Nonostante la disapprovazione degli scienziati, molta gente crede nei fantasmi.
Che cosa dicono le Scritture vediche al riguardo?
di Caitanya Carana Dasa
Esistono i fantasmi? Storicamente e geograficamente, “sì” è la risposta di gran parte dell’umanità. I racconti di persone che hanno visto, sentito o percepito esseri incorporei e spettrali agire in modi misteriosi e terrificanti sono di portata quasi universale nel campo dell’esperienza umana. Il pragmatismo dei nostri tempi induce molti di noi a liquidare l’intera questione dei fantasmi come se fosse una credenza popolare priva di basi scientifiche. Nondimeno, numerosi scienziati illustri l’hanno presa molto sul serio. Tra gli scienziati che credono ai fantasmi spicca il naturalista inglese Alfred Wallace, cofondatore della teoria evolutiva. Nella sua autobiografia, La mia Vita; Memorie di Eventi e di Opinioni, egli delinea come l’evidenza dei fatti lo abbia costretto ad abbandonare il suo scetticismo sull’esistenza dei fantasmi:
Oggi la maggior parte delle persone è stata educata a credere che i miracoli, i fantasmi e tutta la serie di fenomeni descritti in questo libro non possano esistere, che si oppongano alle leggi della natura e non siano che antiche superstizioni, quindi necessariamente ingannevoli e deludenti. Non c’è spazio per queste cose nel tessuto dei loro pensieri. Quando iniziai la mia indagine in questo campo io stesso ero così. L’evidenza dei fatti non trovava posto nel tessuto dei miei pensieri. Tutti i miei preconcetti, la conoscenza acquisita, la mia fede nel primato della scienza e della legge naturale si opponevano all’eventualità che tali fenomeni fossero reali.
Persino quando non c’era possibilità di sfuggire all’evidenza dei fatti, mi sono ostinato a cercare spiegazioni alternative, ma senza successo…Non chiedo ai lettori di credere a ciò che dico, ma di dubitare della loro infallibilità di giudizio; chiedo loro l’indagine e la verifica paziente prima di concludere frettolosamente che tutti noi siamo degli sciocchi sprovveduti, dato che per molti anni abbiamo dedicato le nostre facoltà mentali migliori e le nostre migliori capacità di osservazione a questo tema.
Un altro importante uomo di scienza, lo psicologo americano William James, si è convinto davanti alla prova dei fatti: “Di fronte all’evidenza non posso mantenere il pregiudizio irreversibilmente negativo di una mente “rigorosamente scientifica”, che presume di sapere quale dev’essere l’ordine naturale delle cose.” (William James sulla Ricerca Metapsichica, edito da Gardner Murphy e Robert Ballou)
L’evidenza pesa oggi più che mai, in quanto molti testi ben documentati riferiscono di esperimenti compiuti da svariati ricercatori nel campo del paranormale, i quali hanno seguito procedure rigorosamente scientifiche. Il pubblico è sostanzialmente propenso a credere nell’esistenza dei fantasmi; questo va a sostegno delle numerose e significative prove riportate, che a loro volta rafforzano il credo della gente. Da un sondaggio della Gallup, effettuato nel 1990, emerge che:
• Il 29% degli americani crede nei fantasmi che infestano le case
• Il 10% degli americani dice di aver visto un fantasma o di essere stato in sua presenza
Nonostante l’aumento delle prove documentate e del consenso popolare, lo stesso concetto di fantasma resta inaccettabile per la gran parte del mondo scientifico. Uno dei principali motivi è che la scienza materialista dell’era moderna non possiede una struttura logica in cui far rientrare un fenomeno come l’esistenza dei fantasmi. Questo limite non è inerente alla scienza in sé, ma solo strumentale alla scienza materialista. Non c’è alcuna ragione scientifica per ipotizzare che tutto il mondo della scienza debba essere materialista, in quanto non ci sono prove scientifiche che tutta la realtà esiste solo sul piano della materia. Per coloro che hanno una mente aperta e abbastanza spirito d’avventura da esplorare visioni non materiali della realtà, la saggezza vedica offre un assetto esplicativo sistematico per comprendere l’esistenza dei fantasmi.
I tre livelli dell’essere
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I Tre Piani Dell’essere
Per agevolare la nostra comprensione dei fantasmi dobbiamo innanzitutto familiarizzare con i tre piani esistenziali spiegati nelle Scritture vediche.
1. Il piano materiale grossolano: si compone della realtà fisica percepibile con i sensi e con gli strumenti che estendono le capacità sensoriali, come ad esempio il microscopio. La corrente scientifica dominante concentra le sue ricerche principalmente, se non esclusivamente, su questo livello grossolano della realtà.
2. Il piano materiale sottile: include la mente, l’intelligenza e l’ego, o più precisamente ciò che i Veda definiscono falso ego, l’identificazione col corpo fisico e con la mente condizionata dalla materia. Per amore di brevità, farò riferimento a questo piano esistenziale definendolo piano o livello mentale.
3. Il piano spirituale: l’anima, fonte della coscienza e vero ego dell’essere, esiste su questo livello non materiale.
Il punto centrale di cui tener conto quando si parla di fantasmi è la differenza tra la mente e l’anima. Sebbene invisibile, la mente non è spirituale, è materiale anche se composta di una materia talmente sottile da essere impercettibile ai sensi grossolani. Poiché è materiale, la mente non è dotata di coscienza; soltanto l’anima è cosciente. La mente appartiene al piano sottile, situato tra il piano spirituale e quello materiale grossolano. Da questa posizione intermedia essa funge da canale attraverso cui la coscienza dell’anima interagisce con il corpo fisico. In modo funzionale, la mente diventa il deposito delle impressioni acquisite in seguito all’interazione con il piano materiale grossolano, impressioni che includono, tra le altre cose, memorie del passato e desideri per il futuro. Basandoci su questo fondamento dell’ontologia vedica, cerchiamo adesso di capire come e perché alcune persone diventano fantasmi.
Gli Esseri Disincarnati e Afflitti
All’istante della morte l’anima lascia il corpo grossolano accompagnata dal corpo sottile. Ciò che normalmente accade è che assume un altro corpo grossolano secondo il suo karma. Tuttavia, ci sono casi eccezionali in cui l’anima non si trasferisce in un nuovo corpo grossolano e resta in una condizione disincarnata. Le anime che vivono quest’esistenza incorporea si chiamano fantasmi. Ovviamente, i fantasmi non sono del tutto incorporei, perché hanno ancora il corpo sottile, ma poiché nel gergo comune la parola “corpo” designa il corpo grossolano, la condizione di vita senza questo corpo è definita incorporea. Perché i fantasmi non prendono un corpo fisico?
1. Suicidio: coloro che distruggono il corpo fisico prematuramente, cioè prima del momento in cui, secondo il karma, sono destinati ad assumere un nuovo corpo grossolano, si condannano a un’esistenza disincarnata come fantasmi finché non verrà loro assegnato un altro corpo. Srila Prabhupada spiega: “I fantasmi sono privati del corpo fisico a causa delle loro gravi colpe, come il suicidio.” Le persone frustrate, che si suicidano per liberarsi dalla sofferenza credendo che la vita finisca con la morte, si ritrovano dunque a esistere nella condizione ancora più dolorosa di fantasmi.
2. Attaccamento eccessivo: Chi muore ancora troppo attaccato al corpo fisico, al contesto in cui è vissuto o ai propri possedimenti può diventare un fantasma. Durante gli istanti che precedono la morte, la sua mente continua a volgersi al passato in modo intenso e ossessivo, impedendo all’anima di guardare avanti e lasciandola quindi ancorata a uno stato incorporeo. Srila Prabhupada spiega: “Le persone molto peccaminose ed eccessivamente attaccate alla casa, la famiglia, la comunità o al Paese non ricevono un corpo fatto di elementi materiali grossolani, ma restano nel corpo sottile, composto di mente, ego e intelligenza. Coloro che vivono nei propri corpi sottili si chiamano fantasmi.”
In che modo una persona diventa un fantasma.
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Una Condizione Frustrante E Spaventosa
L’anomala condizione incorporea dei fantasmi è straziante per loro stessi e terrificante per gli altri. Vediamo perché.
1. Straziante per loro stessi: proprio come tutti noi, i fantasmi hanno una mente piena di ricordi e di desideri dovuti ai piaceri coltivati durante le loro precedenti incarnazioni. Tuttavia, diversamente da noi, non hanno un corpo grossolano con cui realizzare questi desideri. Può dunque accadere, per esempio, che il ricordo stimoli in loro la voglia di gustare una certa prelibatezza e siccome il corpo sottile possiede sensi sottili, essi riescono persino a percepire il piacere di un’anima incarnata che gusta quella stessa prelibatezza. Ciò ha l’effetto di acuire il loro desiderio, che resta perennemente insoddisfatto in quanto i fantasmi non hanno una lingua con cui poter gustare alcunché.
La loro condizione è simile a quella di un ammalato, che deve stare a stecchetto mentre guarda gli altri che banchettano. Per un ammalato questa tortura dura alcuni giorni, ma per i fantasmi dura l’intero corso della vita disincarnata. Come se non bastasse, quasi ogni loro desiderio sfocia nella medesima frustrazione; non c’è dunque da meravigliarsi che essi considerino la loro vita un tormento. Srila Prabhupada sottolinea la causa di questo tormento dicendo, “Il fantasma non ha un corpo, quindi soffre terribilmente perché non può soddisfare i propri sensi.”
2. Terrificante per gli altri: molte persone sono terrorizzate dai fantasmi perché trovano incomprensibile il concetto stesso di fantasma – tetramente e spaventosamente incomprensibile. Si gela loro il sangue al pensiero di porte che si aprono all’improvviso e senza motivo, dato che non c’è nessuno nelle vicinanze, o di rumori strani che sembrano provenire dal nulla. Poche cose scoraggiano i possibili acquirenti di una casa come la diceria vera o falsa che quella casa è infestata dai fantasmi. La maggior parte delle persone rabbrividisce alla sola idea d’incontrare un fantasma, ma la prospettiva di esserne addirittura possedute è davvero raccapricciante.
La possessione è un fenomeno molto spiacevole in cui il fantasma entra nel corpo di qualcuno, ne assume il controllo e lo usa come strumento di soddisfazione dei propri desideri. La persona posseduta inizia allora a parlare e ad agire in modi marcatamente diversi dai suoi, perché la sua personalità è stata soppressa oppure si è addormentata sotto il dominio della personalità del fantasma. Quest’alterazione del comportamento lascia perplessi e spesso sconvolti i parenti del posseduto. Gli aneddoti che raccontano di possessioni accrescono la paura dei fantasmi nella mente della gente.
Dinamica della possessione.
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Dissipiamo La Nebbia Del Mistero
La saggezza vedica può dissipare la nebbia del mistero che circonda i fantasmi, perché smitizza la natura stessa della vita incorporea e insegna a vedere i fantasmi come esseri non tanto malevoli, quanto miserevoli. Ovviamente, alcuni fantasmi possono essere malevoli, specialmente con quelli che li hanno offesi nel corso della loro precedente incarnazione, ma i fantasmi in generale sono essenzialmente miserabili proprio a causa dei loro desideri irrealizzabili, una condizione endemica della vita disincarnata. Il peso della frustrazione li porta spesso a diventare violenti e a volte malevoli. La visione trina della realtà che i Veda ci propongono – materia grossolana, materia sottile e sostanza spirituale – ci aiuta a dare un senso ai comportamenti apparentemente misteriosi dei fantasmi, che sfidano le leggi della scienza materialista.
Queste leggi sono state infatti create in base all’osservazione e all’analisi del comportamento della materia grossolana, ma poiché la mente è fatta di materia sottile, può agire sul piano materiale grossolano senza essere limitata dalle leggi della della scienza materialista. Non sorprendiamoci dunque se i fantasmi, i quali esistono sul piano mentale, agiscono in un modo tale da lasciare spaventati e confusi coloro ai quali è stato insegnato che in natura tutto segue le leggi della scienza materialista. Lo Srimad-Bhagavatam (5.5.21-22) parla del potere straordinario dei fantasmi, ponendoli al di sopra dell’uomo nella scala gerarchica degli esseri viventi: “Superiori agli esseri umani sono i fantasmi, perché non hanno corpi materiali grossolani.”
I Veda insegnano che i fantasmi vagano in una condizione d’ignoranza e d’illusione. Le persone che vivono in queste stesse condizioni, magari intossicandosi, hanno la mente debole e malconcia, sono quindi più soggette all’attacco e alla possessione da parte dei fantasmi. Srila Prabhupada spiega: “Il fenomeno della possessione si verifica laddove si conduce un’esistenza impura.” Possiamo renderci ampiamente invulnerabili a questi attacchi sottili vivendo in un modo illuminato. La saggezza vedica raccomanda questo stile di vita innanzitutto per raggiungere il traguardo principale dell’esistenza, la realizzazione spirituale; nondimeno, un modo di vivere libero da schiavitù come il vizio di assumere sostanze intossicanti crea un margine benefico di protezione dagli attacchi delle creature disincarnate.
La saggezza vedica ci fornisce metodi sia preventivi che curativi per gestire gli attacchi dei fantasmi. Attività devozionali come la recitazione collettiva dei sacri mantra hanno il potere di esorcizzare luoghi infestati e persone possedute. Srila Prabhupada lo sostiene in una lettera, quando risponde alla domanda di un discepolo: “Il modo migliore per eliminarli [i fantasmi] è cantare Hare Krishna a voce molto alta e tenere un kirtan gioioso finché non se ne vanno. In Inghilterra, nel 1969, andai a casa di Mr. John Lennon e notai che c’era un fantasma, ma non appena i devoti iniziarono a cantare entusiasticamente, se ne andò.” (Dicembre 1971)
Trascendere Ogni Miseria
E’ significativo il fatto che sebbene la saggezza vedica riconosca l’esistenza dei fantasmi, non attribuisce loro in modo acritico la responsabilità di ogni apparente stranezza. In una lettera a un suo discepolo che gli chiedeva se il proprio disturbo mentale fosse dovuto ai fantasmi, Srila Prabhupada rispose: “Le offese che senti non hanno nulla a che fare con i fantasmi; sono soltanto creazioni della tua mente, e come tu stesso mi dici, la mente è davvero miserabile. Per questa ragione Krishna dice che l’aspirante trascendentalista deve innanzitutto controllare la mente e che dopo averla controllata avrà pace.” (Novembre 1974)
Disciplinare la mente con la pratica della coscienza di Krishna è il modo più efficace di gestire ogni problema dell’esistenza materiale – incluso diventare noi stessi fantasmi, essere posseduti da loro, tormentati dai disturbi della mente e da tanti altri problemi, che alcuni imputano ai fantasmi, ma che in realtà sono reazioni karmiche ai misfatti indotti dalla nostra mente incontrollata. Ecco perché, se da una parte la saggezza vedica spiega l’esistenza dei fantasmi e dichiara il potere esorcizzante del santo nome, dall’altra non dà molta importanza a questo argomento e asserisce invece che lo scopo della vita umana è molto più rilevante del pensare ai fantasmi con attrazione morbosa, timore paranoico o rifiuto dogmatico.
La forma di vita umana ha il magnifico potenziale di accordarci l’immortalità, se la utilizziamo per spostare il nostro amore dal transitorio all’eterno, dalla materia a Krishna. Il tesoro finale della saggezza vedica è reintegrarci nella nostra condizione perduta di esseri spirituali eterni. La capacità esplicativa dei Veda anche in merito a fenomeni come quello dei fantasmi – che certamente sfida la scienza materialista e la obbliga a un diniego perpetuo – può servire per rafforzare la nostra fede mentre esploriamo il campo di un’elevata conoscenza spirituale e gustiamo i suoi doni devozionali.
Caitanya Carana Dasa è un discepolo di Sua Santità Radhanatha Swami. E’ laureato in ingegneria elettronica e delle telecomunicazioni, e serve a tempo pieno al tempio ISKCON di Pune. Ha scritto undici libri. Per leggere i suoi altri articoli o ricevere le sue riflessioni quotidiane sulla Bhagavad-gita, “Gita daily”, potete visitare il sito thepiritualscientist.com.
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