE: IL TUO MAESTRO
In piu’ occasioni e’ la ricerca del sollievo dal dolore a portare le persone sul sentiero dello
spirito. Il dolore e’ il nostro maestro, come Swami Sivananda dice con tanta eloquenza in questa
poesia. Uomo! Tu mi maledici, mi incolpi, Mi odi e mi guardi con cipiglio, Mi ritieni crudele e
senza cuore; Cerchi di rendermi schiavo, con gli anestetici, Con il cloroformio e il bromuro; Mi
attacchi con gli analgesici, Con i sedativi e gli oppiacei; Telefoni al dottore E corri
all’ospedale, Voli fino a Vienna e alle stazioni climatiche Telegrafi agli amici e ai parenti;
Accosti i santi dell’Himalaya Per avere erbe e rimedi; Fai Mrityunjaya Japa e Havan, Bruci incenso e
preghi per uccidere l’Insegnante che ti avverte, Che viene ad aiutarti e a benedirti! II Non ti sono
nemico Sono un tuo sincero amico! Sono un messaggero di Dio, Sono un Angelo del cielo
Venuto a insegnarti la saggezza,
A instillare nel tuo cuore Misericordia e compassione,
A volgere la tua mente verso Dio,
A distruggere il tuo attaccamento A cose mondane… Che sono deperibili e illusorie.
Io sono la tua guida e il tuo silente Maestro! Io sono il dolore, la cosa migliore del mondo! Sono
colui che apre gli occhi, che desta l’anima, Che ispira ed eccita: Sono venuto a ricordarti di Dio,
A indicarti il Sentiero Divino,
A farti desistere da comportamenti malvagi,
A farti praticare virtu’ e buone abitudini.
Davvero tu mi hai frainteso. Sono un Vritti mentale nel lago della mente, Sono soltanto assenza di
piacere, Coesisto con il piacere Sono l’altro lato della moneta piacere/dolore. Sono la causa
dell’inizio della filosofia, Sono la causa del Purushartha dell’uomo Sono la causa dell’aspirazione
dell’uomo: Induco la mente dei filosofi a riflettere, Avvio gli Yogi al Sadhana, Induco i saggi a
una precisa meditazione, Trasformo un uomo mondano in un Superuomo. Comprendi ora infine Il mio
segreto e la mia buona natura, Il mio interesse per il tuo benessere. Conduci una vita virtuosa,
Pratica la vita semplice e i pensieri elevati, Conduci una vita naturale, Osserva le leggi della
salute e dell’igiene… Mangia cibi semplici, con una dieta equilibrata, Segui una dieta
vegetariana;
Pratica Ahimsa, Satyarn, Brahmacharya, Conduci la Vita Divina, Rimani un Brahmacharin, O meglio
ancora dedicati al Sannyasa Dopo esserti equipaggiato con i quattro strumenti. Osserva le Settimane
Sadhana, Pratica il Sadhana nell’Ananda Kutir, E segui i Corsi di Addestramento, Ricorda sempre il
Signore Viswanath, Bagnati nel Gange e purificati. Allora io me n= e andro’ e ti lascero’. Non ti
turbero’ oltre. Amami, credimi, ascolta il mio messaggio E io ti daro’ pace, beatitudine e
immortalita’. Di certo ti benediro’: Questa e’ la mia precisa promessa, amico! Addio, compagno! Sii
lieto!
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