Sentirsi osservati, perche’?

pubblicato in: AltroBlog 0
Sentirsi osservati, perche’?

Vi è mai capitato di passare distrattamente da un posto e all’improvviso sentirvi osservati e
sorprendere qualcuno che vi stava davvero guardando? Questo significa che l’intuito è quasi super
potente?

Capita in certe occasioni di sentirsi osservati. Per esempio, quando camminiamo da soli per strada,
senza prestare molta attenzione a quello che ci circonda, immersi nei pensieri più intimi e
ascoltando il suono ipnotico dei nostri passi; ma ecco che a un certo punto, risvegliati da un
intuito improvviso, giriamo la testa e vediamo qualcuno che ci sta fissando.

Come sapevamo che qualcuno ci stava guardando? Abbiamo superpoteri? C’è una spiegazione scientifica
per quell’intuito che ci ha fatto voltare e sorprendere l’altro?

Sentirsi osservati accade spesso e, a seconda delle cause e dei parametri con cui si manifesta tale
sensazione, può essere qualcosa di normale o un sintomo psicopatologico.

Affrontiamo il fenomeno da diverse prospettive, tutte importanti per spiegare una sensazione che
accomuna tutti, chi più e chi meno.

Sentirsi osservati

Funzione adattativa

Abbiamo ereditato ogni fenomeno psicologico che il sistema nervoso è in grado di farci sperimentare
attraverso l’evoluzione.

Trattandosi del prodotto della selezione naturale, avrà una funzione adattativa, positivo per noi e
per i nostri geni, perché aumenta le probabilità di sopravvivenza e riproduzione.

Per quanto riguarda la sopravvivenza, sentirsi osservati. o per meglio dire sapere quando qualcuno
ha gli occhi fissi su di noi, permette di valutare meglio le minacce. Rendersi conto di essere
osservati, di fatto, può salvare da molti pericoli, perché uno sguardo fisso non fa presagire buone
intenzioni, dunque faremmo bene a prepararci alla fuga o alla lotta.

Guardare negli occhi, inoltre, è un comportamento che offre molte informazioni. Lo sguardo svela
emozioni, pensieri, atteggiamenti, motivazioni. Non invano, gli occhi sono l’elemento del viso che
più attira l’attenzione dei neonati. La natura ci ha programmato per cercare lo sguardo fin da
piccolissimi.

Dal punto di vista riproduttivo, invece, molti sguardi rivolti ai nostri simili sono motivati da un
sano interesse sessuale. Capire chi ci guarda con desiderio ci informa di possibili partner sessuali
e permette di valutarli. Se l’interesse è reciproco, rilevare quello sguardo furtivo rende più
probabile la nostra sopravvivenza come specie.

Insomma, non c’è dubbio che gli sguardi siano un segno di interesse, nel bene e nel male. Pertanto,
non sorprende che il cervello abbia generato meccanismi psicologici per aiutarci a rilevarli.

Sentirsi osservati è molto comune e, a seconda di vari fattori, può essere totalmente normale o un
sintomo psicopatologico.

Questione di percezione

Non abbiamo la capacità di elaborare consapevolmente tutto ciò che ci arriva attraverso i sensi. È
evidente che non possiamo né siamo consapevoli di tutto quello che percepiamo.

Solo solo una piccola parte dell’insieme di stimoli che percepiamo raggiunge la nostra coscienza e,
in un secondo momento, solo una piccola parte del contenuto cosciente diventa sufficientemente
rilevante da poter essere immagazzinata nella memoria.

Per esempio, quando siamo a una festa, possiamo ascoltare una moltitudine di conversazioni
simultanee, ma la nostra attenzione filtrerà tutte quelle informazioni e solo le più importanti
raggiungeranno la nostra coscienza, come sentire il nostro nome pronunciato da qualcuno. Questo
fenomeno è noto come l’effetto cocktail party.

Allo stesso modo, il nostro campo visivo raccoglie molte informazioni di cui non siamo consapevoli.
In realtà, ci occupiamo consapevolmente solo di una piccolissima parte di tutto quello che vediamo.

Ciò significa che, a nostra insaputa, il cervello può captare qualcuno che ci sta guardando, quindi
costringerci a concentrarci su quella persona. Sembrerà che abbiamo intuito che ci stesse guardando,
ma in realtà ce ne siamo accorti in maniera subliminale.

Il termine “subliminale” si riferisce a ciò che resta al di sotto della soglia della coscienza. I
segnali subliminali a volte possono essere quasi impercettibili.

La nostra attenzione inconscia può rilevare determinati movimenti del corpo, atteggiamenti sospetti,
segnali prossemici, informazioni gestuali, suoni inaspettati e altri stimoli che possono risvegliare
la nostra vigilanza e farci guardare verso la persona che probabilmente ci sta osservando.

Sebbene sia fisicamente impossibile aver visto i suoi occhi, abbiamo elaborato altre informazioni
rilevanti.

Sentirsi osservati: profezia che si autoadempie

Il fenomeno della profezia che si autoadempie si verifica quando pensiamo che qualcosa sta per
accadere e che finisce per accadere. Ancora una volta, questo non ha nulla a che fare con la magia.

Quello che succede è che, pensando che qualcosa stia per accadere, iniziamo ad agire in un modo che
rende più probabile che tale evento si verifichi.

Per esempio, se siamo convinti che un impiegato ci tratterà in modo sgradevole e, per questo motivo,
ci avviciniamo timorosi o sgarbati, renderemo più probabile che, in effetti, ci risponda come
pensavamo.

Allo stesso modo, se pensiamo che gli altri abbiano buone intenzioni, il nostro sorriso renderà più
probabile che ci tratteranno meglio, proprio come ci aspettavamo.

Se una persona che cammina davanti a noi all’improvviso si gira bruscamente per osservarci in modo
critico, ci indurrà a stabilire un contatto visivo.

Questa persona potrebbe pensare di averci sorpresi a “guardarla” e potrebbe sentirsi infastidita,
quando in realtà sono le sue stesse mosse difensive ad aver attirato la nostra attenzione. Questo
esempio aiuta a capire che la sensazione di essere osservati non sempre coincide con una minaccia
reale.

Disturbo paranoide: vale in tutti i casi?

Può capitare a tutti di comportarci in modo paranoico, soprattutto quando ci sentiamo deboli e
indifesi. Persino la persona mentalmente più sana del mondo può sentirsi osservata se è sola di
notte nel mezzo di una strada isolata.

Tuttavia, ci sono psicopatologie e personalità più inclini al pensiero paranoico, il che provoca
loro notevoli disagi e problemi di adattamento in diversi ambiti della vita.

La caratteristica essenziale della paranoia è la sfiducia, sentimento che costringe a essere sempre
vigili. Una persona paranoica può essersi sentita ripetutamente attaccata, di solito durante
l’infanzia dalle persone del suo ambiente circostante, ovvero di cui si sarebbe dovuta fidare di
più. Ciò l’ha portata ad adottare la sfiducia come scudo per relazionarsi con il mondo.

Le personalità evitanti, paranoiche, antisociali e narcisistiche tendono a diffidare eccessivamente
degli altri e sono sempre in allerta. Sopravvalutano le minacce a causa di un profondo sentimento di
debolezza, di cui spesso non sono nemmeno consapevoli. Sono personalità egocentriche, difensive,
quindi tendono a sentirsi osservate.

D’altro canto, la schizofrenia paranoica è caratterizzata, tra gli altri sintomi, dalla diffidenza
verso le intenzioni altrui al punto da generare deliri di persecuzione.

Anche altri stati psicotici, come quelli indotti da sostanze o derivati dalla depressione, possono
farci credere che gli altri ci osservino.

Le persone che soffrono di una di queste psicopatologie si sentono più osservate, il che genera in
loro la sensazione di essere diverse o giudicate. A seguito di ciò, agiscono in modo strano
attirando così l’attenzione degli altri su se stessi; ecco che si torna alla profezia che si
autoadempie.

Conclusioni

Ogni essere umano può sentirsi osservato in molte occasioni nel corso della sua vita. La strategia
per determinare se si tratta di una sensazione sana o meno è saper discernere la causa alla base.

bit.ly/3dWPxFD

it.wikipedia.org/wiki/Profezia_che_si_autoadempie

da lista mentem gg

Condividi:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *