intelligente
Uno studio di un ricercatore del CIMeC in uscita sulla rivista PNAS mostra per la prima volta la
correlazione tra lattivazione della corteccia prefrontale mediana e luso di strategie sofisticate
in contesti economici competitivi.
Negli individui che adottano strategie comportamentali di successo in ambienti economici competitivi
si osserva lattivazione di aree cerebrali, come la corteccia prefrontale mediale, connesse al
possesso di una teoria della mente.
Questo il risultato di uno studio, in uscita sulla rivista scientifica PNAS (Proceedings of the
National Academy of Sciences), di Giorgio Coricelli del Centro Mente Cervello (CIMeC)
dellUniversità di Trento e dellInstitut des Sciences Cognitives (CNRS) di Lione e da Rosemarie
Nagel dellUniversità Pompeu Fabra di Barcellona.
Il lavoro dei ricercatori, condotto utilizzando tecniche di neuroimmagine, dimostra per la prima
volta che la capacità di attribuire stati mentali agli altri al fine di prevederne pensieri e
azioni, quello che filosofi e psicologi definiscono teoria della mente, è essenziale per il possesso
di una intelligenza strategica e per la presa di decisioni adeguate.
Insomma, la mentalizzazione avrebbe un ruolo adattivo nella cognizione sociale.
“Il nostro ragionamento può raggiungere diversi livelli di complessità spiega il neuroeconomista
Giorgio Coricelli – Possiamo limitarci ad un pensiero autoreferenziale, considerando ciò che noi
pensiamo, oppure procedere in modo più approfondito, considerando quello che gli altri stanno
pensando, ma possiamo anche andare oltre, prevedendo quello che essi pensano che gli altri
compresi noi stessi – stiamo pensando (alto livello di ragionamento strategico). E via di seguito.
Se finora era noto il collegamento tra il possesso di una teoria della mente e aree come la
corteccia prefrontale mediale, la giunzione temporo-parietale, il solco temporale superiore o la
corteccia cingolata posteriore, poco si sapeva invece dei meccanismi sottostanti questo processo di
pensiero iterativo, la cui adozione abbiamo visto portare a mosse sociali vincenti”.
Dallidentificazione dei substrati neurali coinvolti nei diversi livelli di ragionamento e dalla
correlazione tra il livello di attività nella corteccia prefrontale mediale e il successo nelle
strategie comportamentali adottate possiamo affermare che persone troppo autoreferenziali (con un
basso livello di ragionamento strategico) sarebbero in partenza destinate ad agire in modo
inadeguato rispetto a chi assume negli altri lesistenza delle proprie stesse capacità di pensiero e
azione.
Semplificare eccessivamente il nostro modello dell’altro ci porta a sottostimarlo e a compiere degli
errori.
Per avere buoni risultati non possiamo limitarci a reagire agli eventi del mondo: le capacità
predittive sono essenziali.
Infatti, il successo di molte delle nostre decisioni dipende dalla reazione che susciteranno sugli
altri esseri umani, quindi dai pensieri che essi nutrono a riguardo.
In questo senso, poterli prevedere porta ad unazione più accurata.
“Insomma, lattitudine che nutriamo nei confronti degli altri, il considerarli simili a noi stessi e
quindi anticipare il loro comportamento usando le nostre stesse procedure decisionali, non è un
semplice fatto di umiltà, ma si ripercuote poi nei nostri successi personali”.
Coricelli, G., & Nagel, R., “Neural correlates of depth of reasoning in medial prefrontal cortex”
Proceedings of the Royal Society
20/05/2009
www.lswn.it/comunicati/stampa/2009/sei_umile_e_attribuisci_all_altro_le_tue_stesse_capacita_s
arai_socialmente_e_strategicamente_piu_intellig
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